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saluggia - fabbrica quaglino di fabiocam commento di andy-capp |
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Fabio...Ci sono dei tagli interessanti ma il BeN in alcuni casi è davvero un po "tazza" Vatti a cercare sul tema fabbriche abbandonate qualche lavoro di Alfredo Gigliotti, alias Schicchi, secondo me lavora molto bene. Anche se è un analogico convinto puoi trovare molti buoni spunti  |
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(REPORTAGE) DOVE NASCE IL VAPORE di andy-capp commento di andy-capp |
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Si Andrea è vero. Qualche tempo fa ho postato un reportage sul solito tema del vapore lavorando però più sui tubi e sull'acqua calda che fuoriesce dal terreno. Mi pare di averlo postato con il titolo vapore o qualcosa del genere. Aveva addirittura un viraggio al selenio. L'ultima foto è simile a una di quelle che c'erano li solo che la prima volta non ero riuscito a fotografare la goccia che cadeva e questa volta ci sono riuscito Allora non ho resistito a metterla pur sapendo che sarebbe risultata un po slegata-
però sono contento ti sia piaciuto
Sto lavorando a un altro portfolio, lo sai che ogni tanto ho il cervello in ebollizione e mi vengono i lampi...Poi lo posto. In questo periodo non ho molto tempo per fotografare, faccio puntate di un giorno e poi mollo li le idee. Non sono abituato a fare PR ma in questo periodo mi tocca far solo quello e le mie macchine fotografiche languono nelle borse. riesco a fuggire dalle telefonate e dai contatti al massimo per una giornata e non è facile portare avanti idee e progetti in un solo giorno
Va be...mi sto' dilungando in altro. Ciao Giacomo |
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(reportage) natura morta la mare di andy-capp commento di andy-capp |
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Grazie a tutti. In realtà sono tutte degli esercizi. E' la prima volta in assoluto che fotografo il mare Solo che alcuni giorni fa era una giornata uggiosa e non ho resistito alla tentazione di andar a prendere un po di risacca  |
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(REPORTAGE) DOVE NASCE IL VAPORE di andy-capp commento di andy-capp |
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Hai ragione MAurop. Solo che il vapore viene estratto e lavorato in quelle centrali che io ho fotografato all'inizio sfuocate. L'avrei voluto fare pure io di documentarlo "dall'interno" sono che sono mesi che ho richiesto il permesso e ancora non me lo danno. E' l'ENEL ti puoi immaginare che fine fanno i permessi, passano da un cassetto all'altro per mesi Cmq la "fonte" dove esce in maniera spontanea l'ho documentata. Sono quelle rocce che si chiamano "putizze" o "fumarole". L'ultima foto, quella che definisco una "caduta di stile" è da dove esce, è una valvola di sfogo di una tubiera dove il vapore viene incanalato e portato sia alle centrali che alle case per il teleriscardamento.
Ciao Giacomo |
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(REPORTAGE) DOVE NASCE IL VAPORE di andy-capp commento di andy-capp |
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Grazie Termoz. L'idea era quella di raccontare il vapore con immagini dove il vapore pur essendo il protagonista doveva essere in secondo piano. Più lo guardo più non mi piace l'ultima, sarà che nero mi ha messo la pulce nell'orecchio ma davvero è una caduta di stile
ciao Giacomo |
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(REPORTAGE) DOVE NASCE IL VAPORE di andy-capp commento di andy-capp |
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Nero L'ultima è una delle mie "cadute" di stile che ogni tanto ho
A dire il vero è un "lavoro" sul vapore, o meglio "dove nasce", girandoci in torno, le "sue" rocce, il suo trasformare la natura, il suo essere incanalato dall'industria che io ho sempre ripreso sfuocata e tra la natura a posta per non renderla invadente. L'ultima foto è una "tubiera" geotermica da dove fuoriesce il vapore e che condensa e gocciola, è più un "ruzzino" sulla gocciolina che altro, non lo so..mi piaceva, ma capisco bene che è un calo di tono. Grazie Nero, sempre attento e puntiglioso. |
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Report: Giorno di Gare di Piotre commento di andy-capp |
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Piotre ciao. Non so se ho mai commentato un tuo lavoro. Non vorrei passare per il maestrino di turno o lo scassa spelotas.
Ho letto però che ti piacerebbe cimentarti sempre meglio nei reportages. Allora mi permetto di fare alcune considerazioni in merito a questo.
Le faccio con la mia solita franchezza e con alcune chiose del tutto scherzose.
La prima non è rivolta a te direttamente ma a Mauri93. Mi è capitato spesso di vedere dei tuoi commenti sotto dei reportage e ho sempre letto pressappoco le solite cose. Belle, bravo, bellissime. Allora volevo farti una domanda ma a te qualsiasi cosa impressa su un sensore o su pellicola ti piace Naturalmente è una battuta e una considerazione scherzosa e non vuole essere assolutamente un critica ci mancherebbe. Però è buffo no che ti piaccia di tutto.
Io ad esempio senza peli sulla lingua mi permetto di dire Piotre, e non volermene, che questo...reportage, mi riesce difficile chiamarlo, non mi piace. Primo non è concepibile mischiare BeN con colore. Nel reportage come in un buon libro, in fin dei conti fare un reportage è un po come scrivere un racconto, si dovrebbe usare una certa coerenza stilistica e non mescolare generi diametralmente opposti come il colore e il BeN.
Un altro appunto che mi pare ti sia già stato fatto da Stecco ne non erro è che sono foto un po troppo casuali. Capisco che non sia possibile essere a bordo piscina e allora non si fotografa o cmq non si deve aver la "pretesa" di fare un reportage ma alcune foto ricordo di una gara di nuoto. Forse con una 300 come dici di aver dimenticato potevi divertirti a fare particolari e raccontarci i gesti e non la piscina che francamente non è cosa nuova ed è poco interessante. T'immagini gli schizzi? Le bracciate? Il gesto dell'entrata in acqua? Forse era meglio optare per particolari e non riprese ampie con la balaustra molto spesso pure storta. Tutte per le verticali che non tornano, per teste varie in mezzo, per inquadrature prive di "corpo" sono banali. L'unica che in qualche misura si salva per il mosso interessante del primo nuotatore è quella dove si buttano in acqua. Il resto ummm Il consiglio che posso darti è di non cercare situazioni improponibili per raccontare storie ma parti da quelle semplici, che ti stanno vicine, perfino la moglie che prepara il pranzo, ma non gare e spettacoli teatrali dove non ti è possibile essere protagonista ma dove sei spettatore. Primo perché ti verranno sempre così secondo: sono quelle cose che è possibile vedere pagando un biglietto.
Credo che per fare un reportage bisogna raccontare cose interessanti "uniche". Se tu fossi stato a bordo piscina o a bordo campo avrebbe avuto senso.
Perché non ci racconti che ne so...la via dove abiti, con le persone, i gesti e le cose che ti appartengono. Un mio amico Enzo Cei, fotografo Magnum e ottimo fotografo di reportage un giorno mi mandò un articolo che aveva scritto per una rivista il titolo era: "In casa mia entrava farina ed usciva pane" ne senso che si deve raccontare e trasformare le cose semplici, di tutti i giorni, che ci appartengono in racconto, ciò che si conosce si può raccontare ciò che non si conosce si può solo osservare
Ciao Giacomo. |
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Venezia: mascheraia di robyc69 commento di andy-capp |
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Hai voluto un po strafare!
Quelle aggiunte sono per l'amor del cielo belle buone foto come le altre ma non aggiungono nulla. Mi sarei aspettato più delle foto come quella d'apertura dove si vedono le mani, dove si vede la negoziante che di per se è folkloristica. Avrei incluso più il negozio e l'ambiente. Cmq nel complesso pur non essendo un reportage è un insieme di scatti ben realizzato e convertito in un buon BeN. Ciao Giacomo. |
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uomo peggior nemico dell'uomo di emifa85 commento di andy-capp |
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Non sono io che lo penso....è L'ABC del reportage e della fotografia.
Poi è ovvio che si può "comunicare" anche con i geroglifici, ma nel 2008 hanno inventato altri mezzi oltre la pietra. Così come è vero che si può fotografare come ci pare però sarebbe bene prima di pensare a "stravolgere" le regole conoscerle. E' come pensare di riuscire a fare un taglio ad una tela non essendo Fontana o ancora fare del cubismo non avendo un periodo azzurro o rosa come Picasso. Secondo me non s'inventa e non si trasgredisce nessuna regola se prima non si conoscono le vecchie:-)
Buona luce Giacomo |
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uomo peggior nemico dell'uomo di emifa85 commento di andy-capp |
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Non ho nulla contro il viraggio in generale. Ma in un reportage e buona norma usare sempre la solita tecnica per essere uniformi nel linguaggio fotografico. Il reportage è come scrivere un libro. Ci vuole punteggiatura, pause, una scelta accurata delle parole, della metrica. Come un libro lo stile deve essere coerente. Non si può iniziare un saggio e trasformarlo in un harmony. E' quello che è successo con questo reportage dal taglio giornalistico e di denuncia. Non ci sta a fare nulla uno scatto virato a dare chissà quale tipo d'effetto "artistico". Per questo non mi piace questo viraggio. Non mi piacciono i tagli fuori misura perché sono frutto d'improvvisazione. Non si fa una foto con un grandangolo per poi tagliarla come se fosse fatta con un 200mm. |
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uomo peggior nemico dell'uomo di emifa85 commento di andy-capp |
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Visto così è un ottima denuncia. Sulle foto avrei molte cose da ridire, una foto virata che non ci sta. Tagli fuori formato (vedi bottiglia). Quasi sempre si ha l'impressione di essere esterni alla scena, distratti. |
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pousser un cri di andy-capp commento di andy-capp |
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Grazie
Andrea il taglio è andato così, non c'è una ragione precisa, mi piaceva chiudere, mi dava l'impressione di entrare dentro alla bocca, che ho lasciato in oscurità perché appunto non è importante vederci dentro ma "sentire" l'urlo e vedere gli occhi spaventati. |
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