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Commenti da surgeon
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Milano del deserto
Milano del deserto di Aspesio commento di surgeon

La chiave di lettura giusta di questa "street senza l'uomo" è quella dell'acuto Francesco Ercolano che a dire il vero mi ha sorpreso positivamente Ok! Un'analogia di forme che stimola il confronto mentale: si ricercano i significati comuni e le opposizioni fra due entità completamente estranee fra di loro. La fecondità dell'accostamento visivo è davvero buona come del resto la ristrutturazione di senso. Pulita ed essenziale la costruzione del fotogramma verticale che confeziona la gustosa metafora iconica.

un buon lavoro Aspesio
...
... di Hero commento di surgeon

Un scatto interessante quello di Hero che mette in scena una triangolazione di sguardi all'interno di un palcoscenico urbano. Non semplici sguardi: gli occhi e gli sguardi del primo piano, apparentemente diversi e antitetici, sono comuni ad entrambi i "primati" che li vede uniti in un codice genetico pressochè identico. Milioni di anni di evoluzione ed eccoli ancora li a confrontarsi.. Quasi un monito per ricordare all'uomo moderno da dove viene e chi è.

un buon lavoro Roberto
Notre Dame
Notre Dame di tbc commento di surgeon

Un caratteristico uomo religioso con barba folta ed occhiali, ripreso con un'inquadratura stretta all'interno di un luogo chiuso, che l'autore precisa essere Notre Dame, di cui possiamo apprezzare ben poco, solo i particolari contenitori circolari che contengono le candele luminose. Questi cerchi creano un motivo ricorrente che accompagna la composizione verticale del fotogramma, in diagonale da sinistra in basso verso destra in alto. I tempi di scatto bassi, dovuti anche alle scarse condizioni di luce hanno prodotto un effeto mosso che anima i gesti dell'uomo religioso. E' presente una buona dose di rumore dovuto sempre agli alti iso utilizzati. Il contenuto Street and Life è debole: la scena anche se ripresa con gusto è limitata ed ordinaria e si esaurisce con il gesto di accendere le candele luminose.

Ps. Se ti piace il genere "street and life" la sezione ha numerosi tutorial da leggere..

ciao tbc
Sirmione 25.07.2010
Sirmione 25.07.2010 di moebius64 commento di surgeon

Una fotografia dal contenuto debole moebius64. Abbiamo una scena notturna di strada piuttosto ordinaria con un uomo ripreso di profilo fermo immobile al centro del frame con testa abbassata e rivolta verso destra intento a smanettare con un oggetto non ben identificato (forse il celulare). Sulla sinistra leggermente più dietro abbiamo una figura femminile di un artista di strada intenta a suonare un violino. Fra i due personaggi che non interagiscono è presente in terra un grosso zaino aperto nella parte superiore che assume quasi le sembianze di un volto umano sorridente, con i bottoni a simulare gli occhi... I tempi di scatto bassi hanno creato un mosso evidente della figura dell'artista di strada donandogli una dinamicità di azione che contrasta con l'immobilità e l'indifferenza dell'uomo al centro. Sullo sfondo altre figure umane non identificate che si confondono fra gli alberi, le aiuole, le luci dello sfondo e qualche scritta luminosa di questa anonima via di città. La parte destra del frame è vuota e ci conduce verso altri elementi secondari, bidoni dell'immondizia, ancora aiuole, biciclette, servizi telefonici, etc. Le condizioni di luce scarsa, gli elevati iso della macchina fotografica e relativo rumore, la conversione in bianco e nero del file, contribuiscono ad abbassare la resa generale dell'istantanea che non riesce a convincere. Mi rimane in mente solo quello zaino per terra...

ne aspetto altre da te... Wink

Ps Ma la tua Firenze che fine ha fatto? Very Happy
solitudine?
solitudine? di artmediastudio commento di surgeon

La fotografia rappresenta una ragazza seduta di profilo, con il suo zaino, sui gradini di una scogliera artificiale in prossimità del mare. L'autore utilizza un campo medio con una ripresa dall'alto ponendo in primo piano ben in evidenza l'anatomia della scogliera. La ragazza viene posizionata lontana, fermata in una posizione raccolta su se stessa con la nuca abbassata e le braccia ripiegate sulle ginocchia. La luce è molto forte ai limiti della sovraesposizione. Sullo sfondo è presente il mare, calmo che frange lievemente contro la scogliera. L'idea dell'autore era quella esplicitata dal titolo cioè di interpretare lo stato d'animo della ragazza ed avere un riscontro utilizzando una domanda chiusa a cui lo spettatore dovrebbe rispondere affermativamente o negativamente. Il testo visivo ed il titolo mettono in evidenza un'incongruità: non sembra di trovarsi di fronte ad un tale tipo di messaggio. L'interpretazione dello stato d'animo della ragazza risulta complesso per l'assenza della sua espressione facciale: inoltre sarebbe più plausibile definirla "stanchezza" : quel voluminoso zaino alle sue spalle potrebbe avvalorare questa ipotesi e rappresentare simbolicamente il lungo viaggio che l'ha portata fino a qui. L'enfasi visiva posta sul primo piano, sulla texture degli scogli chiarissimi ai limiti della sovraesposizione, concentra l'attenzione visiva sulla scogliera e non sulla ragazza creando ulteriore ambiguità di messaggio. Questa dissonanza di fondo crea una difficoltà di lettura e lascia lo spettatore perplesso davanti a questa scena life dal contenuto debole.
Senza Titolo
Senza Titolo di Paolo Dalprato commento di surgeon

Citazione:
fotografo che diventa un'ombra che come le ombre segue sempre chi l'ha generata.


il fotografo che hai rappresentato è una silhouette e non un' ombra.

Citazione:
considero anche l'ombra del fotografo un'ombra dell'attore, non credo sia neppure troppo un volo pindarico


il fotografo rappresentato nel testo visivo non ha una sua ombra mentre l'oratore si, e questa sembra confondersi con quelle di altre strutture in maniera casuale.

Le fotografie che riporti sono esempi eterogenei: la prima è un'ombra scontata mentre la seconda che riporti contiene un messaggio completamente diverso: in esso vi è una vera e propria ristrutturazione di senso.
s.t.
s.t. di onaizit8 commento di surgeon

L'istantanea di onaizit8 ci presenta una figura umana, non identificata, vestita pesante con cappotto fino al mento ed un voluminoso cappello mentre passeggia davanti ad una vetrina . L'inquadratura frontale, ad altezza occhio, pone al centro del fotogramma la caratteristica decorazione della vetrina fatta di cerchi concentrici che convergono verso il centro in corrispondenza di un oggetto non ben identificato, forse un orologio. La figura umana viene invece rappresentata di profilo un istante prima che arrivi sul centro del disegno. Il lato inferiore dell'inquadratura comprende la scritta di una nota marca di moda che contestualizza il luogo come vetrina di negozio di città. Ne viene fuori una buona composizione con un suo caratteristico gusto estetico principalmente scaturito dalle piacevoli decorazioni. Lo spettatore che si pone di fronte alla scena si trova nella condizione di subire un certo magnetismo, una certa attrazione ipnotica che non è certo casuale ma decisamente congegnata ad arte da bravi pubblicitari. Ecco quindi che allo stesso modo dello spettatore la pubblicità silenziosa di una vetrina cerca di persuadere visivamente i passanti di questa fredda serata invernale di città. Il riconoscimento visivo dell’oggetto al centro del disegno con un orologio non cambia di molto il messaggio fotografico che tratta comunque l’oggetto come un bene di consumo specifico di una marca su cui attirare l’attenzione del pubblico. Diverso sarebbe stato il discorso se questo orologio con i suoi cerchi concentrici fosse stato in un contesto privo di richiami espliciti al mondo commerciale (la scritta Louis Vitton in basso) in tal caso lo scatto avrebbe potuto prendere delle connotazioni simboliche decisamente diverse.

Ne aspetto altre..
S.T.
S.T. di falabrack commento di surgeon

Scena leggera e divertente, costruita bene su di una gerarchia di fuoco che stringe molto sui personaggi al fine di lasciare il segno su un'interazione sociale quanto mai comune: quella dello sguardo, sensuale, carico di desiderio sessuale, dell'"uomo" nei confronti della "donna" in termini generici. Qui sono però ben evidenti le identità dei personaggi, che fanno assumere all'istantanea il gusto della scena di un film, raccontando molto di queste persone. In questa fotografia sono ripresi oltre agli sguardi anche dei gesti molto caratteristici: il tocco femminile dei capelli come gesto generico di corteggiamento che viene ad articolarsi con l'espressione patemica e il gesto enfatico dell'astante dei piani retrostanti. Un vero peccato per la smorfia della ragazza sulla destra che avrebe aggiunto altro sapore all'immagine e alla parziale sovrapposizione dei capelli di questa con lo sguardo del secondo astante alle spalle. Lo spettatore si trova coinvolto nella scena divertente come se si trovasse a passare davanti a loro.
Senza Titolo
Senza Titolo di Paolo Dalprato commento di surgeon

Scena ordinaria senza nessuna pretesa di stupire o di raccontare qualcosa di interessante. Un oratore a testa abbassata davanti ad un leggio intento alla sua lettura e la silhouette di un fotografo intento a fotografarlo. Sono presenti altri frammenti non identificati ai piedi dell'oratore e alla sinistra del fotografo chinato: molto probabilmente elementi del pubblico a ridosso del palco che è stato ripreso con un'angolazione dall'alto. Le difficili e particolari condizioni di luce della scena hanno creato della ombre sulla scenografia alle spalle dell'oratore senza nessuna valenza narrativa e sono responsabili della scarsa resa generale dei toni dell'immagine. La didascalia allegata aggiunge delle informazioni sull'evento senza apportare modifiche di significato alla scena.
Questa non mi convince paul_bk..
Torino, 09-05-10
Torino, 09-05-10 di Marco Petrino commento di surgeon

Citazione:
sparata nel mucchio sapendo che qualche espressione curiosa statisticamente si porta a casa


E' possibile Belgarath.. Può essere che l'istantanea è nata così e talvolta, non lo nascondo, sono il primo a meravigliarmi a posteriori di quello che è stato fermato nei miei scatti. Una piacevole scoperta inattesa. Allo stesso modo ma non con la stessa frequenza, mi ritrovo a visionare degli scatti strutturati con consapevolezza senza però più scorgere quel lampo street che avevo intuito. Era svanito. Quante fotografie street famose sono state frutto di scatti casuali? Non lo so ma sono sicuro che ci sono. In fondo molte volte sono dei semplici automatismi psichici quelli che ci fanno scattare il fatidico “click”. Una fotografia è l'illusione di una descrizione letterale di come la macchina ha visto una porzione di tempo e di spazio. Una fotografia può solo mostrare come la macchina ha visto ciò che è stato fotografato. Oppure come la macchina ha visto la porzione di spazio e di tempo responsabili dell'aspetto della fotografia. Oppure, diciamo, una fotografia non deve essere in nessun modo preciso (tranne il fatto che è l’illusione di una descrizione letterale). Oppure, non ci sono regole di composizione o struttura esterne, astratte o predefinite che possono essere applicate alla fotografia. Mi piace pensare che quando si fotografa si debbano rispettare due cose. Rispettare il mezzo, lasciandogli fare ciò che meglio sa fare, descrivere. Rispettare il soggetto, descrivendolo come è. Una fotografia deve essere responsabile di entrambe le cose. Io fotografo per vedere come sono le cose dopo che sono state fotografate. Garry Winogrand, Understending Still Photographs, 1974. Vi è in questo pensiero la coscienza di uno scarto irriducibile tra la realtà e il fotografo e tra il fotografo e la fotografia stessa, una perdita di certezza sul legame fra il fotografo e il risultato finale del suo lavoro.

Citazione:
soggetto che evoca (come si è visto, e questa per me è una delle piaghe che affliggono la buona critica non solo in street e non solo su p4u)

Sono d’accordo sulla pericolosità delle integrazioni psicologiche sempre in agguato sulle fotografie. Le ho sempre combattute anche con gli utenti più caparbi. Ma a dire il vero, in questa istantanea non credevo minimamente di poter trovarle così evidenti.
Volevo invece discutere sulla sensazione di “inquadratura stretta” che vedrei bene se il soggetto dello scatto fossero proprio i preti. Ma continuo ad essere proiettato sull’unica apertura tra il gruppo compatto dei prelati per essere catturato dal gesto, in completa rottura di senso con questo contesto. Gesto molto teatrale che rimanda verso l’alto del frame assecondando la struttura verticale e i suoi elementi, compresi quelli linguistici della scritta. Hai presente un maestro d’orchestra che cerca di alzare l’enfasi verso l’alto? Vedo quindi il gruppo di preti come una sorta di preparazione, una cornice guida per entrare in profondità senza rimanere sulla sua superficie e subirne percettivamente i bisogni di spazio. Credo che dipenda da quanto forte è la carica straniante addebitata a quel gesto e quanto riesca a destare un’attenzione individuale, uno stimolo narrativo. Se non si focalizza il gesto la composizione è perduta e claustrofobica.
Alla luce dei successivi scatti, segno di interesse specifico verso i soggetti di chiesa, credo che le intenzioni di Marco al momento dello scatto fossero diverse ma stranamente e per casualità direi si è venuta a creare una simpatica scena street.
Non è la prima volta..
Il Crocifisso
Il Crocifisso di perozzi commento di surgeon

A parte il titolo completamente da scartare rimane uno scatto riuscito. Non rappresenti "un uomo che prende il sole sulla spiaggia" ma una creatura, buffa, ridicola, piena di ironia, complice il "come" hai confezionato lo scatto: focale, angolatura della ripresa e punto di vista. Avrei preferito una maggiore contestualizzazione ma molto probabilmente avevi molti elementi di disturbo.

ciao perozzi
Mexico City 8294564
Mexico City 8294564 di alxcoghe commento di surgeon

Un'istantanea street riuscita questa di alxcoghe. Merito non soltanto del personaggio caratteristico trovato in strada ma soprattutto dalle scelte fotografiche con cui ce lo racconta. Forme e colori lavorano all'unisono ancor prima della consapevolezza del personaggio bizzarro, per restituire una scena dinamica e divertente. I riccioli ondulati di questa nuca femminile ripresa di spalle fanno rima con la posa sbilenca dell'artista di strada mentre il colore indaco-violetto li lega ancora meglio. Sicuramente dopo torniamo ancora più convinti sul personaggio, sulla posa inusuale ed improbabile, sul suo volto completamente scuro che contrasta con quelli numerosi e attenti degli spettatori sullo sfondo.

un buon lavoro Alessio
Me la passi?
Me la passi? di Francesco Ercolano commento di surgeon

Come immagine squisitamente street and life è debole Francesco: l'ancoraggio del titolo funziona da stampella per creare un senso che il testo visivo fa fatica a contenere. Il fotogramma verticale è composto molto bene ed è strutturato per restituire una visione paesaggistica della scena complice il campo lunghissimo, l'ampia porzione di cielo e la luce morbida della sera. Difficile restituire quel tipo di messaggio fotografico che avevi in mente con questo tipo di struttura: i tre elementi già di per sè non tendono a reagire enzimaticamente e l'atmosfera calda della scena prende il sopravvento sulla lettura del fotogramma.

ne aspetto altre Francesco
Torino, 09-05-10 (2)
Torino, 09-05-10 (2) di Marco Petrino commento di surgeon

Questa non riesce a sorprendere Marco. Il taglio fotografico è stretto sui personagi di chiesa che vengono quasi tutti ripresi di spalle. Sono visibili solo un paio di profili senza alcuna espressione di rilievo.
Torino, 09-05-10
Torino, 09-05-10 di Marco Petrino commento di surgeon

Un fotogramma street delizioso, composto con cura, dove un piccolo gesto isolato nell'inquadratura riesce a svegliare lo spettatore. Ne prendiamo consapevolezza lentamente, solo dopo aver trovato quell'apertura fra i preti. Quelle braccia e quelle mani chiare, che si staccano bene dallo sfondo, distese e tese, cariche di enfasi, alle quali l'espressione del volto del personaggio dona ulteriore carica patemica, riesce a rompere la normalità di un raduno silenzioso di prelati, composti e remissivi. I soggetti sono ottimamente contestualizzati nel fotogramma verticale e le strutture architettoniche sono perfettamente restituite.

un ottimo lavoro Marco..
street 13
street 13 di surgeon commento di surgeon

Questa l'avevo proprio dimenticata ragazzi...... mi fa sorridere ancora!

grazie del passaggio Ciao
street 31
street 31 di surgeon commento di surgeon

Grazie ragazzi per aver riesumato lo scatto.. Ciao
MiMo
MiMo di webrunner commento di surgeon

La composizione del fotogramma è buona e non si apre a grosse critiche. Buona la scelta tecnica di mettere a fuoco il mimo rispetto allo sfondo che aggiunge ulteriore tridimensionalità alla scena life. Rimane comunque debole sul piano del contenuto: è sempre il solito artista di strada, superfotografato, congelato in una posizione teatrale vista e rivista molte volte. Sono soggetti fotografici molto inflazionati, con cui è veramente difficile costruire qualcosa al di sopra delle righe.

ne aspetto altre webrunner
Smiling in Varanasi
Smiling in Varanasi di St1ll_4liv3 commento di surgeon

La felice istantanea di St1ll_4liv3 mette in scena due fanciulli a sedere su di un davanzale e seminascosti all’interno di un’apertura a finestra di un muro grezzo di casa. L’autore scatta da molto vicino, da posizione angolata, con una focale normale, direi un 50-70 mm, con diaframma molto aperto per creare una gerarchia di fuoco e mettere al centro dell’attenzione l’espressione del primo fanciullo, ripresa perfettamente nitida con il volto sorridente, rivolto verso l’alto. Un’espressione divertita, di genuino stupore che si deve sentire come punto di arrivo di una più complessa reazione patemica. Il fanciullo si tiene stretto un piede con il suo braccio sinistro, quasi a confessare un timido gesto di pudore. La ” comunicazione non verbale” della figura sottolinea la messa in scena di una postura che tradisce un dissimulato e fine “gesto di barriera” introducendo interessanti connotazioni psicologiche del fanciullo nonché sull’interazione fra lui e il fuori quadro. Si viene a creare una sorta di transizione passionale, un onda passionale che parte dallo stato tensivo di quel braccio stretto al piede per traboccare su quel volto luminoso, su quel sorriso a labbra strette, su quella guancie ripiegate su se stesse, su quegli occhi luminosi di felicità. Come un fiume in piena che parte teso e nervoso dai suoi argini contenuti per sfociare libero nel mare della meraviglia. Una meraviglia personificata bene da quel fuori quadro, che proietta lo spettatore letteralmente in una nuova dimensione, profonda, mentale, luminosa. Davvero un bel taglio fotografico quello di St1ll_4liv3. Allorchè una fotografia è ritagliata, il resto del mondo è scartato. Ma la presenza virtuale di questo scarto è tanto essenziale alla fruizione della fotografia quanto ciò che essa rappresenta esplicitamente. Ed è proprio la meraviglia che si intuisce la vera esclusa di questo felice prelievo di reale. Uno stupore che si riflette nel volto del fanciullo e che risplende e riscalda di felicità l’intero fotogramma. Dietro a questo, il secondo fanciullo che sebbene sfuocato viene ripreso in un atteggiamento altamente espressivo, sorridente anch’egli ma con la mano alla bocca. Ed anche qui possiamo dedurre lo stato d’animo caratteristico dei bambini quando si coprono la bocca con le mani nel tentativo di trattenere le parole, per non farsi scoprire. Ancora un’emozione densa che attraversa il fotogramma e si amalgama con le precedenti al fine di regalare ulteriore sentimento. Un vero e proprio aggregato di passioni quello confezionato dall’inquadratura verticale che cattura lo spettatore e lo persuade fin dentro l’anima. Si evidenzia tutta la disposizione dell’autore a guardare la vita con “partecipazione” e “attenzione”: la sua volontà di leggere ed interpretare gli aspetti di quell’universo intimo e personale che la figuratività dei fanciulli seminascosti veicolava. C’è profonda ricerca di sintonia con la vita rappresentata nella scena, voglia di percepirla, assorbirne gli umori. Un ottimo lavoro.

Vorrei che l’autore continuasse a proporre fotografie come questa..
Firenze, Calcio storico, 2010
Firenze, Calcio storico, 2010 di pex85 commento di surgeon

L'istantanea di Pex85 riesce a catturare una bella smorfia nel mezzo della manifestazione fiorentina. Riesce a far emergere questa buffa espressione dal caos, da una distanza molto ravvicinata, confezionandola bene. La testa in basso credo che sia funzionale per creare quella cornice circolare intorno al buffo ragazzo che acquista una maggiore enfasi visiva. Smorfia che si lega bene con la mimica del ragazzo di fronte dal quale scaturisce una piccola gag comica. Fra le due espressioni che dialogano un piccolo corridoio verso lo sfondo con un'altro piccolo gesto ben isolato che riesce ad innescare nuove dinamiche narrative. Un buon lavoro Marco, dinamico e concreto: non era per niente facile in questa confusione: mi immagino la quantità di scatti a vuoto che hai portato a casa..

ben ritrovato
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