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Escape di motogiullare commento di surgeon |
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Uno scatto frettoloso e senza nessuna pretesa. Il taglio fotografico impreciso, il mosso della figura al centro che tende ad impastarne le forme (specialmente a livello degli arti inferiori), le eccessive sovraesposizioni dello sfondo, i neri molto chiusi, rendono la lettura difficile. Un contenuto altrettanto debole che vede la presenza visiva incerta di una sagoma umana, ripresa di spalle e da lontano. L'ancoraggio del titolo è fuori luogo: non si può evincere dal testo visivo se quella sagoma in silhouette è in fuga. Molto più saggia è la scelta di lasciare l'interpretazione allo spettatore. Il mio consiglio è quello di perdere più tempo ad osservare le cose, senza preoccuparsi di fotografare qualcosa a tutti i costi. Se hai voglia e tempo e ti piace il genere Street and Life ti posso consigliare diverse letture molto interessanti all'interno della sezione.
ne aspetto altre motogiullare |
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immagini di citta' di maurir commento di surgeon |
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Un buon taglio questo di maurir che mette in scena il dialogo aperto di due uomini seduti su di una panchina. Un dialogo non verbale prima di tutto, dove posture, gesti e direzione di sguardi, parlano più delle parole. Uno sguardo distaccato e inglobante quello di maurir, un testimoniare silenzioso dell'interazione umana quotidiana. Curata la composizione nelle simmetrie e nelle proporzioni. Un buon lavoro. |
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Letture solari di Enfil commento di surgeon |
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Un buon fotogramma verticale questo di Enfil: curato nel taglio e nella composizione. Il laccio chiaro annodato che tiene unite le due ante della persiana, in maniera insolita, costituisce un punctum indovinato. E piacevole è trovare un personaggio in canottiera, con le due spalline bianche ben in vista, non sovrapposte alle strutture della persiana e a fare rima con la specularità degli elementi. Il titolo vuole creare forzatamente una direzione di lettura non necessaria e sicuramente non fedele agli elementi oggettivi del testo visivo: ancora una volta... è meglio non metterlo. |
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Ero così anche io! di perozzi commento di surgeon |
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Un "ritratto di gruppo" ambientato in strada del nostro perozzi. Un gruppo costituito da cinque fanciulle vestite uguali: l'enunciato mette in mostra una "identità colletiva" dove le singole fisiognomiche lasciano il passo ad un discorso collettivo, fatto di una stessa divisa, stesse pose ritmiche, stesse rime (tutti guardano verso un medesimo punto fuori del fotogramma, tutti vestono con abbigliamento uguale e tutte presentano delle espressioni seriali gioiose. Il perozzi costruisce questo discorso visivo semplicemente per testimoniare un momento di vita, un momento di allegria e lo fa in maniera genuina, partecipando alla scena: la signora con impermeabile ed occhiali sulla sinistra, ricollega il momento originario dell'impronta, il suo "è stato" ed "eravamo così", con l'autore/spettatore, per chiamarlo in causa e farlo partecipare ancora una volta e per sempre. Un taglio ben fatto dove tutta la scena si risolve bene e rimane una buona sensazione. C'è persuasione: la ripetizione delle fanciulle tutte in divisa vive di una sorta di omoteleuto visivo: identità diverse fra loro ma con il medesimo elemento di aggregazione, di congregazione, che le accomuna, generando corrispondenze e richiami. Un omoteleuto appunto: la ripetizione di un suono finale fatto di parole diverse e vicine fra loro.
Deliziosa.. |
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.. di Borto commento di surgeon |
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Bravo il nostro Borto
qualsiasi cosa sia successa a questo bambino è meravigliosamente fuori posto. Tutto il fotograma partecipa al carattere straniante in maniera armoniosa. Le striature disegnate nella parte bassa dell'inquadratura, guidano verso l'elemento focale della street, ovvero sia quel bambino sdraiato per terra contraddicendo l'ordo naturalis della postura umana. A rendere ancora piu straniante la scena il muro di passanti sullo sfondo, perfettamente eretti, allineati, massificati, conformizzati, inconsapevolemente chiamati a creare un "contrasto" di atteggiamento. Una sorta di anastrofe visiva che ricerca una diversità dall'ordine naturale delle cose, da quello che accade normalmente nella vita. Un buon momento street.
Vorrei che l'autore continuase a postare queste istantanee. |
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Mexico City 102142 di alxcoghe commento di surgeon |
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Purtroppo mi sento di andare controcorrente: si intuisce il buon seme dell'istantanea di Alxcoghe ma la fotografia non è stata coltivata bene. La differenza di luce fra la metà sinistra del frame e qualla destra è notevole creando una sensazione spiacevole di lettura. I neri sono eccessivamente chiusi e l'inquadratura sembra collassare verso destra. Anche i colori che dovrebbero accompagnare le forme ne hanno risentito. |
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andata e ritorno di thomasss commento di surgeon |
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Non convince l'istantanea di thomasss: innanzitutto mette in scena un'altro clichè visivo, "l'uomo", in generale, davanti al treno che passa veloce. Il riflesso della figura mette in scena un fuori campo che non aggiunge niente di nuovo se non quello di mostrare il profilo e le forme di questa donna in attesa. Il tempo eccessivamente lento, utilizzato per avere il treno mosso, ha mangiato la nitidezza anche alla figura della donna, dando l'impressione di uno scatto improvvisato. Se hqai tempo e voglia ti posso consigliare di leggere qualche ottimo tutorial all'interno della sezione.
ne aspetto altre |
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..... di maxxum commento di surgeon |
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Lo scatto di maxxum, seppur tecnicamente corretto, congela un momento piuttosto banale: quello di un fotoamatore che fotografa una coppia di giovani perfettamente in posa, abbracciati fra loro, davanti al monumento di una fontana. La notevole distanza, l'utilizzo di un focale tele piuttosto lunga, contribuisce a donare alla scena il gusto del già visto. Rimane una scena valida tecnicamente ma senza mordente street o life, qualcosa di ben fatto ma che purtroppo non si ricorderà. |
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Festa sacra di clay commento di surgeon |
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Il fotogramma verticale, l'angolazione di ripresa e le condizioni di luce, celebrano il trionfo dell'architettura religiosa, addobbata e mascherata a festa. Un enfasi visiva architettonica e folcloristica che annientano nel silenzio l'unico battito umano.
ne aspetto altre clay.. |
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cadenza di Nash commento di surgeon |
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Il nostro Nash intuisce bene la scena ma non riesce a racchiuderla bene. Quel meraviglioso cappello svolazzante l'avrei isolato bene su quel muro bianco posteriore, senza sovrapporlo al suonatore di violino. Avrei atteso qualche attimo dopo, il tempo di uno o due passi, quel tanto necessario ad aprire queste figure nell'inquadratura, a dargli un loro spazio vitale, e la scena sarebbe stata più equilibrata. Qui hai un vuoto di partenza, all'inizio della lettura, e subito dopo, una concentrazione di elementi, con quel buon fattore street, rappresentato dalla forma svolazzante del cappello, che rimane in antagonismo con la figura del suonatore, quasi si confonde, invece di relazionarsi visivamente e mentalmente.
La forma mentis è sempre quella buona.. |
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... for beer di xtanatos commento di surgeon |
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L'istantanea di xtanatos non si presta a critiche particolari. E' ben composta: il taglio fotografico corretto, una polarità topologica dei piani che rappresenta in primo piano, perfettamente a fuoco, la faccia anteriore del piano di lavoro di un fabbro; annessa a questo, e bene in evidenza, la targa metallica con incisa la scritta recitata dal titolo "for beer". Appena dietro i vari attrezzi dell'antico mestiere. Nei piani che recedono, sfuocato, è rappresentato il busto ed un braccio al lavoro, del fabbro stesso, senza una sua precisa identità. Ed è questo che l'autore vuol raccontare: vuole parlarci della targa "for beer", di questa particolare targa metallica, fatta con il lavoro artigianale di un fabbro, generico,che potrebbe essere chiunque. Una fotografia ben strutturata ma dal contenuto life debole: una composizione visiva per raccontare la targa "for beer" risulta fine a se stessa e lontana da un'interpretazione life. Questa stessa targa poteva essere un buon contesto per l'uomo, magari per uno in particolare; poteva essere un buon elemento da mettere in relazione con l'attività di questo fabbro o di uno in particolare. Ma proprio questa ultima, doveva essere la vera protagonista di una buona life. Il fuoco che proponi guida la nostra attenzione mentale, già attivita e pre-ordinata dall'ancoraggio del titolo, su quella targa, come prodotto di una specifica attività umana, che è invece debolmente rappresentata, a cui releghi un ruolo visivo secondario e a cui il taglio regala un'emblematicità non necessaria. |
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Mexico City 031911 di alxcoghe commento di surgeon |
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Ancora un fotogramma riuscito di Alxcoghe.
Un'istantanea con due dimensioni, dove la transitività della rappresentazine lascia adesso il passo all'opacità e alla sua riflessività. Non un semplice e già interessante gioco del "dentro e fuori" ma una raffinata street con la "S" maiuscola. La fictio personae messa in scena, rappresentata dalla bambola a sedere, crea un'immedesimazione speciale e la scoperta di un nuovo modo di percepire la realtà. Una personificazione visiva retorica che riesce ad animare l'inanimato come se fosse una persona reale. Una piccola fanciulla, ben vestita, comodamente e compostamente seduta, che guarda dal basso verso l'alto, sotto latesa del suo cappellino, il suo fratello maggiore. Lui gli è vicino, con il braccio e il dorso della mano proteso verso di lei, ma il suo sguardo introduce l'autore e il debrayage enunciazionale rivela l'autoriflessività dello scatto. Ci sentiamo chiamati in causa, proiettati in un fuori campo denso, fatto di comunicazione non verbale, di pensieri. Ci fondiamo con le traccie appena intuite dell'autore, con la sua fisicità e cerchiamo ancora immedesimazione in quello sguardo in camera. Ripartiamo nuovamente dal dentro al fuori e dal fuori al dentro: rimaniamo alcuni istanti sulle scritte in trasparenza sul volto del ragazzo e su quel bizzarro personaggio che nasce dalla sua spalla come una nuova identità e che partecipa all'infinito va e vieni di questo linguaggio iconico.
ottimo lavoro Alessio |
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Lecce (Via Dei Templari) di FabioF5 commento di surgeon |
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Il taglio verticale di FabioF 5 non convince molto. Non vi è una forte ragione per comprendere quel lampione in alto e per giunta tagliarlo impietosamente in questo modo. Le figure umane, che dovrebbero essere il centro d'interesse di questa scena life, soffrono di uno sfavorevole rapporto figura/sfondo: le loro sagome, lievemente mosse, in controluce, tendono a confondersi con lo sfondo scuro, specie quella di destra. Dietro a loro un'altra figura a sedere che confonde ulteriormente la lettura visiva.
ne aspetto altre Fabio |
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tagadà di Fabrizio C commento di surgeon |
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Citazione: | tagadà è una giostra all'interno di una fiera di paese |
su questo non vi era dubbio Fabrizio ma il testo visivo non è riesce a rappresentarlo in maniera oggettiva.
Citazione: | Ho cercato di avere un effetto panning |
Anche su questo non ci sono dubbi. Lo scatto però non riesce a comunicare un contenuto specifico e rimane un esperimento tecnico.
Se hai voglia e tempo ti posso consigliare gli ottimi tutorial della nostra sezione Street and Life.
Ciao Fabrizio |
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Il Pirata e la foto di petegiu commento di surgeon |
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Uno scatto piacevole di petegiu, per gustare le espressioni divertite di questi tre personaggi. Buona la messa a fuoco su queste mezze figure, per restituire la giusta nitidezza ai loro volti e alle loro espressioni e valida la scelta di sfuocare lo sfondo per isolare la scena. Anche il taglio fotografico riesce a convincere nonostante le piccole imperfezioni sul lato destro: sicuramente non facile in una situazione sportiva come quella rappresentata. |
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tagadà di Fabrizio C commento di surgeon |
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L'inquadratura verticale stretta sul ragazzo pone l'accento quasi esclusivamente su questo tempo estrusivo che non riesce a veicolare molti contenuti. Non è possibile neanche intuire il contesto di questo mosso senza aiutarci con l'ancoraggio del titolo. Anche il volto rappresentato nel disegno al bordo destro del frame non riesce a produrre relazioni significative. Rimane un'esperimento fine a se stesso. In generale, in questo tipo di fotografie, allargare l'inquadratura apporta sempre dei miglioramenti.
ne aspetto altre Fabrizio C |
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..... di Nash commento di surgeon |
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Nell’istantanea di Nash si respira davvero la strada.
Una bella inquadratura soggettiva ad altezza occhi quella che ci proietta in via Nazionale: sembra di camminare veloci su quel marciapiede romano e l’inclinazione del’inquadratura assolutamente funzionale alla suggestione. Un approccio deciso, frontale, di totale immersione nei ritmi della strada. Un campo medio-lungo che ci regala la descrizione fisica di questo particolare soggetto, il suo modo di vestire, la sua andatura veloce, il suo ” Phisique Du Role”. E' la presentazione di un personaggio particolare, ma anche del luogo dove interagisce, un luogo di transito, di scambio, di interazioni: tra poco, ancora una volta, uno dei due si farà da parte per stabilire la propria direzione ed il proprio spazio, ma “non sarà dimenticato”. Non ci sono sguardi da ricambiare ma si lavora solo sulla fisicità e sull’aspetto, sull’ essere credibili per ciò che si rappresenta.
Le persone che il nostro streepher Nash ricerca sono persone che hanno una certa individualità nel modo di camminare, nel modo di vestire, nel modo in cui appaiono. Nonostante che il mondo sia sempre più piccolo e quindi che le persone tendano ad essere sempre più simili, con meno individualità fra di loro, il nostro Nash si impegna a cercarne le differenze. Attenzione alle sovraesposizioni. “If you can smell the street by looking at the photo, it's a street photograph” Bruce Gilden: lo conosci vero!?
Un buon lavoro Massimiliano |
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Gallipoli di Nasht commento di surgeon |
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L’istantanea di Nasht rappresenta una figura intera di donna sulla soglia di una casa. L’autore riprende la scena con una focale grandangolare realizzando un campo medio dove la donna e l’ambiente circostante convivono in armonia, dialogando tra loro. L’autore scatta ad altezza occhi, quasi frontalmente all’edificio che accoglie l’entrata dell’abitazione. La luce è alta e crea dei forti contrasti, mettendo in scena delle ombre riflesse. La donna si trova sulla soglia di quella che dovrebbe essere la sua abitazione e viene ripresa con il corpo che si offre allo sguardo dello spettatore ma allo stesso tempo presenta il volto di profilo, con lo sguardo rivolto a destra fuori dell’inquadratura. Sopra della caratteristica porta d’ingresso abitativa è presente uno scompigliato e trasandato intreccio di fili elettrici che attraversa il fotogramma da sinistra verso destra. L’idea del nostro Nasht è quella di presentare uno scorcio urbano di questa Gallipoli, esplicitato nel breve titolo che accompagna l’immagine. Non ci presenta un lembo di spiagge invitanti, o caratteristici panorami marini, ma un’istantanea del cuore della città, non di quella del “ borgo nuovo” , ma di quella della "città vecchia”. Un’immagine emotivamente distaccata, contemplativa, osservatrice. Il surcadrage di quella porta altissima fraziona l’inquadratura e presenta la figura della donna “autoctona” che appare come visivamente trattenuta, in stato di attesa. Vuole essere guardata ma non vuol guardare: questa la modalizzazione del suo “guardare” secondo il volere. È in attesa sopra i gradini della sua soglia, in ciabatte casalinghe, appoggiata con il braccio destro: offre il suo corpo allo sguardo dello spettatore ma guarda altrove, i suoi pensieri sono lontani, creando uno spazio poroso, dilatando l’inquadratura, e rendendola permeabile all’influenza del fuori campo. Una figura autoctona dicevamo, nata e vissuta fra queste vecchie mura che l’accolgono ancora, invecchiata e logorata come quei fili elettrici che hanno conosciuto anni di rimaneggiamenti , aggiustamenti, modifiche. Lei è ancora su quella soglia, luogo di separazione ma contemporaneamente di incontro con il nuovo, di relazione. Quello sguardo fuori è prova evidente del bisogno di fuga dal casalingo, dall'isolamento, dalla fatica e dalla stanchezza del vivere quotidiano, per evadere dalla noia, per dimenticare l'assillo dei doveri, delle scadenze e delle responsabilità. Un’istantanea che racconta la soglia di una gallipolitana, della sua attesa e dei suoi desideri, regalando memoria e coscienza a chi ha vissuto e accompagnato il lavorio continuo ed incerto di quegli sgangherati fili elettrici. Un’istantanea che potrebbe essere la fotografia d’apertura del libro di Cosimo Perrone “Gallipoli e le sue donne” una qualsiasi di quelle donne anziane che hanno svolto i lavori più semplici i cui nomi non compariranno mai nel firmamento delle glorie gallipoline, al pari di quelli delle donne elencate nel libro, ma che meritano lo stesso il nostro rispetto ed un ricordo curioso. Ben eseguito il bianco e nero: ottimo il piede scuro, notevoli i toni di grigio, la lieve vignettatura..un ottimo lavoro.
Vorrei che l’autore proponesse altre fotografie in sezione |
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Tokyo di Hetan_hunt commento di surgeon |
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Lo scatto di Hetan_hunt ci propone un'interessante inquadratura tele, ripresa leggermente dall'alto e da lontano. Un inquadratura piena, sovrasatura di elementi umani. Il taglio propone un vero e proprio fiume di persone, quasi una texture di volti e nuche orientali. La concentrazione del soluto umano è tale da debordare mentalmente fuori dei margini della fotografia. Una buona documentazione di quelli che sono gli spazi urbani di una metropoli oramai al collasso, afflitta da evidenti problemi di sovrappopolazione: una intensa pressione di vita, con maggiori bisogni da soddisfare, quindi intenso sfruttamento dell'ambiente da parte dell'uomo e relativa pressione sulle risorse naturali. L'osservatore attento noterà anche un paio di figure umane con delle mascherine alla bocca, tanto per impostare una riflessione connotativa anche su quelle che possono essere le problematiche di prevenzione e salute ambientale con il quale, la metropoli del Sol levante deve fare i conti. L'istantanea soffre di un'evidente sovraesposizione, diffusa e generalizzata su tutto il fotogramma.
alla prossima Hetan_hunt  |
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