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mani di andy-capp commento di nerofumo |
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E' che le mani maggiormente espressive, quelle che più raccontano sono quelle mani più vissute, quelle da cui trasuda fatica e sudore, sono anche le meno belle se vogliamo, le meno curate, le meno sofisticate.
Un idea usata e abusata che però hai ripreso bene. |
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mani di andy-capp commento di andy-capp |
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hai ragione melina Sia sul fatto che scarseggia la materia prima sia sul fatto che non ci siano foto che rappresentano delle mani espressive. Infatti è na cosa così...fatta così..un po per gioco un po' per fare degli appunti in prospettiva di altro...boh?! mi fa piacere il tuo passaggio.
Un caro saluto
G.Saviozzi |
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mani di andy-capp commento di malinamelina |
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L'idea è molto bella, ma.
Ma a parte qualche posa o qualche forma che dice davvero qualcosa del soggetto di cui è parte, forse non esistono più mani davvero espressive, non esistendo più la cultura contadina... Un lavoro così, intendo dire, manca di materia prima, oppure deve scegliere almeno le differenti età, o una categoria generale (mani da ufficio, mani da operaio, mani di medico, o che ne so), per essere significativo. Oppure ok le mani, ma quelle di una persona sola, una persona particolare, scelta, che ne dicano un tratto, o addirittura una vita...  |
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mani di andy-capp commento di andy-capp |
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Mani
Le mani sono la parte del corpo che più mi piace. Con le mani viviamo, facciamo l'amore, tocchiamo il mondo. Le mani raccontano la vita delle persone.
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pesca Reportage di andy-capp commento di BuZz |
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la foto d' apertura su tutte... seppure spappolata dai flare multipli, ripescata con fotoscioppe e tutto quel che vuoi è... favolosa  |
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pesca Reportage di andy-capp commento di jitakyoey |
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mi è piaciuta molto la storia, dalla calata delle reti alla raccolta con il pescato.
Uno splendido racconto che come hanno detto sopra ti fa sentire l'odore del mare.
Complimenti da chi aspira a diventare bravo così.
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pesca Reportage di andy-capp commento di Pantesco1969 |
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Impeccabile il b&w, magistralmente eseguite per il taglio e la composizione.
Scorrono molto velocemente e senza intoppi. La storia sembra di viverla insieme al fotografo. I miei complimenti  |
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************* di andy-capp commento di Francesco Catalano |
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ci casco tutte le volte
a dimostrazione che se mi piace davvero il modo di fotografare di qualcuno non c'è nick che possa nasconderlo ci sono ricascato di nuovo non accorgendomi della tua vera identità  |
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************* di andy-capp commento di andy-capp |
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Feci questo scatto alcuni mesi fa mettendolo in un progetto che allora chiamai “Appunti tra finzione e realtà”. Avevo in mente una serie d’immagini apparentemente scollegate tra loro legate soltanto dal fatto che tutte presentavano questo viraggio e un titolo. Mettevo i titoli a seconda dell’associazione d’idee come se le immagini fossero una sorta di “post it”. Strada facendo sono cambiate un po’ di cose. Questo progetto è rimasto nel cassetto, non ne ho più fatto nulla, non ho nemmeno riaperto le foto. In questi giorni ho incontrato un libro: “L’amore con Erode” di Costanza Caglià. Costanza è stata internata al manicomio di San Salvi (Fi) quasi 50 anni. Costanza ha scritto un diario. Il diario del suo amore, vero e immaginario, con Erode, al secolo Torello Vannucci anche lui internato trent’anni al San Salvi. Costanza, con augurale preveggenza scriveva sulle pagine del diario: “ il nostro amore resterà celebre e immortale così come io lo vedo con i miei occhi velati di mistero” Così è “L’amore con Erode” un piccolo libro pubblicato nel 1981 dalla Libreria delle Donne.
Costanza con “delirante” amore ha scritto questo fiume di parole. Ha trasformato un piccolo pupazzo di zucchero, “panciuto con la barba rossa” in Bonzino, il figlio nato dal loro amore. Costanza è morta nel 1999 ed è stata seppellita con Bonzino, consumato, ormai trasformato in un feticcio lordo di zucchero. E’ morta l’8 di marzo. Così pensando a Costanza mi è venuta in mente la festa della donna e questa foto. Questa immagine da “follis” vorrei che si trasformasse in una frase che Costanza ripete più volte quando la legano al letto del manicomio: “io a letto non ci so stare perché ho il cuore che cammina”.
A tutte le donne affinché il non siano più “legate ai letti”, affinché siano libere.
Buon 8 marzo. |
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pesca Reportage di andy-capp commento di Clara Ravaglia |
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Eccolo qua il tuo pescatore baciato dalla luce in ritratto, nella nitida ambientazione del suo mare e del suo lavoro di ogni giorno.
Tutte belle, nessuna esclusa, si completano l'un l'altra nel restituirci, come ti hanno già ben detto, profumi ed atmosfera...
Ciao
Clara  |
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pesca Reportage di andy-capp commento di malinamelina |
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Mi piacciono molto, ci senti il vento e l'odore del mare dentro, ma non solo. Quello che è davvero molto bello in questa serie è che non pare ricercata nessuna inquadratura, sembra che così, spontaneamente, queste foto siano uscite da sé. Nessun compiacimento, Saviozzi. Bravo! Così ci piaci.  |
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pesca Reportage di andy-capp commento di pozzoni |
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Sul ordine cronologico del lavoro ci possiamo stare....
Ho qualche dubbio sul ordine cronologico de la luce.....
Discreto lavoro. |
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