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Commenti da marzai
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Commenti
volar via
volar via di marzai commento di marzai

pulchrum ha scritto:
Un piacere da guardare. Complimenti. Ciao, Francesco

Francesco, contento che ti piaccia Smile Ciao
volar via
volar via di marzai commento di marzai

jus ha scritto:
Io, perdonami, ma non resisto a metterci la colonna sonora ed una stellina.
Ciao.

https://www.youtube.com/watch?v=8Co0_BZiLdg


mi hai fatto imbrividire i capelli sudati
volar via
volar via di marzai commento di marzai

Clara, Giancarlo, Elis, BB, Claudio, Sergio, Andrea :

solo e con mille lire
sono venuto a guardare
questa acqua e la gente che c’e’
e il sole che splende piu’ forte
il frastuono del mondo cos’e.
cerco ragioni e motivi
di questa vita
ma l’epoca mia sembra fatta
di poche ore.

@BB: è il mare davanti alla tenuta di S.Rossore, non specchio le foto per non togliere i riferimenti geo ..

.. perdonatemi la nostalgia .. quando si va un giorno al mare pensando allo stile balneare e invece si incontra il tempo dei bucanieri .. Ciao
volar via
volar via di marzai commento di marzai

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
le cantatrici calve
le cantatrici calve di marzai commento di marzai

teresa zanetti ha scritto:
Un dialogo assurdo tra una cartolina e due manichini in posa (di) plastica teatrale.

Le cartoline costituiscono la prima identità di un luogo, ciò in cui, in modo non mediato, identifichiamo una città. Sono una riduzione del mondo in chiave iconografica definitiva. In questo senso rappresentano l'ovvio che, se portato alle sue estreme conseguenze, costituisce precisamente il sustrato di cui il teatro dell'assurdo si nutriva.

In primo piano una Nike di Samotracia e una Lady Macbeth, fiera e folle.
Mute e sorde l'una nei confronti dell'altra e entrambe rispetto a quanto le circonda.

Assurda nel suo insieme l'intera scena, in cui ogni pezzo può essere sostituito con qualche altro elemento, senza per ciò modificare il senso di quanto è messo in scena. Perché il senso è solo apparentemente uno.

A me piace che una proposta estetica (artistica?) non si limiti a essere bella, ma che mi imponga di ragionare, di farmi delle domande.
Non importa se poi giungo a una risposta (e magari a distanza di tempo la risposta può variare).
Nemmeno mi importa che la mia risposta sia la stessa di chi quella proposta ha realizzato.
Un po' come le fotografie di Opeio, lui non dà mai una chiave di lettura. Lascia la libertà a chi osserva.

Non riesco a distogliere lo sguardo dalle unghie laccate del manichino di sinistra.

Buon tutto
Tere

Le nude e smembrate manichine , con evidenza mi richiamavano la totale assoluta precarietà della nostra esistenza (volutamente non ho usato il termine “vita”); talmente priva di ogni certezza da essere inevitabilmente assurda; assurda nel senso di Ionesco, appunto, che fu in bilico fra il terrore del niente (e lo struggente desiderio di esorcizzarlo) e l'affascinata ammirazione della meraviglia dell'esistere; manichine costruite da una specie pensante “superiore”, messe lì in un contesto di architettura rassicurante, come in una favola consolatoria ..
e l' invisibile specie pensante “superiore”, messa dov'è , a sua volta costruita, programmata com'è ..

Perchè il senso è solo apparentemente uno”: come dici bene!! e “a distanza di tempo la risposta può variare” : sono in accordo completo, la non staticità della mente è una delle sue caratteristiche migliori;

L' analisi che hai fatto della mia foto è di per sé un gran complimento, la cosa più bella però è per me l'essere riuscito a comunicare con te tramite un'idea parallela, spero non inglobata nel consolidato fotografico corrente; perchè comunicare al di fuori delle convenzioni imposte, quant'è difficile !
e grazie del cenno alla libertà espressiva (e all' apparente disarmata naiveté, aggiungo) di Orazio

Io non riesco a distogliere il pensiero da questa tua frase :” Mute e sorde l'una nei confronti dell'altra e entrambe rispetto a quanto le circonda “ Formidabile, Teresa
esser parte
esser parte di marzai commento di marzai

Clara, Andrea: la motivazione di scatto fu la tavolozza di tinte che presero cielo e mare per circa 10 minuti, un senso di esperienza fuori dall'ordinario: c'erano altri fotografi, uno in particolare, vicino a me, un tedesco, mi guardò stupito, e mi indicò il cielo, pensando che non me ne fossi accorto (ed era vero, ero tutto intento ad armeggiare con la fotocamera per impostare i tempi) ; non dichiaro guerra al magenta quando vuole manifestarsi; nella foto al tedesco ho attenuato il magenta meno che in quella postata, quindi questa qui allegata è più vicina al reale Ciao
le cantatrici calve
le cantatrici calve di marzai commento di marzai

essedi ha scritto:
Molto bello il bn,ottima composizione. Ok! Ciao

grazie mille Sergio Smile
le cantatrici calve
le cantatrici calve di marzai commento di marzai

Bruno1986 ha scritto:
Interessante il dialogo tra manichini e architettura. Ne deriva uno scatto elegante, con un tocco metafisico.
ps. Ottimo il b/n
Ok!


grazie mille Bruno Ciao
le cantatrici calve
le cantatrici calve di marzai commento di marzai

Ionesco, naturalmente


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esser parte
esser parte di marzai commento di marzai

Marisa, sono contento delle tue parole, e doppiamente contento per la preferenza Smile
Cristian:grazie ! Smile
Fiori sulle torri
Fiori sulle torri di brunomar commento di marzai

osservando, le sovrapposizioni di livelli si chiariscono parzialmente, ma la dolce-enigmatica atmosfera , ben supportata dallo sfocato sognante delle luci e dalla doppia skyline, resta e comprova un'esecuzione riuscita
Roma
Roma di sandrinosandrino commento di marzai

la sfasatura allineante è efficace nel creare interesse; e la non corrispondenza effettiva dei due quadri, peraltro resi omogenei dal meteo grigio, non fa che premiare l'idea iniziale
righe blu
righe blu di gattapilar commento di marzai

scelta del momento di scatto quanto mai opportuno: la felice intuizione della linea d' ombra confonde prospettiva e punto di vista, l'inganno visivo tiene ben saldo l'interesse dell'osservatore, e l'insolita posizione del mobile non delude nemmeno a mistero svelato
bravissima, preferita
esser parte
esser parte di marzai commento di marzai

brunomar ha scritto:
A giudicare dagli scogli siamo nel Livornese spero di non sbagliarmi, splendida atmosfera.... colori bellissimi Ok! Ok! Ok!

non sbagli, Bruno, è Calafuria, 21 di sera.. una bella pizza aspettare sugli scogli, e poi quei pochi minuti, decidere che tempi usare, provato sia lunghi che brevi, questa a 1/50 sembra la più convincente, coi tempi lunghi qui le onde perdono molto e i colori si falsano ..
saluto
saluto di marzai commento di marzai

Clara Ravaglia ha scritto:
Dettaglio, dinamismo, lucentezza di sole e tanta tanta forza nell'onda. E la tua protagonista ne trae il più corroborante dei respiri....davanti al mare.
Paesaggistica doc, sia quando è abitata, e raccontata con un intermediario interposto, come qui, che non...


Ciao
Clara Smile


.. stavo cercando do fotografare una bell'onda, mooolto preso dall'agguato perchè le più belle ti esplodono all'improvviso.. mi si piazza davanti la ragazzina , manco mi aveva in nota, ero discretamente ridicolo, vestiti fradici degli spruzzi di onde precedenti .. mi son detto vabè vuoi essere nella foto? Stacci ... non credo proprio che sappia di esserci ..
Golden Door
Golden Door di Fran_ commento di marzai

gli schizzi infocati sono una leccornia da vero gourmet Very Happy Ciao
esser parte
esser parte di marzai commento di marzai

Claudio : la sagoma umana ero incerto se lasciarla; il tuo parere mi è utilissimo in tal senso
Smile Smile Smile e iperthanks per la preferenza
Francesco: mi prudevano le dita, per saturare; alla fine ho cercato di lasciare il più naturale possibile, evitando i clip; riflettendo orizzontalmente il posto (Calafuria) perderebbe i connotati anagrafici (?) Very Happy Smile Ciao
Fabiana : il tuo commento mi fa contento , e spero di riuscire a fare qualche foto alla tua meravigliosa terra
Smile Smile Ciao
esser parte
esser parte di marzai commento di marzai

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...sempre di corsa :)
...sempre di corsa :) di principessa commento di marzai

con attenzione per qualche secondo ho studiato la foto per decifrarla.. vuoi sapere la prima idea ? la scarpa mi sembrava un polpo rosa nuotante, una medusa in movimento .. il bello è che quando l'immagine si è composta nella mente, non mi ha deluso, anzi! Il bel gioco di linee, colori, ombre e luci, amalgamate dal mosso , convince e appaga

formidabile
'''
''' di opeio commento di marzai

BIANCOENERO ha scritto:
Mi piacerebbe sapere TU che cosa c'hai visto in questa foto, perché a differenza tua e di Marco, io non c vedo nulla...
Non è ne cattiveria, sarcasmo o altro, sono veramente in difficoltà a capire il motivo per cui questa inquadratura a questo soggetto ti ha indotto a scattare.
E anche il biancoenero, che sempre Marco ha descritto come ben congegnato, mi piacerebbe capire perché, quando io lo vedo decisamente piatto...tutto grigio per non bruciare ulteriormente il riflesso del parasole.

Grazie opeio Ciao


Fabio, mi piace la tua "interrogazione", è uno stimolo buono: naturalmente replico solo perchè citato, e la mia non vuol essere in nessun modo una sostituzione e nemmeno una integrazione alle idee dell' autore: solo una lettura personale.
E la lettura mia delle sue foto è una fruizione parallela a ciò che rappresentano; non è semplicissimo da dire: è, mutatis mutandis, come guardare gli stereogrammi: a prima vista sono una serie di segni reiterati, disegni grafici che dicono poco; poi sintonizzando la vista , la messa a fuoco, su un piano parallelo che non è quello su cui realmente sta l'immagine, compaiono figure stereoscopiche a volte sorprendenti; le foto di Orazio mi fanno questa impressione; stimolano una lettura parallela, o se vogliamo diagonale, e hanno in ciò, il gran pregio di creare interesse; impiegano mezzi, percorsi mentali diversi per raggiungere lo scopo, e naturalmente hanno diversi gradi di efficacia: a volte utilizzano una fissazione che potremmo definire monomaniacale su un oggetto o un particolare di un oggetto, a volte usano analogie e somiglianze formali, a volte fanno perno sulla semplice atmosfera, opportunamente amplificata dal trattamento in post; a volte sono inerti emozionalmente e formalmente, capita a tutti;
provo a descrivere meglio il percorso mentale che l'autore potrebbe aver fatto nella fattispecie di questa foto (quello che comunica a me, beninteso, quindi magari del tutto differente da ciò che voleva dire lui, inevitabilmente è solo una mia interpretazione) : ha visto un parasole argentato dietro il parabrezza di un'auto; ne è stato attratto, forse l'ha visto bello, insolitamente monopolizzante ; ne ha ricavato un'idea, che ha estrapolato dal contesto; ha cercato di esprimere questa sua idea; esponendo per le luci, ha scurito parecchio il contesto, rendendolo quasi irriconoscibile (primo escamotage "tecnico", l'osservatore d'acchito è incuriosito dalla identificazione di cosa si tratta) .. ha tagliato via i lati estremi del parabrezza, ciò che contribuisce al disorientamento iniziale dell'osservatore (secondo artificio tecnico ; per me penalizza un po' lo scatto, ma è giustificabile, Orazio a volte sacrifica l'euritmia dell'immagine, la sua presentazione “ordinata” - o ordinaria? - privilegiandol'efficacia espressiva); ha incentrato monomaniacalmente (in senso buono, beninteso) lo sguardo sul parasole, che da abituale comprimario è divenuto centro d'interesse; un oggetto comune, come in tanti altri suoi scatti, che isolato e opportunamente trattato in post assume una connotazione personalizzata, ti invita a guardarlo dandogli un valore non distratto; a valutarlo in una dimensione parallela ; la lettura mia del parasole così rappresentato è che ti prende lo sguardo, ti fissa ..: un oggetto comune, a cui solitamente si dà poco tempo, reso protagonista restituendogli un ritrovato valore semiologico, materiale, emotivo; un richiamo, un appunto mentale di qualcosa che può essere valutato con animo diverso dalla frettolosa superficiale occhiata ; in Orazio trovo qualche analogia con Chema Madoz; questo reiterato invito a non fermarsi alla superficie di quanto si guarda, a mio modo di vedere è sacrosanto; la rappresentazione dell'ordinario abituale in maniera “esistenziale”; l'importanza delle cose, oggetti, atmosfere “piccole” eppure universali. Stimoli visivi che possono sfociare in paraallucinazioni e andare a colpire a volte i lati scomodi e inquietanti del pensiero. Non un freddo, cervellotico gioco , è un discorso assai più appassionato di quanto una lettura non partecipe può far credere; appunti visivi che l'autore non vuole scordare: spesso inquietanti, a volte anche struggenti, a volte naifs, a volte iperadulti;
Orazio si svincola dall'accademismo noioso e anche dal formalismo paralizzante; chiaramente non si rivolge ai fan delle fotografie “bellocce”, esteticamente ruffianeggianti ( che comunque, specifichiamo, assolutamente non sono vituperabili.. ); si muove (con modestia) nei territori assai poco frequentati dell' arte fotografica.
Orazio potrebbe anche spiegare i percorsi mentali delle sue foto, ma non aggiungerebbe loro niente; descrivere uno stato d'animo, un invito eidetico , una provocazione, un gioco, a parole è assai difficile, meno efficace del lasciar parlare l' immagine, e comunque non sarebbe l' idea del fruitore dello scatto; potrebbe essere anche sviante; mentre per l' autore il gioco è vedere quali acque il suo sasso gettato ha smosso. Orazio guardando la cosiddetta realtà ha spesso intuizioni originali, inedite, con le fotografie, non con le parole, cerca di dirle.
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