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Commenti da surgeon
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Artisti di strada
Artisti di strada di cesars84 commento di surgeon

Lo scatto di cesars84 rivela un'approccio ingenuo nei confronti della strada e dei suoi ospiti. Ingenuo per la poca originalità dei soggetti ripresi, per la loro non perfetta inquadratura nel formato verticale e della loro ridotta contestualizzazione. Naturalmnete tutto questo è facilmente risolvibile, perfezionando nel tempo e con costanza una buona dose di curiosità ed uno sguardo più creativo verso il Reale. Più creativo o narrativo, perchè la rappresentazione in questione non lascia spazio mentale per poter raccontare qualcosa del suo autore, il suo personale verso. Quello che rimane è la nuda performance artistica, perfettibile e un pò avulsa dal contesto urbano. Se l'autore ha voglia e tempo la sezione che ospita la sua fotografia ha numerosi tutorial sulla fotografia di strada.

ne aspetto altre Cesaroni..
a punto
a punto di Fabiocisla commento di surgeon

L'istantanea di Fabiostreet cattura una buona inquadratura, riuscendo a regalare un buon punto di vista di una fredda partita invernale a boccie. L'intelligente inclinazione dello scatto ci fa osservare la scena dal basso immedesimandoci nell'atmosfera della partita, complice anche tutto il contesto ripreso con una buona focale grandangolare che, grazie ad una struttura prospettica risucita ci conduce fino alle figure intere degli altri giocatori sullo sfondo, ben disposti, che attendono la performance in atto. L'unica critica che viene d'obbligo fare è l'eccessiva apertura del diaframma della sua reflex che oltre a dare una ridotta profondità di campo a prodotto un' evidente e fastidiosa sovraesposizione sul margine superiore del frame. La rappresentazione in bianco e nero esaspera ulteriormente questo errore tecnico riducendo l'efficacia e la valutazione della fotografia.
In the laundry
In the laundry di ehi-ale! commento di surgeon

L'istantanea presenta delle scelte tecniche espressive di dubbia efficacia per descrivere e rappresentare un luogo caratteristico come l'interno di una lavanderia. La messa a fuoco sulla seconda lavatrice a aprtire dalla sinistra del quadro, la ridottissima profondità di campo, l'elevata e aggiungerei ingiustificata sovra-esposizione di tutta la parte superiore dell'inquadratura allontanano l'idea narrativo-tematica che sottende tale tipo di fotografia. L'uomo chinato a sedere sul tavolo , con la sua postura significativa di attesa che parrebbe introdurre una dimensione psicologica di tipo riflessivo, avrebbe dovuto essere rappresentato in maniera più convincente: innanzitutto non così vicino ai bordi del taglio fotografico che risulta estremamente fastidioso e magari leggermente più leggibile per poter capire che cosa sta osservando o se sta leggendo un libro, un giornale, se è giovane, etc. L'attenzione visiva è bloccata sulla parte sinistra della scena, sul fuoco terribilmente selettivo, sul gioco, fine a se stesso, di prospettiva e di ritmo, dato dalle lavatrici prese in sequenza e sulle aree bruciate dello sfondo.

ne aspetto altre ehi-ale!
Meritato riposo
Meritato riposo di Nicola70 commento di surgeon

Titolo e testo visivo vanno quasi d'accordo se non fosse per quel "meritato" che appare come un'aggiunta a posteriori senza un oggettivo riscontro visivo. Un riposo emblematico, di cui non possiamo conoscere l'individualità del soggetto e a cui dobbiamo dare un'interpretazione universale fine a se stessa. Un riposo urbano potremmo aggiungere, forse, di un giovane pattinatore. La tecnica che accompagna l'istantanea non soffre di particolari critiche mentre l'idea di fondo appare piuttosto debole. L'unico appunto che mi viene da proporre è il peso visivo di quegli zampilli di acqua nei settori posteriori che attraggono molta attenzione al soggetto principale per via della loro parziale sovrapposizione, dei lori toni chiarissimi, e del loro motivo ripetitivo, senza andare a produrre un valore aggiunto, dei nuovi significati.
Pollicino
Pollicino di Daniele Gabella commento di surgeon

Buoa la prova del nostro Daniele Gabella.

Questa sua istantanea mette in scena un paradosso visivo ed apre una stimolante riflessione sul rapporto realtà-rappresentazione fotografica. L'inventio sollecitato dalla fotografia propone un piatto street davvero gustoso, dove viene intelligentemente sfruttato il linguaggio fotografico per manipolare la realtà.
Comin' back home
Comin' back home di Losu commento di surgeon

Non è l'artificio dell'inglesismo dl titolo che può cambiare le sorti di una fotografia dal contenuto banale. L'istantanea di Losu soffre di evidenti errori tecnici. Primo fra tutti è l'inclinazione dell'inqudratura fotografica assolutamente non funzionale al testo visivo. Questo perchè viene meno quella congruenza visiva fondamentale fra lo spazio rappresentato e lo spazio di rappresentazione. Questa risultante visiva sghemba, non congruente a due lati del quadro, infastidisce lo sguardo e oltre a non essere di aiuto alla narrazione, sforza percettivamente l'osservatore che continuamente tende a raddrizzarla provando una sensazione disorientante. In secondo luogo abbiamo la presenza di una grande area sovraesposta corrispondente al finestrino che ruba avidamente tutta l'attenzione che invece avrebbe richiesto il soggetto umano e la sua postura riflessiva di attesa. L'angolo in basso a sinistra del frame presenta l'entrata in scena di un elemento estraneo e non richiesto. Al di là della tecnica che sicuramente può essere migliorata in futuro dall'autore, senza grossi sforzi, la fotografia nasconde un'idea scontata, già vista, che non riesce a convincere. Se l'autore ha tempo e voglia, la sezione che ospita la sua fotografia possiede una nutrita presenza di tutorial molto interessanti sul genere street e life che consiglio caldamente.
vacuum
vacuum di backlighteye commento di surgeon

Al di là delle buone intuizioni street dell'autore, la fotografia soffre di un didascalismo eccessivo. La composizione si arresta alla rappresentazione di un bambino all'interno del suo passeggino munito di telo parapioggia. La porzione di mani lungo il bordo superiore del taglio sembra offrire ancora meglio alla vista il soggetto come se fosse un modello, un reperto, per analizzarne forma, dimensioni e struttura. Potrebbe andare bene per un catalogo commerciale di teli parapioggia. L'idea creativa del nostro backlighteye era decisamente diversa e valida sottolinerei, con l'ancoraggio del titolo che fa da testimone seppur non essendo sufficientemente valido come prova. Il riempimento quasi totale dell'inquadratura con il soggetto, in posizione centrale, ripreso frontalmente dall'alto verso il basso, e quell'ostentazione offerta dalle mani amputate, si impone come una finalità espressiva fine a se stessa, a discapito di quella dimensione simbolica e metaforica intuita e auspicata.
Complicita'
Complicita' di d.kalle commento di surgeon

Ho sempre sostenuto che una "buona fotografia" è quella che riesce a trasmettere un messaggio meglio se univoco e consapevole. Il punto di partenza è sempre lo stesso: considerare l'istantanea di turno alla stregua di un "linguaggio" e individuarne i meccanismi espressivi. In questo caso ci troviamo davanti alla situazione dove il titolo che accompagna la fotografia di Kalle e il testo visivo sono in dissonanza tra loro. Vorrei far riflettere l'autore su quello che è il "COME" della fotografia, ovvero le scelte tecniche utilizzate per esprimere il concetto linguistico di "complicità". La tecnica del panning seppur utilizzata con estrema dovizia non risulta coerente con l'idea comunicativa palesata nè tantomeno la focale medio tele utilizzata, che raffigura le due protagoniste in bicicletta ad una distanza notevole. Lo stesso discorso vale per la composizione che, seppur equilibrata, non è funzionale al segno fotografico specifico: lo spazio vuoto alla destra del frame, unitamente all'effetto dinamico del panning e al mosso, indirizza l'osservatore a processi percettivi di movimento, di energia e non a fini ed emotivamente coinvolgenti stimoli psicologici di "complicità". Con impegno possiamo approdare a sentimenti di "allegria", "felicità", "spensieratezza", pur con i limiti di un contesto quasi assente. Tutto questo per dire che lo scatto non riesce a convincere e per stimolare l'orgoglio dell'autore oltre la sedazione di un blando complimento circa le sue capacità tecniche.
Al santuario
Al santuario di vLuca commento di surgeon

Citazione:
L'ampia base chiarissima del fotogramma è neve...


non avevo dubbi Luca sulla natura segnica di quel bianco..
Al santuario
Al santuario di vLuca commento di surgeon

Fra tutte le prove di inquadratura al santuario della galleria questa forse è la scelta migliore per l'efficacia con cui riesce a trasmettere il messaggio esplicitato dal titolo. Purtroppo l'architettura rappresenta un elemento importante dell'immagine e non è stata valorizzata a dovere: pende lievemente a destra, risulta di una resa generale scarsa, poco nitida e il taglio a destra non funziona per via di quella forma circolare amputata. L'ampia base chiarissima del fotogramma verticale non convince come anche i neri chiusi che fagocitano forme e materia. Le figure umane al centro riprese di spalle sono fra loro eccessivamente sovrapposte enfatizzando la fusione dei toni già detta. Ne aspetto altre Luca..
Turchia 3
Turchia 3 di YoRosco commento di surgeon

Una bella istantanea questa di rosco, decisamente di un'altra levatura tecnica rispetto alla sua precedente Turchia 2. L'istantanea partecipa di una buona organizzazione mentale, scattata con intelligenza, dove le decisioni tecniche di punto di vista, inquadratura, messa a fuoco e tempo riescono a costruire uno spazio da vivere, una storia, un popolo. Una scena perfettamente in sintonia con l'atmosfera del momento, un riflesso dell'attenta e cristallina consapevolezza dell'autore di fronte alla scena. Un'inquadratura ben fatta che mette al centro tutta la bontà iconica del vissuto locale, la sua trasparente autocnia. La scena di queste persone sulla panchina, al centro della piazzetta locale è avvincente e riesce a scandire meravigliosamente il movimento e il tempo. La qualità e l'intensità dell'attenzione dell'autore lasciano il segno sul piano mentale della fotografia. Penso che non sia un caso, ed invito caldamente l'autore a nuovi tagli dal vivo.
due chiacchiere
due chiacchiere di ABphotos commento di surgeon

Ancora un momento di pausa urbano questo di ABphotos che ci riporta alla stagione migliore dove le lunghe camminate turistiche in città sotto il caldo del sole, venivano intervallate piacevolmente da piccoli momenti di relax, sotto gli occhi curiosi degli onnipresenti piccioni. Non convince il formato dell'istantanea che ha il sapore del crop di una lunghissima inquadratura da teleobiettivo. Manca un pò di aria alla base del fotogramma, con queste figure quasi ai limiti del taglio. La firma in alto a destra del fotogramma allunga vistosamente questo strano formato e distoglie fortemente l'attenzione visiva su quello che dovrebbe essere il vero centro d'interesse.
...
... di andreaboni commento di surgeon

Buona l'intuizione di andreaboni che cerca l'analogia delle forme triangolari per introdurre un momento di pausa urbano dalla valenza teatrale. Complici sono proprio gli spettatori finti dei piani superiori che sembrano assaporare il momento e gli sguardi fra l'attante seduto sulla destra che osserva, e l'autore stesso fuori campo. Molto meno è la scelta del fotogramma verticale che non accoglie la scena ma la proietta in maniera inutile verso l'alto, peggiorando ulteriormente i difetti ottici dell'inquadratura. Ti aspettiamo ancora con piacere Andrea..
...
... di Hero commento di surgeon

La percezione del testo visivo, come abbiamo sostenuto più volte, è globale, unitaria, ma è vero che l'organizazione delle informazioni affidate al materiale iconico può portare a recepire prima alcune cose e poi altre e non è detto che si rispetti l'ordine cronologico degli eventi. L'immagine di Hero è organizzata in maniera intelligente: una sorta di hysteron proteron: prima recepiamo sinestesicamente la forma sull'asfalto come un'impronta umana e in un secondo momento cogliamo la fine connessione logica con la gamba umana congelata nel momento durativo. Il gioco street di immaginazione gioca proprio sul ribaltamento cronologico, dove il "dopo", "l'effetto", "il risultato" ci colpisce prima dell'evento che percepiamo successivamente e che forse.. lo ha determinato.
Roberto rimane uno dei nostri affezionati, coraggiosi ed innovativi streepher di sezione, un super-eroe che lascia ancora una volta la sua personale impronta..
senza titolo
senza titolo di Nash commento di surgeon

Un altro sguardo sul’asse di Massimiliano Apollonio.

Ancora uno sguardo lucido lungo la strada alla ricerca di un object trouvè. Uno sguardo lucido, curioso, senza giocare con la sofferenza o l’orrore, un’occhio genuino rivolto al “diverso”. Sempre teso alla ricerca dello scarto significativo, Nash tratta questa donna come un oggetto di osservazione, trovato isolato sulla soglia di un palazzo dove l’entrata semiaperta del grande portone e il vecchio lastricato liberty a disegni romboidali lascia immaginare gli ambienti dei primi del novecento. Un’ anziana signora dalle gambe secche, ripresa di tre quarti, quasi in posa. Vuole essere guardata e vuol guardare: questa la modalizzazione del suo guardare secondo il volere. La particolare postura dell’anziana che vede spostato il peso del corpo tutta sul piede destro, offre la figura intera allo sguardo dell’osservatore ed esprime con il volto, la volontà sia di guardare che di essere guardata. Rimane fortemente impressa la benda bianca all’occhio: un recente intervento oculistico, una semplice medicazione, non lo possiamo sapere. Rimane comunque forte la sensazione di diverso. Una sensazione di accidentale, incidentale che non vuole creare immedesimazione per una sofferenza ma che rimane allo stadio contemplativo. Il guardare in maniera franca dell’anziana dalle gambe secche, quella mira che nasce da quel volto lievemente alzato e fiero allontano subito il dubbio di una triste pietà, per approdare sicura nello spazio intimo dell’autore. Una fotografia quella di Massimiliano che va apprezzata per la sua obiettività, per la sua empatia non sentimentale. Lungi dal carpire un difetto fisico di una persona indifesa e sofferente, di cogliere alla sprovvista degli sfortunati, l’istantanea di Massimiliano ha la premura di conoscerla, di ricevere un tacito consenso e di metterla in posa come in quelle fotografie di un tempo dove i nobili aristocratici, impettiti e sicuri, si facevano ritrarre nelle grandi lastre chimiche. Quell’occhio bendato funge da punctum realizzando uno scarto che si amplifica per via della rima con quel grande pomello circolare dell’imponente portone, anch’esso unico e ben staccato. La mancanza di nitidezza, la grana della pellicola, il bianco e nero analogico trasformano il momento dove prima il soggetto e poi il contesto generale si rivelano spontaneamente e amplificano l’interiorità di questa inquadratura, il suo spazio mentale.

Le tue istantanee sono per noi preziose.
Sabina Guzzanti
Sabina Guzzanti di Paolo Dalprato commento di surgeon

Una sorta di confessione autobiografica quella di paul_bk.

L’autore mette in scena un fine impianto autoriflessivo, una vera e propria riflessione meta-fotografica. Un debrayage annidato, una cornice nella cornice. L’istantanea non è semplicemente dotata di un’inquadratura naturale che definisce la solita impronta a cui tutti siamo abituati a rispondere percettivamente ma propone un’ulteriore “cornice interna” che eleva a potenza la finzione fotografica. Questa istantanea con una cornice annidata, in quanto rappresentazione, ha una forza di affermazione doppia: è l’immagine di un immagine, la fotografia di un fotogramma; la cornice dell’immagine interna rivela il contesto della genesi della fotografia. Se nella fotografia in generale, i margini dell’inquadratura definiscono l’identità della finzione, in questa istantanea si afferma una doppia finzione, quella in cui l’osservatore è chiamato a vedere l’immagine interna con gli occhi dell’autore. Questo produce volontariamente uno sdoppiamento dell’autore, un’ auto-riflessione che mette se stesso e la sua fotografia nella situazione di ricezione. Una forzatura dei limiti dell’immagine, della normale rappresentazione, dove i ruoli dell’autore fotografo e di chi guarda sembrano intercambiabili. Gli spettatori di questa immagine annidata sono tutti rivolti con lo sguardo verso di essa e condividono il punto di vista dell’osservatore-autore. Questa particolare posizione di osservazione delle figure in primo piano, la loro collocazione in uno spazio diverso alla cornice interna, la loro postura di spalle, essa pure proiezione, nella fotografia, della nostra stessa posizione di fronte alla rappresentazione globale, ci portano a riconoscere qui una procedura di “mise en abyme” dell’osservatore, a riconoscere una figura delegata dello spettatore. Non possiamo condividere con loro una patemica specifica, non potendo vedere i loro volti, ma condividiamo la rappresentazione di un nuovo testo visivo interno, con la differenza sostanziale di essere consapevoli e complici di una finzione meta-fotografica. Riflessione ulteriormente sottolineata da quella “firma” autobiografica in bianco, sulla destra del fotogramma che disinnesca l’impianto e realizza un embrayage enunciazionale, riconducendo con enfasi all’istanza genetica e promotrice, come un certificato di appartenenza, un marchio di legittimità del nostro forbito paul_bk. Lo sguardo in camera della famosa attrice-comica-regista Guzzanti, tipicamente ambientato, agisce nella stessa direzione, riqualificando lo sguardo dello spettatore: “prende di mira, in maniera subdola, il mondo che la mira”. Lo sguardo sull’asse, al centro dello schermo, sembra commentare, interagire, sfidare, l’autore stesso e il suo atto enunciazionale, ancora nella dimensione opaca di Paolo.
Accori e disaccordi
Accori e disaccordi di Antonio Mercadante commento di surgeon

Sorvolando sul titolo che sembra incatenare la fantasia del lettore, la scena presenta del potenziale. L'artificio dell'incorniciamento, la disposizione spaziale degli astanti, le loro posture, i loro gesti, regalano una scena interessante e dinamica. Purtroppo la resa del bianco e nero non è esaltante e i toni chiari, al limite della sovraesposizione tendono a far sfuggire l'osservazione verso l'alto, lontano dalla scena significativa. L'inquadratura pende lievemente a sinistra. L'intuizione è buona.

ne aspetto altre pinolo
Girotondo 2
Girotondo 2 di Marengo commento di surgeon

Il taglio fotografico dal vivo risulta troppo azzardato e viene ad amputare i piedi degli attanti nella parte inferiore. L'inquadratura è affollata di personaggi senza che si possa completare la circolarità sperata e voluta dall'ancoraggio del titolo. La soluzione di continuità nel primo piano conduce lo spettatore dritto verso il personaggio maschile nei piani che recedono, quello con la strana pezzola sul capo, che viene a realizzare una sorta di scarto significativo. Questo programma visivo, del tutto accidentale, risulta ancora più marcato per la sua sovraesposizione tonale. Un'inquadratura più larga ed un momento più cercato avrebbero sicuramente aiutato il nostro marengo, rimando anche con quella caratteristica porzione circolare di giostra che fa capolino dal margine sinistro dell'inquadratura. Altro elemento da prendere in considerazione è la scoperta enunciazionale dell'autore che viene chiamato in causa da quegli occhi curiosi del giovane ragazzo sulla sinistra. Se la premurosa didascalia e le intenzioni dell'autore ci volevano riportare al momento originario dell'impronta e del quale questo valido bianco e nero testimonia la forma del "é stato", gli occhi del giovane ci fanno vivere una nuova temporalità, quella soggettiva di ognuno di noi lettori. Forse questa strategia è il vero contenuto di questo fotogramma scattato in maniera frettolosa.
Running time...
Running time... di andreaboni commento di surgeon

L'istantanea di andreaboni nonostante le sue imperfezioni riesce a trasmettere un buon ritmo ed una buona atmosfera; non è semplice tirare fuori qualcosa di valido da un punto di vista fotografico durante le ore notturne. L'autore ci riesce abbastanza bene utilizzando un tempo estrusivo e una prospettiva di luce che restituisce la vita veloce e raggiante di una grande metropoli, i suoi ritmi frenetici, ricchi di interessi e bisogni che non conoscono orari. Chi si ferma è perduto per sempre. Sono presenti i difetti già evidenziati dovuti all'utilizzo di tempi di scatto elevati, senza la precauzione di avere utilizzato un supporto stabile per la fotocamera. A questi si somma l'eccessiva sovraesposizione del lampioni sulla sinistra che disorienta l'osservatore conducendolo nell'angolo in alto a sinistra in netta dissonanza con quelle che erano le linee di forza della composizione. Già con un taglio sulla parte superiore la fotografia migliora.
Tamburinio
Tamburinio di marco64 commento di surgeon

Lo sguardo in camera del giovane suonatore di tamburo, il suo offrirsi in posizione centrale e di faccia, chiama in causa lo spazio dell'enunciazione e con questo il nostro marco64 che si immerge nel cuore di questa manifestazione di strada, restituendo al meglio l'atmosfera e i suoi attori. Il taglio fotografico non è fastidioso ma certamente perfettibile. Il comprendere i piedi dei protagonisti avrebbe anche ridotto l'evidente sovraesposizione dell'estremità superiore dell'inquadratura. Riamane un buona istantanea.
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