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autoritratto-2 di aerre commento di aerre |
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...uhhh, ...Giuseppe ....quanti anni sono passati da quello scatto. Quanti racconti ...quanti orizzonti, ...mamma mia.
Grazie mille ...felicissimo della tua attenzione  |
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S.t. di Paola Ortolani commento di aerre |
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....Chiarissimo. Anzi di più e devi assolutamente riprovare lo scatto proprio per come lo hai pensato ...con l'idea di quel lenzuolo sotto il quale ti rannicchi.
Immagino la foto con questa suggestione, ...quel farsi bambini nel ricreare i contorni di un universo segreto e privato, ...lontano da tutti ...nel fascino e nella magia di quel nascondersi sotto le lenzuola che ci proteggono e cullano.
Soli in quell'angolo fuori dal mondo, nella dolcezza di un nido che ci ritrova adulti senza età.
Da rifare Paola, ...assolutamente da rifare.
Un abbraccio  |
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07082013_L1000257-2 di Massimo Passalacqua commento di aerre |
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Spiazza la schietta frontalità di questa ripresa diretta, ...quasi spietata nel suo rimarcare lo stare della ragazza con la linea delle spalle parallela al piano dell'inquadratura, ...le braccia scivolate verso il basso e una espressività ....come dire quasi muta del volto, ...immobile nella fermezza di quello sguardo di ghiaccio che serra le fila di un rapporto visivo potente eppure capace di tenerci lontani e distanti.
Con durezza, ....quasi indifferente.
Un progetto complesso, la composizione di questo scatto ...se non altro anche per il coraggio di affidare parte dell'impaginato figurativo al robusto e solido primo piano di quel tronco che chiude il frame a sinistra e partecipa, ...non senza peso, al quadro di insieme.
Una composizione che allude ad un dialettico contraltare tra la figura della ragazza ...immobile nel suo stare davanti l'obiettivo e la rigida "compostezza" di quel tronco che chiude e ridisegna lo spazio figurativo (quasi un quadrato) entro cui comporre quasi centralmente il soggetto principale.
Ma perchè, ci chiediamo, il nostro Massimo non si rendeva le cose più semplici ...perchè non dava alla composizione proprio un taglio quadrato escludendo il tronco alla nostra sinistra, componendo secondo l'asse centrale del frame la posa della ragazza?
Proviamo ad escludere per un istante quel tronco, ...copriamolo con la mano. Improvvisamente ... a dispetto della rigidità dell'impianto centrale che ne deriverebbe, l'impaginato figurativo si apre ...s'espande come s'allargasse a ventaglio tutt'intorno la ragazza, complice la percezione della forte luminosità dello sfondo.
Ma ...forse ...e qui vado a sensazioni personali, l'avere inserito un elemento così predominante nel quadro di insieme e che stabilisce una dialettica figurativa così serrata con la posa della ragazza, ...credo rifletta proprio il desiderio di chiuderlo quello spazio.
Ritagliare cioè uno spazio limitato, con una inquadratura che mantiene una certa ...apparente casualità, entro cui far "apparire" ...quasi all'improvviso, ...con il carattere di una visione, in bilico tra realtà e illusione, la figura della ragazza.
E' un gesto molto semplice, ...eppure efficace nel trasformare la normale ripresa di una ragazza nella rappresentazione di una sorta di epifania, ...improvvisa ...inaspettata ...misteriosa e per questo capace di spingere la suggestione emozionale dello scatto verso livelli di grande complessità narrativa.
Poi ...può piacere o meno quel tronco lì, ...questo è un altro discorso. Però è un fatto coraggioso e questo ha già la sua importanza.
A  |
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.../... di Nico Nemore commento di aerre |
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...Dice bene il nostro Silvanone (e non potrebbe essere altrimenti): è proprio nella composizione il punto di forza di questo ritratto che consuma il suo registro narrativo nel gioco ironico e consapevole del modello davanti all'obiettivo che recita nella spontanea freschezza dei suoi anni con abilità da consumato attore.
La composizione dicevamo ....eh si, ....perchè l'dea di "tagliare" il frame attraverso la linea inclinata della falda del cappello, con la forza quasi brutale di uno squarcio che scardina l'iniziale compostezza della ripresa frontale all'interno del campo rettangolare, dona una nota di vivace dinamica al ritratto che è perfettamente coerente con il suo racconto: ironico e sbarazzino.
Ma non solo, ...l'inquadratura risolve con abilità il piede del frame che lo sfuocato del diaframma generoso ha lasciato giustamente cremoso e indefinito, calibrando il disegno del braccio lungo la diagonale del frame e dando così una linea di ingresso visuale solida e robusta all'occhio dell'osservatore che viene presto calamitato dalla seriosità ironica e teatrale di quello sguardo scuro e brillante. La mano e la falda del cappello offrono un gioco di diagonali parallele che hanno l'effetto di sottolineare con forza l'asse verticale del viso, ...robusto e deciso ...come si conviene ad un'espressività consapevole e diretta come questa ...pur nella leggerezza del gioco.
Bianco nero ....di pregevole matericità, soprattutto nella resa dell'incarnato grazie ad una gamma spessa e solida di toni medi, ...ma belli anche i bianchi ...calibratissimi, cui la geografia chiaroscurale di insieme deve parte della sua freschezza e brillantezza.
Davvero ben fatto
A  |
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S.t. di Paola Ortolani commento di aerre |
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Un self di grande tensione emozionale tra le note di una atmosfera ovattata ...quasi sussurrata, che ha tutto il respiro di un abbandono di sè, dolcissimo e struggente ....come di chi allenta la presa con il mondo che la circonda e scivola nell'oblio incerto e indefinito di un universo ...privato ...inconfessabile e segreto.
Tutto sfuma nella cremosità densa e leggera di una luce che pare farsi materia, ...quasi avesse il peso di un orizzonte d'emozioni che solca l'immaginario privato di sè; ....si perdono i dettagli, ...i contorni delle forme si sciolgono dietro la cortina di un velo sottile che ci separa dal mondo, ...fragile, ...impalpabile e leggero come l'eco di pensieri che si rievocano dal segreto delle stanze del cuore.
E ...ci si rannicchia così, ...come fa la nostra Paola: al centro ...o sarebbe meglio dire in un angolo di questo universo privato, silenzioso ed inaccessibile con il cuore sospeso come naufragasse in bilico tra l'andirivieni delle emozioni che sembrano sciabordare da un punto all'altro dell'anima.
Trovo in questo senso perfettamente coerenti con la sostanza narrativa del self le diverse scelte che concorrono a rendere tutto il carattere ovattato e sospeso di questo universo privato: ...il filtro della calza, ...il controluce, ...il soft focus, ...la tavolozza di cromie ambrate di miele, calde e intrise di languida dolcezza.
La composizione cerca di fare un pò i conti con il registro narrativo del ritratto sbilanciando, attraverso una inquadratura ampia in alto e compressa verso il basso, la distribuzione delle masse al di là della diagonale del frame: la stessa diagonale che l'asse del viso reclinato di lato disegna, strutturando tutto l'impaginato figurativo.
Una composizione ben studiata cioè, nonostante l'apparente casualità di questo naufragio del corpo che scivola nell'abbraccio di sè, perchè è proprio grazie a questo sbilanciamento verso il basso delle masse, che si contrappongono all'ampia zona di luce in alto, che tutto lo scatto acquista il sapore di un inesorabile e disarmato abbandonarsi al flusso dei propri pensieri più intimi, ...nel ritagliare cioè lo spazio ristretto di una dimensione intima nella quale rannicchiarsi e sospendersi.
Il ginocchio in primo piano se da un lato fa un pò da contrappeso bilanciando l'ovale del viso lungo la diagonale principale del frame, ...dall'altro lato invade un pò la "scena" e resta un elemento di leggero disturbo pur nella logica di un corpo ...che si rannicchia, ...si scompone, ...si abbandona , ...si costringe nello spazio risicato del proprio universo privato.
Quel che stona ...per quanto siano un particolare secondario, sono le pieghe del panneggio di sfondo. ...Intendiamoci ...le pieghe non hanno mai fatto male a nessuno, ma quel che stona non sono tanto le pieghe in sé quanto il fatto di ricondurre lo scatto entro i contorni di un set approntato e studiato per l'occasione del self e che diluiscono il carattere di forte suggestione evocativa che i vari ingredienti invece nel loro insieme sono capaci di creare.
Immagino lo stesso scatto con un telo che ricrea nel movimento del panneggio le pieghe di una tenda ...tanto per dirne una, ...non tali da strutturare graficamente lo sfondo (che ritengo la nostra Paola abbia voluto il più indifferente possibile), ...chissà ...forse poteva essere una soluzione di maggiore immediatezza.
Ma ripeto, ...è un particolare.
A  |
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... di AlanRizzi commento di aerre |
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Mi piace molto questo bianco nero dai toni limpidi e luminosi dell'incarnato, sui quali contrasta la grafia scura della montatura degli occhiali a far da cornice al disegno degli occhi.
Le lenti, ...fotosensibili probabilmente, sono leggermente velate di scuro, ma questo non limita la perfetta leggibilità dello sguardo concentrato e sospeso che scivola lungo una linea di forza fuori campo, rivolto ad un centro di interesse lontano che in qualche modo aggiunge un pizzico di suggestione evocativa al ritratto.
La ripresa frontale rispetto alla linea delle spalle consente di cogliere la rotazione del viso in un atteggiamento del capo leggermente diagonale che asseconda e dà forza alla linea di fuga dello sguardo ...a tutto vantaggio della resa espressiva dello scatto.
Non facile la gestione del taglio, che soprattutto in alto ha qualche sfumatura di incertezza nel non riuscire a far rientrare del tutto il disegno del ciuffo dei capelli: tagliare più in basso sarebbe stato un errore; forse si poteva allargare di più ma facendo attenzione a non sacrificare troppo in basso la linea dello sguardo, magari ampliando i margini dell'inquadratura anche a destra ed in basso.
Ma è tutto da verificare, ovviamente.
Bella la resa delle superfici, con la giusta dose di un microcontrasto capace di restituirci una certa verità dell'incarnato pur senza eccedere nell'esasperazione dei dettagli.
A  |
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Aurora di Mr.500mm commento di aerre |
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Il viso della bellissima Aurora riempie il frame quadrato di questa ripresa ravvicinata e diretta con tutta la radiosa solarità del suo sorriso. C'è ....come dire ....una divertita consapevolezza in quel sorriso, in bilico tra la leggerezza spontanea e genuina dei suoi anni ed un filo di imbarazzo per lo scatto ...di chi proprio non riesce a mantenere la posa di un istante prima.
Ma è proprio questo mix di emozioni tutte declinate nella meraviglia di quell'età, ...questo "risuonare" limpido dello scatto di note di affetti familiari e sinceri, ...nel gioco divertito, sereno e complice davanti l'obiettivo, ...la forza di un ritratto che nella sua semplicità ci emoziona e fa sorridere.
Mi piace come la composizione sfrutti la leggera inclinazione del capo all'indietro per agganciare la posa della piccola alla diagonale del frame quadrato così da dare un guizzo di vivace dinamica all'espressività di Aurora: l'asse del viso da una parte e la linea degli occhi e dell'ampio sorriso dall'altra, dialogano in un gioco di diagonali contrapposte che è alla base di una certa tensione espressiva del ritratto.
Bianco nero molto piacevole nel mantenere note di fresca chiarezza nella geografia dei toni medi, perfettamente coerente con la leggerezza del suo impianto narrativo, cui si deve anche una certa resa grafica dei neri che disegnano con limpidezza i tratti del viso.
Forse si potevano ricercare maggiore effetti chiarosculari con una luce un pò meno diffusa a favore di una resa tridimensionale dei volumi, ...ma sarebbe stata ovviamente solo una delle possibili alternative.
A  |
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Ricciolino di sasachess commento di aerre |
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Strappa un irresistibile sorriso di tenerezza questa esuberante criniera di riccioli d'oro ramato dal forte impatto grafico che paiono in qualche modo esprimere tutta l'irrefrenabile vitalità e vivacità del piccolo modello.
Mi piace l'espressione sospesa con lo sguardo fuori campo, rivolto ad un centro di interesse lontano, e la "gestualità" delle labbra congelate sul farsi di un istante di stupore o curiosità.
Un istante di sospensione emozionale che è tanto più vibrante quanto più lo rapportiamo al gioco nervoso di quei riccioli che sembrano agitarsi sotto quell'espressione rapita e attenta, come animati da una energia pronta a liberarsi di lì a poco.
Peccato un pò per l'inquadratura che sacrifica parte di questa forza espressiva. Ovviamente il desiderio di tenere all'interno del frame il disegno dei riccioli ha finito con il costringere ad una composizione troppo centrale che però sbilancia il ritratto a destra e in alto.
Sarebbe stato meglio cioè ... a mio avviso, dare più respiro a sinistra, là dove è rivolto il viso e allargare leggermente in basso per cogliere quella leggera inclinazione della testa all'indietro sulla linea delle spalle.
Ma si sa ...sono istanti.
A  |
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-o- di YoRosco commento di aerre |
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...sarà la decima volta che apro e chiudo questa immagine.
E' come se ogni volta non riuscissi a completarne il puzzle. ...Sfugge ...quasi non si riuscisse ad afferrarne il filo conduttore del racconto, ...come quando guardi talmente da vicino qualcosa che la visione di quel particolare annebbia la percezione del quadro di insieme.
Ma è forse proprio questo il fascino di questo scatto, ...di quella eco che lascia ogni volta che si chiude l'immagine e che dopo un pò si torna a riaprire.
Solo che qui, ....questo gioco di frammenti che non riescono a quadrare in un più ampio disegno di insieme si svolge a livello emozionale e anima la tensione espressiva del ritratto.
Una ripresa talmente ravvicinata, con il viso che riempie da margine a margine il frame, da lasciare a tratti un pò spiazzati.
Cerchiamo di ricucire le fila del racconto ...guardiamo i particolari di un paio...forse di occhialini, ...i capelli sono bagnati, ..qualche perla di luce sulla pelle comincia a darci una qualche indicazione ....ma poi tutto sfugge nuovamente e tutto l'impianto figurativo e narrativo implode in quel respiro profondo ad occhi chiusi.
Ed è tutto lì che si consuma e compie lo scatto: nell'istante sospeso di chi riconduce a sè e dentro di sè ogni energia vitale, ...nella mimica espressiva di quelle labbra dischiuse che convogliano la densità di un respiro che pare farsi quasi materia solida, ...nella concentrazione di chi respira dentro tutto l'universo intero, ...nell'abbandono di ciglia scure e serrate nell'ascolto di sè e del proprio mondo.
Tutto scompare e la ripresa infatti azzera ogni cosa ...quasi senza garbo, ...con casualità apparente, ...si serra sulla tensione "immobile" di quelle labbra, calamitata come fosse rapita tutta d'un fiato dalla forza potente di quel respiro profondo.
Ecco perchè tutto appare così improvviso ...casuale appunto, ...imprevedibile e impossibile da controllare, ...tanto che alla fine anche noi ci lasciamo vincere dal silenzio di quelle ciglia chiuse e ci lasciamo andare quasi fossimo ridotti alla natura di una traccia di vento capace di sfiorare lo splendore di quelle labbra.
A  |
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Jes di AnDestro commento di aerre |
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Una ripresa serrata, ...immediata e implacabile per questo ritratto che ci disarma di fronte alla brillantezza di occhi che paiono aver rubato lo splendore di un cristallo di rocca.
Un impatto emozionale ...forte e potente ...che tutto si concentra nella languida danza di luce di quello sguardo che ci irretisce e conquista sul margine di un respiro appena accennato.
Merito di un taglio stretto, ...strettissimo, che si combina alla genuina franchezza della ripresa frontale e serra le fila di un contatto diretto con quell'universo baluginante di luce che prorompe dalla luminosità degli occhi. Occhi che però a tratti sembrano sfuggire alla morsa del nostro sguardo, ...come se si sospendessero in volo oltre un orizzonte privato ed inaccessibile.
Ed è proprio questa strano ondeggiare del ritratto, in bilico tra la potenza mozzafiato della morsa di quegli occhi e la loro fuggevole tensione oltre i margini di un universo che non ci è dato di condividere, ...tutta la sua forza espressiva.
Ecco perchè ...ragionando di canoni e composizione avremmo certamente potuto richiedere un maggiore respiro dell'impianto figurativo verso il basso, ...ma forse avremmo ottenuto un'altra immagine, ....forse avremmo finito con diluire la tensione che si sprigiona invece proprio dalla dialettica serrata e implacabile di taglio e ripresa frontale.
Il bianco nero sbilancia la sua gamma in chiave alta ...gioca con la leggerezza dei toni quasi a ricreare le fila di una atmosfera ovattata tra sogno e visione, eppure mantiene quella durezza grafica di neri asciutti e decisi che sottolineano e amplificano la forza espressiva dei lineamenti del viso. Perfettamente coerente con il cuore narrativo dello scatto.
Bello ....bellissimo quell'ondeggiare dei capelli che scompagina tutta la centralità simmetrica della composizione, ....la traccia nervosa e languida di quella ciocca che scivola lungo la guancia e aggiunge una nota di suggestione evocativa, come una emozione che soffia sul viso.
Ed è a quel punto che ci accorgiamo di non far parte dello scenario visivo di quello sguardo.
Questa è la magia ...potente e disarmante del ritratto.
Non è per noi quello sguardo, ...non è per noi che s'agita quel lampo di luce negli occhi, ...distanti e sospesi come rivolti allo scorrere di immagini che paiono rievocarsi da un mondo privato, ...intimo e inaccessibile.
Complimenti
A  |
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mare d'oro di meimi75 commento di aerre |
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Ha tutto il sapore di un caldo abbraccio di luce questo mare denso di cromie dorate ...intense come emozioni che accarezzano e paiono indugiare sul limitare di un ricordo che ha già i contorni del sogno.
Eh si ...perchè pare rievocarsi direttamente dalla dimensione di un immaginario emozionale intimo e personale, questo ritratto che a tratti si spinge nelle atmosfere sospese di un tempo indeterminato ...come di chi fruga nella memoria del cuore ...là ...dove le tracce di ciò che è stato scivolano nella dolcezza di ciò che sogniamo e immaginiamo che sarà.
Di luce e di grano dorato ....il respiro sospeso di questa composizione attenta nel collocare la piccola sul terzo a destra del frame e aprire lo spazio emozionale dell'immagine sul velluto di cromie calde che avvolgono e abbracciano il soggetto.
La nostra Silvia avrebbe anche potuto comporre centralmente facendo leva sulla linea di forza dello sguardo che la ripresa frontale sottolinea in tutta la sua serena consapevolezza.
Ma non sarebbe stata la stessa cosa ...proprio perché qui era fondamentale che lo scenario si aprisse con forza ed intensità sulla distesa dorata di luce e di grano, intesa ...non solo come "sottofondo" visivo di un quadro di insieme cioè ma soprattutto come "materia" emozionale viva che permea di sé l'atmosfera di questa immagine rievocata dalle segrete stanze del cuore.
E spiazza la franchezza genuina ...disarmante ...quasi banale con la quale la ripresa frontale del ritratto coglie lo stare della piccola di fronte l'obiettivo, ...le braccia raccolte come in attesa e lo sguardo fermo e diretto ...eppure di meravigliosa leggerezza sopra il sorriso appena accennato.
Ecco perchè come dice il buon Mario questo scatto è diverso dai classici scenari che vedono il soggetto immerso nel solito mare di spighe dorate di grano. Qui tutta la forza del ritratto è in quell'inscindibile incrocio di sguardi tra noi e il soggetto, che la ripresa frontale e la posa quasi immobile, ...ferma e sospesa della piccola accentuano.
Tutto si sospende ...nella morbidezza dolcissima di una carezza di luce, ...nell'attimo di un abbraccio da compiersi da lì a breve, ...nel soffice e abbagliante sorriso di chi indugia come restasse in attesa e ci invita a scivolare in punta di piedi nel segreto del proprio universo dorato. Ed è lì ...è a quel punto che lo scatto ...il "ritratto" si compie: quando ci accorgiamo di essere ormai parte di un mondo di pura emozione.
A  |
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s.t. di Gianluca Riefolo commento di aerre |
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Si gioca sul languido gioco diagonale della composizione questo ritratto che tutto si raccoglie attorno allo sguardo diretto ed ..."accogliente" della splendida ragazza.
La ripresa laterale sottolinea la rotazione del viso a favore di camera, accompagnata dall'impercettibile e appena accennata inclinazione del capo all'indietro che ha tutto il sapore di un consapevole e segreto abbandono dello sguardo di lei in quello dell'osservatore.
Ed è questo filo diretto ...coinvolgente, ...tra noi e la ragazza, la forza emozionale di questo racconto.
Mi piace come qui il movimento fluido dei capelli accompagni la composizione, incorniciando il viso e seguendo la curva diagonale del frame per meglio sottolineare l'espressività della posa.
Trovo il bianco nero però un pò troppo chiuso nella sua tessitura chiaroscurale. La resa dell'incarnato in particolare appare troppo scura con un appesantimento dei toni medi che lo sfondo bianco fa apparire un tantino cupi. E questo è un vero peccato, ...perchè toglie quella freschezza e quella ...."leggerezza emozionale" necessarie ad un ritratto come questo.
Attenzione alla post.
Chiedo scusa in anticipo se dico castronerie ...ma mi pare che ci sia un tentativo di scontorno per rimuovere lo sfondo che si tradisce nella parte a destra e in basso del frame (dal mento in giù per intenderci).
A  |
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Ricordo di una bella vacanza.... di Matteonibo commento di aerre |
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Eh si …il magenta c’è e si vede …complice anche una certa prorompente esuberanza di quell’elemento in primo piano che nel quadro cromatico di insieme rischia di rubare troppo l’attenzione e sbilanciare percettivamente la composizione.
Ma …ti dirò che, … a parte il “generoso contributo percettivo” della borsetta in basso a sinistra (effettivamente un po’ troppo generoso), ...la tavolozza di insieme non mi dispiace affatto pur nelle sue dominanti perché riesce in qualche modo a rievocare un certo sapore familiare, …non so come spiegare …quel sapore intimo e genuino di certi album di famiglia anni ’70 ai quali il tempo ha regalato l’emozione romantica di una patina di cromie processate.
Insomma lascia il mondo come si trova.
Semmai …e qui vale la pena spendere due parole è tutto nella composizione che si gioca questo scatto, capace di farsi davvero strumento espressivo.
Il campo quadrato è qui abilmente sfruttato per restituire la posa raccolta della piccola Margherita: il braccio in primo piano asseconda la linea di base rispondendo al movimento verticale della treccina dei capelli che chiude la composizione sul margine a destra in una composizione ad “L” che sottolinea e amplifica il raccogliersi del corpo, …quel piccolo e disarmante abbraccio di sé dal quale lo sguardo fa capolino in una espressività attenta, complice e disarmante.
Questo raccogliersi della composizione di insieme all’interno del campo quadrato rafforza la sensazione di …intimità e familiarità, …semplice e quotidiana, dello scatto; è alla base del ritratto, del suo tessuto emozionale e trovo sia perfettamente in sintonia con quella certa atmosfera di “istantanea familiare” che lo sbilanciamento cromatico riesce in qualche modo a rievocare.
Ecco perché ….lascerei il mondo come si trova
A  |
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s.t. di Gianluca Riefolo commento di aerre |
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Un'espressività tutta legata a quello sguardo scuro e diretto, per questo ritratto che in qualche modo coglie una sfumatura di ironica complicità …come un lampo appena sussurrato negli occhi …interlocutori, …interrogativi …eppure consapevoli di un sorriso appena accennato.
La ripresa è frontale ma il viso ruota leggermente di lato come di chi aggiusta la mira per meglio metterti a fuoco e si accinge a scandagliarti dentro ….con forza e leggerezza disarmanti, ed è su questo istante sospeso che il ritratto gioca tutto il suo racconto.
Mi spiace non trovare una maggiore brillantezza proprio negli occhi il cui sguardo resta leggermente in ombra …complici la loro impenetrabile “nerezza” e la stessa chiarezza dello sfondo che ci fa percepire per contrasto la tessitura del chiaroscuro in chiave leggermente bassa.
Forse una qualunque superficie capace di accendere dei punti di luce nel riflesso degli occhi avrebbe restituito quel lampo di complice consapevolezza che è il vero cuore emozionale di tutto lo scatto.
Qualche dubbio sul taglio …troppo stretto a mio avviso che sbilancia la composizione troppo a sinistra.
Vero che il campo rettangolare asseconda l’asse del viso …ma una inquadratura più generosa a destra ed in basso avrebbe permesso di dare maggiore forza a quel movimento del capo leggermente accennato, …quella lieve rotazione cioè che sostiene lo sguardo diretto e restituito una sensazione di maggiore espressività.
Il bianco nero è buono, …buona …anzi buonissima la struttura dei toni medi che forse però a causa dello sfondo chiaro vengono percepiti un po’ troppo in ombra.
Attenzione però ad un aspetto molto importante.
In un ritratto come questo il bianco nero è una scelta precisa, come strumento espressivo che tutto si raccoglie attorno allo sguardo, al punto di scuro degli occhi cioè e al controcanto delle labbra carnose e vellutate.
Nella generale distribuzione delle masse tonali quel brano di vestito scuro che prosegue la ciocca dei capelli è un elemento di forte distrazione e allenta la tensione di insieme.
Meglio …molto meglio sarebbe stato allargare a destra e in basso e …lasciare nuda la linea delle spalle anche lasciando la sola ciocca di capelli come vezzo grafico.
Un abbraccio
A  |
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Lo sguardo di Pamela... di sdomenico commento di aerre |
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…Domenico, …immagino che ciascuno di noi è consapevole che il seno faccia parte della femminilità di una donna e nessuno credo stia cercando di affermare che per confezionare il ritratto di una ragazza si debba cercare di nasconderne le forme.
Ci mancherebbe!
Del resto, ….visto che hai riportato la frase del mio primo intervento, quando parliamo di universo personale parliamo appunto di una complessità che è sia fisica che emozionale.
Inscindibile dunque.
Per cui il punto non è se si debba o meno includere il seno o qualunque altra parte del corpo all’interno della composizione ma di “come” lo si fa in funzione del racconto che stiamo svolgendo.
“Ritratto” infatti è il racconto che noi e noi soltanto facciamo della persona che ci sta di fronte, …l’espressione in altri termini del “giudizio” che noi abbiamo formulato del soggetto sulla base della nostra personale sensibilità e di una maggiore o minore capacità di ascoltare e leggere tra le pieghe di quell’universo.
E’ un racconto tutto nostro: specchio dell’universo di chi ci sta di fronte ma anche del nostro particolare sentire ed ogni aspetto dell’immagine che miracolosamente prende vita in quel 125esimo di secondo è il frutto di scelte, spesso inconsapevoli ma precise, che raccontano e ci raccontano, …del soggetto e del fotografo: dall’angolo di ripresa, alla tavolozza dei colori, …dallo sfuocato dei piani al taglio che sottolinea …cela …o amplifica.
Il soggetto è consapevole di essere fotografato (in questo tipo di ritratti), ..si pone di fronte l’obiettivo ….assume una posa, a volte viene guidato, …si muove ..si esprime, ..mostra di sé ciò che immagina lo caratterizzi …altre volte cela e nasconde, …spesso recita e il fotografo …intuisce, ….scruta ..esplora, …a volte scopre …più spesso legge solo ciò che conosce, …inquadra, …compone …mette in campo gli strumenti di un linguaggio che è di espressione.
Tutto …tutto …parte proprio da quel “giudizio” personale che proprio la tecnica ci permette di tradurre in espressione formale attraverso una immagine.
Nessuno qui si sognerebbe mai di contestare quanto Pamela possa sentirsi orgogliosa del suo seno nel quadro della sua femminilità o vorrebbe immaginare un “ritratto” che celi di proposito parte di un suo essere che è anche fisico.
Il punto sta nel peso che assume il tuo racconto nell’evidenziare la generosa prestanza della ragazza dando all’immagine quel carattere estetizzante e un po’ artificioso che spesso stride con la sincerità di un ritratto che cerca di …andare oltre la superficie delle cose.
Il taglio dell’inquadratura …la sua composizione e l’angolo della ripresa, con la sua generosa frontalità ….pronta a cogliere quel miracoloso spostamento del gilettino che mostra tutta la esuberante fisicità della ragazza, ….sembrano voler sottolineare proprio quell’aspetto relegando ad esempio l’espressività dello sguardo in secondo piano e rischiano di esaurire lì …nel carattere estetizzante della posa tutta la complessità del racconto.
Dal ritratto ci si aspetta in altri termini una complessità di indagine e di espressione che sia capace di arrivare proprio a quell’universo ….fisico ed emozionale, come unità inscindibile.
Dall’altro lato è pur vero …ammettiamolo! …. che parte del racconto che ci proponi sta anche nel contrappunto tra la fermezza di quello sguardo ripreso leggermente dall’alto, consapevole e diretto e la sensuale solarità di quel porsi quasi esibendo con orgoglio la generosità delle proprie forme.
Anche in questo …anche nella strana discrepanza di un racconto che ora coglie una scintilla di luce negli occhi come espressione di una personalità forte e diretta, ….e ora indugia con “spietata” oggettività sulla morbidezza delle forme, …anche in questo c’è una delle possibili chiavi di lettura di questo ritratto.
Che poi il peso formale del ritratto abbia finito con il dare allo scatto una deriva estetizzante che rischia di offuscare la limpidezza di un racconto che può e deve anche guardare oltre la “superficie delle cose” …anche questo, Domenico …dobbiamo ammetterlo.
Un abbraccio.  |
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Lo sguardo di Pamela... di sdomenico commento di aerre |
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8rnity ha scritto: | mah io su un ritratto del genere ci metterei la firma. tutto giusto quanto scritto ma il risultato é un ritratto di grande spontaneità, marcato ed incisivo, del tutto mancante di orpelli e suppellettili che servono solo a colmare la mancanza di presenza del soggetto ritratto. in parole povere, direi che la massiccia femmilità e la buona tecnica di questo scatto bastano e avanzano a trasmettermi qualcosa che raramente riesco a trovare.
sarebbe d'obbligo aprire una parentesi: per me é inutile riprendere soggetti che non sono adatti al ritratto, ci sono persone che puoi fare quello che vuoi ma non riempiono il fotogramma. |
…Da ex membro dello staff so che quello che sto facendo meriterebbe un richiamo perché non c’è cosa peggiore del commento ai commenti.
Però …però …8rnity, …ma cosa vorrebbe dire “per me é inutile riprendere soggetti che non sono adatti al ritratto, ci sono persone che puoi fare quello che vuoi ma non riempiono il fotogramma.” ?
Stiamo parlando di “Ritratto” …quindi di un racconto imbastito sull’universo personale del soggetto. Universo fisico ed emozionale. Il risultato sta tutto in questo racconto, …nello spessore di una densità narrativa che è cuore dell’immagine, …non certo nella sua resa più o meno accattivante in termini di puro piacere estetico.
Semmai dovremmo parlare di fotografi capaci o meno di arrivare a quell’universo personale e restituircene l’essenza. …Direi proprio (parafrasando quel che hai scritto) che ci sono fotografi che possono fare quello che vogliono, …con tutta l’abilità tecnica di questa terra, ma non saranno mai in grado di fare un “Ritratto” perché incapaci di guardare oltre la superficie delle cose.
Se parliamo di fotografia da Studio dove il carattere estetizzante dell’immagine può e deve assurgere a contenuto pricipale dello scatto …il discorso cambia, …ma in “Ritratto” no. Il contenuto resta la persona e non esiste una persona più o meno “adatta” ad essere ritratta …cioè “raccontata”.
Esiste solo chi è in grado di raccontare e chi no. Chi è in grado di leggere o ascoltare e chi no.
Domenico mi scuserà  |
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09-06-2013 di Liliana R. commento di aerre |
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Liliana R. ha scritto: |
@ Silvano Romanelli E' innegabile che con il tuo taglio risulti più immediata ma io ho volutamente lasciato le due figure ai lati quasi a creare una cornice.
… |
….Ni, …o meglio forse si e forse no.
…Mastro Silvanone non me ne vorrà, ma proprio quella scelta di lasciare le due figure ai lati ad incorniciare la sequenza orizzontale rende lo scatto molto più serrato nel ritmo figurativo e quindi anche molto più di impatto narrativo.
Ci piace insomma la “dinamica” con la quale quei ragazzi sono caduti giù come ….birilli, colpiti non si sa bene se dalla stanchezza o dalla sindrome di Stendhal come dice l’amica Clara , ….e la foto lavora per contrasto nella percezione di un ritmo A - B - A ben preciso.
Senza quelle due figure ai lati a far da principio e fine figurativo del campo di immagine nell’evidenziare ed amplificare l’improvviso “svuotamento” centrale, …la foto perde forza, ….appiattisce la sua resa dinamica e tutto riappare un po’ più normale.
Per me ….meglio la prima
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Musicanti di Paolo Dalprato commento di aerre |
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Mi piace come le gestione della luce permetta a questo scatto di distribuire l’attenzione di chi l’osserva su pochi essenziali elementi con i quali imbastire il racconto del ritratto: il viso e l’ottone.
Quest’ultimo in particolare …pare voglia a tratti rubare la scena, …rifulgere di luce interiore, quasi fosse di un materiale semi trasparente che diffonde una luce segreta e intensa. Musicista e strumento come parti di un tutto in cui non si può dire chi sia il vero protagonista in questo gioco di luci ed ombre che paiono danzare al ritmo delle note.
Cromie dorate di miele e d’ombra, …calde e suadenti eppure brillanti in questo controcanto tra luce e buio che pare volerci restituire tutto il fascino segreto di quel sound.
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Esame di emyroma commento di aerre |
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L’approccio all’universo delle miniature può essere estremamente variegato, …si passa dalla riproposizione tout court di un piccolo frammento di realtà in scala, a costruzioni dal carattere fortemente evocativo, dove l’elemento reale è chiamato in causa solo come pretesto per parlar d’altro.
…Anche se non con la stessa coerenza di risultati in tutti gli scatti fin qui visti, le composizioni di Emy (Emilia?) si muovono in quest’ultimo ambito e questa forse più delle altre ne è una piacevolissima espressione.
C’è un aspetto che attiene qui alle scelte compositive e cromatiche molto riuscito a mio avviso, nella combinazione tra l’angolo di ripresa e la composizione tutta giocata su un impianto diagonale che dà forza e sostanza al “cuore” della scena, nella tessitura cromatica di forte impatto con rossi e bianchi sottolineati da brevi e funzionali “sporcature” di nero.
Ma …è lo spunto di una riflessione al margine che ci rievoca l’immagine la sua vera forza.
In molti scatti del “genere” spesso il “frammento” di realtà è calato nella scena come elemento re-interpretato, come ironico (a volte) elemento che nella sua natura di frammento acquisisce il valore di una nuova realtà, ….è il classico esempio del latte che cola da una bottiglia che diventa l’occasione per l’improbabile traversata di due canoisti o della minuscola tosaerba che pela la buccia di una agrume nelle foto di Boffoli.
Il merito di alcuni degli scatti di Emyroma credo che stia nel cercare di sondare un terreno diverso, dove la riconoscibilità dell’elemento che è stato estrapolato dalla realtà ed accostato alla miniatura di turno, dopo averci strappato quell’inevitabile sorriso che sempre si accompagna a questo tipo di scatti, …diventa il motore di una riflessione da parte sua più ampia.
Come se …volesse parlarci d’altro, …accennando, ..quasi a volerci indicare una via con ironia e gentilezza lungo la quale imparare a porci delle domande.
Ci sono insomma livelli di costruzione e di interpretazione molteplici in molti dei suoi scatti, ben oltre la valenza estetizzante o ironica facilmente commerciabile, e spero che i suoi sforzi si muovano sempre di più in questa direzione
Solo un consiglio, …se posso. E cioè quello di curare in modo maniacale la costruzione dei suoi set. Perché se è vero che il risultato non vuole avere quel mood estetizzante e oggettivo che spesso hanno questo tipo di scatti, è vero anche la “tecnica” in questo tipo di scatti deve avere incredibile forza.
Curerei un po’ più …le luci, …la lettura dei dettagli …la gestione della profondità di campo, …le composizioni dei vari set
Perché con maggiore forza arrivi proprio il suo cuore narrativo.
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pina di diego campanelli commento di aerre |
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.... , ...si, ho sempre avuto gatti per casa. Chiunque abbia a che fare con gli animali sa bene cosa vuol dire spostare sempre il limite nel compromesso tra "fa di me ciò che vuoi " e le regole, ...ma questo credo che nulla toglie alla tua capacità di lettura e di racconto, perchè questo fa sostanzialmente un ritratto, ...e di "R"itratti di un certo Diego ne ho visti un bel pò.
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