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Commenti da surgeon
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
no foto!
no foto! di ssk commento di surgeon

Ciclicamente nella sezione Street & Life si ripresentano gli stessi quesiti già affrontati e metabolizzati precedentemente. Gli utenti più anziani possono provare la mia affermazione. Ritrarre "l'uomo" in un genere fotografico come il nostro pone lo streepher di fronte alla necessità di bilanciare l'esigenza artistica di raccontare la storia dei suoi protagonisti con l'altrettanto bisogno di rispettare l'altrui sfera personale; questo è particolarmente importante se si tratta di soggetti "deboli".

L'argomento può essere affrontato da due diversi punti di vista: quello legale e quello etico. Vorrei premettere a tutti gli utenti che la maggior parte degli esseri umani rispettano la Legge per un sentimento morale ancor prima che per timore di una pena. L'atteggiamento giusto per risolvere in maniera semplice la questione è quello di maturare una coscienza etica per rendere superflua l' applicazione della Legge. Se ogni fotografo di strada riesce a percepire autonomamente quello che è opportuno fare e non fare, ovvero se il tipo di soggetto da raccontare e la sua situazione contingente sono eticamente giusti, il pericolo di una sanzione legislativa diventa superflua.
Vorrei ribadire questi semplici consigli a chi muove i primi passi nell'ambito della Street Photography, perché, specie all'inizio, è facile commettere, anche in buona fede, degli errori e realizzare degli scatti che non era opportuno fare. Sono poi certo che una riflessione sull'etica del fotografo di strada farà bene anche ai fotografi più esperti per rinfrescare la memoria.
La legittimazione morale che il fotografo di strada deve ottenere per rendere lecita la sua azione passa attraverso un dialogo che si deve instaurare con il soggetto. Non si tratta di un vero e proprio dialogo verbale, altrimenti si corre il riscio di perdere l'autenticità della fotografia street. Il dialogo verbale può nascere anche dopo la fotografia, ma quello più importante si verifica mentre si guarda il soggetto nel mirino della nostra macchina fotografica, mentre lui guarda i nostri occhi attraverso l'obiettivo. In quel momento si deve percepire se il soggetto ha dato il suo consenso allo scatto o meno. Gli psicologi la chiamano empatia ovvero un "sentire in comune". E' lo streepher che per primo deve immergersi nell'altrui storia. Il soggetto, successivamente, inizia a rispondere all'ideale patto etico. Ecco che verrà percepita tutta una comunicazione non verbale, dei segni iniziano a comparire sul corpo e nell'espressione del soggetto: un semplice gesto di assenso, un leggero sorriso.
Sono segni che il fotografo deve saper cogliere.

Vorrei che la discussione finisse qui e che ciascun utente utilizzasse la sezione per i suoi commenti di critica fotografica.

Grazie a tutti
...
... di gulfis commento di surgeon

Citazione:
Questa oltre a funzionare ha anche valenza didattica.


Vorrei giustificare questa scelta del nostro Cejes e far partecipi gli utenti che hanno dimostrato un' apprezzamento per questa fotografia che non ha certo bisogno di contenitori classificativi.
Questo di Gulfis è un ottimo esempio di reframing percettivo, di composizione fotografica che realizza uno scarto dalla normale visione. Non si tratta di una "street" perchè riguarda "elementi della strada che ricordano l'uomo", come un muro di città o un pilastro che emerge dal cemento di una strada ma perché mette in atto la ristrutturazione fotografica di una realtà al fine di creare un vero e proprio surplus di significato. L'ordinato e apparentemente semplice fotogramma di Gulfis funziona in maniera brillante perchè propone in maniera esemplare uno scarto dalla norma. Per soddisfare la curiosità di qualche utente curioso e per dar valore all’intuizione dell’autore è giusto analizzare la natura di questo arguto scatto, il perché funziona così bene. Si tratta di scoprire la struttura fondamentale di questa comunicazione visiva e come frequentemente accade, ci vengono in aiuto le formule retoriche del nostro linguaggio parlato che, interpretate in maniera opportuna, ci permettono di godere di un parallelismo quanto mai sorprendente. La nostra lingua parlata comunica in maniera efficace e persuasiva grazie a strutture sintattiche ben precise. Il testo di Gulfis gode della stessa efficaca comunicativa sfruttando strutture analoghe ma un linguaggio completamente diverso, quello visivo. La struttura comunicativa fondamentale è il chiasmo, figura retorica che vede la presenza di due parti che si corrispondono specularmente, una sorta di ripetizione oppositiva. Una specie di struttura del tipo A:B=B:A che per gli amanti della retorica si classifica più precisamente come antimetabole per chiasmo semantico. Il pilastro urbano metallico rosso sulla destra sta allo sfondo vegetale verde naturale come il fiore giallo naturale sulla sinistra sta allo sfondo urbano del muro. Un’analoga struttura comunicativa con la stessa efficacia comunicativa ma su di un piano diverso, fatta con il nostro linguaggio parlato e scritto potrebbe essere questa:

-Beata solitudo, sola beatitudo (San Bernardo)
-Ci si deve preoccupare di aggiungere vita agli anni, non anni alla vita
-Amor litigioso! Odio amoroso!
-Vana serietà! Vanità seria! (W. Shakeaspeare)
-etc

La foto di gulfis è un vero e proprio chiasmo visivo realizzato in maniera esemplare che oltre a possedere una medesima struttura gode anche di un identico equilibrio compositivo: urbano su vegetazione VS vegetazione su urbano. L'equilibrio espressivo fra gli elementi interni ed esterni della proporzione visiva si accompagna anche ad un'opposizione di contenuto, un contrasto fra natura e cultura. Anche l'aspetto plastico della rappresentazione iconica sembra seguire lo stesso andamento di senso con le forme e i colori che si rapportano vicendevolmente.

ottimo lavoro
CD 6
CD 6 di lino rusciano commento di surgeon

Congratulazioni lino rusciano, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di Marzo 2011. Un applauso
MEXICO CITY 26032011
MEXICO CITY 26032011 di alxcoghe commento di surgeon

Congratulazioni alxcoghe, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di Marzo 2011. Un applauso
+..+
+..+ di le_pupille commento di surgeon

Congratulazioni le_pupille, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di Marzo 2011. Un applauso
#0004#
#0004# di aldo feroce commento di surgeon

Congratulazioni aldo feroce, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di Marzo 2011. Un applauso
...
... di enzo penna commento di surgeon

Congratulazioni enzo penna, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di Marzo 2011. Un applauso
pescara 2010 - kodak tri-x 400
pescara 2010 - kodak tri-x 400 di menkesh commento di surgeon

Congratulazioni menkesh, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di febbraio 2011. Un applauso
Mexico City 000
Mexico City 000 di alxcoghe commento di surgeon

Congratulazioni alxcoghe, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Street & Life nel mese di febbraio 2011. Un applauso
Solo due caffè
Solo due caffè di NicolaR commento di surgeon

Risulta difficile leggere la fotografia in questione da un punto di vista Street and life venendo a mancare l'elemento umano. Ti propongo uno spostamento nella sezione "varie" per avere commenti più mirati.

Ciao NicolaR Ciao
Bike Lessons
Bike Lessons di Il Pugile Sentimentale commento di surgeon

Vorrei lasciare un ulteriore feedback all'autore affinchè possa diventare uno spunto di riflessione.

La fotografia presenta due dimensioni ben evidenti: una transitiva che ci regala un punto di vista originale su di una delle più famose terrazze marine, ed una fortemente opaca data dalla presenza massiccia di granulsosità e filamentosità sparse su tutta la superficie bidimensionale. Questo ultimo artificio è particolarmente evidente e costringe il lettore a soffermarsi sulla supericie dell'immagine a sancirne il suo carattere artificiale. Una sorta di esperimento sullo specifico fotografico che purtroppo viene a cozzare con l'evidente idea esplicitata dal titolo. Non entro nel merito se l'artificio è stato voluto o meno (anche se appare involontario) ma dico soltanto che il suo risultato si contrappone con l'altra naturale propensione dello scatto, quella narrativa, lasciando il lettore in una sorta di confusione interpretativa. Altro elemento su cui vorrei porre attenzione è sull'inquadratura che è stata cercata. Un punto di vista a livello del terreno, con una messa a fuoco sull'infinito. Un'inquadratura strana, a cui l'autore ci ha abituato spesso, che si fa portavoce dell'intera modalità di rappresentazione narrativa. Mentre l'ancoraggio del titolo introduce la storia e aiuta il lettore a cercare gli elementi per compiere il racconto la sensazione che rimane è quello della grande influenza di questa inquadratura che oltre a strutturare la finestra rappresentativa lascia delle sensazioni forti allo spettatore, che vanno al di là del "visivo" per sfociare nel cinestesico, nel tattile, e rischiano di divenire esse stesse il vero soggetto della fotografia. Si sente questo lastricato geometrico, che occupa da solo due terzi del frame, come se lo si avesse sul viso, sulla bocca, sul naso. Mi sembra che la sensazione di essere spalmato in terra, amplificata dalla granulosità artificiale sopramenzionata, sia più forte della lontana ed indistinta "lezione di bicicletta". Indistinta, perchè il buon attimo, nel suo momento durativo, non riesce a staccarsi dalle numerose sagome umane dei piani che recedono. In prima istanza perchè il rapporto figura-sfondo è un pò compromesso: la parte posteriore del ciclista in erba, la sua stessa bicicletta, fanno fatica ad emergere dalla ressa di gente dello sfondo e questo non aiuta nella lettura dell'attimo. Ed in seconda istanza, anche i toni del nero, eccessivamente rappresentati nella fotografia, contribuiscono alla medesima difficoltà interpretativa. In conclusione, anche se l'attimo colto è degno di nota, la rappresentazione specifica nel suo insieme non mi sembra funzionale al messaggio fotografico e all'idea tematico-narrativa esplicitata dal titolo.


ciao pugile Ciao
Distorsioni...
Distorsioni... di zannastyle commento di surgeon

L'idea dell'autore non riesce a convincencere.
Se l'intenzione principale era quella di mettere in evidenza le distorsioni prospettiche delle geometrie riflesse nell'acqua, perchè rovesiare di 180 gradi l'intera immagine? E perchè far vedere per intero il riflesso nell'acqua della figura umana? L'effetto speculare della forma umana attira molta attenzione ed in particolare la parte inferiore del palindromo visivo, ben nitida, che realizza una perfetta relazione gestaltica di figura-sfondo e di contrasto tonale. Il bianco e nero poteva essere una buona scelta tecnica espressiva per rendere al meglio il concetto di "distorsione" ma non nella versione ribaltata che viene presentata, che va a contraddire tutte le buone regole della conversione in toni di grigio, prima fra tutte quella di avere un piede fotografico scuro. L'immagine ribaltata nella versione oiginale pur regalando una composizione ed un'armonia decisamente migliore non rimane in sintonia con l'idea esplicitata dal titolo. Idea un po semplicistica e soprattutto lontana dai contenuti tipicamente street and life. Qui abbiamo una ragazza presumibilmente giovane, chinata su se stessa, che stà scrivendo-disegnando su un supporto, immobile, senza offrire sguardi, espressioni, posture o quant'altro di interessante. Rimarrebbe, in questa versione originale, la dovizia e la precisione dell'inquadratura verticale dell'autore ed una relazione debole fra uomo e geometria.

solo una modesta opinione
senza titolo
senza titolo di Nash commento di surgeon

L'istantanea, per chi crede nell'esistenza di uno stile fotografico ha la firma stilistica del suo autore.
Un Massimiliano Apollonio a cui piace interagire con la strada e con i suoi invitati. Quasi sempre lo sguardo sull'asse è il tema delle sue fotografie, il suo modo di rapportarsi al diverso. In questa prova, sono addirittura quattro le conquiste: quattro diversi sguardi in camera, quattro diverse espressioni, quattro diverse faccie dello stesso Massimiliano. Tutte le mire interpellano, sollecitano, catturano e provocano diversi effetti. Tutte hanno una sfumatura da percepire e vivere come diverse sono le voci della strada da ascoltare. Non, un unico, identico, ripetitivo, rituale di sguardi ma una serie, parimenti adatti ad interagire con il sistema medium-fotografo. Un sistema che ha imparato a essere guardato, che gode nell'essere guardato che ha imparato a resistere agli occhi degli altri. A diverse altezz del campo medio vengono percepite ad intervalli più o meno ragolari le varie espressioni ed i vari sguardi: l'uomo in primo piano realizza l'effetto maggiore con lo sguardo in tralice, la testa abbassata e tutto il corpo già predisposto ad allontanarsi dall'intruso monoculare. Subito dietro a destra spunta una simpatica faccia giovanile che determina un cambio di registro, una modulazone di stato d'animo, di empatia. Al centro dl frame uno dei due uomini con la cravatta, (elementi strutturali decisivi di tutta l'istantanea), più precisamente quello di destra, guarda da lontano in camera, valutando la situazione, e immediatamente dietro, sempre sulla destra, un'altro giovane addirittura si volta con il busto di 180 gradi per assistere all'intera scena, segno che l'autore ha indugiato parecchio sul momento del taglio coinvolgendo ed interagendo con più unità ricettive. Una sorta di melodia alternata, fatta di diverse note, di diverse sensazioni. Tutto l'impianto narrativo si esplicita sulla destra del frame e anche se il lato sinistro dell'inquadratura taglia una figura per bilanciare la composizione , la composizione crea una via di fuga luminosa verso la strada e i piani che recedono fino ad uscire sul bordo superiore del taglio, ai limiti della sovraesposizione, fuori campo.
Il taglio quadrato contiene questa tendenza ma non l'annulla. Pur nella sua fruibilità rimane questa sensazione di incompiuto.

Ne aspetto tante di prove Massimiliano, perchè sei un punto di riferimento per l'intera sezione street
Ritratto urbano
Ritratto urbano di ubald™ commento di surgeon

Mi sono astenuto dal prendere in considerazione il titolo del lavoro che mi sembra chiaro non rifletta la struttura dell'immagine. A tale riguardo vorrei far riflettere l'autore sulla sua inutilità. Se ciò non fosse chiaro potrei far notare che il medesimo titolo appare in un'altra istantanea di struttura compositiva completamente differente http://www.photo4u.it/album_page.php?pic_id=271845.

alla prossima
Ritratto urbano
Ritratto urbano di ubald™ commento di surgeon

Mi soffermo volentieri sulla prova fotografica di ubald™ per analizzare l'interessante struttura dell'immagine che presenta piccoli difetti di natura compositiva e tecnica. Vorrei iniziare soprattutto dall'elemento principale e più fruttuoso di questa istantanea, quello intenzionale, di moltiplicare lo sguardo fotografico. Lodevole è la creazione di un attimo significativo, grazie alla presenza di un fuori-campo, definirei ad intarsio, che permette di svelare nuovi elementi del campo. Questi elementi non si sarebbero potuti vedere se il creativo autore non avesse sfruttato l'effetto specchio dell'autobus in corsa. La buona prontezza di riflessi, unita ad un idea ben chiara del risultato finale, permette all'autore di aggiungere, addizionare, un nuovo spazio figurativo, un nuovo livello, all'interno della fotografia originale. Anzi per essere precisi, l'autore miscela due livelli di realtà, li pone in una relazione particolare che si avvantaggia di un contrasto formale e concettuale di statico/dinamico. I due spazi figurativi vengono ad trapassare l'uno nell'altro senza soluzione di continuità. Nello stesso tempo l'autobus che ha funzionato da artificio dinamico per inserire il nuovo contenuto, ci regala l'incorniciamento di una figura umana, una donna in evidente postura di attesa, compresa superiormente ed inferiormente tra due bordi sfumati. Una sorta un fotogramma veloce di pellicola cinematografica, dove lo spettatore indugia piacevolmente nei giochi delle trasparenze e nei contrasti. Autobus che funziona anche come una quinta sui generis e invita lo spettatore ad uscire verso sinistra nella dimensione più luminosa e statica. Una quinta atipica perchè non fa scivolare immediatamente lo sguardo verso un punto di interesse ma offre i suoi contenuti riflessivi. La conversione del bianco e nero soffre di evidenti limiti e non sembra regalare grandi benefici all'impianto narrativo. Il taglio fotografico è perfettibile, iniziando con l'eliminare buona parte del bordo superiore al fine di far scomparire la grande sovraesposizione in alto a sinistra. Questa bruciatura dell'immagine velocizza l'effetto della quinta che ho sopramenzionato e allontana tutto l'impianto riflessivo conducendoci fuori opera. Riamane una buona prova che mette in evidenza l'occhio, la prontezza e soprattutto la chiarezza d'intento dell'autore.

vorrei che l'autore frequentasse maggiormente la sezione
.....due
.....due di Giuseppe Zingarelli commento di surgeon

Non mi convincono per niente. Lascia fare i vecchietti con il bastone e continua a girare per il centro di Prato, di accoppiate e trittici ne vedi quanti ne vuoi, basta che ti sintonizzi bene. Prova ad andare anche alla stazione di Prato porta al serraglio che è una buona zona.

ps. mi sa che prima o poi trovo anche te a giro... Ciao
Pipe
Pipe di bikeyz commento di surgeon

Se posso permettermi, ti consiglio caldamente di leggerti la guide ed i tutorial di sezione all'interno dei quali potrai trovare una miriade di spunti interessanti.

ne aspetto altre
hops............
hops............ di Giuseppe Zingarelli commento di surgeon

La resa generale del bianco e nero è scarsa ma l'idea di fondo che sottintende l'istantanea è buona. A parte l'effetto esilarante della scena, mi resta impresso molto il soggetto scelto, con quel sopracciglio arcuato e quel naso aquilino. Tutta la postura dell'uomo, con quelle braccia trattenute dietro la schiena, sembra esprimere un giudizio. Un piccolo passo a sinistra avrebbe rivelato per intero l'espressione perplessa del signore, aumentando al massimo l'effetto candid. Mi piace il modo con cui l'autore associa gli elementi della strada. L'occhio di Jobbe è quello giusto, creativo ed aperto alle occasioni del momento.
Non ti fermare e continua a divertirti.
LekLek...
LekLek... di #Paolo Guidetti# commento di surgeon

Un buona fotografia di viaggio questa di sickboy, una cornice ricercata che contestualizza il ritratto di una fanciulla. Lo sguardo della ragazza asiatica, impreziosito da una postura di rapimento, introduce un fuori campo che contribuisce ai giochi di "va e vieni" che la vetrina inizia. Piacevoli i riflessi di questa vetrata di ristorante ed i forti colori dell'intera scena, che donano informazioni preziose al lettore. L'unica nota negativa, è rappresentata da quel braccio sulla sinistra della fanciulla, che in virtù della sua luminosità, al pari di quella della ragazza stessa e per il "raddoppio" degli elementi, attira troppa attenzione diluendo la leggerezza di questo ritratto rubato.
.....due
.....due di Giuseppe Zingarelli commento di surgeon

L'accoppiata è debole Jobbe e non entusiasmante. Il secondo vecchietto con il bastone è troppo lontano, sfuocato ed in ombra. I toni scuri di questo secondo uomo si confondono con lo sfondo ed anche il suo bastone sembra dissolversi nei toni grigi dell'asfalto. Resta un vecchietto in primo piano, con il suo bastone chiaro, il suo sguardo triste verso il basso e la sua andatura impedita. Il fotogramma sembra pendere a destra.
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