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EARTHQUAKE - PESCARA DEL TRONTO - DISAPPEARED CITY. di Manuel Cafini commento di Manuel Cafini |
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Alessandro Signore ha scritto: | Personalmente mi convince poco per tutta una serie di motivi: per l'eccessivo insistere sulla spettacolarità delle macerie, sottolineata addirittura inserendo più scatti dello stesso luogo, ma a focali differenti (vedi Punto, pelouche e foto 5/7); perché manca qualsiasi forma di interazione volontaria e ricercata con le persone riprese, ove presenti; per l'uso del teleobiettivo in alcune fotografie.
Insomma, sono foto che mostrano lo stato dei luoghi dopo la tragedia. Fine. A cosa dovrebbe servire un reportage di questo tipo a oltre venti giorni dal tragico evento? Cos'è che non sappiamo tutti grazie ai metodi di informazione in diretta? Ti sei esclusivamente limitato a riprendere a distanza di sicurezza (e non solo fisica...) quello che ti sei trovato di fronte, utilizzando come unico metodo per dar risalto all'accaduto una triste vignettatura, in molti casi anche abbastanza inutile e invadente.
Secondo me hai sprecato l'occasione di realizzare un Reportage con la "r" maiuscola, perché per raccontare le tragedie della gente bisogna farlo attraverso la gente, altrimenti meglio starsene a casa piuttosto che mostrare fredde immagini realizzate nell'arco di qualche ora.
Ovviamente tutto ciò è riferito alle foto e non alla persona, col massimo spirito critico e di discussione: nulla di polemico né di personale, ci mancherebbe.
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Non la vedo assolutamente come la vedi tu, ma neanche lontanamente. Perche' violentare le persone? ed i momenti intimi che stavano vivendo? per far dire a te "ah che belle fotografie di reportage" e far passare in secondo piano quello che e' successo?
Ho deciso volontariamente di rispettare il loro dolore e di non scattare un certo tipo di fotografie.
Quello che mi hai chiesto TU di fotografare significa "spettacolarizzare" un evento che non ha bisogno di spettacolarizzazione, non e' un reportage sui migranti dove devo intenerire le persone e magari far cambiare idea a qualcuno su di loro. Per raccontare la scena di un terremoto non serve, non c'e' nessuno da sensibilizzare, non c'e' nessuno che li odia e quindi non devo fare un lavoro per far cambiare opinione alla gente.
Mancava solamente un tuo consiglio magari su una conversione in B/N degli scatti e l'opera di sciacallaggio era completa. |
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EARTHQUAKE - PESCARA DEL TRONTO - DISAPPEARED CITY. di Manuel Cafini commento di Alessandro Signore |
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Personalmente mi convince poco per tutta una serie di motivi: per l'eccessivo insistere sulla spettacolarità delle macerie, sottolineata addirittura inserendo più scatti dello stesso luogo, ma a focali differenti (vedi Punto, pelouche e foto 5/7); perché manca qualsiasi forma di interazione volontaria e ricercata con le persone riprese, ove presenti; per l'uso del teleobiettivo in alcune fotografie.
Insomma, sono foto che mostrano lo stato dei luoghi dopo la tragedia. Fine. A cosa dovrebbe servire un reportage di questo tipo a oltre venti giorni dal tragico evento? Cos'è che non sappiamo tutti grazie ai metodi di informazione in diretta? Ti sei esclusivamente limitato a riprendere a distanza di sicurezza (e non solo fisica...) quello che ti sei trovato di fronte, utilizzando come unico metodo per dar risalto all'accaduto una triste vignettatura, in molti casi anche abbastanza inutile e invadente.
Secondo me hai sprecato l'occasione di realizzare un Reportage con la "r" maiuscola, perché per raccontare le tragedie della gente bisogna farlo attraverso la gente, altrimenti meglio starsene a casa piuttosto che mostrare fredde immagini realizzate nell'arco di qualche ora.
Ovviamente tutto ciò è riferito alle foto e non alla persona, col massimo spirito critico e di discussione: nulla di polemico né di personale, ci mancherebbe.
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EARTHQUAKE - PESCARA DEL TRONTO - DISAPPEARED CITY. di Manuel Cafini commento di Perretta Giuseppe |
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L'hai fatto con grande rispetto, restituendo tutta la drammaticità dell'evento. Si avverte il silenzio, il solo rumore delle macerie sotto le tue scarpe e il respiro affannato, incredulo...L'immagine sacra tra i mattoni, lo sgaurdo basso di un cagnolino e quello triste di pastore tedesco, l'anziano sulla sedia a rotelle...e quelle stelle che ancora brillano. Immagini che rimangono e incidono. Bravissimo Manuel.
Un abbraccio  |
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EARTHQUAKE - PESCARA DEL TRONTO - DISAPPEARED CITY. di Manuel Cafini commento di Manuel Cafini |
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Erano precisamente le 3:36 del 24 Agosto 2016. Ero seduto in un bar parlando del più e del meno con un amico quando improvvisamente avvertii dei forti capogiri e il pavimento sotto di noi cominciò a tremare.
Uscimmo immediatamente dal bar con il cuore in gola , tutto si muoveva , le foglie degli alberi , i pali della luce e persino noi avevamo difficolta' a mantenere l'equilibrio.
Dopo 142 lunghissimi secondi tutto si fermò nuovamente, ma non i miei pensieri.
Ebbi subito un brutto presentimento, una sensazione molto strana da descrivere, ero sempre più convinto che qualcosa di brutto fosse accaduto a qualcuno a me caro.
Sperai fino in fondo che l'epicentro fosse in mare , ma dalla tv del bar ben presto arrivo' la notizia che il sisma aveva colpito il centro italia.
Mano a mano che le notizie diventavano più dettagliate , il mio presentimento prendeva sempre più vita.
La giornalista in tv iniziò ad elencare i comuni e le frazioni colpite dal sisma , tra questi c'era anche Pescara Del Tronto , una delle frazioni di Arquata Del Tronto , frazione dove e' nato mio nonno paterno e dove ha vissuto con la sua famiglia per buona parte della sua vita , prima di trasferirsi a Civitanova Marche e creare una sua famiglia.
Civitanova Marche e' una citta' che si trova a 100km di distanza da Pescara Del Tronto ed e' la citta' dove mi trovavo durante il terremoto. Pensate , 100 km di distanza ed avevo difficolta a mantenere l'equilibrio durante il sisma.
Una volta appresa la notizia che Pescara Del Tronto era stata colpita mi precipitai a casa dove trovai mio padre già intento a preparare l'attrezzatura necessaria per prestare soccorso in casi del genere.
Nel frattempo iniziammo un giro di telefonate per accertarci delle condizioni di alcuni cugini e cugine di mio padre che ancora abitano lì, purtroppo senza ottenere risposta , tutti i telefoni squillavano a vuoto, decidemmo quindi di partire il prima possibile.
Alle 7 del mattino eravamo già in viaggio, nel frattempo, da casa ci tenevano aggiornati su quali componenti della nostra famiglia erano gia' stati estratti e quali ancora erano sotto le macerie.
Per le 9 del mattino eravamo alle porte di Pescara Del Tronto e con delle ottime notizie , tutti i cugini e tutte le cugine di mio padre erano state estratte vive e tutte in buone condizioni di salute.
Inutile dire quanto ci abbia rincuorato questa notizia. Questa piccola “gioia” durò ben poco, una volta arrivati in paese ci trovammo difronte uno scenario apocalittico, una cosa difficile da descrivere a parole, un paese intero scomparso.
Pescara del Tronto non esisteva più.
Guardando i superstiti che avevo intorno mi resi conto che ogni volto che stavo osservando raccontava una storia diversa ma alla base i sentimenti che provavano erano gli stessi , incredulita’ , stordimento , rabbia e disperazione per quello che era successo. Potevi scorgere tanta speranza negli occhi di alcuni di loro, di ritrovare i propri cari ancora vivi. Speranza che a fine giornata si trasformò in gioia per alcuni e in dolore per altri.
Incrociammo tra questi sguardi , quello di un cugino di mio padre. Non riusciva a ritrovare la mamma , e la ragazza che in quella notte le faceva da badante , ma le brutte notizie non erano finite qui, ci disse che erano ancora sotto le macerie anche le due bambine (Giorgia e Giulia) della figlia di un'altra cugina di mio padre .
Giorgia e Giulia , diventate in seguito emblema del sisma, erano disperse in una zona per noi impossibile da raggiungere , decidemmo quindi di dare una mano a ritrovare la mamma del cugino di mio padre e badante.
Dopo diverse ore la mamma del cugino di mio padre venne estratta viva dalle macerie mentre purtroppo non c’e’ stato nulla da fare per la ragazza.
Come saprete sicuramente, anche Giulia una delle due bambine non ce l’ha fatta , mentre Giorgia la sorelina e’ stata estratta viva, una sorta di “miracolo” che ha creato gioia e tristezza allo stesso tempo ed in egual misura.
Durante questi due giorni trascorsi a Pescara Del Tronto ho assistito con i miei occhi a scene agghiaccianti, che non riusciro’ piu a dimenticare, cose che ti segnano dentro. Ho davvero perso il conto di quanti corpi esanimi mi siano passati accanto, di quanti giocattoli per bambini mi sia capitato di scorgere tra le macerie. Non dimentichero’ mai le emozioni ed i sentimenti che trasparivano dai visi di chi e’ sopravvissuto, gli sguardi pieni di speranza di chi aspetta trepidante di conoscere le sorti di una persona cara ancora dispersa, le loro storie, la loro disperazione quando le speranze andavano a farsi friggere, il sentimento di rimorso di alcuni di loro per non aver dimostrato a persone per loro importanti, abbastanza affetto quando erano in vita.
Oltre questa cruda realta’ , ho potuto anche conoscere persone davvero speciali, persone che si sono fatte in quattro per non far mancare nulla ai terremotati, sempre attente ai loro bisogni, persone di gran cuore che mi hanno fatto rivalutare profondamente il genere umano.Tutte queste persone hanno contribuito a creare un vero e proprio angolo di paradiso nel bel mezzo dell’inferno e per questo voglio ringraziare con tutto me stesso, tutte le forze dell’ordine, tutti i vigili del fuoco, i volontari, la protezione civile, il corpo forestale e tutte quelle persone che si sono prodigate per aiutare.
Ho deciso di fare questa serie di scatti con il preciso intento di raccogliere donazioni da destinare interamente a Pescara Del Tronto, auto-violentandomi costantemente, uccidendo ogni volta quella vocina che in testa mi diceva “questa non la scattare”, ho cercato di farlo con il massimo rispetto possibile mantenendo tra me ed i miei soggetti sempre le dovute distanze.
Per scelta personale non vedrete in questo album immagini troppo crude ma spero che la disperazione che traspare da questo album ed il rispetto che ho avuto nel produrle vi invogli a fare una donazione ed aiutare queste persone.
Il Conto Corrente Postale su cui si possono versare le donazioni e’ il seguente :
IT64 B076 0115 4000 0009 5839 338
Intestato a Comune di Pescara, con la causale “Pescara del Tronto”.
Di seguito il link al sito del Comune di Pescara dove e’ specificata la loro volonta’ di sostenere concretamente la frazione di Pescara del Tronto.
http://www.comune.pescara.it/internet/index.php?codice=147&idnews=5488
Questo e’ il link al mio profilo Facebook con il quale mi impegno a periodici aggiornamenti su tutti gli eventi che si faranno per sostenere Pescara del Tronto e tutte le altre zone colpite dal sisma:
https://www.facebook.com/manuelcafini |
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Selfie di Manuel Cafini commento di essedi |
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Il timore che l'autoscatto si sia inceppato c'è tutto! Bellissimo autoritratto ottimamente realizzato,complimenti per la tecnica di illuminazione per me,abituato a fotografare solo in luce ambiente,da fantascienza!  |
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BlackSwan di Manuel Cafini commento di Angepa |
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bellissimo effetto, l'avrei però limitato sola alla parte dx, a mio avviso la parte sx complica un po' la visione  |
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BlackSwan di Manuel Cafini commento di renzodid |
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Eccellente questa scia di luce, dalla quale emerge il ballerino in tutta la sua bellezza e sontuosità.
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