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Commenti di marco palomar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di LuK

...toc toc...

Max è permesso???


Ah ah ah
sp3
sp3 di marco palomar commento di Rob612

Ha un che di inquietante. Ma non mi dispiace.
sp3
sp3 di marco palomar commento di marco palomar

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di Spinellino

Un paio di considerazioni tecniche:
1-la prospettiva è orrenda: non basta raddrizzare con photoshop le linee verticali per ottenere una prospetiva da banco ottico; a questo punto ha decisamente più senso lasciare le linee cadenti
2-l'esposizione è indecente: anche con una cmpatta si può fare di meglio
3-la composizione lascia a desiderare: ad esempio la macchina che spunta in basso a sinistra distrae ed è antiestetica.
4-il lavoro di unione delle immagini fatto in photoshop è di bassissimo livello: anche in questa minuscola versione si possono notare le giunture grossolane

Nacora un paio di considerazioni su alcune cose dette prima:
-la foto di architettura non deve semplicemente rappresentare un elemento architettonico: deve rappresentarlo nel miglior modo possibile, esaltandone ogni caratteristica. Una foto in queste condizioni di luce e con questa (im)precisione tecnica farebbero apparire brutto anche l'arco di trionfo.
-nella fotografia la tecnica è importantissima: nessun genere di fotografi prescinde dalla tecnica. Poi si possono rompere alcune regole per raggiungere il proprio scopo, ma si deve sempre avere pieno controlli di ciò che si sta facendo. In questa foto non pare che tu volontariamente vada contro ad alcune regole; in questa foto pare che tu non abbia la minima idea di quali siano le regole della tecnioca fotografica.
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di gian1804

marco palomar ha scritto:
gian1804 ha scritto:


E' vero, siamo in una sezione di architettura, ma piu' precisamente direi che siamo in una sezione di FOTOGRAFIA dedicata alla arrchitettura, dove quindi elementi architettonici vengono, o dovrebbero essere usati per "trasmettere emozioni."


Tu chiamale se vuoi, emozioni....
Con questa storia mi sarebbe dovuto venire qualche infarto con tutte le foto che si vedono, qui e non solo!


pensavo potessi rispondere qualcosa di piu' sensato e non ridurre tutto alla logica del "eh ma anche gli altri postano foto che non danno emozioni".
Quantomeno il tuo argomentare, sopratutto in questo ultimo caso ha suscitato quelle emozioni che tu snobbi spocchiosamente: un sorriso.
sfsdfsd
sfsdfsd di marco palomar commento di marco palomar

non proprio, in realtà è solo una bottiglia di candeggina.
Grazie per la visita.
sfsdfsd
sfsdfsd di marco palomar commento di immaginando

Se voleva essere uno scatto di denuncia sullo stato della spiaggia, secondo me, andava contestualizzato maggiormente... così comunica proprio poco! LOL
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di Rob612

marco palomar ha scritto:
Secondo la mia foto è una foto di genere, cioè una foto di architettura, che rispetta le regole della foto documentaria di architettura ben fatta.
Mi aspettavo che i frequenatori di una sezione architettura di un forum di fotografia avessero almeno una vaga idea di cosa sia una foto documentaria di architettura.


Io non lo so, cos'e' una foto documentaria di architettura. Non sono un architetto. Ma ho alle spalle anni ed anni di documentaristica vera, di quella che si fa buttando il sangue e chilometri di pellicola (allora si girava in 16 o in 35 a seconda dei casi, di elettronico non se ne parlava neanche) E tra i piu' di 700 documentari sui quali ho lavorato (da portascatole a direttore di produzione) una certa percentuale riguardava proprio l'architettura.

Con noi, naturalmente, c'erano anche i fotografi. I quali sapevano - bene - il loro mestiere e certamentetiravano fuori degli scatti con i controcoglioni, anche quando erano costretti ad usare mezzi di fortuna.

Morale: come ho già detto, io non sono un architetto, sono uno che fa fotografie (per hobby, anche se ho la tessera da professionista in tasca) e non capisco un cacchio d foto di architettura.

Avrei potuto non rispondere per niente a queto thread oppure rispondere con un facile battuta per allentare la tensione. Ma invece credo di doverti dire onestamente quello che penso.

A me - e sottolineo a me, un coglione qualsiasi che non conta un cazzo - la foto che presenti come un raro esempio di fotografia documentaristica, nell'ordine:

1) Non mi dice assolutamente nulla
2) Tecnicamente, linee cadenti a parte (se dici che ci hai perso del tempo, ovviamente ci credo, anche se non sono convinto del risultato) ha valore zero, nel senso che è tutta sbagliata.
3) Dal punto di vista compositivo, vedi il punto 2
4) Dal punto di vista estetico, per quel che mi riguarda - parere puramente soggettivo come del resto tutti quelli espressi al punto precedente - la casa non mi piace
5) Non ci abiterei mai, manco ammazzato, circondato da tutti quei palazzotti più alti, mi sentirei soffocare. E ringrazio Dio che non sia vicino casa mia, mi darebbe fastidio (e se è vicino casa mia, per fortuna non ci ho mai fatto caso).

Per concludere, amico mio, il consiglio assolutamente tranquillo e pacato che posso darti è di fare un uso più frequente di una cosa che mi pare ti manchi un po': l'umiltà.

L'umiltà di non sparare a zero su quasi tutto quello che vedi qui dentro deridendolo con le frasette tipo "il vecchino piccino con titolo solitudine" (peraltro foto banalissima, posso anche essere d'accordo).

L'umiltà di accettare le critiche di gente diversa da te, con cultura, preparazione e forma mentis talmente etrogenee che difficlmente ne troverai uno, qui dentro come fuori, che la pensi ESATTAMENTE come te.

Soprattutto, l'umiltà di difendere le tue idee con toni pacati, magari scherzosi e non con l'aggressività che traspare sistematicamente dai tuoi pochi messaggi.

Poi, ovviamente, fai un po' come ti pare. Il problema non è certamente mio.

Edit: dimenticavo, per aggiungere una nota scherzosa: immagino che tu sia architetto. Io invece guarda caso ho studiato ingegneria. Per me, voi siete quelli che fanno a casa d'altri quello che non farebbero mai nella propria Wink
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar

chinchillart ha scritto:

Sei sarcastico, attacchi sul piano personale Ocio e il suo stile di fotografare, attacchi, beffandotene, i suoi articoli e i suoi piccoli, amatoriali, tentativi di comprendere l'arte fotografica, di cui ci rende piacevolemente complici, noi tutti del forum. Secondo me già qui hai sforato il regolamento del forum stesso..

Poi ci proponi un relativismo disarmante su alcune correnti artistiche d'avanguardia e non, di cui io non conosco e non voglio conoscere i dettagli, per carità.. tutto questo per difendere il fatto che la tua foto è penosamente esposta e poco comunicativa sul piano emozionale; e sempre allo stesso scopo adduci che una foto NON deve per forza essere comunicativa sul piano emozionale ma soprattutto essere emozionalmente ambigua per sollecitare forme di pensiero e reazione, nell'osservatore, prive di schemi preconcetti e arcaici o archetipici (come nella foto del vecchio rugoso che tu citi); va bene, e allora? Ti pare che la foto che ci proponi abbia qualcosa a che fare con tutto questo? Ti pare che ci sia una sorta di trasversalità o ambiguità emozionale nella tua foto, atta a suscitare emozioni o non-emozioni non convenzionali? E qui ti contraddici, perchè tu stesso affermi che lo scopo della foto era di proporre un soggetto architettonico interessante (e sospetto interessante per gli addetti ai lavori), proponendo quindi un discorso non-artistico, ben lontano da qualsiasi corrente di pensiero artistica o pseudo artistica. Allora perchè scomodare i Giganti e la semiotica della fotografia?

Alla fine, paradossalmente, la tua foto è equivalente alla foto del gatto del vicino, perchè è un gatto che ha vinto concorsi di bellezza ed è stato premiato per il suo pedigree in diversi concorsi internazionali, ed io sono laureato in gattofilia e sono ben consapevole della preziosità di questo gatto nel mondo gattofilo.

E poi poco importa se la foto è stata bruciata, in fondo ho raddrizzato le linee cadenti, e c'ho messo quattro ore in photoshop. Ma perchè raddrizzare le linee cadenti e non prevenire una scorretta esposizione? Perchè una foto architettonica può avere una esposizione sballata? Cosa ti costava scattare con tre esposizioni pesate e poi montarle in photoshop per avere tutto esposto correttamente?


Ma andiamo avanti così, facciamoci del male.. Mah

Roberto


1) Tutto sta nel fatto che se devo fare una foto di architettura il problema n.1 è fare vedere l'architettura, non quanto sono originale come fotografo (e se qualcuno di Roma ha avuto modo di vedere le fotografie di Jemolo alla mostra sulle ultime architetture della capitale saprà di cosa parlo). Se per me è auspicabile, in generale, che il fotografo si tenga un passo indietro, lasciando la scena al soggetto, lo è ancora di più per una foto di architettura...

2) Il relativismo "disarmante" non è tanto relativo, io le mie idee ce le ho ma so che altri ne hanno di opposte. Non le condivido ma le considero. Tutto sta a riconoscersi reciprocamente.

3) Se parli male della mia foto come fatto tecnico non posso che darti ragione; se pensi che anche fotografando una palazzina abbia una specie di dovere morale di far venire i brividi dall'emozione a chi guarda la foto, non siamo d'accordo.

Grazie comunque del commento.
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar

...
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar

gian1804 ha scritto:


E' vero, siamo in una sezione di architettura, ma piu' precisamente direi che siamo in una sezione di FOTOGRAFIA dedicata alla arrchitettura, dove quindi elementi architettonici vengono, o dovrebbero essere usati per "trasmettere emozioni."


Tu chiamale se vuoi, emozioni....
Con questa storia mi sarebbe dovuto venire qualche infarto con tutte le foto che si vedono, qui e non solo!
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di chinchillart

marco palomar ha scritto:
Caro ocio, ho letto con attenzione per un bel po'... poi a un certo punto nella tua prosa fluente mi è capitata una frase che mi ha fatto capire quanto poco attento sei stato tu...

"si aggiunga anche un problema di linee cadenti" ...
assolutamente falso, l'immagine è stata corretta da me in PS e c'è voluto pure qualche ora per renderla assolutamente dritta come è... e già basterebbe questo a giudicare tutto il resto del tuo commento e l'attenzione con cui qui si guardano le foto...

"L'elemento architettonico rappresentato non è di rilievo"...
vorrei sapere in base a quale fai questa affermazione. Dì che non ti piace questa casa e facciamo prima. A me che -se permetti- ne capisco qualcosa invece questo "elemento architettonico" pare di grande rilievo.
Il significato che io annetto a questo "elemento architettonico" è questo: anche in una palazzina apparentemente uguale alle altre e apparentemente sgradevole si può trovare il germe dell'intelligenza e della bellezza. Del resto in architettura c'è una lunga tradizione in questo genere di approccio.

"Anche da un punto di vista estetico manca una certa cura..."
Anche questa frasetta non vuol dire niente se non specifichi che cosa significhi cura, per te, quale sia il tuo criterio di selezione. Ma tu li conosci, ad esempio, i coniugi Becker?. Ripeto: se fosse stata fatta con un banco ottico -di cui non dispongo- questa foto sarebbe perfetta. Questo perchè l'aspetto tecnico e materico della fotografia non va sottovalutato.

"...che lascia l'osservatore con l'amaro in bocca"
dipende dalle aspettative dell'osservatore, non trovi?

"Se non vuoi trasmettere emozione, il discorso è già chiuso" Ripeto: vedi le foto dei coniugi Becker e poi ne riparliamo.
Non credo proprio che il problema della fotografia sia riconducibile così semplicisticamente a quello di trasmettere emozione. Il discorso dell'emozione e della comunicazione in fotografia e nell'espressione artistica in genere è molto complesso e anche molto pericoloso, perchè se fosse il problema principale allora le foto migliori sarebbero quelle dei compleanni dei bimbi, quelle dei gattini, quelle dei vecchietti di spalle ecc.

"L'umiltà è sempre un passo in avanti, un acquisizione."
Bè dovresti iniziare a dare il buon esempio, per esempio evitando di scrivere una risposta superficiale come questa e di fare certi sfoggi di retorica come in "Qual è l'alchimia della bella foto?": sebbene condivida il succo della maggior parte delle tue affermazioni, non condivido affatto la tua velleità di sistematizzare in poche battute una materia così complessa come quella dell'espressione fotografica. Non basta qualche riferimento a Freud per un'impresa del genere, né gli ammiccamenti all’esperienza di Photo4U.

La tua insistenza sul meccanismo proiettivo nell'osservazione di una foto è degna di nota, ma -come per il richiamo all'emozione di cui parli anche qui- conduce ad alcuni tipici equivoci:

il primo è più banale è pensare che quello che emoziona a me riesca ad emozionare anche gli altri. Non è affatto scontato, dipende dal modo in cui si riesce ad elaborare la propria emozione, ad attribuirle significati: e nella foto si vede. Il classico esempio è di quelli che si emozionano davanti al mare o a un bel paesaggio e lo fotografano: nella foto, che è un pezzettino di carta piccolo e piatto, non rimane nessuna emozione, a meno di adoperare alcuni piccoli accorgimenti. Ma anche quelli che fanno ritratti a persone care, spesso pensano che per il solo fatto di ritrarle tutto il mondo le troverà egualmente care. Fare un bel ritratto è difficilissimo, e spesso la probabilità di riuscirci è inversamente proporzionale con il coinvolgimento emotivo tra fotografo e persona ritratta. A volte il coinvolgimento emotivo invece di lasciare le cose libere di essere come sono, le ingabbia in propri schemi mentali. Ma questo è un discorso complesso.

Un'altro equivoco è quello di condondere l'emozione con la spettacolarizzazione: è un difetto che vedo bene, benissimo, anche nelle tue foto. E' come se non avendo fiducia nella capacità di comunicare attraverso un linguaggio piano e funzionale al carico emotivo della situazione rappresentata, si vadano a cercare parole ampollose, artificiose, elaborate, retoriche, gridate.

Un ulteriore equivoco è quello di credere che sia l’emozione il succo di ogni foto. Questo non è affatto vero, sia perché sono esistite ed esistono correnti artistiche che predicano una assoluta oggettività dell’opera, sia perché nella fotografia a mio avviso esiste sempre una valenza documentaria (ma non tutti la pensano così) che in alcune foto, per esempio quelle di architettura, può e deve diventare protagonista assoluta.

Ritornando per un attimo alla mia foto, diciamo che non c’è un punto comune: essendo io architetto, fotografo da quasi venti anni, indefesso e pallosissimo ragionatore su problemi di fotografia (oltre che dell’architettura), non ho un punto comune con chi, nel valutare una mia foto, l’affronta in maniera così a-specifica, come se fosse una delle innumerevoli foto di gabbiani sul mare che si vedono su Photo4U. Anche se la foto l’ho messa io, mi sembra di essere come il fotografo appena più smaliziato al quale il fotografo più ingenuo mostrati i suoi primi tramonti.

Ma veniamo un attimo alle tue, di foto. A me pare che rivelino l’irragionevole e infantile fiducia che sia il soggetto a fare le foto: inteso sia come oggetto fotografato, sia come soggetto-fotografo. Cioè, per tornare all’esempio che tu fai, mi pare che tu non sia poi tanto diverso dal fotografo di tramonti che tratti con affettuosa sufficienza; perché, come lui, anche tu ancora credi che basti una singolarità come un uccello, una faccia rugosa, un bel bambino, un paio di gambe, il colore deciso di un fiore, il viso di una sposa ecc. ecc. a fare la foto; o al contrario il trucchetto dozzinale di PS. Diciamo che l’emotività che tanto decanti viene trasposta nello specifico fotografico in maniera didascalica. Cioè rende le tue foto descrittive, in senso emotivo ma pur sempre descrittive.

Trovo invece – se mi concedi anche a me l’ineleganza di esprimere le mie idee sulla fotografia- che una buona foto debba, come affermi tu, riescire ad innescare dei meccanismi proiettivi nell’osservatore – e questa è una sorta di esca, di zuccherino – ma che questo non basti: perché poi, invece di lasciare l’osservatore fermo in preda a un languore sentimentale – il vecchio rugoso, il simpatico bambino, il tramonto, l’immensità del paesaggio – una buona foto deve condurlo verso altre aperture, altri interrogativi, altri stati d’animo, altre archeologie affettive. E perché questo avvenga deve essere aperta, non chiusa ad una unica interpretazione; ambigua, perché è la fotografia stessa che fonda sull’ambiguità il proprio status; ben fatta, cioè che non contenga elementi inutili. E’ mio parere personale, non condiviso praticamente da nessuno, che una foto non debba essere troppo ben fatta, per non cadere in un meccanismo aprioristico per cui il fotografo ritiene di essere consapevole di tutti i possibili messaggi della sua immagine. La ambiguità della fotografia rispetto al suo rapporto con la realtà (cioè la inevitabilità del referente) e la presenza di elementi “ridondanti”, come dice un fotografo-critico di mia conoscenza, sono le cose che a mio avviso differenziano la fotografia dalle altre forme grafiche. Per cui capita, a mio avviso, che in una foto gli elementi più importanti siano quelli non previsti o non controllati dal fotografo.

E qui mi fermo. Io personalmente sono contento che in questa discussione si parli di fotografia, e non di quattro stupide fotine da commentare un po' velocemente un po’ ipocritamente.


Sei sarcastico, attacchi sul piano personale Ocio e il suo stile di fotografare, attacchi, beffandotene, i suoi articoli e i suoi piccoli, amatoriali, tentativi di comprendere l'arte fotografica, di cui ci rende piacevolemente complici, noi tutti del forum. Secondo me già qui hai sforato il regolamento del forum stesso..

Poi ci proponi un relativismo disarmante su alcune correnti artistiche d'avanguardia e non, di cui io non conosco e non voglio conoscere i dettagli, per carità.. tutto questo per difendere il fatto che la tua foto è penosamente esposta e poco comunicativa sul piano emozionale; e sempre allo stesso scopo adduci che una foto NON deve per forza essere comunicativa sul piano emozionale ma soprattutto essere emozionalmente ambigua per sollecitare forme di pensiero e reazione, nell'osservatore, prive di schemi preconcetti e arcaici o archetipici (come nella foto del vecchio rugoso che tu citi); va bene, e allora? Ti pare che la foto che ci proponi abbia qualcosa a che fare con tutto questo? Ti pare che ci sia una sorta di trasversalità o ambiguità emozionale nella tua foto, atta a suscitare emozioni o non-emozioni non convenzionali? E qui ti contraddici, perchè tu stesso affermi che lo scopo della foto era di proporre un soggetto architettonico interessante (e sospetto interessante per gli addetti ai lavori), proponendo quindi un discorso non-artistico, ben lontano da qualsiasi corrente di pensiero artistica o pseudo artistica. Allora perchè scomodare i Giganti e la semiotica della fotografia?

Alla fine, paradossalmente, la tua foto è equivalente alla foto del gatto del vicino, perchè è un gatto che ha vinto concorsi di bellezza ed è stato premiato per il suo pedigree in diversi concorsi internazionali, ed io sono laureato in gattofilia e sono ben consapevole della preziosità di questo gatto nel mondo gattofilo.

E poi poco importa se la foto è stata bruciata, in fondo ho raddrizzato le linee cadenti, e c'ho messo quattro ore in photoshop. Ma perchè raddrizzare le linee cadenti e non prevenire una scorretta esposizione? Perchè una foto architettonica può avere una esposizione sballata? Cosa ti costava scattare con tre esposizioni pesate e poi montarle in photoshop per avere tutto esposto correttamente?


Ma andiamo avanti così, facciamoci del male.. Mah

Roberto
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di melarossa

scusa palomar...ma ora proprio non capisco questo tuo attacco al forum...e agli utenti che ne fano parte.
posso ben comprendere la delusione dei nostri commenti...non adatti probabilmente alle tue aspettative...
...come già detto da max...i forum il nostro forum, tendenzialmente non è composto nè da critici d'arte nè da professionisti...ma piuttosto da un gruppo di amici affiatati forse a volte un pò troppo espliciti...che esprimono giudizi, pareri tecnici e non...

ora se vorrai farne parte, per noi è un piacere...avremmo una possibilità in più di confronto e un aiuto per migliorarci nella materia...
altrimenti mi spiace...dovrai frequentare altri bar... altri caffè... più ristretti, dove idee e convinzioni non hanno bisogno di essere discusse...
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di gian1804

Ti do' un parere ancora meno tecnico di quelli che hai ricevuto, e se è vero che sei umile dovresti accoglierlo come un parere dal peso specifico pari ed uguale al tuo:

Se il cielo fosse stato blu carico bello terso, se il rosso fosse stato saturo e caldo, se avessi usato un banco ottico e un grandangolo sarebbe probabilmente stata una foto leggermente piu' gradevole ma non veicolo di emozioni. Una foto non molto distante da quella che hai postato.
E' vero, siamo in una sezione di architettura, ma piu' precisamente direi che siamo in una sezione di FOTOGRAFIA dedicata alla arrchitettura, dove quindi elementi architettonici vengono, o dovrebbero essere usati per trasmettere emozioni.
Se volessimo dissertare dei coniugi backer (ma non si erano separati? Smile) ci iscriveremmo tutti all'universita'.
Purtroppo o per fortuna siamo gente che cerca emozioni, e allora molto piu sommessamente ci siamo iscritti a qeusto forum. Se su questo forum si posta una brutta foto, di un elemento architettonico incantevole resta per noi una brutta foto.
Tutto qua.
Ci sara' gente che di architettura non capisce nulla, ma qualcosina magari di fotografia capisce oppure piu' semplicemente ascolta solo le emozioni che uno scatto fa o non fa nascere.
Se cerchi altro, forse sono altri i luoghi di discussione che cerchi. Il web è grande. Non prendere questo coem un invito ad andartene, ci mancherebbe. Prendilo piuttosto come un invito a rimanere qui, ma magari con una mentalita' diversa e un animo piu' predisposto alle osservazioni e alle critiche.
Se non hai nulla da imparare che cerchi commenti a fare?
sfsdfsd
sfsdfsd di marco palomar commento di marco palomar

spiaggia # 1
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di vassi

Secondo me e solo a mio modestissimo parere penso che ci sia un fraintendimento grosso. Penso che non sia passato ciò che marco intendeva dire e forse non sono riuscito a capirlo neppure io. Quello che si è trascurato più volte in questo forum è la tipologia di fotografie "descrittive" e come giustamente dice fabius
Citazione:
ok è una foto descrittiva e quindi senza velleità "artistiche"
. Per cui si potrebbe criticare questo tipo di foto esclusivamente sotto l'aspetto tecnico così come si fa solitamente per le fotografie architettoniche.
Senza nulla togliere a chi mette sentimento ed emozione che comunque avvalora un'immagine fotografica, ritengo che una foto architettonica non debba dare niente di più che una descrizione di una struttura architettonica mostrandone le sue caratteristiche. Che poi venga apprezzata o meno la figura o l'equilibrio dell'immagine, le alte luci, la simmetria, i 3° come dice marco è un discorso puramente soggettivo e verso il quale non si dovrebbe opporre resistenza visto che si è voluto sottoporre la propria foto a persone che stanno qua dentro solo per criticare e per essere criticati.

NOTE: personalmente non ho mai fatto una fotografia architettonica, non sono architetto e che di fotografia ne so ancora ben poco dico. Ma dico secondo me la fotografia nel limite descrittivo è stata eseguita non molto bene! Il taglio forse poteva comprendere anche l'ultima parte della colonna del cancello, si poteva esporre sul cielo e sarebbe risultato tutto molto più apprezzabile.
IMHO
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di marco palomar

Caro ocio, ho letto con attenzione per un bel po'... poi a un certo punto nella tua prosa fluente mi è capitata una frase che mi ha fatto capire quanto poco attento sei stato tu...

"si aggiunga anche un problema di linee cadenti" ...
assolutamente falso, l'immagine è stata corretta da me in PS e c'è voluto pure qualche ora per renderla assolutamente dritta come è... e già basterebbe questo a giudicare tutto il resto del tuo commento e l'attenzione con cui qui si guardano le foto...

"L'elemento architettonico rappresentato non è di rilievo"...
vorrei sapere in base a quale fai questa affermazione. Dì che non ti piace questa casa e facciamo prima. A me che -se permetti- ne capisco qualcosa invece questo "elemento architettonico" pare di grande rilievo.
Il significato che io annetto a questo "elemento architettonico" è questo: anche in una palazzina apparentemente uguale alle altre e apparentemente sgradevole si può trovare il germe dell'intelligenza e della bellezza. Del resto in architettura c'è una lunga tradizione in questo genere di approccio.

"Anche da un punto di vista estetico manca una certa cura..."
Anche questa frasetta non vuol dire niente se non specifichi che cosa significhi cura, per te, quale sia il tuo criterio di selezione. Ma tu li conosci, ad esempio, i coniugi Becker?. Ripeto: se fosse stata fatta con un banco ottico -di cui non dispongo- questa foto sarebbe perfetta. Questo perchè l'aspetto tecnico e materico della fotografia non va sottovalutato.

"...che lascia l'osservatore con l'amaro in bocca"
dipende dalle aspettative dell'osservatore, non trovi?

"Se non vuoi trasmettere emozione, il discorso è già chiuso" Ripeto: vedi le foto dei coniugi Becker e poi ne riparliamo.
Non credo proprio che il problema della fotografia sia riconducibile così semplicisticamente a quello di trasmettere emozione. Il discorso dell'emozione e della comunicazione in fotografia e nell'espressione artistica in genere è molto complesso e anche molto pericoloso, perchè se fosse il problema principale allora le foto migliori sarebbero quelle dei compleanni dei bimbi, quelle dei gattini, quelle dei vecchietti di spalle ecc.

"L'umiltà è sempre un passo in avanti, un acquisizione."
Bè dovresti iniziare a dare il buon esempio, per esempio evitando di scrivere una risposta superficiale come questa e di fare certi sfoggi di retorica come in "Qual è l'alchimia della bella foto?": sebbene condivida il succo della maggior parte delle tue affermazioni, non condivido affatto la tua velleità di sistematizzare in poche battute una materia così complessa come quella dell'espressione fotografica. Non basta qualche riferimento a Freud per un'impresa del genere, né gli ammiccamenti all’esperienza di Photo4U.

La tua insistenza sul meccanismo proiettivo nell'osservazione di una foto è degna di nota, ma -come per il richiamo all'emozione di cui parli anche qui- conduce ad alcuni tipici equivoci:

il primo è più banale è pensare che quello che emoziona a me riesca ad emozionare anche gli altri. Non è affatto scontato, dipende dal modo in cui si riesce ad elaborare la propria emozione, ad attribuirle significati: e nella foto si vede. Il classico esempio è di quelli che si emozionano davanti al mare o a un bel paesaggio e lo fotografano: nella foto, che è un pezzettino di carta piccolo e piatto, non rimane nessuna emozione, a meno di adoperare alcuni piccoli accorgimenti. Ma anche quelli che fanno ritratti a persone care, spesso pensano che per il solo fatto di ritrarle tutto il mondo le troverà egualmente care. Fare un bel ritratto è difficilissimo, e spesso la probabilità di riuscirci è inversamente proporzionale con il coinvolgimento emotivo tra fotografo e persona ritratta. A volte il coinvolgimento emotivo invece di lasciare le cose libere di essere come sono, le ingabbia in propri schemi mentali. Ma questo è un discorso complesso.

Un'altro equivoco è quello di condondere l'emozione con la spettacolarizzazione: è un difetto che vedo bene, benissimo, anche nelle tue foto. E' come se non avendo fiducia nella capacità di comunicare attraverso un linguaggio piano e funzionale al carico emotivo della situazione rappresentata, si vadano a cercare parole ampollose, artificiose, elaborate, retoriche, gridate.

Un ulteriore equivoco è quello di credere che sia l’emozione il succo di ogni foto. Questo non è affatto vero, sia perché sono esistite ed esistono correnti artistiche che predicano una assoluta oggettività dell’opera, sia perché nella fotografia a mio avviso esiste sempre una valenza documentaria (ma non tutti la pensano così) che in alcune foto, per esempio quelle di architettura, può e deve diventare protagonista assoluta.

Ritornando per un attimo alla mia foto, diciamo che non c’è un punto comune: essendo io architetto, fotografo da quasi venti anni, indefesso e pallosissimo ragionatore su problemi di fotografia (oltre che dell’architettura), non ho un punto comune con chi, nel valutare una mia foto, l’affronta in maniera così a-specifica, come se fosse una delle innumerevoli foto di gabbiani sul mare che si vedono su Photo4U. Anche se la foto l’ho messa io, mi sembra di essere come il fotografo appena più smaliziato al quale il fotografo più ingenuo mostrati i suoi primi tramonti.

Ma veniamo un attimo alle tue, di foto. A me pare che rivelino l’irragionevole e infantile fiducia che sia il soggetto a fare le foto: inteso sia come oggetto fotografato, sia come soggetto-fotografo. Cioè, per tornare all’esempio che tu fai, mi pare che tu non sia poi tanto diverso dal fotografo di tramonti che tratti con affettuosa sufficienza; perché, come lui, anche tu ancora credi che basti una singolarità come un uccello, una faccia rugosa, un bel bambino, un paio di gambe, il colore deciso di un fiore, il viso di una sposa ecc. ecc. a fare la foto; o al contrario il trucchetto dozzinale di PS. Diciamo che l’emotività che tanto decanti viene trasposta nello specifico fotografico in maniera didascalica. Cioè rende le tue foto descrittive, in senso emotivo ma pur sempre descrittive.

Trovo invece – se mi concedi anche a me l’ineleganza di esprimere le mie idee sulla fotografia- che una buona foto debba, come affermi tu, riescire ad innescare dei meccanismi proiettivi nell’osservatore – e questa è una sorta di esca, di zuccherino – ma che questo non basti: perché poi, invece di lasciare l’osservatore fermo in preda a un languore sentimentale – il vecchio rugoso, il simpatico bambino, il tramonto, l’immensità del paesaggio – una buona foto deve condurlo verso altre aperture, altri interrogativi, altri stati d’animo, altre archeologie affettive. E perché questo avvenga deve essere aperta, non chiusa ad una unica interpretazione; ambigua, perché è la fotografia stessa che fonda sull’ambiguità il proprio status; ben fatta, cioè che non contenga elementi inutili. E’ mio parere personale, non condiviso praticamente da nessuno, che una foto non debba essere troppo ben fatta, per non cadere in un meccanismo aprioristico per cui il fotografo ritiene di essere consapevole di tutti i possibili messaggi della sua immagine. La ambiguità della fotografia rispetto al suo rapporto con la realtà (cioè la inevitabilità del referente) e la presenza di elementi “ridondanti”, come dice un fotografo-critico di mia conoscenza, sono le cose che a mio avviso differenziano la fotografia dalle altre forme grafiche. Per cui capita, a mio avviso, che in una foto gli elementi più importanti siano quelli non previsti o non controllati dal fotografo.

E qui mi fermo. Io personalmente sono contento che in questa discussione si parli di fotografia, e non di quattro stupide fotine da commentare un po' velocemente un po’ ipocritamente.
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di ocio

marco palomar ha scritto:
non volevo trasmettere niente, solo far vedere una bella casa.
Il sensore della mia compatta brucia le alte luci.

Credo che da qui nasca l'equivoco più importante.
Dire: non volevo trasmettere niente ... per me è 'grave' (si fa per dire non fraintendermi). Se non vuoi trasmettere emozione, il discorso è già chiuso.
Se tu non vuoi trasmettere, figurati se qualcuno ha voglia di ricevere (non fraintendermi, mi raccomando).
Il tuo dire: volevo solo fare vedere una bella casa ... crea il problema nel caso in cui questa casa non piaccia all'osservatore perchè è una questione di gusti.
Quindi ci troviamo a commentare un'immagine che lo stesso autore definisce come priva di comunicazione e con una rappresentazione di gusto.
Uno scatto del genere è sicuramente: personale. Non può essere condiviso.
In altre parole la casa è bella per te, ma da un punto di vista critico/fotografico non 'interessa'.
L'elemento architettonico rappresentato non è di rilievo, sotto questo profilo non mi sembra un 'bella' casa.
Lo scatto presenta poi delle bruciature antiestetiche che tu stesso evidenzi, si aggiunga anche un problema di linee cadenti.
Anche da un punto di vista estetico manca una certa cura che lascia l'osservatore con l'amaro in bocca.
Credo che questi siano gli elementi che hanno fatto apparire dei commenti poco graditi... bisogna saper scrivere, ma anche accettare con estrema tranquillità. L'umiltà è sempre un passo in avanti, un acquisizione. L'orgoglio è sempre un passo in dietro, un chiudersi nel proprio guscio mentre il mondo va avanti.
Ciao, Carlo
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di hamham

avrei voluto commentare la foto.

ma forse non sono abbastanza intelligente, o alla tua altezza, per farlo.

quindi lascio i miei due centesimi a massimiliano per il caffè ( Mandrillo ) e torno alle mie cose.

ciao.


ps
scusa l'intrusione, però così riporto su la discussione nella speranza che qualche genio della fotografia/architetture/estetica/semiotica/mazzi&cassi la veda e ti possa lasciare i suoi "graditi commenti" Smile
la casa rossa
la casa rossa di marco palomar commento di massimiliano ingrosso

marco palomar ha scritto:
Bè Massimiliano sono d'accordo, in linea di massima, che una foto debba comunicare... però comunicare vuole dire tante cose e non necessariamente fare del sentimentalismo o dare uno scossone grafico all'osservatore.

Indubbiamente. C'e' da fare una piccola premessa che non a tutti e' forse subito chiara e generale, non riferita a questo post in generale.

Su photo4u approdano utenti un po' di tutti i livelli e magari che si sono appena appena affacciati al mondo della fotografia e sono desiderosi di imparare e iniziano a mettere commenti: magari inesperti, magari non corretti, ma ci provano, cercano di esprimere un parere; si puo' anche correggerli anche sui commenti. Queste sezioni di commenti sono delle sezioni di dialogo in cui scambiarsi opinioni ed anche rispondere ma no, guarda che non e' cosi' un po' come se si fosse al bar davanti ad una .... birra/the/caffe/cappuccino/cioccolata/aperitivo... a seconda dei gusti Very Happy, anche se ogni tanto mi rendo conto che i commenti vengono presi come un affronto personale (non e' riferito a te, ma in generale) iniziando un meccanismo di polemica anche se mi rendo conto che sia un problema legato alla asincronicita' e freddezza del mezzo.

Per cui ribadisco con l'occasione un invito a tutti: parliamo di piu' sulle foto, dialoghiamo, e non lasciamo che i commenti rimangano lapidari perche' nessuno (vabbe' con le dovute eccezioni... qualcuno potrebbe benissimo farlo... e magari un po' piu' conciliante nei toni - toni eh, non contenuti!) e' un critico fotografico affermato e quindi quello che dice e' legge. Solo quello che dico io Pallonaro

Wink
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