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Commenti
st
st di -Max- commento di pamar

Ciao Max,

butto due considerazioni al volo. Non riesco a decidere se si tratta di un’immagine sopra alle righe o un qualcosa di non fantastico. Senza dubbio sono sicuro che non si tratta di una fotografia fatta a caso. La scelta della maf, l’uso del bianco e nero e l’inquadratura lo testimoniano. E’ il risultato finale che mi lascia una certa indecisione.

Marco
...
... di gattapilar commento di pamar

Sono poche le immagini che mi colpiscono. Ci sono in giro innumerevoli belle immagini, piacevoli esteticamente, con soggetti accattivanti. Poche riescono a colpire nel segno ed hanno un quid in più. Questa è una di quelle. Fra le altre cose si tratta di un dittico. Formato affascinante e capace di “dire” molto. Ma c’è il rovescio della medaglia, in un dittico si corre il rischio di abbinare due immagini, anche stupende, ma incapaci di formare un duo che apporti un di più rispetto alle due singole immagini.
Questo dittico è composto da due fotografie che si completano e rafforzano l’una con l’altra. Io personalmente ci vedo una doppia lettura. Quella che “arriva subiti” è incentrata sull’urlo della bambina e la conseguente rottura dello schermo di vetro. Azione e conseguente reazione. La seconda sensazione che mi è arrivata (anzi, a dire il vero mi è arrivata prima…) è una sorta di conseguenza fra immagine della bimba furiosa ed oggetto in frantumi…quasi fosse lei stessa ad andare in pezzi come conseguenza della sua ira….una sorta di frattura di sé stessa e della sua anima (sono forse un poco folle in questo ragionamento ?....). Rabbia che ha come conseguenza non la semplice rottura di un oggetto esterno, ma una sorta di ferita verso il proprio io. Ira conseguenza di……qui’ sta il bello. Ognuno è capace di credere e formulare pensieri e congetture a lui affini.

Marco
Ombre
Ombre di Luigip commento di pamar

Ciao,

dico cosa ne penso. Due valutazioni in contrasto.
Le foto prese singolarmente sono veramente buone e ottimamente realizzate. 10 e lode.
Le foto, a mio avviso non costituiscono un portfolio, nel senso che non formano un insieme. Ognuna è un ottimo scatto a sé, ma ognuna non è affine alle altre. Situazioni diverse, contesti diversi. In alcune presenza di ombre ed in altre solo controluce.
Concludendo, come detto, ottime singolarmente ma non ha motivo di essere raggrupparle in un unico lavoro.

Marco
The room
The room di MC82 commento di pamar

Un lavoro circa il quale non è semplice esprimere un giudizio sensato, senza scadere in valutazioni banali.
Si tratta, fuori da alcun dubbio, di un qualcosa legato indissolubilmente ad una progettualità. Progettualità e ricerca concettuale, che ha spinto l’autore a sviluppare e finalizzare il lavoro fotografico in un certo modo. Progettualità e ricerca concettuale che non può essere assimilata da chi si approccia al portfolio, con una visione veloce, visto che ha richiesto all’autore un certo tempo per l’ideazione, pianificazione, sviluppo e finalizzazione. Insomma, non si tratta certamente di un portfolio affine ad un lavoro paesaggistico o illustrativo e descrittivo di una vicenda.
Proverei comunque a dire una manciata di cose, prima dal lato solo estetico/grafico. Poi circa l’aspetto concettuale e del contenuto (per quanto possa addentrarmici). Una premessa (se vuoi banale): penso che il come (grafica/estetismo) ed il cosa (cosa vuole esprimere, dire, provocare, trasmettere) un portfolio fotografico siano indissolubilmente legati. Insomma: l’uno serve a rendere efficace l’altro.
Dal lato grafico, giudicando le fotografie senza tenere presente l’aspetto concettuale, sono un gruppo di fotografie molto molto affini l’una con l’altra. Non sussiste il minimo dubbio che siano un insieme coeso. L’uso del B&N, combinato con una evidente granulosità ed indefinitezza, si accomuna ad una quasi completa assenza di elementi definiti, figure complete e dettagli netti. Ignorando lo statement per alcuni scatti si fatica a percepire immediatamente cosa sia il soggetto. In altri invece ci sono dei dettagli abastanza “presenti” ed esplicativi della situazione. Forse, non ne sono convinto, lo stacco formale fra questi due estremi è un poco troppo netto. Ma sono inezie rispetto all’omogeneità dell’insieme.
Una successiva valutazione, dopo la lettura dello statement, rende ancora maggiormente fruibile ed interpretabile il lavoro. La scelta dell’impostazione grafica è del tutto funzionale e coerente con il concettualismo del lavoro. L’apparente non interpretabilità si rivela essere amalgama fisica che si traduce in connubio mentale fra i corpi. Insomma, a mio avviso non ci sono discrepanze od ostacoli allo svolgersi del lavoro. Le mie, come detto, sono solo valutazioni frammentarie su un qualcosa di complesso. Tuttavia, per quanto mi è possibile, non posso che esprimere un giudizio positivo.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, ho visto l'altro lavoro, oserei definirlo zuccherino, nel senso che si mostra decisamente piacevole allo sguardo, è retorico, è retinico, ricerca l'equilibrio formale e lo condisce con delle cromie eccitanti, però francamente mi sembra molto più superficiale rispetto a questo, qui sviluppi un discorso in silenzio e in profondità, senza orpelli. Quel lavoro non mi fa meditare, non mi fa scendere verso il non senso del Reale, questo è più filosofico, quello è più appariscente. 99 persone su 100 preferiranno sicuramente quello, ma a me sembra solo una bellezza di facciata, quasi simulacrale. Chiaramente tutto ciò ai miei occhi (che non sono gli occhi della verità).

a presto


Grazie per il passaggio.
Capisco cosa intendi. Da parte mia posso dire che invece, quel lavoro, ha alla base un lavoro molto più impegnativo rispetto a questo. Ma non devo ora spiegarlo a parole. Conta quanto riesce a comunicare.
Sottolineo soltanto una parola che hai usato nel commentarlo. Il termine retorico non riesco ad accettarlo. Comunque mi fanno sempre piacere le valutazioni motivate.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Carissimo, ho riletto il mio commento e mi sento di precisare che il fatto di "rimanere soli" nel percorso di ricerca astratta non ha un senso negativo, anzi per me è un grande e valoroso atto di coraggio da parte dell'artista. Le tue immagini rimangono visivamente identificabili e concrete, hai ragione, l'astrazione non prevale sul piano visivo ma su quello semantico, su questo livello io le trovo molto astratte poiché sanciscono in maniera convinta un superamento dell'universo simbolico/immaginario. Quando parliamo di superamento del simbolico dobbiamo essere consapevoli che stiamo oltrepassando anche la rete relazionale, quella tra artista e pubblico, per questo al di là del simbolico l'artista rimane solo. Questa "solitudine" è chiaramente proporzionale al livello di astrazione raggiunto.

mia opinione ovviamete
un caro saluto


Ciao,
Rimanere soli….non ho preso questa affermazione come negativa; per niente. Né in ambito astratto che concreto. Forse potrebbe intimorire qualcuno che, specie al giorno d’oggi (ma anche nel passato è sempre stato cosi’, in fondo), cerca l’approvazione e la comprensione incondizionata. Interessante la tua distinzione fra ambito visivo e semantico. Ti dirò il vero: il mio è stato un approccio basato (quasi) totalmente sul piano visuale ed estetico. Non ho mai pensato a connotati diversi. In soldoni ho voluto semplicemente sottolineare caratteristiche ed aspetti che comunemente passano in secondo piano di fronte a tali oggetti faunistici.
Un mio lavoro del 2019, sempre con la flora come soggetto, forse lascia trasparire maggiormente quanto hai sopra affermato. Nato come lavoro grafico si è poi trasformato in altro. Se ne avrai occasione e voglia lo puoi trovare qui:
https://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=773132

Grazie per la tua analisi non banale.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, piacere di scriverti.

in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.

a presto


Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, piacere di scriverti.

in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.

a presto


Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.

Marco
The House of the Farmer
The House of the Farmer di gattapilar commento di pamar

Ti dico la verità Marisa. Mi trovo in difficoltà nell’esprimere un giudizio a questo portfolio.
Solitamente, nel giudicare un lavoro fotografico, sono solito incentrarmi sul come sono realizzate le fotografie, come si amalgamano o meno e come è il loro susseguirsi. In questo caso invece vedo un’ elencazione dell’opera dell’artista britannico che ha creato l’installazione. Risulta una specie di catalogo. Intendiamoci, molto ben fatto, ma nulla più. Risulta allora un lavoro che sottolinea la bravura e bellezza dell’opera, mentre non vi è (o io non vedo per mia pecca) uno spunto riguardante il lavoro fotografico.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

Grazie mille .

Fra le altre cose il lavoro é proseguito. In piu' mi ö venuta l'idea di ri-strutturarlo in forma di dittico. Il primo tassello le macro che vedete qui, il secondo tassello del dittico....sorpresa. Quando lo finiro' (con i miei ritmi una decina di meso o piu') ve lo mostrero'.

Marco
ForoRomano_RM_Feb22
ForoRomano_RM_Feb22 di GiovanniQ commento di pamar

Io invece sono di altro avviso. Penso sia uno scatto anche piacevole ma penalizzato da un paio di elementi.
Parto con il dire che fondamentalmente è buono ma, come detto, avrebbe potuto essere meglio. I due dettagli che, a mio avviso, sono un minus, sono quel muro che “entra” nella parte bassa della foto e risulta quasi anomalo: perché è li? Cosa è?, che scopo ha nell’inquadratura. E poi, per me basilare, la presenza degli edifici sulla destra. Essendo illuminati attirano troppo l’attenzione, rubando la centralità alle rovine, che poi sono le protagoniste.

Marco
St
St di littlefà commento di pamar

Come siamo distanti dai tuoi bei paesaggi marittimi...
Direi due belle fotografie. Due? Perchè? A mio giudizio troppa carne al fuoco. Mi hai abituato al mare ritratto facendo tesoro ed elemento vincente la semplicità. Qui' invece sembra quasi che hai avuto la tentazione di buttare dentro troppo. (sempre a mio parere) Se divido lo scatto in due: la metà destra e quella sinistra, con una verticale proprio al centro, ottengo una fotografia (quella destra) sublime. Nubi, monti, lago, luce, suolo. Basta ed avanza. Quale contributo è capace di regalare la metà opposta? Non che sia male, semplicemente sarebbe ad hoc come uno scatto separato e a sè stante. ripeto, per me la metà destra, da sola farebbe una fotografia in formato verticale davvero ottima.

Marco
Napoli
Napoli di Antonio Mercadante commento di pamar

La foto paesaggistica (perchè anche quella urbana è un tipo di foto paesaggistica) ha come fulcro quello di illustrare un ambiente. Senza persone, ma solo l'ambiente fisico. Ne deriva sovente la presentazione geografica di un luogo che esalta la bellezza o, al contrario, la non bellezza del luogo geografico. Stop. Penso sia molto difficile e per nulla banale "raccontare" e comunicare qulcosa che sia oltre la semplice bellezza/banalità del luogo. Questa proposta è "oltre" una semplice illustrazione paesaggistica. Parte dalla descrizione di un ambiente e la usa per comunicare anche e soprattutto, l'insieme di sensazioni, vissuti e sentimenti che lo permeano e plasmano. Ed è una fotografia strettamente paesaggistica, perchè è capace di fare tutto questo senza tirare in ballo le persone. Bastano ed avanzano le cose, le strade, le abitazioni. E poi, tocco vincente, la resa diretta ed efficace data dalla sottrazione dei colori. Solo forme, cose, ambienti. Per me non semplice e non banale. Un paesaggio oltre il semplice paesaggio illustrativo. Un paesaggio-scusa per parlare, raccontare, fare entrare dentro lo scatto chi guarda. notevole.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

Damiano, Mauro, Rossella grazie per gli apprezzamenti. Grazie allo staff per la fds.

Marco
Un soffio leggero
Un soffio leggero di Flavia Daneo commento di pamar

E' incredibile. Si, pensandoci un attimo questa immagine mi ricorda come la fotografia NON sia una semplice riproduzione della realtà. Non è assolutamente vero che la fotografia è una "fotocopia" di quanto abbiamo intorno; che sia un paesaggio, un oggetto, della gente o una scena. Sono convinto che l'io del fotografo ci sia comunque. Ci sia sempre. Molto o poco, non importa; qualcosa di lui c'è sempre. Se considero questa fotografia, essa è in fondo la rappresentazione di un semplice fiore (anzi due). Ma quei fiori avrebbero potuto essere immortalati in decine di modi diversi. Colori tenui oppure decisi e vivaci. Sfondo diverso. Luce radente, oppure tenue ed uniforme. Contrasti duri e capaci di rimarcare le forme.....e mi fermo qui', ma le varianti potrebbero essere centinaia. Per non parlare di framing ed inquadratura. Da questo nasce la convinzione che un'immagine fotografica non sia la riproduzione fedele del reale, ma una sua interpretazione. Con tutte le polemiche sulle immagini giornalistiche e/o di cronaca annesse (ma non entriamo in questo ambito o non finisco piu' di annoiarvi).
Comunque; questa fotografia non è una semplice riproduzione do un oggetto. E' una sua "riproduzione interpretativa". Denota la sensibilità di chi l'ha pensata e scattata cosi'. Un modo unico nel suo io, in mezzo ad altri cento possibili. E non è per nulla semplice o banale. E', a suo modo, unica ed inimitabile.

Marco
baby cat B&N
baby cat B&N di pamar commento di pamar

Grazie a tutti per il passaggio ed il commento.
Ho scelto il quadrato per accentrare il musetto del gattino (oltre lo sfocato).

rrrrossella ha scritto:
Ciao Marco, che delizia questo micetto! La maf selettiva e l’uso del grandangolo accentuano la grandezza degli occhi in confronto al resto… e in questo senso a me non dispiace il taglio stretto che valorizza lo sguardo tenerissimo Ok!

Ciao! Ciao


Grazie Rossella delle parole. Vero che il musetto pare accentuato negli occhi da un grandangolo, ma dipende tutto dalla posa del gatto. Infatti ho usato una focale di 100 mm.

Marco
baby cat B&N
baby cat B&N di pamar commento di pamar

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
Three trees BN
Three trees BN di pamar commento di pamar

fmongili ha scritto:
Mi sembra che la nuova arrivata faccia bene il suo lavoro ovviamente guidata da chi sta dietro!


Grazie mille.

Marco
Three trees BN
Three trees BN di pamar commento di pamar

Fatta con il nuovo "giocattolino" che mi sono regalato. Fujifilm X-E4. Piccola, portatile efficace.

Marco Smile
Three trees BN
Three trees BN di pamar commento di pamar

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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