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The last song di stoppans commento di michymone |
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Il problema delle dominati caro Paolo le ho notate in tutti i tuoi scatti ...vedo che ti hanno gia detto tutto per il resto è ottima come il tuo solito ....un saluto  |
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Limenitis reducta (Staudinger 1901) Silvano azzurro di michymone commento di michymone |
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Canon 5D Mark II, Sigma 180mm f/3.5 EX HSM Macro, 1.6 sec f/18.0, ISO 100, treppiede.
http://s7.postimage.org/8ht6uildn/Limenitis_reducta_interno_1600.jpg
Limenitis reducta (Staudinger 1901) Silvano azzurro Famiglia NINFALIDI Limenitis reducta (Staudinger 1901) Silvano azzurro Ali anteriori 23-27 mm Descrizione Elegante lepidottero dalle parti superiori nere con vistose macchie rettangolari bianche e una serie marginale di piccole chiazze blu. Le inferiori, hanno colore di fondo rossiccio con una fascia basale grigia e una larga banda centrale bianca. I sessi sono simili; l'apertura alare è circa 45-55 cm. Biologia Passa l'inverno allo stadio larvale per riprendere in primavera l'attività nutrendosi di caprifoglio (nei nostri querceti particolarmente Lonicera implexa). Il bruco ha il corpo verde con parti ventrali brunastre. Sul dorso spiccano caratteristiche escrescenze spinose. Dalla crisalide di tipo pendulo a maggio sfarfallano gli adulti. Normalmente due generazioni, ma in condizioni climatiche favorevoli, anche una terza. Distribuzione ed ecologia È propria dell'Europa centro meridionale, ma quasi del tutto assente nella penisola iberica. In Italia è diffusa ovunque, dalla pianura ai 2000 m. Frequenta macchie e boschi radi ove è presente la sua pianta nutrice. Sempre più scarsa nel comprensorio per via della distruzione del suo habitat. nutrendosi di caprifoglio (nei nostri querceti particolarmente Lonicera implexa). Il bruco ha il corpo verde con parti ventrali brunastre. Sul dorso spiccano caratteristiche escrescenze spinose. Dalla crisalide di tipo pendulo a maggio sfarfallano gli adulti. Normalmente due generazioni, ma in condizioni climatiche favorevoli, anche una terza. Distribuzione ed ecologia nutrendosi di caprifoglio (nei nostri querceti particolarmente Lonicera implexa). Il bruco ha il corpo verde con parti ventrali brunastre. Sul dorso spiccano caratteristiche escrescenze spinose. Dalla crisalide di tipo pendulo a maggio sfarfallano gli adulti. Normalmente due generazioni, ma in condizioni climatiche favorevoli, anche una terza. |
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Jurassic Park di volpyj commento di michymone |
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Location veramente affascinate da rifotografare....anche se questaimm non è male ....la puoi migliorare  |
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La Mantide religiosa (Mantis religiosa Linnaeus, 1758) di michymone commento di michymone |
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Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
http://s12.postimage.org/lvpgffji5/mantis.jpg
Canon 5D Mark II, Sigma 180mm f/3.5 EX HSM Macro, 1/250 f/18.0, ISO 400, treppiede.
La Mantide religiosa (Mantis religiosa Linnaeus, 1758), denominata anche mantide europea è una delle specie più comuni dell'ordine Mantodea. Etimologia Il nome del genere deriva dal greco "Mantis", cioè profeta, indovino, e fa riferimento alla postura delle zampe anteriori che ricorda un atteggiamento di preghiera. Descrizione La femmina è lunga circa 7,5 cm, il maschio 6 cm. La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro. Si distingue facilmente per la presenza di due chiazze nere, una per ogni zampa anteriore, simili ad un occhio quando mostrate a scopo difensivo. Biologia Le neanidi della mantide in natura nascono in maggio/giugno, per diventare adulte nel mese di agosto. Le uova vengono deposte in ooteche, prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda. Ogni ooteca contiene in media 60-70 uova e può arrivare fino a 200. L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie ad una rapida produzione di uova; prova ne è che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, sovente "risparmia" il maschio. Si nutrono di mosche, grilli e altri piccoli insetti. Sanno camuffarsi facilmente tra le foglie, dove aspettano immobili le loro prede. Per difendersi dagli attacchi di insetti antagonisti la mantide apre di scatto le proprie ali per sembrare più grande. Distribuzione Le mantidi sono originarie dell'Africa, da cui si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e all'Asia minore. Si è diffusa anche in Nord America a partire dal 1899, forse importata accidentalmente con un carico di piante da vivaio. La loro diffusione dipende soprattutto dalla richiesta di alte temperature. La loro presenza è infatti notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi inesistente nell'Europa del Nord. In Germania sono considerati animali protetti e la loro cattura è vietata. In Italia è abbastanza comune in tutto il territorio, dalle zone prealpine sino alla fascia costiera, isole comprese. |
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