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Giulia di frankieta commento di frankieta |
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Foto magari banale, già vista 1.000.000.000 di volte...ma non potevo trattenermi dal condividere la nostra nuova nata.
Suggerimenti e critiche sempre ben accetti |
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Jüdisches Museum - Berlino di frankieta commento di frankieta |
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Mario Zacchi ha scritto: | Temo che finisca come spesso accade ai reportage nei campi di concentramento: ciascuno offre la "propria" interpretazione, ma alla fine le foto proposte sono più o meno sempre le stesse, finanche nell' uso frequentissimo del bianconero che dimostra come si fatichi ad avere il coraggio di visioni realmente proprie. Magri opinabili, ma proprie.
D' altra parte non è semplice offrire una rilettura originale e nemmeno lo è documentare semplicemente il luogo, con i suoi silenzi, quando il rumore di fondo delle innumerevoli "reinterpretazioni personali" che girano in rete, cui voler sommare la propria, è così assordante.
Preambolo polemico a parte, hai scattato bene diverse foto, in un bianconero perfettamente contemporaneo. Solo che per me è come rileggere per l' ennesima volta un libro che conosco già e che non mi stimola particolarmente.
La foto del luogo con le facce di metallo e con al figura sullo sfondo che va è forse l' emblema più evidente della ripetitività fotografica. Ho cercato nel forum, ma non mi riesce, ora, di ritrovare gli autori che hanno proposto la stessa identica foto. Ricordo, perché ce l' ho in mente, ma non la trovo, una di queste particolarmente riuscita, nel suo voler essere drammatica.
Delle foto che hai pubblicato apprezzo la 2: L' Olocausto è pur sempre stato vinto (pensiero che mi suggerisce, nonostante l' alberello sia senza foglie). |
Quando imparerò ad inserire le notifiche via mail sarà sempre tardi!
Grazie dell'apprezzamento e della scelta per la vetrina Sisto
Mi soffermo sulle importanti parole di Mario:
E' molto probabile che ci sia ripetitività nel lavoro, confrontato con altri eseguiti nello stesso luogo o che trattano medesimi tematiche, del resto andavo lì pur senza aver visto molti altri lavori, ma ben conscio della storia di quell'edificio. Quindi il rumore "assordante" della interpretazione fotografica comune (se così vogliamo dire) di questi luoghi, unita all'impressionante forza che questo luogo comunica specialmente in osservatori non abituati a sperimentare di persona queste esperienze, può portare a una certa ripetitività.
Questo lavoro non è affatto esente da dubbi che sono ancor più rimarcati dentro di me dall'importanza del tema trattato.
Sono sicuro che un berlinese comunicherebbe in modo completamente diverso ciò che incontra tra queste fredde sale.
Del resto, a babbo morto (ovvero quando sono tornato a casa), rivedendo le foto mi sarebbe piaciuto raccogliere solo quelle in cui la presenza umana non era visibile (tranne che per l'ultima foto che reputo essenziale), ma il materiale raccolto in due ore non era sufficientemente vario.
Riguardo la foto che citi con la persona che cammina sullo sfondo mi sento parzialmente d'accordo. L'avrei preferita senza di gran lunga.
La sottolineatura drammatica data dalle tre foto delle facce metalliche invee è (ovviamente) voluta, forze può risultare un pò forzata o peggio cinematografica ma non ne riuscivo a farne a meno.
Mi fa piacere la tua lettura della foto numero 2, che è tra le mie preferite.
Grazie |
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Taranto città - Luglio 2013 di frankieta commento di frankieta |
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frank66 ha scritto: | Purtroppo non basta abbinare nell'inquadratura alcuni elementi che potrebbero legarsi tra di loro; quando nel campo inquadrato regna il caos (vedi ad esempio lo sfondo dietro le due donne) cosí come una miriade di scritte, l'attenzione si diluisce e l'immagine non riesce ad avere impatto. Le foto funzionano quando si riescono ad isolare (non sempre é possibile per le condizioni oggettive del contesto) quei pochi elementi che sono essenziali o a descrivere il soggetto o a suggerire la realtá vista dagli occhi del fotografo. In tutti i casi una composizione curata e una pulizia formale sono condizioni necessarie (anche se non sufficienti) perché uno scatto "funzioni". Anche in street, che che se ne dica. |
Sì, probabilmente la scena è troppo confusa, troppi elementi hai ragione.
Mi sono lasciato catturare da quel poster malefico!!
Aggiungo come promesso un paio di foto, una a campo largo per spiegare il "set" come dicevo più su.
L'altra è un secondo scatto fatto qualche istante prima rispetto a quello postato in orgine. Scartato poichè a mio avviso comunque ricco sempre di elementi di disturbo e meno decisivo. (Ed eccessivamente crudele nei confronti della piccola )
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Taranto città - Luglio 2013 di frankieta commento di frankieta |
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Liliana R. ha scritto: | Per essere più efficace la donna avrebbe dovuto trovarsi più vicina alla punta della freccia ed attendendo la situazione si sarebbe ripresentata.
Non so se ci fossero elementi di disturbo a sx ma, per mio gusto, avrei evitato quelle scritte che distraggono.  |
Grazie della risposta Liliana
Ho scattato varie versioni della foto e questo è uno dei casi in cui forse avere uno zoom mi avrebbe aiutato. Avendo solo il 50mm con me il punto in cui la composizione era adatta era proprio in mezzo a una strada abbastanza trafficata, e infatti ho atteso 2-3 semafori verdi in maniera da attraversarla, fermarmi al centro e scattare. Ovviamente non sempre passavano persone in quei momenti
Gioie e dolori degli "appostamenti" dinamici.
L'intento iniziale era proprio quello di inserire l'elemento umano in corrispondenza diretta con la freccia, ma poi scattando questa ho pensato che la freccia poteva indicare anche il momento in cui le due donne "incocciavano" l'un l'altra.
P.S. Ti riferisci alle scritte del gelato in alto a destra?
P.P.S. Appena riesco posto una versione (che anche non mi dispiace del tutto) a campo più largo in cui si comprende meglio l'albiente circostante  |
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Jüdisches Museum - Berlino di frankieta commento di frankieta |
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Grazie toberinha, Nerofumo, Mario, sceller e piconic!
Il luogo...bisognava solo esserci per capire le emozioni che suscitava!
Essendo poi largamente costruito in cemento "nudo" il bianconero ci va ancor più a braccetto. Due ore di visita (quello che concedeva la stretta schedule di vacanza) erano pochine per capire tutto.
Una sola nota che mi è veramente entrata "nel sangue":
La foto numero 3 si riferisce alla citata Torre dell'Esilio; ebbene questo luogo è davvero toccante, ci si accede al finire di un lungo corridoio (uno degli assi), si apre questa pesante porta e ci si ritrova in questa stretta torre, la cui unica apertura luminosa è quella lama in cima. Mentre si comincia a sentirsi veramente spaesati e desolati il freddo ti prende (è l'unica stanza interna non climatizzata dell'edificio) e la pesante porta dalla quale sei entrato si chiude dietro di te echeggiando sulle nude pareti.
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Jüdisches Museum - Berlino di frankieta commento di frankieta |
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Piccolo reportage all'interno dello Jüdisches Museum di Berlino, con la sua toccante architettura, una vera e propria opera d'arte.
Difficile raccontare il tipo di sensazioni che tutto l'edificio e non solo i reperti ivi conservati trasmettono al visitatore, e si rischia di scadere nel retorico. Lascio quindi parlare Wikipedia:
"Il Museo Ebraico di Berlino (Jüdisches Museum Berlin) è il più grande museo ebraico in Europa. In due edifici, uno dei quali è un ampliamento appositamente progettato dall’architetto Daniel Libeskind, una collezione permanente e svariate esposizioni temporanee raccontano due millenni di storia degli ebrei in Germania.
Libeskind ha battezzato il suo progetto between the lines (tra le linee) e nei punti in cui le due linee si intersecano si formano zone vuote, o voids, che attraversano l’intero museo.
L'edificio visto dall'alto ha la forma di una linea a zig-zag e per questa ragione è stato soprannominato blitz, che in tedesco significa fulmine. La forma dell'edificio ricorda una stella di David decomposta e destrutturata. L'edificio è interamente ricoperto da lastre di zinco e le facciate sono attraversate da finestre molto sottili e allungate, più simili a squarci o ferite che a vere e proprie finestre, disposte in modo casuale.
Il museo non ha un ingresso dalla strada, ma vi si accede dall'adiacente Berlin-Museum. Una scala e un sentiero sotterraneo collegano i due edifici, questo a simboleggiare quanto la storia ebraica e quella tedesca siano collegate e connesse fra loro. La scala conduce ad un sotterraneo, composto di tre corridoi, denominati assi che simboleggiano i diversi destini del popolo ebraico: l'asse dell'Olocausto conduce ad una torre che è stata lasciata vuota, denominata la Torre dell'Olocausto; l'asse dell'Esilio conduce ad un giardino quadrato esterno, denominato Giardino dell'Esilio, racchiuso fra 49 colonne; l'asse della continuità, collegato agli altri due corridoi, che rappresenta il permanere degli ebrei in Germania nonostante l'Olocausto e l'Esilio. Questo asse conduce ad una scala, che a sua volta conduce alla costruzione principale. L'entrata al museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga, per infondere nel visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono distintive della storia ebraica.
Shalechet – Foglie cadute
10 000 volti in acciaio punzonato sono distribuiti sul pavimento dello Spazio Vuoto della Memoria, l'unico spazio vuoto dell'edificio di Libeskind in cui è possibile entrare. L’artista israeliano Menashe Kadishman ha dedicato la sua opera non soltanto alle vittime della Shoah ma a tutte le vittime di guerra e violenze. I visitatori sono invitati a camminare sui volti e ad ascoltare il fragore prodotto dalle lastre di metallo che sbattono l'una contro l'altra."
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Before the Rain #02 di Viola Lorenza Savarese commento di frankieta |
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Trovo che sia un' ottima immagine molto ben riuscita!
La posa la trovo veramente buona, il riflesso dona una quinta di "ingresso" nell'immagine che aiuta a focalizzare l'attenzione sulla splendida modella.
Ame il tatuaggio non dispiace, gli unici elementi che mi distraggono sono il cavo bianco e quel cielo (soprattutto il cielo secondo me).
complimenti  |
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tie-d di frankieta commento di frankieta |
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Webmin ha scritto: | Congratulazioni frankieta, il tuo scatto è stato scelto per comparire In vetrina per la sezione Varie nel mese di Giugno 2013.  |
Bè, grazie!!!!!
Me ne accorgo in gran ritardo e me ne scuso!
Grazie ancora  |
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tie-d di frankieta commento di frankieta |
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Grazie Damp e Khuzul
damp73 ha scritto: | E' un peccato per la mancanza di aria in basso, ma rimane una buona intuizione e realizzazione in chiave grafica. |
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tie-d di frankieta commento di frankieta |
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Sisto Perina ha scritto: | bellissima cravatta...
forse troppo risicata in basso (sempre che vi fosse stato lo spazio per tenere più aria inferiormente)
ciaoo |
Grazie, non ricordo bene la parte inferiore ma se non erro c'era un qualche elemento di disturbo.
Grazie anche a te, Mario! |
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Chiostro del Museo Diocesano, Taranto di frankieta commento di frankieta |
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ZioMauri29 ha scritto: | Ciao Frankieta..
anche a me piace, essenziale, semplice, e diretta. Vive bene del richiamo dello stesso elemento in due posizioni opposte del fotogramma.
Buono anche il b/n che conserva tutto della muratura..  |
Grazie Mauri, alcuni luoghi delle nostre città si svelano pian piano..dopo un bel pò ho notato questo scorcio. |
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Pioggia. Via Berardi, Taranto di frankieta commento di frankieta |
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caracol ha scritto: | Amp accennata la similitudine, anche per la poca visibilità dell'ombrello trasparente della coppia nel poster rispetto alla distrazione data dalle scritte.
Magari se lei fosse stata assieme ad un ragazzo...
Forse un'inquadratura verticale risolveva l'incertezza del taglio sopra.
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Grazie del commento!
Maledetto ombrello trasparente
Per l'inquadratura...forse sì, avrei dovuto aspettare un pò di più! |
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Elliott day di frankieta commento di frankieta |
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diego campanelli ha scritto: | Hai fatto bene a scattare, la scenetta è deliziosa e l'espressione impaurita del "microbo" davanti a quello stivalone è ben colta.
A questo proposito se riesci ad aprire un pò i neri sulla testa del cagnolino lo sguardo e la relativa interazione con lo stivale ne gioverebbero.
Non so se questa sia l'inquadratura completa o se hai operato dei tagli nella parte superiore, proverei se possibile a lasciare una porzione maggiore di gamba per dare più dinamicità.
Particolare non da poco gli inserti simili sia sullo stivale che sulla pettorina
ciao |
Grazie Diego, devo ricontrollare la foto ma non credo di aver operato grossi tagli. Ricordo solo di averla raddrizzata leggermente dato che nella fretta di chinarmi e scattare non sono stato molto a badare alle linee orizzontali
Hai perfettamente ragione sui neri soprattutto sul cagnolino, darebbero più risalto alla sua espressione contro la "bestia nera" stivalone!  |
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Elliott day di frankieta commento di frankieta |
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Vedendo questo microbo mi sono cimentato in un classico. Non chissà che originalità, ma l'espressione del cagnetto per me "ha fatto" la foto. |
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