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Post work and straight photo.
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Autore Messaggio
claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
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MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 9:17 am    Oggetto: Post work and straight photo. Rispondi con citazione

rimosso

Ultima modifica effettuata da claudiom il Ven 25 Giu, 2010 10:18 am, modificato 1 volta in totale
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Ventoleggero
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MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 9:44 am    Oggetto: Rispondi con citazione

...non vorrei banalizzare il tutto, ma mi chiedo...
...se è lecito, fino a dove sia lecito intervenire su una foto, secondo questo pensiero.

Francesco
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AleZan
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Iscritto: 16 Giu 2006
Messaggi: 11698
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MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 9:55 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E' una citazione che mi lascia pieno di dubbi.

E' stata scritta 90 anni fa. Ma non è vero forse che l'arte contemporanea ci porta (anche) tanti esempi di mescolanza di strumenti, tecniche, materiali propri di "arti" diverse?

Perché "manipolando" un fotografo dovrebbe sentirsi un pittore fallito? Forse nel 1917 era ancora così importante segnare una demarcazione inequivocabile fra fotografia e pittura, che affrancasse la fotografia e le desse maggiore dignità artistica?

Infine sulla purezza e la mescolanza mi viene in mente quel saggio notissimo di Claude Levi-Strauss (antropologo francese, strutturalista) dove si argomenta come la storia umana sia caratterizzata dal successo di quelle società che hanno tratto vantaggio dalla mescolanza, mentre la purezza dell'isolamento ha sempre portato alla decadenza. Qui l'arte non c'entra.....

Pongo queste domande sinceramente. Non sono affermazoni camuffate. Mi piacerebbe capire meglio.

ciao

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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salso
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Iscritto: 20 Mgg 2004
Messaggi: 1953
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MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 10:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:

"...La capacità di rendimento pieno di ogni mezzo dipende dalla purezza del suo uso, tutti i tentativi di mescolanza finiscono in cose morte e sepolte...le stampe alla gomma, all'olio, ecc. in cui l'introduzione di procedimenti manuali o manipolazioni, sono semplicemente l'espressione di un desiderio di dipingere incapace di farlo.
Questa è una grande mancanza di comprensione e rispetto per le cose...

Il problema del fotografo, quindi, è di vedere chiaramente i limiti e, al contempo, le qualità potenziali del suo mezzo, perchè è precisamente qui che l'onestà, non meno dell'intensità, della visione è un requisito indispensabile per un'espressione corretta. questo significa avere un rispetto reale per la cosa che sta di fronte...La realizzazione più completa di tutto questo si ottiene senza trucchi di metodo e manipolazioni, attraverso l'uso di tecniche fotografiche dirette (straight)...."
ciao claudiom

I mezzi che passano per le mani della quasi totale parte degli utenti di questo forum includono per loro natura "trucchi di metodo e manipolazioni" dove ricerchiamo la purezza nell'uso di tali mezzi?
E' rischioso farti una domanda del genere, lo so... ...grazie per la lucidità!
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
Messaggi: 5459

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 2:06 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Vi invito a non porre l'accento sulla manipolazione successiva ma a leggere le parole di Strand pensando al momento dello scatto: onestà, intensità, rispetto reale per la cosa che sta di fronte.
Non pensate a fotosciop, pensate al click.

Cool ciao claudiom
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AleZan
coordinatore


Iscritto: 16 Giu 2006
Messaggi: 11698
Località: Bologna

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 2:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ok. In effetti io avevo posto attenzione più alla prima parte della tua citazione.
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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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marco64
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Messaggi: 12875
Località: Milano

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 2:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Vi invito a non porre l'accento sulla manipolazione successiva ma a leggere le parole di Strand pensando al momento dello scatto: onestà, intensità, rispetto reale per la cosa che sta di fronte.
Non pensate a fotosciop, pensate al click.

Cool ciao claudiom

Per me vuol dire che nessuna correzione ( software o in camera oscura ) farà di una brutta foto un capolavoro, non che non sia lecito intervenire dopo lo scatto.
Ciao Smile

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Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato.
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giuliano
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Iscritto: 15 Gen 2004
Messaggi: 3113
Località: venezia

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 3:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Penso che la dichiarazione di Paul Strand sia un' interpretazione del concetto di fotografia fatta perchè, probabilmente, già da allora vi intravvedeva la possibilità di interventi che in qualche modo potevano modificare, prima e/o dopo, la riproduzione fotografica della vera realtà.

Nel mondo analogico ogni fotogramma può comunque essere manipolato: in fase di sviluppo del negativo scegliendo opportunamente il tempo, i chimici, l'agitazione, la temperatura, il metodo di fissaggio; in fase di stampa mascherando alcune zone o sovraesponendole, scegliendo la gradazione della carta o il tipo (da quando fu possibile farlo); eseguendo fotomontaggi; in fase di sviluppo della stampa ancora scegliendo chimici e tempi.
Si dice che dietro ad un grande fotografo si trovava quasi sempre un grande stampatore: è da capire se tutte le fotografie dei grandi maestri sono state concepite così come le vediamo già in fase di scatto, oppure se sono anche il risultato di una qualche azione correttiva in camera oscura; ovvero se il fotografo abbia dato istruzioni allo stampatore di agire in un certo modo perchè lui, il fotografo, aveva già previsto la "manipolazione" in camera oscura al momento del click. E le manipolazioni possibili erano tutte quelle che la tecnologia e la tecnica di quei tempi erano in grado di permettere.
Allo stesso modo, oggi come ieri, è possibile fare click già pensando ad una successiva manipolazione che non avverrà più in camera oscura, ma utilizzando il pc. Penso lo avrebbe utilizzato anche Strand se ne avesse avuto uno.
E' anche possibile, oggi come ieri, pensare a posteriori ad una correzione: certi scatti, potenzialmente belli, hanno qualche imperfezione magari dovuta alla fugacità del momento ritratto, e penso che una post-manipolazione non sia un delitto.

Ho fatto questa tiritera pensando che onestà, intensità, rispetto reale per la cosa che sta di fronte sia comunque un atteggiamento virtuoso del fotografo, ma che, da solo, non è garanzia di una buona foto anche se il fotografo è bravo.

Ciao. Giuliano
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Oja
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Iscritto: 22 Lug 2006
Messaggi: 869

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 5:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

giuliano ha scritto:

Nel mondo analogico ogni fotogramma può comunque essere manipolato: in fase di sviluppo del negativo scegliendo opportunamente il tempo, i chimici, l'agitazione, la temperatura, il metodo di fissaggio; in fase di stampa mascherando alcune zone o sovraesponendole, scegliendo la gradazione della carta o il tipo (da quando fu possibile farlo); eseguendo fotomontaggi; in fase di sviluppo della stampa ancora scegliendo chimici e tempi.


Stai parlando di sviluppo e di stampa
Mi soffermo sullo sviluppo

Mi starebbe bene il termine "manipolazione" se esistesse uno standard unico ed univoco, da cui si può deviare
Ma lo standard che ho "creato" io, è differente da altri operatori

Possiamo sempre parlare di manipolazione o c'è dell' altro?
Solo per capire...

Ciao

_________________
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Fabio Ferramola
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Iscritto: 29 Nov 2005
Messaggi: 6450

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 6:53 pm    Oggetto: Re: Post work and straight photo. Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Il problema del fotografo, quindi, è di vedere chiaramente i limiti e, al contempo, le qualità potenziali del suo mezzo, perchè è precisamente qui che l'onestà, non meno dell'intensità, della visione è un requisito indispensabile per un'espressione corretta. questo significa avere un rispetto reale per la cosa che sta di fronte...La realizzazione più completa di tutto questo si ottiene senza trucchi di metodo e manipolazioni, attraverso l'uso di tecniche fotografiche dirette (straight)...."

Non sono sicuro di capire cosa intendeva Strand per onestà della visione e tecniche fotografiche dirette, e in che modo questi due concetti andrebbero interpretati (modificati) ai giorni nostri. Secondo te Claudio?
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giuliano
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Iscritto: 15 Gen 2004
Messaggi: 3113
Località: venezia

MessaggioInviato: Ven 15 Feb, 2008 7:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Oja ha scritto:
giuliano ha scritto:

Nel mondo analogico ogni fotogramma può comunque essere manipolato: in fase di sviluppo del negativo scegliendo opportunamente il tempo, i chimici, l'agitazione, la temperatura, il metodo di fissaggio; in fase di stampa mascherando alcune zone o sovraesponendole, scegliendo la gradazione della carta o il tipo (da quando fu possibile farlo); eseguendo fotomontaggi; in fase di sviluppo della stampa ancora scegliendo chimici e tempi.


Stai parlando di sviluppo e di stampa
Mi soffermo sullo sviluppo

Mi starebbe bene il termine "manipolazione" se esistesse uno standard unico ed univoco, da cui si può deviare
Ma lo standard che ho "creato" io, è differente da altri operatori

Possiamo sempre parlare di manipolazione o c'è dell' altro?
Solo per capire...

Ciao


forse manipolazione non è il vocabolo più adatto per ciò che intendevo: possiamo dire che per ogni fotogramma si può scegliere un tipo diverso di sviluppo? Tu, che hai creato il tuo standard, puoi utilizzarlo per tutta la vita; oppure un giorno stufarti e scoprire che non ti piace più il negativo morbido, ma che ora ti va la grana con punti grossi come piselli e un contrasto al limite del bianco e nero. Quali sono le foto che sono maggiormente aderenti alla realtà? le prime o le seconde? o forse hai scoperto che più della realtà ti interessa la sua interpretazione?
A mio parere è limitativo fissare l'utilizzo per legge di regole tecniche e tecnologiche alle quali poi ci si debba attenere per fissare quali debbano essere i corretti canoni estetici per giudicare un'immagine.
Come faremo, ...cioè.. come faranno, tra settant'anni quando avranno una microreflex innestata nel nervo ottico ed ogni cellula del corpo sarà come una compact flash da 4 giga? Mmmmm

Ciao. Giuliano
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sfinge
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Iscritto: 29 Gen 2006
Messaggi: 8684
Località: Brianza

MessaggioInviato: Dom 17 Feb, 2008 5:53 pm    Oggetto: Re: Post work and straight photo. Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
La televisione usa impropriamente la parola "polemica" tutte le volte che qualcuno dice qualcosa in contrasto con qualcun altro, una volta si diceva "dialettica tra le parti".
Nel senso della dialettica e non della polemica, alla luce di discussioni nervose passate su altro forum, copio uno stralcio da "La fotografia" di Paul Strand 1917

"...La capacità di rendimento pieno di ogni mezzo dipende dalla purezza del suo uso, tutti i tentativi di mescolanza finiscono in cose morte e sepolte...le stampe alla gomma, all'olio, ecc. in cui l'introduzione di procedimenti manuali o manipolazioni, sono semplicemente l'espressione di un desiderio di dipingere incapace di farlo.
Questa è una grande mancanza di comprensione e rispetto per le cose...

Il problema del fotografo, quindi, è di vedere chiaramente i limiti e, al contempo, le qualità potenziali del suo mezzo, perchè è precisamente qui che l'onestà, non meno dell'intensità, della visione è un requisito indispensabile per un'espressione corretta. questo significa avere un rispetto reale per la cosa che sta di fronte...La realizzazione più completa di tutto questo si ottiene senza trucchi di metodo e manipolazioni, attraverso l'uso di tecniche fotografiche dirette (straight)...."

ciao claudiom


.... Smile
.... io sono della corrente per la libera contaminazione delle arti , ho scelto il mezzo fotografico proprio per la sua versatilità di utilizzo .
Posso " congelare " , modificare e ... creare restando nell'ambito allargato della fotografia come utilizzo del supporto fisico che ho a disposizione
... come da titolo ,secondo me ,un aspetto non esclude l'altro e oggettivamente per la stessa ragione non vedo una " nobilitazione " di un uso rispetto ad un altro .... una visione allargata delle possibilità offerte dalla fotografia e un " piegarla " alle proprie esigenze espressive
..... ( l'aspetto pittore frustrato o ...artista generico mancato ...l'ho superata da un pò Smile )

Luca Smile
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Nicola Giani
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Iscritto: 01 Feb 2006
Messaggi: 3677
Località: Milano

MessaggioInviato: Dom 17 Feb, 2008 7:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Vi invito a non porre l'accento sulla manipolazione successiva ma a leggere le parole di Strand pensando al momento dello scatto: onestà, intensità, rispetto reale per la cosa che sta di fronte.
Non pensate a fotosciop, pensate al click.

Cool ciao claudiom


Oggi il click e fotosciop sono due piccoli elementi di un unico mezzo.
Nel mondo digitale, la fotografia straight passa per un cervello elettronico oltre che per quello biologico di lo utilizza.

Tentare oggi una distinzione serve solo a generare polemica (oltre alle solite manifestazioni di snobbismo del tipo "la vera fotografia è quella che faccio io", che, guarda caso, arrivano sempre da chi non sa utilizzare uno dei due mezzi).

Le parole di Strand sono state scritte nel 1917 pensando allo scatto. Ma vanno lette oggi pensando anche a tutto il resto.
A leggerle in modo talebano, anche lo zoom e la compensazione dell'esposizione appaiono disonesti...

Wink Wink Wink
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Oblivion
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MessaggioInviato: Dom 17 Feb, 2008 8:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Che discorso complicato... mi limito a dire che non mi piacciono i fotomontaggi fatti con spezzoni raccattati da internet, e che nell'usare il digitale non provo la stessa soddisfazione che provo con una telemetro analogica. Per il resto, tra photoshop e camera oscura, fate quello che vi pare, basta che sia roba vostra e roba buona... Rolling Eyes

A parte gli scherzi, alcuni tra gli scatti più belli che ho visto sono fatti con tecniche di ritocco, sviluppo e stampa anche molto particolari, ma tutte applicate entro gli standard di norma e di competenza. Bisognerebbe ragionare entro i limiti del gusto, piuttosto che per schieramenti e definizioni di "fotografia", piuttosto nebulose data la meravigliosa tendenza dell'arte a rinnovarsi e mescolarsi in tutte le sue forme.
A conti fatti mi va bene una foto che sia all'80% prodotta in photoshop, basta che quell'80% di modifiche abbiano, dal primo all'ultimo pixel, un senso reale... peccato che non sia mai riuscito a trovarne una decente Ops
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ldani
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Località: Livorno

MessaggioInviato: Dom 17 Feb, 2008 10:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Il senso del reale, anche per me, è l'elemento caratterizzante la fotografia, "verosimile" scriveva Claudiom in una sua definizione.

Per questo, non mi pongo il problema di come sia stata prodotta l'immagine, ma solo se, in effetti, mi piace come foto o, se devo rapportarla ad altre forme di immagine.

Per me la "purezza d'uso" è questo, usare la macchina fotografica per produrre immagini con le caratteristiche della fotografia.

Non per questo dico che il mio è l'unico modo di intendere l'uso della macchina fotografica.

Tanti problemi di foto d'effetto che girano sul forum (come giravano nelle diaproiezioni dei circoli fotografici prima dell'avvento del digitale) derivano dal fatto che la fotografia, a differenza della pittura, ha la caratteristica di voler riprodurre la realtà e non di essere sfacciatamente un'invenzione dell'autore ("Sulla fotografia" di S.Sontag per approfondire).

Daniele.

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claudiom
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MessaggioInviato: Lun 18 Feb, 2008 8:11 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Shore, Gossage, Eggleston, R.Adams: questi gli esempi delle parole di Strand, pescando nella sua patria.
Non i loro epigoni, i colorati glassati ingrandimenti ipertecno dei loro epigoni.

Cool ciao claudiom
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mxa
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MessaggioInviato: Lun 18 Feb, 2008 7:33 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Shore, Gossage, Eggleston, R.Adams: questi gli esempi delle parole di Strand, pescando nella sua patria.
Non i loro epigoni, i colorati glassati ingrandimenti ipertecno dei loro epigoni.

Cool ciao claudiom


Condivido, condivido al 100% ... pero' ... pero' ... certe volte mi chiedo se questo non derivi da un mio essere ancora legato a delle forme di comunicazione visiva che sono ormai superate. Superate non nel senso di essere da buttare, per carita', ma nel senso che ormai hanno fatto la storia della fotografia, sono state metabolizzate, e sono evolute in altre forme, che oggi sono all'apparenza "orripilanti" ma che saranno fra qualche decina di anni metabolizzate pure loro e cosi' via, come sempre.

Voglio dire, un giovane fotografo cresciuto a botte di pubblicita' a tinte forti e schermi PC supersaturi, consumo immediato dell'immagine e messaggi usa e getta, fotografa in modo molto diverso dai suoi predecessori (mi auguro proprio) - magari con un linguaggio che oggi colpisce un tipo come me - che si ricorda quando si perdeva nella nebbia di Milano anche a 200 metri da casa - come ipertecnico e glassato, perche' no?.

Quesiti legittimi o sono fuori strada?

_________________
Marco
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claudiom
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MessaggioInviato: Mar 19 Feb, 2008 8:20 am    Oggetto: Rispondi con citazione

A me pare che il pezzo di Strand non parli di forme di comunicazione, ma di atteggiamento.

R. Adams etc. aveva ben presente ("La bellezza in fotografia") di muoversi in una dimensione essenzialmente morale rispetto ai suoi illustri predecessori statunitensi.
Quando scrive che gli americani non sono stati all'altezza del loro paesaggio è di onestà che parla, di onestà e intensità di visione.

Mi rifiuto di credere che oggi non si possa avere onestà e intensità di visione, non si possano costruire immagini che cerchino di staccarsi dal transitorio, dal mcdonald delle immagini.

ciao claudiom
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gregzz
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MessaggioInviato: Mar 19 Feb, 2008 12:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
A me pare che il pezzo di Strand non parli di forme di comunicazione, ma di atteggiamento.

R. Adams etc. aveva ben presente ("La bellezza in fotografia") di muoversi in una dimensione essenzialmente morale rispetto ai suoi illustri predecessori statunitensi.
Quando scrive che gli americani non sono stati all'altezza del loro paesaggio è di onestà che parla, di onestà e intensità di visione.

Mi rifiuto di credere che oggi non si possa avere onestà e intensità di visione, non si possano costruire immagini che cerchino di staccarsi dal transitorio, dal mcdonald delle immagini.

ciao claudiom


nn si puo avere l'onestà e l'intensità di visione che si aveva in passato,...ma se ne puo avere ancora in maniera diversa,...il gusto e il mezzo si evolvono,...
...ma è anche vero che nella società odierna è difficile ricercare i valori fotografici di cui parli,...i valori oggi sono altri,..purtroppo,...
è vana la ricerca di valori appartenenti ad un'altra epoca storica,...nn so se sia corretto rimanere attaccati a visioni e percezioni passate senza considerare quelle future...
...ma è anche vero che sicuramente oggi il mezzo fotografico è stato esplorato in tutte le salse, raggiungendo una quasi saturazione artistica,...è piu difficile trovare percorsi fotografici personali e alternativi, in termini di innovazione...
..allora nascono le commistioni tra fotografia e arte digitale e photoshop,...tutti mezzi, tutti con lo stesso valore,..tutti onesti allo stesso modo...
...il 90% dei "puristi" che conosco nn sanno usare photoshop, ma vorrebbero.... Smile

_________________
..ma cmq...
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Alessandro Frione
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Iscritto: 01 Set 2004
Messaggi: 4890
Località: Genova

MessaggioInviato: Mar 19 Feb, 2008 1:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

gregzz ha scritto:

...il 90% dei "puristi" che conosco nn sanno usare photoshop, ma vorrebbero.... Smile


E' la seconda volta che leggo questa affermazione in questa discussione...
A me pare una grossa fesseria. E' piuttosto vero il contrario, quasi tutti quelli che difendono a spada tratta fotosciop e quel che ne segue non sanno quasi nulla di procedimenti analogici.
Ma tutto ciò non c'entra con la discussione che parla di filosofia e non di tecnica.

gregzz ha scritto:

nn si puo avere l'onestà e l'intensità di visione che si aveva in passato,...


Non vedo perchè no.


Un saluto

Ale

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