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Gabbie per fotografi?
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opisso
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MessaggioInviato: Ven 18 Nov, 2016 2:30 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma non so... anche questa questione che tutti sono artisti perché dentro hanno qualcosa da dire. Mi sembra quasi più credibile avere 6 miliardi di filtri di Photoshop diversi che 6 miliardi di cosa da dire diverse.
Poi ripeto vero che la fotografia la "mano" conta meno e la tecnologia si complica ma si domina più facilmente per cui i contenuti contano sempre di più anche se paradossalmente alla fine si appiattiscono per "riprodursi" meglio (sul modello teoria evoluzionistica dei meme di Dawkings ).
Io più che essere Bach e scrivere (creare) una ciaccona mi "accontenterei" di essere un Busoni e di trascriverla. Che poi dopo 1000 trascrizioni della stessa cosa anche variando uno si possa rompere le scatole... C'è anche l'esperto che si compiace di riconoscere la registrazione alle prime 4 note della quinta di Beethoven... Ma non è un buon esempio forse... L'orchestra si capisce se almeno sa suonare, il presunto fotografo resta spesso presunto...

Per quanto riguarda l'immortalità... il macaco era immortale (vedi sotto) ma le sue foto hanno creato comunque diversi grattacapi. Più agli avvocati e ai diritti d'autore che al mondo dell'arte in effetti...

PS
Come vedete cerco di adeguarmi ai toni della discussione Wink
Non con intelligenza forse ma con l'umana emulazione di chi sceglie la coda più lunga perché li vanno tutti... Very Happy

PPS
Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali (J.L.B.)

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quelo
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MessaggioInviato: Sab 19 Nov, 2016 6:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Forse ho divagato un attimo,tornando alla vecchia questione del parere che aspira ad essere obiettivo,suppongo che l'esperinza dell'editor del gallerista,contribuisca a tracciare una lettura dell'immagine piu' precisa,del suo collocamento e della sua funzione...Che possa esserci una sorta di consapevolezza,che qualche volta diventa seduzione,nella possibilita' di andare oltre il proprio sguardo.Le immagini selezionate poi si possono trasformare in modelli,di riferimento...A volte qualcuno sollevava la questione del fotografo,buon artigiano,con l'immagine da copertina,che in quel momento ha rappresentato quasi l'emblema del periodo.
Le macchine sono sempre piu' tecnologiche,ma il supporto tecnico non era visto di buon occhio dal fotografo che temeva il cambiamento,come se la sua abilita' professionale e non artistica ne potesse risentire in qualche modo.
Ci riportano nuovita' sui conti delle aziende,e siamo all'arte che si puo' fare anche con lo smart,come se ci fosse un nuovo cammino da percorrere...ed è stato detto arte,un senso presente nelluomo , di chi si è evoluto con l'oggetto la macchina tecnologica,fotografo ed è arte...Seduzione tecnologica?
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Leoconte
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MessaggioInviato: Dom 20 Nov, 2016 8:31 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Se da un lato esiste la seduzione della tecnologia, dall'altro una triste cultura dell'immortalità fuorvia il senso della creatività come strumento rinnovatore.
La cosa certa è la mutazione costante dei tempi. Centinaia di miliardi di fotografie testimonianti, come un grande libro che ricorda il tempo dell'uomo su questo pianeta.
Il fenomeno in se è necessariamente intimo e pieno di simbolismi.
Però la società complessa di oggi può esprimere con la ricerca dell'arte un artista complesso che si avvale non solamente dell'immagine per la sua espressione, ma di molti altri strumenti e collaborazioni.
Siamo entrati nell'era della multi opera, dell'istallazione complessa, dei gruppi di lavoro.

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opisso
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MessaggioInviato: Lun 21 Nov, 2016 9:35 am    Oggetto: Rispondi con citazione

quelo ha scritto:
Le macchine sono sempre piu' tecnologiche,ma il supporto tecnico non era visto di buon occhio dal fotografo che temeva il cambiamento,come se la sua abilita' professionale e non artistica ne potesse risentire in qualche modo.
Ci riportano nuovita' sui conti delle aziende,e siamo all'arte che si puo' fare anche con lo smart,come se ci fosse un nuovo cammino da percorrere...ed è stato detto arte,un senso presente nelluomo , di chi si è evoluto con l'oggetto la macchina tecnologica,fotografo ed è arte...Seduzione tecnologica?


Be' a parte che l'uomo anche se sempre in evoluzione è sempre restio al cambiamento delle sue abitudini consolidate...
Arte credo derivi da artigiano e la tecnologia ha smussato ulteriormente questa parte di artigianato che nella fotografia era già minima dalla nascita...
A questo punto ci si può chiedere se questa progressiva eliminazione di "manualità" possa corrispondere a un più "facile" uso della propria creatività o al contrario l'eliminazione di questo filtro abbia contribuito a "ingabbiarci nella mediocrità".
Un po' come in musica: ci sono grandi "artisti" che campionano al pc magari conoscendo a stento le scale musicali, ma chi imbracci un violino almeno ha studiato e lo sa suonare (anche se poi magari ti propina qualche melenso brano di Frank Sinatra).
Ma ripeto, credo che il problema centrale alla fine sia che le masse non si possono "autoeducare", e non esistendo più un filtro alla diffusione dei lavori (il che ok da una parte è anche un vantaggio per la "biodiversità").
In effetti in questo senso alcuni spazi web come questo propongono un minimo di filtro autoselezionando non i "concorrenti" ma i "giudici"...

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Leoconte
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MessaggioInviato: Lun 21 Nov, 2016 11:16 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Siamo entrati nell'era della multi opera, dell'istallazione complessa, dei gruppi di lavoro? Risponderei:SI.
Allora cosa può fare un semplice fotografo con qualche piccola intuizione?
Fa qualcosa, ma ben poco difronte a un gruppo di lavoro, che si prefigge un progetto.
Adesso, cos'è Arte. Si può creare un'opera d'arte con un gruppo di persone, tutti insieme?
Evidentemente, oltre a molti autori che producono con l'ausilio di molte discipline diverse una sola opera, ci sono esempi come il museo Guggenheim a Bilbao che è già opera d'arte, contenitore di altre opere, concorrono a una idea di innovazione.
Anche un fotografo, dunque, se lavora solo è in grave svantaggio, tecnico e culturale.
Il sito web, deve essere opera d'arte in evoluzione, contenitore di altre opere e di idee erranti ed eretiche.

Certo che con questa visione si incontrano molte possibilità, buone e anche inquietanti. Le buone, le lascio immaginare e forse, meglio che pensate voi, anche a quelle inquietanti.
Però, è innegabile che le idee non escono più da una sola persona, eccetto casi sempre più sporadici.
Secondo me, non siamo più nell'epoca "dell'artista tutto compreso", ma siamo nell'era dell'opera multifunzionale, creata da un gruppo.
Forse, uscire dalla gabbia, significa collaborare per raggiungere un'opera, un'idea.
Certo, nulla di nuovo, però, questa è la transizione che stiamo vivendo ora.

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opisso
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MessaggioInviato: Lun 21 Nov, 2016 3:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Dopo 24 interventi forse inizio a capire cosa vuoi dire Leoconte...
Ma mi sembra appunto che la metafora più calzante sia quella di museo coi suoi curatori piuttosto che di factory warholiana o strumento capace di produrre un manifesto programmatico comune alla Marinetti...

Un metaluogo dove chiunque può scorrere le varie gallerie e dove cose come la top 100, le vetrine, le foto della settimana (che io personalmente ridurrei a una top 3 settimanale con vetrina d'ufficio, ma sto divagando...) assumono il ruolo di cartina tornasole delle direzioni che la "creatura" sta prendendo. Direzioni che possono essere interessanti se "indirizzate" "bene" evitando però, come suggerivi, le briglie (o gabbie)...
E dove oltre alla qualità servirebbe anche allora, come per un museo, la visibilità e l'autorevolezza...

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Leoconte
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MessaggioInviato: Lun 21 Nov, 2016 6:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Infatti, opisso,
il contenitore d'arte deve essere libero e sincero, per accogliere le nuove idee, non per fare divulgazione pedagogica (ci sono altri luoghi per questo), ma essere veicolo, carica energetica per batterie di chi sta vagando nell'ignoto.
Chi ha la pila scarica e si trova nel buio, viene a caricarsi di energia per continuare la ricerca del nuovo. Non si sa, dove si arriva, non si sa, cosa si deve cercare, ma si sa che esiste ancora molto, molto di più di quello che abbiamo trovato fino ad ora.
Non ci sono punti vi vista privilegiati, c'è solamente la ricerca di quello che non c'è, che non esiste ancora, ma che sicuramente è là, a disposizione.
Si potrebbe fare una analogia con i marmi grezzi di Michelangelo, o con la storia che è nel divenire, ma sono certo che mi avete capito comunque.

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quelo
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MessaggioInviato: Mar 22 Nov, 2016 8:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho seguito il Leoconte pensiero anche nell'altra discussione, posso cercare di capire il punto di vista,logico,con alcune differenze,frutto della mia visione personale. Raramente si racconta l'esperienza ,dietro lo scatto.Di solito l'interesse sembra piu' orientato nel ripetere l'immagine(dello stesso tipo)per vivere e documentare quel viaggio,che poi diventa condivisione.Capita poi che ci siano cento mille immagini dello stesso luogo e che per distinguerle,serva veramente una intuizione,che spesso poi l'osservatore non scorge,quando inizia a parlare di regole e schemi.Grande disponibilita' di immagini a costo zero e tante che non sono apprezzate perchè non vengono notate,l'immagine non è rara e non è ricercata.Qualcuno dice che il cambiamento ha convolto molti settori.Nel contenitore, l'altro potrebbe essere "anche" quello della gabbia, dei tanti mi piace e le citazioni di un rigo,del quale poi non sappiamo quanto sia disponibile a dialogare(spesso assente nei dibattiti) o muoversi dalla sua posizione....Le correnti culturali ed artistiche non nascono per caso,c'è l'idea,l'ambiente in cui si sviluppano a volte l'interscambio e forse anche l'antesignano.Il nuovo progetto o gruppo artistico piu' ampio incotrerebbe qualche angolino da smussare,ma proprio un paio,nella sua realizzazione.
C'è anche il problema della proprieta' artistica la firma,alcuni firmano le foto,altri no.
La foto va capita, il concetto anche,a volte sbatte contro un muro,del verdetto quasi categorico.....miopia della critica,dell'osservatore,in questo senso si puo' ritrovare il concetto di preclusione.
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Leoconte
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MessaggioInviato: Mar 29 Nov, 2016 12:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Quelo, felice di riprendere da dove hai lasciato.
Per me non si tratta di un nuovo manifesto o di divulgare concezioni nuove, ma cerco, se mai, di abbattere muri.
Penso, che il contenitore debba essere esso stesso un'opera d'arte, anche con la tecnica è evidente. Debba garantire, soprattutto la libertà e varietà di espressione, dove in altri luoghi è preclusa.
Il contenitore, per me deve essere riparo sicuro di libertà e varietà, deve avere la consapevolezza di cercare l'innovazione e l'originalità.
Quando si formano le gabbie nell'arte, non è più arte, si perde la sincerità, diviene mercato, bancarella dell'usato e delle nostalgie.

Siamo come su una tavola imbandita di tutti i cibi possibili e immaginabili, va bene, quando cominciamo a mangiare possiamo mangiare ben poco di quello che c'è nella tavola. Due, tre piatti e poi siamo pieni, non c'entra più nulla, allora, bisogna aspettare la digestione per avere un pò di fame.
Poi cerchiamo il cibo più buono o il più bello, ma presto, siamo pieni ancora, tutto il resto è là, sulla tavola, che aspetta di essere mangiato.
Il web è questo, è un tavolo.
Allora, il contenitore è pieno, la gente lo cerca il cibo buono, ma in mezzo a tanto non lo vede.
L'unica cosa è sperare, di andare in un tavolo selezionato con cibi selezionati?
Preconfezionati?
Secondo me no.
Per me, bisogna creare lo spazio per tutti, ma dare gli strumenti, poiché tutti, possano annusare, assaggiare e scegliere il cibo buono.

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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Ven 02 Dic, 2016 2:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Le "gabbie" nascono a posteriori cioè dopo che un modo di esprimere ha assunto una certa identità e, più che gabbie, sono griglie di lettura derivate dall' osservazione del già espresso (e ritenuto di qualche interesse) utili per capire fino a che punto un nuovo autore che si affaccia sulla scena s' inserisce o meno in un filone o in un altro.

Oggi nessuno dice o scrive che non ci si possa esprimere al di fuori dei linguaggi noti, anzi: chi lo fa di fatto si candida ad essere riconosciuto come artista. Ma si candida ... si candida e basta perché non è sufficiente ignorare o stravolgere linguaggi noti per essere automaticamente artisti; come non basta affatto esprimere quel che si ha dentro se quel che si ha dentro, per quanto rispettabile, non è di alcun interesse (già sentito e visto, poco profondo, sballato ecc.).

Certamente è giusto che esistano spazi dentro cui persone che hanno voglia di raccontare il loro punto di vista servendosi di un qualsiasi mezzo espressivo possano essere libere nel farlo. Ma devono anche essere coscienti del fatto che verranno giudicate. Giudicate, prima che dalle persone, dalla storia di quell' arte della quale ambiscono ad essere prossimi protagonisti e che usa anche le gabbie per capire cos' ha davanti.

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Belle foto. O perlomeno belle idee ->
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Leoconte
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MessaggioInviato: Sab 03 Dic, 2016 8:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Mario Zacchi grazie,
quello che hai detto sono cose all'ordine del giorno, giudizi condivisibili.
Francamente però, spero non sia così, anche se devo ammettere che le ragioni che hai evocato sono vere.
La mia non è una rivoluzione, poichè la rivoluzione dell'arte è cominciata almeno 200 anni prima, da persone molto e molto migliori di me. Oggi sembra di andare contro i mulini a vento, sembra che la profezia dell'arte non abbia più senso, la sua rivoluzione decaduta, che si continui a credere nelle conservazioni, che si preferisca imitare.
Il 90% e forse anche di più si continua a considerare l'immagine come una struttura di prima di 200 anni prima.
Scusate, mi sono bloccato, mi chiedo perchè vengo a dirvi queste cose....che senso ha....

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quelo
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MessaggioInviato: Dom 04 Dic, 2016 8:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nel contenitore con una miriade di immagini ne casca una o due per caso,perchè di sfuggita si mette un link..per contestare poi l'unica immagine finita fra le altre con quell pizzico di diverso,oppure tocca andare sulla rivista,che l'edicolante non vede da parecchio.Vista la rivista, ci si pone delle domande sulle altre fotografie.
Nelle sue sfaccettature c'è chi segnala l'offerta sulla tavoletta grafica,che sa molto di fotografia,oppure la passeggiatina pomeridiana o serale,vicino casa,che fa molto artista.Il gsp sulla macchina va in questa direzione,per rintracciare la foto....un paio di anni fa non c'era la foto (o forse si)quella in differita non ancora e nemmeno il gps.E' stata data una macchina capace di scattare come il fotografo,che non era artista,un software per correggere a posterioriori,mancava il dove,poi il giudizio del pubblico e della giuria,spesso con l'effetto social.
Adesso che il villaggio,è diventato globale, e la terra è anche arida,cosa si chiede?Una trasfusione?A volte non sembra esserci questa richiesta,e nel frattempo si è acquisito uno status,ma si sente rispondere che va bene cosi'.
C'è uno spazio dove ci sono delle immagini campione e qualcuno dice,che sono quelle di esempio...Andiamo a vedere chi le ha scelte e perchè...e poi non è possibile discutere,perchè ci sono i regolamenti...Osservando in modo assiduo, si potrebbe dedurre che la scelta è metodica.Raramente si sono visti scalatori col fisico del lottatore di sumo, forse per questioni di fisica,eppure non c'è limite alla fantasia.Invece pare di si, perchè nell'immagine manipolata dove appiccicano di tutto,ma tutto tutto ancora no..si vede ed è a fuoco anche quando non si vede...
Forse è stato piu facile mantenere la discussione su certe linee,per via del numero tutto sommato identificabile di interessati,se all'inizio la scala non sembrava cosi' problematica,per chi fa le scale,adesso sembra quasi di ipotizzare queste restrizioni che sono poi insite nel modo di vedere.. o di non vedere.
ciao
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MessaggioInviato: Lun 05 Dic, 2016 12:33 am    Oggetto: Rispondi con citazione

quelo,
forse ho cominciato a comprendere quello che vuoi dire, ma non sono sicuro.
La tua domanda è: "cosa si chiede?"

L'ho chiesta tante volte anche a me, anche ad altri.
La risposta che più mi ha fatto sentire di essere umano è la seguente:
Che se la fotografia, l'arte e tutte le forme di espressione non ci aiutano ad essere migliori come uomini, allora, non serve a nulla.
Credo che l'arte mi abbia salvato, come persona e uomo, mi abbia aiutato molte volte e in molte vicende della mia esistenza.
Penso che esprimersi faccia del bene, esprimersi attraverso qualsiasi arte e creatività, naturalmente con le proprie capacità, aiuti ad essere migliori e avvicinarsi, al proprio equilibrio e per tendere a qualche forma di felicità.
Penso non conti altro, basta non alimentarsi di conservazione e di imitazioni.
Un giorno l'arte e la vita: saranno la stessa cosa.
Ciao

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MessaggioInviato: Mer 14 Dic, 2016 11:45 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Fino a qualche tempo fa l'innovazione e la ricerca erano uno stile fondamentale, in tutte le comunità culturali di ricerca, la parola d'ordine era quella di inventare qualcosa di nuovo anche a rischio di fare delle brutte figure con della produzione non all'altezza, questo era il forte rischio. In tutti i campi la ricerca era sempre considerata alla base di tutto e imput di qualsiasi cosa. Naturalmente l'arte è sempre stato il motore culturale delle grandi richieste di cambiamento sociale, proprio per la capacità dell'arte di profetizzare con verità e profondità il degrado ed il marciume dei sistemi vecchi e conservatori.
Il potere rivoluzionario dell'arte è cosi forte e penetrante che quando si mette in moto, i regimi e le vecchie strutture tremano, esprimendo il massimo del terrore con il massimo della violenza verso gli artisti che esprimono unicamente idee.
Le prime intuizioni sono sempre dell'arte, intuizioni che a poco a poco vengono realizzate dai tecnici delle varie discipline, però la partenza è sempre utopica e culturale da sembrare dei sogni di carta irrealizzabili, però cosi sono caduti gli imperi, le monarchie, le dittature e cadranno i devastanti sistemi economici basati sull'ignoranza e l'inconsapevolezza.
Per questo nei ultimi anni si vuol far passare l'arte come insignificante, importante solo fra ristretti gruppi che possono usufruirne solo come merce da comprare e vendere senza significativi valori. Si vuol nascondere il vero significato dell'arte come rivoluzionante, pungiglione interiore per tenere sveglie le coscienze addormentate. Per questo negli ultimi decenni il significato dell'arte è inquinato da tutto ciò che l'arte per mezzo della sola verità vuol mettere in luce: poteri economici, poteri religiosi, poteri politici. Tutte strutture di potere che resistono ad ogni forma di innovazione e che puntano al sonno delle menti e all'indifferenza, massimo nemico dell'arte rigeneratrice di epoche sociali desiderose di nuove formule di convivenza, di nuovi ordini sociali e di nuove maniere di considerare i rapporti economici a servizio della persona. L'arte non è contro a nessun sistema o forma di convivenza, è solo contro il marciume dell'ipocrisia, dell'ingiustizia e l'intolleranza, ma soprattutto di chi vuol nascondere la verità facendola passare per scandalo e pazzia.
Per se stessa l'arte è ricerca di giustizia, di perfezione e anche di spirito supremo, in definitiva ricerca di umanità in rapporto al tutto, in rapporto al resto del mondo che merita lo stesso rispetto che abbiamo per tutte le creature vitali e inanimate. Vedo l'arte come possibilità di evoluzione umana nel rispetto della vita, cosi rara, preziosa e misteriosa.

Sento spiriti dormienti e in gabbia (compreso me stesso), ma basta una scintilla per liberare tutta la potenza che è dentro ad ognuno di noi.

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Ettore Perazzetta
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MessaggioInviato: Ven 16 Dic, 2016 3:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

L’arte come libertà d’espressione. Molti artisti sono però schiavi della loro stessa arte che da sogno finisce per divenir incubo, con pretese universali come quelle della libertà. Un’arte che genera angosce è ancora libera?
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Leoconte
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MessaggioInviato: Dom 18 Dic, 2016 8:55 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ettore Perazzetta: "L'arte che genera angosce, è ancora arte?"

Senza dubbio, secondo me.... Si, è arte ai suoi massimi livelli.
Anzi, l'arte nelle sue forme estetiche, quando si soffermano sull'aspetto della sola bellezza è da guardare con notevole dubbio e sospetto.
Il nostro Leopardi, profeticamente ha notato che sotto la bellezza fine a se stessa, può esserci l'inganno, spesso si usa la bellezza per nascondere la verità, la natura se ne serve a piene mani.
Però, siamo consapevoli che la necessità primaria dell'arte è la sincerità.

La necessità di verità nell'arte è una insoddisfazione esperta, una speranza sublime, che va oltre l'estetica della bellezza. L'arte si avvale della bellezza come utopia e mitologia.
La dimensione titanica dell'uomo nella bellezza è utopia. La ricerca della verità è anche utopia, ma essa è esperienza umana.

In fotografia, il non senso è pervaso dall'indifferenza, ossia, il bello o il brutto sono sostanza rara. Il nemico dell'immagine fotografica è la banalità. La realtà un'utopia...
La differenza è nell'uso degli attrezzi espressivi.

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Ettore Perazzetta
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MessaggioInviato: Dom 18 Dic, 2016 1:52 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Leoconte ha scritto:
Ettore Perazzetta: "L'arte che genera angosce, è ancora arte?"
Senza dubbio, secondo me.... Si, è arte ai suoi massimi livelli.......

Il mio quesito era:- "L'arte che genera angosce, è ancora libera?" Per esteso:- "E' giusto che io (nel senso esteso del termine)" cerchi di "imporre" i miei "problemi esistenziali" spacciandoli per "arte" in un attuale "esescizio di forma"?
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Leoconte
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MessaggioInviato: Dom 18 Dic, 2016 2:48 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ettore,
ora ho capito meglio l'indirizzo della tua domanda, grazie a te.


Citazione:
"E' giusto che io (nel senso esteso del termine)" cerchi di "imporre" i miei "problemi esistenziali" spacciandoli per "arte" in un attuale "esescizio di forma"?


Su questa considerazione mi vengono in mente molti esempi, comunque la risposta è si, é giusto.
Le considerazioni personali di un artista, prima di tutto sono di un uomo. L'arte è ricerca di umanità, la sua comprensione.
Nell'epoca di Munch, dipingere con gli occhi dell'anima significava, parlare di intimità, psicologia, interiorità, inconscio, voleva dire, parlare di argomenti da feminuccie, di banalità. Poi, si è compresa la grande profezia e il messaggio profondo di umanità.
Munch, ci ha fatto un dono enorme e la sua malattia mentale una conseguenza della sua incomprensione.
L'arte è interiorità, è ricerca sull'uomo, è un dono che si mette a disposizione del progresso dell'umanità.

L'urlo di Munch, è la sorpresa inaudita di come l'uomo è mutato, al punto di non riconoscere se stesso, quello di fronte allo specchio.
Munch, denuncia, che con la modernità l'uomo sta perdendo il rapporto con la natura e con i suoi simili. Mi sembra che oggi sia un tema del dibattito, ben consolidato e condiviso.

Ci sono un'infinità di altri esempi, Dario Fò, metteva in scena le vicende vissute in prima persona, con angosce e tutto compreso. Di certo queste rappresentazioni aiutano a comprendere quello che siamo.

La risposta è giusto, è anche una necessità. In questa necessità sincera: nasce l'arte.

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Leoconte


Ultima modifica effettuata da Leoconte il Dom 18 Dic, 2016 3:04 pm, modificato 3 volte in totale
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MessaggioInviato: Dom 18 Dic, 2016 2:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

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Ettore Perazzetta
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MessaggioInviato: Dom 18 Dic, 2016 7:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ultima considerazione, all'inizio si parlava di "gabbie" come limiti quasi imposti da una certo tipo di società. Ho ipotizzato un tipo di gabbia creato dagli stessi che sfuggono alle precedenti e che sarà aperta solo se accettata dallo stesso tipo di istituzione che ha creato le altre, formalizzandone le "regole". L'artista alla fin fine viene "catalogato" e, come tale, rinchiuso assieme alla "sua" arte.
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