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Oggetto: [i tutorial di P4U] Tutorial Ritratto - Punto di ripresa Rispondi con citazione
Autore: ZioMauri29 :: Inviato: Mar 16 Giu, 2009 6:17 pm
Inquadratura” e “punto di ripresa” sono variabili capaci di influenzarsi reciprocamente ed è dalla loro combinazione che nasce parte del contenuto figurativo ed emozionale del ritratto.
Abbiamo detto che nel caso del ritratto a mezzo busto e ancora di più in quello a figura intera la lettura del linguaggio del corpo assume un ruolo cruciale.
Cerchiamo sempre di mettere il soggetto a proprio agio e coglierne degli atteggiamenti che siano il più naturali possibile, perchè saranno quelli che più di altri veicoleranno la sua personalità ed il suo universo interiore.
Sicuramente la posa frontale è quella più difficile da gestire, soprattutto se stiamo parlando del ritratto a figura intera. La posa più sfruttata è quella che vede il soggetto posizionato a 45° rispetto all’obiettivo: ha il pregio di risultare molto più naturale, plastica e dinamica, ma soprattutto spontanea.

Spesso il linguaggio del corpo riesce ad esprimersi con maggiore naturalezza quando il soggetto interagisce con alcuni oggetti che lo tolgono dall’impaccio di non sapere.. dove mettere le mani.
A volte possono semplicemente aiutare la costruzione della posa (pensiamo ad una sedia, un muro che offrono un punto di appoggio) a volte sono direttamente o simbolicamente collegati con il contenuto del ritratto e quindi in qualche modo riferibili alla stessa personalità del soggetto e la sua quotidianità.
L’importante è che con essi la persona sia perfettamente a suo agio, altrimenti si rischia di creare un effetto artificioso e sovrastrutturale.

Mentre nel ritratto dobbiamo sempre perseguire la strada della verità.

In genere “è preferibile” scattare all’altezza degli occhi con l’asse dell’obiettivo parallelo al suolo, ma non dimentichiamo variare l’angolo di ripresa può aprire la strada a scenari emozionali nuovi e coinvolgenti: scattare dal basso o dall’alto ha forti implicazioni nel variare sensibilmente l’impatto del ritratto infatti; a volte può fare la differenza tra uno scatto piatto ed uno denso di tensione dinamica nello stravolgere il contenuto emozionale e figurativo del ritratto.
Spesso è la stessa deformazione prodotta da un’inquadratura ravvicinata e fortemente scorciata dal basso o dall’alto ad essere utilizzata espressivamente per arricchire il ritratto di un’intonazione a volte ironica, altre volte di disarmante dolcezza.

L’inquadratura dal basso aiuta a slanciare la figura, a darle presenza “scenica” ed è fortemente correlata con un certo modo di interagire del soggetto con l’osservatore. La figura appare più imponente, ed useremo l’inquadratura dal basso tutte le volte in cui vorremo sottolineare una certa “superiorità” emozionale da parte del soggetto. Pensiamo alla fortissima suggestione sensuale, nel ritratto glamour ad esempio, prodotta da uno sguardo superbo e consapevole che ci scruta dall’alto in basso.

La chiave di volta della forte suggestione prodotta da “ritratto b-n” di Cyano (fig. 28) è l’inquadratura dal basso che unitamente alla composizione diagonale ed al taglio espressivo, ci restituisce una seduttività sofisticata ed elegante. L’inquadratura stretta infatti ci avvicina alla modella, ma il suo sguardo ci sovrasta; ci scivola accanto in un’indifferenza che si fa presto superiorità, lasciandoci muti e consapevoli di un limite che non ci è dato di superare.

Nel “Cav. Antonio” di Walter Lo Cascio (fig.29) l’uso combinato dell’inquadratura dal basso e della ridotta profondità di campo, si fa strumento di un racconto che dallo sguardo “patriarcale” del Cavaliere che ci sovrasta non senza un velo di compiaciuta ironia, tutto si condensa nella gestualità delle mani. Mani che “stanno”, come vero nucleo figurativo del ritratto, e che nel loro “stare” emanano già un forte senso di autorevolezza, sopra quel bastone che ha la forza di uno scettro, grazie alla resa espressiva della prospettiva deformata dell’inquadratura dal basso.
In “Scusa ma ...soggetto troppo centrale e luce sbagliata!” di BuZz (fig. 30) la prospettiva dal basso si fa complice di un ironico e dolcissimo ritratto dell’universo infantile. Il punto di ripresa basso oltre ad isolare il piccolo, facendolo stagliare contro l’azzurro del cielo, è usato espressivamente per accentuare le galoche che si fanno giganti e rievocano, con ironia e dolcezza appunto, un atteggiamento tipico di quando i bimbi sono seduti a gambe tese e ci mostrano sempre la suola delle scarpe.

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