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Oggetto: [i tutorial di P4U] Tutorial Ritratto - Illuminazione Rispondi con citazione
Autore: ZioMauri29 :: Inviato: Mar 16 Giu, 2009 10:25 pm
Illuminazione

    In studio:
E’ fondamentale un approccio il più semplice possibile alla gestione della luce. Spesso, e fortunatamente, i migliori risultati si ottengono senza affollare il set di luci, lavorando con una o due fonti di illuminazione.

Molti ritrattisti si affidano alla luce naturale capace di conferire a volte impareggiabili effetti di plasticità e vibrazione dinamica.
E opportuno partire proprio da questa e conoscere poche regole essenziali per sfruttarne appieno tutti i vantaggi (soprattutto.. è gratis), per quanto il suo comportamento sia ovviamente meno prevedibile di una fonte di luce artificiale.
Sono molti i fattori che influenzano il comportamento della luce che filtra da una finestra, non ultime le dimensioni della finestra stessa, la sua distanza dal soggetto e la posizione di questo rispetto alla fonte luminosa.

Quel che ci interessa è la resa della luce, dura o morbida cioè, che, tradotto in termini di impaginato chiaroscurale, significherà avere nel primo caso contrasti robusti e rapidi passaggi tra le zone d’ombra e quelle più illuminate, oppure nel secondo caso sfumature dolci e “lunghe”.
In linea generale è la dimensione della fonte luminosa che influenza la resa della luce: più piccola è infatti la finestra, più contrastata sarà la luce; più è grande (pensiamo a grandi vetrate) più dolce sarà la luce.

E questo vale per qualunque fonte luminosa, ovviamente.

Anche la distanza relativa tra il soggetto e la finestra influenzerà il comportamento della luce con una resa più o meno contrastata a seconda se posizioniamo il modello più o meno distante dalla finestra: più distanza significa maggiore contrasto, viceversa meno distanza meno contrasto.
Allo stesso modo se avviciniamo o allontaniamo una fonte di luce artificiale al soggetto diminuiremo o aumenteremo il contrasto. Più la sorgente luminosa è distante dal soggetto più marcato sarà il contrasto, con ombre portate dai contorni duri e netti. Più vicina sarà al soggetto e più morbida sarà la resa della luce con ombre dolci e sfumature più vellutate.

Ma ci sono vari espedienti che ci consentono di condizionare la resa della luce, così che non sia la distanza la sola variabile.

Perchè in una bella giornata di sole l’illuminazione è dura e contrasta, mentre quando è nuvoloso tutto si fa più morbido e dolce? Proprio per effetto delle nuvole che fungono da “mega-diffusore”.
Si tratta di ricreare in studio (ma non solo) le stesse condizioni. Quando la luce che proviene da una finestra è troppo dura, un foglio di carta da lucido, una tenda, un velo di mussola, interposto tra finestra e soggetto diffonde la luce rendendone la resa più dolce e morbida perchè è come se aumentassimo le dimensioni della sorgente luminosa.

Va da sè che anche la posizione del diffusore avrà i suoi effetti a seconda se è più o meno distante dalla finestra: più distante sarà dalla finestra (e quindi più vicino al soggetto) più dolce sarà la luce.
Va poi considerato come è posizionato il soggetto rispetto alla fonte luminosa: posizionare il modello a 90° significherà ottenere una illuminazione laterale con contrasti abbastanza marcati (pensiamo ad un volto per metà illuminato rispetto al suo asse e per metà in ombra); per una resa della luce più plastica e morbida si può provare a posizionare il soggetto a 45° rispetto la finestra.

In ogni caso difficilmente una fonte di illuminazione riesce da sola a produrre i risultati migliori. Ci sarà quasi sempre l’esigenza di “aprire” come si suol dire le ombre, renderle meno dense e marcate.
Ma invece di ricorrere ad una seconda fonte di illuminazione, potrebbe bastare l’uso di un pannello riflettente bianco che riverberando la luce sull’altra parte del soggetto addolcisce le ombre. Le modulazioni che si possono ottenere sono praticamente infinite a seconda di quanto avviciniamo o incliniamo il pannello rispetto al soggetto.

Per riflettore possiamo utilizzare qualunque cosa “rifletta” la luce: dai semplici fogli di cartoncino bianco ai pannelli di polistirolo, ai riflettori argentati o a quelli dorati che consentono una resa della luce più calda.
I riflettori oltre ad aprire le ombre del viso donano piacevoli riflessi ai capelli (e quindi volume) ed accendono piccole ma importanti fiamme di luce negli occhi a tutto vantaggio dell’espressività del soggetto e dell’impatto del ritratto.

Ma come possiamo voler riverberare la luce sul soggetto, possiamo volere fare esattamente l’opposto e cioè assorbire la luce e bloccarne il riflesso. In questo caso basta sostituire al pannello chiaro un pannello nero (cartone o meglio velluto nero) e otterremo delle ombre molto più dense, situazione ideale per quando ricerchiamo degli effetti di illuminazione più drammatici, tenendo conto che più avvicineremo il pannello nero al soggetto maggiore sarà l’entità delle ombre.

Ovviamente possono essere utilizzati anche due o più pannelli riflettenti. In genere nei primi piani o nei mezzi busti un secondo pannello riflettente è posto sotto il viso così da riverberare la luce dal basso ed addolcire soprattutto le ombre del mento e del collo, ottenendo un ordito chiaroscurale armonico ed equilibrato.

Quando non è possibile utilizzare la luce naturale o si vuole comunque avere un controllo totale senza variabili impreviste, si ricorre alle fonti di illuminazione artificiale.

La parte del leone la fanno i flash, ma è possibile utilizzare anche sorgenti a luce continua come le lampade ad incandescenza o quelle fluorescenti che però determinano dominanti colore che solo nel caso del ritratto in bianco nero possono essere trascurate. Sono però le unità flash le più utilizzate, anche per il fatto di consentire tempi di esposizione rapidi, a differenza delle sorgenti a luce continua, e tali quindi da congelare il soggetto e garantire la corretta incisione delle immagini.

La regola d’oro è sempre quella di mantenere lo schema dell’illuminazione il più essenziale possibile: una, a volte due, unità flash con un paio di riflettori sono più che sufficienti a garantire ottimi risultati.

Ovviamente gli schemi e le possibilità di illuminazione sono enormi e variano in funzione del risultato che si vuole raggiungere. Generalmente la fonte di luce principale viene posizionata leggermente rialzata e laterale rispetto al soggetto perchè è con una illuminazione dall’alto che siamo abituati a vedere le cose ed il risultato sarà più naturale.
Chiaramente la luce principale può essere disposta in svariati modi ed illuminare in pieno la parte del viso rivolta alla fotocamera o può essere di taglio, frontale alta, laterale alta, etc. Una volta definita la scena con la sola luce principale si può pensare di completare l’illuminazione con l’uso di un riflettore bianco, argentato o dorato (a seconda) per aprire e addolcire le ombre posizionato in genere a 45° rispetto al soggetto, dall’altro lato rispetto alla fonte di illuminazione principale. Ricordiamoci che avvicinare o allontanare il pannello dal soggetto equivale a dosare di più o di meno l’intensità della luce riverberata sul soggetto e quindi ad aprire in misura maggiore o minore le ombre.

Quando però il riflettore da solo non è sufficiente si interviene con una fonte di illuminazione ausiliaria chiamata “complementare”, generalmente munita di un diffusore che riduce l’impatto del lampo e viene comunque regolata con una potenza quasi sempre inferiore a quella principale.

Questa seconda sorgente di luce infatti deve servire solamente a rendere alcune ombre più “trasparenti” e permettere la leggibilità di alcune zone altrimenti troppo buie. Non dobbiamo cioè appiattire l’immagine privandola di plasticità e tridimensionalità, ma trovare il giusto equilibrio nel necessario rapporto tra luce ed ombra. Val la pena di ricordare che è nella dialettica tra luce ed ombra che si definisce l’ordito chiaroscurale e quindi il volume di un soggetto. Aprire eccessivamente le ombre minimizzando troppo lo spessore del chiaroscuro equivale a rendere un immagine piatta ed assolutamente priva di attrattiva.

Il contributo di ulteriori riflettori dipende chiaramente dalle singole condizioni di scatto e da ciò che esattamente cerchiamo di ottenere.
Esistono poi luci accessorie molto utilizzate come quelle per lo sfondo che vengono destinate all’illuminazione del fondale. Questo tipo di luce è molto utilizzata per esempio nei ritratti HK dove ci si vuole assicurare uno sfondo perfettamente bianco. Altra luce accessoria è quella “effetto” utilizzata per staccare il soggetto dallo sfondo esaltandone i contorni e viene posizionata dietro il soggetto per creare una condizione di controluce.
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