photo4u.it
Menù
Home Home
Forum Forum
Fotografie Fotografie
Le tue Preferite Le tue Preferite
Foto della settimana Foto della Settimana
Foto in Vetrina Foto in Vetrina
i Contest di photo4u.it Contest 4u
Top 100 autori Top 100 autori
Grandi Memo Grandi Memo
Articoli Articoli
Interviste Interviste
Le recensioni degli utenti Recensioni
Tutorial Tutorial
Eventi Eventi
Libri Libri
Mercatino usato fotografico Mercatino usato
Segnalazione concorsi Concorsi
Donazioni Donazioni
utileFutile utileFutile
Lo staff di photo4u.it Lo staff
Contatti Contatti
Iscriviti alla newsletter
SPENDIARY
IL GESTORE SPESE DI GRUPPO
photo4u.it -> Tutorial
Oggetto: [i tutorial di P4U] Tutorial Ritratto - Percezione e Compo Rispondi con citazione
Autore: ZioMauri29 :: Inviato: Mar 16 Giu, 2009 10:21 pm
Abbiamo parlato di regola dei terzi e della convenienza (a volte) nel disporre il nostro centro di interesse in corrispondenza di uno dei punti di intersezione della griglia o comunque delle linee di struttura, verticali o orizzontali. Ma a questo punto, visto che i punti di intersezione sono quattro, c’è qualcosa che nell’ambito della percezione rende eterogenei questi punti?

Detto in altri termini c’è differenza tra “alto” e “basso”, tra “destra” e “sinistra”?

La risposta è si. Tutti noi quotidianamente facciamo continuamente esperienza di un mondo fisico dove la forza di gravità attira gli oggetti verso il basso. Qualunque spinta in alto comporta una “rivalsa” sulle leggi della gravità; significa vincere una resistenza. Per questo la linea verticale, come si diceva prima suggerisce dinamismo, tensione. E’ letta cioè in chiave di dinamica positiva se suggerisce una direzione dal basso verso l’alto. E’ per questo semplice motivo che nell’ambito della composizione quel che è posto in alto acquista, maggior peso figurativo rispetto al resto degli elementi. Tanto è che una configurazione di equilibrio compositivo si realizza allorquando un elemento di maggiori dimensioni in basso è controbilanciato da un altro più piccolo posto in alto.

Ma non solo, uno dei fattori del quale è utile tenere maggiormente conto nella composizione è la nostra tendenza a leggere un dipinto come una fotografia, da sinistra verso destra.

La più importante conseguenza di ciò è che qualunque elemento della composizione, collocato a destra del campo d’immagine pare avere un maggior peso figurativo. E’ questo il motivo per cui ad esempio diamo significato diverso alla diagonale che da sinistra in basso raggiunge l’angolo superiore destro (ascesa) rispetto a quella opposta (discesa).



Molto ben costruito il fotogramma nel “Il falconiere” di Victor53 (fig. 63), dove la composizione distribuisce le masse secondo la diagonale che va dall’angolo in alto a sinistra a quello in basso a destra. Complice la tendenza a leggere l’immagine da sinistra a destra, questa diagonale viene percepita come in discesa, tanto da farsi qui strumento del racconto del ritratto nel sostenere e dare sostanza allo sguardo dolce ed autorevole insieme del falconiere che letteralmente scivola lungo il corpo del rapace, carezzandone il piumaggio. Situazione opposta in “Paolo Fresu” di Andrea Feliziani (fig. 64) dove il fotogramma è strutturato sul dialogo delle due diagonali contrapposte: quella meno “strutturale” definita dal braccio alla nostra destra e quella “portante” lungo la quale si allineno l’asse del braccio e dello strumento. Questa è la diagonale che viene percepita come ascesa e si fa anche in questo caso funzionale al racconto nello svolgere la musicalità dello strumento e far “salire” alte le note che paiono liberarsi oltre i margini del fotogramma.

La nostra tendenza a guardare le immagini secondo il verso di lettura (per noi occidentali da sinistra a destra) comporta che spesso paga collocare il nostro centro d’interesse sulla destra, anche se di piccole dimensioni. L’occhio sarà portato facilmente a riconoscere quello come “fuoco” della composizione soprattutto considerando il fatto che in virtù proprio del verso di lettura lo “scorrimento” dello sguardo lungo il fotogramma avviene in modo più agevole e fluido da sinistra a destra che non nell’altro senso.

Immaginiamoci (anche se entriamo nel campo del paesaggio) ad una strada colta in prospettiva obliqua che punta in direzione di un casolare. La composizione verrà letta con più efficacia se il movimento dell’occhio lungo la strada per giungere al casolare si compie da sinistra verso destra.

E nel ritratto? Ricordiamoci delle linee di forza cui si accennava prima: non è un caso ad esempio che si preferisca lasciare che lo “scorrere” dello sguardo del soggetto avvenga secondo la direzione di lettura che ci è più congeniale, cioè da sinistra a destra.
Si tenga presente poi che se è vero che un elemento quando occupa la destra del fotogramma acquista un maggiore peso figurativo, è anche vero che proprio per questa “direzione di lettura” gli elementi in primo piano sono generalmente percepiti (anche con una certa coerenza del flusso prospettico) più vicini all’osservatore quando sono a sinistra che non a destra.

Questo spiega il perchè l’osservatore tende ad identificarsi proprio con l’elemento che viene percepito come il più vicino e perchè posizionare in un primo piano, ad esempio, il soggetto sulla sinistra con lo sguardo rivolto fuori campo a destra può, a seconda dei casi ovviamente, essere particolarmente efficace per la riuscita del ritratto.

Stessa cosa dicasi per quei ritratti dove la figura intera è colta secondo una dinamica tale da assecondare la “lettura d’immagine” da sinistra destra secondo quelle linee di forza che la gestualità del corpo stesso libera nello spazio circostante: un braccio proteso, lo sguardo, l’atto stesso del camminare o del correre.

Ma comporre significa dover tenere conto che in un modo o nell’altro abbiamo a che fare con tre tagli fondamentali: quello orizzontale, quello verticale, e quello quadrato.

Con i primi piani, se il taglio orizzontale si adatta bene, quando il viso è sbilanciato da un lato, a mettere in relazione lo spazio vuoto con l’espressività del soggetto, come nel caso di ritratti dall’accento introspettivo ed evocativo, ma anche a permettere un certo grado di ambientazione, il taglio rettangolare verticale consente effetti di maggiore impatto. Si adatta meglio alla forma del viso infatti e consente rispetto a quello orizzontale di stringere l’inquadratura sul soggetto spezzando il rapporto con lo scenario circostante (soprattutto se ci sono elementi di disturbo) e focalizzando l’attenzione sulla sua espressività, lo sguardo in particolare. Ma nel caso dei ritratti a mezzo busto o a figura intera, se il campo orizzontale è uno strumento prezioso nel permetterci di relazionare il soggetto con lo scenario circostante, il taglio verticale “disegna” meglio la figura e ne sottolinea lo sviluppo in altezza. Il taglio quadrato è invece un taglio particolare, che per sua natura non predilige una direzione ma introietta al suo interno tutta la dinamica della composizione. Si adatta quindi a quelle composizioni fortemente centripete per esempio, dove c’è un forte centro figurativo e geometrico o a quelle composizioni che svolgono e liberano la tensione dinamica lungo una diagonale.

Va da se che queste sono “regole” nella misura in cui valgono a svelare certi meccanismi della percezione e quindi della fruizione di una fotografia. Non possono essere assunte ne come inderogabili ne come assolute, e vogliono solo essere principi guida sulla composizione che è bene conoscere ma dai quali non bisogna mai lasciarsi condizionare del tutto.

Sull’altro piatto della bilancia ci siamo noi, ovviamente. Il tessuto della nostra esperienza ma soprattutto della nostra sensibilità, vera guida in quel processo di sintesi qual’è la fotografia che è prima di tutto atto creativo.
Vai a Precedente  1, 2, 3 ... 11, 12, 13, 14  Successivo

Tutti i contenuti presenti sul sito sono di proprieta' esclusiva degli autori, sono vietate la riproduzione e la distribuzione degli stessi senza previa esplicita autorizzazione.


© 2003, 2013 photo4u.it - contatti - based on phpBB - Andrea Giorgi