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Oggetto: [i tutorial di P4U] Tutorial Ritratto - Punto di ripresa | |
Autore:
ZioMauri29 ::
Inviato:
Mar 16 Giu, 2009 6:04 pm |
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Il ritratto di profilo: il ritratto di profilo rimanda ad una iconografia legata ad una prospettiva bidimensionale, come nei ritratti da sempre eseguiti sulle medaglie o sulle monete antiche.
Più che fare leva sui valori del chiaroscuro ha la sua forza nel disegno, perchè si condensa tutto, pensiamo in particolare ai primi piani, nel contorno del profilo del viso (dove naso e mento rappresentano elementi forti e caratterizzanti) e nel suo rapporto con lo sfondo. Ricordiamoci poi che il ritratto di profilo, che è appartenuto non casualmente ad un filone sempre più concettuale dell’arte in genere (soprattutto in Italia), dissocia il soggetto dall’osservatore, mancando il rapporto diretto con gli occhi.
Il punto di ripresa è infatti anche e soprattutto strumento di espressione ed influenza notevolmente il modo di relazionarsi del soggetto con l’osservatore.
Il magistrale controllo del controluce in questo ‘primo piano’ di Gino Quattrocchi “s.t.” (fig. 22), permette all’autore di pennellare, letteralmente, con la luce il profilo della splendida bambina. La posa di profilo ci preclude il contatto diretto con lo sguardo della piccola tutto rivolto di fronte a se, ma ne percepiamo l’espressione concentrata che a tratti sembra accendersi di un improvviso entusiasmo nel lampo di luce degli occhi. Funzionale alla composizione la posizione del braccio che con il suo arco di grigio scuro completa il disegno ed incornicia il viso. L’inquadratura si fa più ampia nel ‘piano medio’ di “Francesca” di Concibs (fig. 23) dove il busto colto di tre quarti sottolinea il movimento del capo che inclina in avanti mostrando il profilo. Anche qui non c’è contatto tra il nostro sguardo e quello della ragazza, tutto rivolto in sè, in un’atmosfera intima e privata. Il busto ed il disegno del profilo si svolgono lungo l’arco diagonale del campo quadrato realizzando la dinamica dello scatto: il nostro sguardo scorre rapido lungo il corpo di Francesca ed indugia, come rapito, dallo splendido sorriso, unico punto di vero bianco nella calda tessitura cromatica generale e vero cuore emozionale dello scatto insieme allo sguardo sorridente.
Il ritratto di tre quarti: alla compostezza del ritratto di profilo, la posa di tre quarti sostituisce una dinamica tutta a favore di un maggior coinvolgimento da parte dell’osservatore. La figura è colta con il corpo a 45° con il viso maggiormente rivolto verso l’obiettivo. Si crea un equilibrio di forti tensioni: è come se il soggetto stesse per compiere quel movimento che lo porterà ad invadere lo spazio dell’osservatore e quindi a stabilire con questo un rapporto più diretto. Alla dissociazione tipica del ritratto di profilo, qui si stabilisce una più diretta comunicazione anche e soprattutto emozionale tra noi ed il soggetto. Fondamentale è il ruolo assunto dallo sguardo del soggetto nello stabilire una maggiore o minore partecipazione emotiva da parte dell’osservatore.
In “Simply Nonno” di BuZz (fig. 24) se le spalle indicano una posizione del busto molto angolata rispetto al piano dell’inquadratura, il viso compie una rotazione a favore di obiettivo e ci regala un generoso ‘tre quarti’. Si stabilisce un legame diretto con quello sguardo che ci coinvolge, capace di un’espressione in bilico tra uno stupore quasi infantile ed un sospiro disincantato. L’inquadratura sbilancia la composizione sulla destra e crea lo spazio necessario ad accogliere il respiro delle bianche volute di fumo che paiono come emozioni che il vento porta via con sè. Se nello scatto di BuZz lo sguardo diretto è lo strumento di un coinvolgimento da parte dell’osservatore, nella splendida “Carezze” di Gianluca Di Vito, nickname: Nasht, (fig. 25) il ‘tre quarti’ si fa complice di un’atmosfera intima e di fortissima suggestione evocativa. Lo sguardo è basso, ed il ritratto sembra “farsi” in quell’invisibile flusso di emozioni che lega il sorriso degli occhi alla carezza delle mani sul pancione ...e queste direttamente al cuore. La composizione sbilancia la figura di lato per fare spazio a quella luce che filtra attraverso la tenda e che letteralmente inonda il fotogramma, dando sostanza al carattere umano e sacrale insieme di questa atmosfera.
Lo sguardo potrà essere rivolto in camera a suggerire una maggiore consapevolezza della posa e a stabilire un rapporto diretto con il fotografo e quindi l’osservatore, o fuori campo (verso il basso o verso un lontano punto di interesse) a dare la sensazione di cogliere il soggetto in un istante intimo e privato. E’ soprattutto in quest’ultimo caso che il ritratto si tinge di una sfumatura di forte suggestione evocativa, nel cogliere il soggetto come fosse immerso in un mondo a se stante e personale.
Il ritratto frontale: la figura è ripresa frontalmente con la linea delle spalle parallela al piano dell’inquadratura ed il viso che mostra tutta la sua ampiezza. E’ il tipo di posa che se non saputa gestire, blocca il soggetto e lo rende statico come in una foto tessera, ma spesso le inclinazioni reciproche della testa e della linea delle spalle o un’espressione particolarmente caratterizzante possono affrancare il ritratto dalla mancanza di vibrazione e dinamicità.
Spesso la frontalità della posa nel suo presentare il soggetto con disarmata sincerità è funzionale al racconto del ritratto. Così è in “b/n” di Quentin (fig. 26), un ‘primo piano’ che sa di “vita”, come storia personale tutta da raccontare. C’è un desiderio, una voglia di raccontarsi nella franchezza del volto, nella disarmante verità di un’umanità concreta che non ha altri strumenti che se stessa. Ecco perchè la composizione ricorre ad un’inquadratura frontale che è capace di trasmetterci tutta la schiettezza di questo volto segnato dal tempo. Piacevole lo sbilanciamento del soggetto a creare uno spazio vuoto sulla sinistra che dà spessore e profondità alla scena e che addensandosi, come uno spazio ideale, alle spalle dell’anziano signore, improvvisamente si popola dei personaggi e delle storie di una vita. Frontale è la posa della modella nel sensuale ‘piano medio’ “Ritratto di Giorgia” di Gino Quattrocchi (fig. 27). Vincente è la struttura compositiva con la flessuosa spirale barocca del movimento del corpo che rievoca le sinuosità concavo convesse di una colonna tortile. Il busto sbilancia da un lato e spinge inclinando la linea delle spalle a bilanciare il viso che recupera l’asse centrale del fotogramma. Dal margine inferiore del fotogramma, questo movimento ha il guizzo di un lampo che culmina nell’exploit dei capelli ed in quello sguardo impenetrabile e seducentemente severo, volutamente fermo sulla soglia di un sorriso di là da venire. A questa dinamica flessuosa, unitamente all’intensità di quello sguardo consapevole e diretto, dobbiamo il forte potere di seduzione elegante e raffinato di questo scatto. |
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