photo4u.it
Menù
Home Home
Forum Forum
Fotografie Fotografie
Le tue Preferite Le tue Preferite
Foto della settimana Foto della Settimana
Foto in Vetrina Foto in Vetrina
i Contest di photo4u.it Contest 4u
Top 100 autori Top 100 autori
Grandi Memo Grandi Memo
Articoli Articoli
Interviste Interviste
Le recensioni degli utenti Recensioni
Tutorial Tutorial
Eventi Eventi
Libri Libri
Mercatino usato fotografico Mercatino usato
Segnalazione concorsi Concorsi
Donazioni Donazioni
utileFutile utileFutile
Lo staff di photo4u.it Lo staff
Contatti Contatti
Iscriviti alla newsletter
SPENDIARY
IL GESTORE SPESE DI GRUPPO
photo4u.it -> Tutorial
Oggetto: Rispondi con citazione
Autore: hamham :: Inviato: Ven 18 Lug, 2008 5:28 pm
La composizione: è fondamentale!!! Bisogna pensare, valutare, vedere, spostarsi a dx, a sx, in alto, in basso, avanti, indietro, prendere tempo, tanto da lì non si muove! Occhio agli elementi di disturbo, persone (via le dita dal naso!), oggetti, linee cadenti o storte, prospettive. Si ha a che fare di solito con geometrie ben definite, linee parallele e perpendicolari, rispettiamole. E’ molto meglio fare subito la foto per bene, piuttosto che sistemarla poi in postproduzione.
Ovviamente non tutto ciò che è dritto deve rimanerlo per forza, ma se si decide di inclinare un’inquadratura, deve essere evidente l’intenzionalità (“giusta” o “sbagliata” che sia); a nessuno deve venire il dubbio che la foto sia venuta storta e on che sia stata fatta storta!

Per spiegare meglio il concetto di composizione, facciamo ancora riferimento ad un preciso tutorial scritto da Edgar, sul ''La perfezione formale nella fotografia''

    ..[..].. La domanda in effetti è lecità: quanto conta la perfezione formale in una fotografia? E’ essenziale?

    Naturalmente NON esiste una risposta definitiva e univoca, ma è necessario capire, di ogni genere fotografico, la propria intinseca estetica e di quali caratteristiche essa vive. Solo così potremo davvero valutare correttamente quale sarà l’impatto sul risultato finale di ogni parametro tecnico, e saremo anche in grado di giudicare le immagini di altri fotografi, basandoci su criteri motivati.

    Quindi quando osserviamo uno scatto, dobbiamo innanzitutto cercare di capire a quale genere appartiene. I generi sono ovviamente tanti, per non dire infiniti e quindi non possiamo pretendere di conoscerli tutti. Ma questo non è necessario, basta avere coscienza a grandi linee del tipo di fotografia a cui ci troviamo davanti e soprattutto andare subito a cercare di chiarire l’estetica che fa vivere quel tipo di foto. Poi qualcuno lo chiamerà minimalismo, qualcun altro astrattismo concettuale, ma poco importa.
    Il metodo migliore per identificare il criterio estetico chiave per un certo genere fotografico è capire di che cosa vive.
    Per chiarire meglio farò qualche esempio.

    Di che cosa vive la fotografia architettonica: ovviamente di linee, di superfici, di riflessi e ombre sulle facciate degli edifici stessi, di colori e di contrasti tra gli edifici e il cielo. Se questo è vero, allora automaticamente sarà anche facile risalire alle caratteristiche estetiche irrinunciabili che la fotografia a architettonica dovrà avere: gestione perfetta delle linee ( a meno che si voglia VOLUTAMENTE creare prospettive e punti di vista particolari, ma siamo alla gestione dell’eccezione), messa a fuoco eccellente, colore saturo e, dove sia presente il cielo, un adeguato contrasto, per far “staccare” gli edifici dal cielo stesso.
    Potrei continuare, ma credo sia chiaro il concetto. In questo caso la perfezione formale è sicuramente essenziale. Poi potremo salvare tutte le eccezioni “creative” che volete, ma esse devono essere DAVVERO giustificate e non semplicemente essere causate dal fatto che il fotografo non conosce la regola di evitare le linee cadenti negli edifici.

    Di che cosa vive la macrofotografia: di piccoli dettagli che sfuggono all’osservazione dei più e che il fotografo attento porta all’attenzione del pubblico. E’ ovvio allora che tali piccoli dettagli che “SONO” la fotografia, dovranno essere perfetti e dettagliati e “stupire” e colpire per la loro forma e colore e illuminazione. E la nitidezza dovrà essere “spietata”. Anche in questo caso la perfezione formale è irrinunciabile.

    Di che cosa vive la fotografia di paesaggio: di inquadratura, di contrasti di luce, di colori. E allora la perfezione di una inquadratura, la correttezza dell’esposizione e la capacità di attendere il momento in cui i colori sono i più espressivi, in cui la luce colpisce “quel” particolare dettaglio, con “quel” particolare colore, saranno tutti parametri essenziali e funzionali a un panorama impeccabile e con la marcia in più.

    Di che cosa vive il reportage: di attimi colti e “rubati” di atteggiamenti, di situazioni, di accostamenti drammatici o ironici, ma comunque diversi dal solito, di realtà anche brutale come i reportage di guerra. In una parola conta l’ ”attimo”. Qui allora la perfezione formale NON è essenziale. NON cestineremo certo le foto di Capa dello sbarco in Normandia, perchè sono “Slightly out of focus” leggermente fuori fuoco, come commentò all’epoca un redattore di Life!!!
    Il che non significa che se c’è perfezione formale essa fa schifo e la buttiamo, diciamo solo che non è essenziale, perchè non è quella che conferisce alla foto la sua significatività, la sua ragione d’essere.
    Mentre invece nei casi precedenti la perfezione formale FA l’immagine e ne costituisce l’essenza stessa.

    Per quanto riguarda invece il concetto delle linee cadenti, quando inquadri un edificio e questo non sta tutto nell'inquadratura, se inclini la macchina verso l'alto, nel tentativo di non tagliare la parte alta, causi una convergenza verso l'alto delle linee laterali dell'edificio stesso.

    Questo è dovuto ad un fenomeno geometrico, causato dalla prospettiva ripresa dal basso. Tale mancanza di parallelismo dei lati di un edificio, è "corretto" dal punto di vista geometrico, ed è lo stesso tipo di deformazione che vediamo anche con gli occhi quando guardiamo la sommità di un edificio dal basso. Però il cervello, grazie ad una serie di meccanismi psicologici di compensazione, non "vede" dal vivo l'immagine con le linee convergenti, ma appunto le compensa e ci dà la sensazione di vederle dritte.

    Sulla foto invece, che ovviamente registra fedelmente ciò che "vede" l'obiettivo, le linee sono rappresentate come convergenti.

    Questo fatto, chiamato in gergo fotografico "linee cadenti", è considerato nella fotografia architettonica un errore base d'inquadratura.
    In effetti i fotografi specializzati in architettura utilizzano obiettivi specializzati detti "decentrabili" o "shift" , che permettono, tramite una funzione di decentramento, di rendere le linee perfettamente parallele.
    Essi ottengono lo stesso effetto delle macchine cosiddette "a banco ottico", cioè quelle con soffietto e vetro smerigliato di messa a fuoco. [@EDgar]


    [Per rendere più chiaro il concetto, alleghiamo una immagine chiara del concetto appena espresso, immagine dell'utente ninja77, con subito a lato la correzione, seppure non precisissima, delle linee cadenti..]

Vai a Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6, 7

Tutti i contenuti presenti sul sito sono di proprieta' esclusiva degli autori, sono vietate la riproduzione e la distribuzione degli stessi senza previa esplicita autorizzazione.


© 2003, 2013 photo4u.it - contatti - based on phpBB - Andrea Giorgi