Oltre l'attrezzatura
Dopo questa rapida carrellata sulle apparecchiature più indicate e/o necessarie, passiamo ad analizzare quali possono essere invece i fattori più importanti da considerare e da tenere sotto controllo prima e durante lo scatto di una foto architettonica.
Bisogna fare attenzione a:
La luce: fotografare significa scrivere con la luce, quindi è piuttosto ovvio che una buona luce possa fare la differenza tra una buona foto e una meno buona. Dato che le opere architettoniche di solito sono fisse e in posizioni determinate, è facile poter valutare e prevedere il momento della giornata, o dell’anno, con la miglior luce.
In generale, una luce troppo dura (ore centrali di una giornata assolata d’estate) darà forti contrasti e una scarsa tridimensionalità, mentre una luce troppo morbida (cielo grigio e poco luminoso) darà poche ombre e scarso rilievo e vitalità alla scena inquadrata.
Spesso e volentieri l’architettura stessa è stata pensata in base alla luce e all’orientamento; a volte si possono sfruttare a proprio vantaggio le ombre dei palazzi vicini per creare interessanti chiari scuri.
Nelle foto di interni occhio al mescolarsi della luce ambiente con quella artificiale.
Mai sottovalutare una giornata di brutto tempo (pioggia, neve, temporali, etc.)
L’Esposizione: prendersi tutto il tempo per valutarla come si deve, l’ho già detto vero che tanto da lì non si muove?
Con l’avvento del digitale è diventato sempre più importante non bruciare le alte luci, perché non le si possono più recuperare, e la “regola” di esporre a sinistra, cioè far sì che l’istogramma sia il più vicino possibile al bordo sinistro (verso le alte luci). Il tutto per uno squisito motivo tecnologico la cui spiegazione esula da questo contesto (STFG
).
Se poi vogliamo proprio metterci in una botte di ferro, potremmo metterci un po’ di tecnica zonale per valutare le luci, le ombre e i grigi, ma tutte queste sono regole generali per l’esposizione e non specifiche per la F. di A.
Per evitare errori di questo tipo, si possono utilizzare alcune tecniche differenti. Le due più diffuse e comuni sono la doppia esposizione e il bracketing.