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La prospettiva : PDC, DX, FF, ritratti e pupazzi
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Autore Messaggio
M.A.A. STUDIO
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Iscritto: 24 Lug 2005
Messaggi: 2066
Località: Bagnara Calabra (RC)

MessaggioInviato: Lun 20 Mar, 2006 3:10 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Interessante ed esaustivo, complimenti! Ok!
Merita un memo Wink
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massimiliano ingrosso
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Iscritto: 05 Feb 2004
Messaggi: 15267
Località: da Brindisi a Torino

MessaggioInviato: Lun 20 Mar, 2006 5:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sisi concordo memo!!!

Wink

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ocio
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Iscritto: 14 Ott 2004
Messaggi: 13845
Località: Vercelli

MessaggioInviato: Mar 21 Mar, 2006 7:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Teleobiettivi, schiacciamenti e l'alchimia della bella foto.

Tornando all'esempio del viale alberato, con la nostra percezione conica ci sembra di vedere le file di alberi a destra e sinistra convergere in un punto infinito. Prendendo un teleobiettivo avremo la possibilità di ingrandire e 'vedere meglio' questo punto infinito.
Probabilmente il teleobiettivo ci permetterà di vedere un po' più in la quell'apparente punto infinito, ma sarà solo uno spostamento ulteriore in profondità.
Il teleobittivo non cambierà la nostra percezione, quindi in distanza succede che i piani cominciano a sovrapporsi sempre più rapidamente.
Più un lungo tele ci porterà a guardare il convergere degli alberi e più questi saranno fitti e vicini, fino a quando anche il teleobiettivo non riuscirà più a distinguerli.
In questa situazione si intuisce l'illusione del tipico schiacciamento dei piani con i teleobiettivi.
Più i teleobiettivi sono potenti e più stretto è l'angolo di campo. Più stretto è l'angolo e più l'immagine converge su quell'ipotetico punto infinito dove ormai gli alberi del nostro viale si appiccicano, non si distinguono più come distanziati tra loro, non si capisce più cosa c'è dietro quel punto infinito.
E' la visione a crearci questo tipo di illusione.
Quando utiliziamo i teleobiettivi su brevi distanza, le cose migliorano sotto quest'aspetto. Il senso di schiacciamento è notevolmente ridimensionato e subentra invece il discorso della PDC che sarà molto ridotta (sempre in funzione del diaframma).
Il cerchio di confusione sarà tanto più grande quanto più aperto sarà il nostro diaframma. Con diaframmi molto chiusi e alle medie/brevi distanze, gli oggetti di sfondo tendono maggiormente a definirsi e conseguentemente essere meglio percepibili come piani più distanziati.
Riassumendo in breve, un teleobiettivo con messa a fuoco su infinito farà sembrare i piani schiacciati per via della visione conica e del piccolissimo angolo di campo che ingrandisce il punto di 'massima' convergenza dipendente dal nostro punto di visione. Con messa a fuoco su brevi distanze, la sensazione di schiacciamento è maggiormente influenzata dal circolo di confusione della PDC che rende gli oggetti grandi, emormi, tanto da sembrar vicini, ma scfocati.
Nulla che già non esista nella realtà, solo che non siamo abituati a vedere in modo parziale come con le ottiche.

Analogo ragionamento inverso avviene con le ottiche grandangolari. Siamo noi a non essere abituati a vedere in un certo modo.
Poniamoci difronte ad una finestra, chiudiamo un occhio e davanti all'altro poniamo vicinissimo un dito in verticale. Poniamolo proprio vicino, tanto da non riuscire a metterlo a fuoco. Immaginiamo che però sia a fuoco ed immaginiamo a questo punto un crop.
Immaginiamo un crop rettangolare che comprenda il dito e un po' di paesaggio fuori dalla finestra. Facciamo una fotografia mentale.
Il dito risulterà enorme su un paesaggio lontanissimo, piccolissimo. Lo stesso comportamento dei grandangolari, ma noi non siamo abituati a vedere così.
Più generalmente, siamo abituati a dare le giuste dimensioni alle cose che ci circondano in modo istintivo, indipendente dal punto di visione.
Se vediamo una barca in un lago, da sopra una collina, sarà piccolissima, ma istintivamente le diamo una certa dimensione di alcuni metri.
Rivedendo poi la stessa barca di 'persona', non la considereremo enorme solo perchè la stiamo osservando da vicino, ci sembrerà la stessa barca ma con il lago dietro... invece con gli obiettivi, con le macchine fotografiche che ritagliano delle porzioni di spazio, le cose sembrano completamente diverse.

Questa è l'alchimia della fotografia nonchè l'arte di questa disciplina.
Saper ritagliare porzioni di spazio, di realtà e fargli assumere una valenza che prima non sembrava esserci.
Provate a farci caso, quand'è che ci emoziona una foto? Quando la riconosciamo come un ritaglio della vita reale, mai visto prima. Quando nella nostra testa, nel giro di qualche istante, avviene una trasformazione, una sorta di sublimazione che estrapola ciò che stiamo osservando e lo proietta in un contesto ricco di emozioni, esperienze, sentimenti frutto della nostra esperienza, del nostro bagaglio.
Per fare una similitudine, pensiamo alle barzellette, alle battute comiche. Ci fanno tanto più ridere, quanto più è ampia l'attesa del finale, la distanza tra la comprensione del normale e del potenziale equivoco, dello stupore che creerà in noi la battuta che dovremo riconoscere come vera o parzialmenta vera, ma vista in modo diverso. Ci fa ridere il finale a sorpresa.

Analogamente nelle immagini ci affascina una porzione di reale che non ci aspettavamo di vedere in quel modo. Avviene una sorta di 'riconoscimento' di un pezzo del reale, di elementi reali. Più l'immagine rappresenta un qualcosa che non avevamo ancora visto in quel modo, più ci meraviglia, ci incanta.
Quando una foto invece ci sembra banale? Quando rappresenta una cosuetudine, un qualcosa di abituale, un oggetto comune, visto e rivisto in quel modo, riconosciuto come normale nel nostro 'mondo' di vedere, un po' come una battuta scontata che non ci fa ridere perchè ce l'aspettavamo proprio così.

La bella fotografia è quindi un piccolo ritaglio di vita che in pochi istanti riconosciamo come rappresentante di un mondo che sta tanto fuori quanto dentro di noi, coinvolgendoci nei sentimenti.

... ora però è meglio che io la finisca qui perchè finirei per affrontare un nuovo, estenuante argomento...
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it1foggy
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Iscritto: 08 Ott 2005
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MessaggioInviato: Sab 06 Mgg, 2006 6:19 pm    Oggetto: Re: La prospettiva : PDC, DX, FF, ritratti e pupazzi Rispondi con citazione

Profondità Di Campo (PDC)

Un eventuale 18mm montato su DX ci darà un equivalenza angolare di un 28mm, ma con la profondità di campo tipica del 18mm. Non credo dispiacerà più di tanto a qualcuno.

Siete sicuri di questo ? secondo me non è così...
Mandrillo
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FG
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Iscritto: 30 Ott 2005
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MessaggioInviato: Dom 07 Mgg, 2006 11:07 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Vai sicuro, è per questo che le compattine anche con aperture di 2.8 riesci ad avere una profodità di campo molto estesa... in genere hanno obiettivi intorno ai 7mm...
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Konica Minolta dynax 7D + Tamron 17-50/2.8 + Minolta 28/2.0 RS - 50/1.4 RS - 100/2 - 100/2.8 Macro D - 100-300 APO + Sigma EF500 DG Super
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it1foggy
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Messaggi: 57
Località: forlì

MessaggioInviato: Lun 08 Mgg, 2006 8:03 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Si la logica è corretta ..però secondo me sul campo c'è differenza. E sinceramente non riesco a spiegarmela. Ho un 12 mm e montato sulla F100 a f22 mi da un aprofondità di campo enorme , mentre sulla D2x non mi da la stessa profondità , ovviamente sempre a f22. Qualcuno sa dirmi perchè ? Oppure se è una mia percezione ditemelo!
Mah
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FG
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Iscritto: 30 Ott 2005
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Località: Tra FI e AR

MessaggioInviato: Lun 08 Mgg, 2006 10:57 am    Oggetto: Rispondi con citazione

E' chiaro che il fattore di moltiplicazione ha la sua rilevanza,

metti che in ff hai una profondità di campo di 10m su una inquadratura di 12m, con una aps diciamo che hai una inquadratura di 9m quindi la sensazione è di una maggiore profondità di campo...

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Roberto Carta
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Iscritto: 20 Gen 2006
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MessaggioInviato: Lun 08 Mgg, 2006 11:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Francesco Catalano ha scritto:
interessantissimo questo lavoro e proporrei un MEMO Ok! Ok!

ma un dubbio non mi è stato risolto

CHE FINE FA LO SCHIACCIAMENTO DEI PIANI DELLE FOCALI LUNGHE

nital school ha scritto:
Uno degli aspetti caratteristici di un teleobiettivo, è l'apparente riduzione della distanza di soggetti posti su piani diversi (compresi nella stessa inquadratura) in modo inverso a quanto avviene con i grandangolari.
In questo caso, gli elementi che si trovano a distanze differenti appaiono molto più vicini tra loro di quanto non siano in realtà e, con i tele più potenti, il fenomeno è ancor più rilevante: i soggetti sembrano addirittura "schiacciarsi" l'uno contro l'altro, e l'unico modo di conferire un minimo di profondità la scena è di selezionare accuratamente il piano di messa a fuoco.



Potresti chiarire meglio cosa non ti torna?

Wink
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Roberto Carta
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Iscritto: 20 Gen 2006
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MessaggioInviato: Lun 08 Mgg, 2006 11:13 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Doppio... Rolling Eyes


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Roberto Carta
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Iscritto: 20 Gen 2006
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MessaggioInviato: Lun 08 Mgg, 2006 11:25 am    Oggetto: Re: La prospettiva : PDC, DX, FF, ritratti e pupazzi Rispondi con citazione

it1foggy ha scritto:
Profondità Di Campo (PDC)

Un eventuale 18mm montato su DX ci darà un equivalenza angolare di un 28mm, ma con la profondità di campo tipica del 18mm. Non credo dispiacerà più di tanto a qualcuno.

Siete sicuri di questo ? secondo me non è così...
Mandrillo



A parità di distanza di ripresa la PDC è identica quale che sia il formato del supporto sensibile, a parità di campo inquadrato, la PDC aumenta sui formati piccoli, ma la cosa non dipende dall'ottica dipende dal fatto che con il formato più piccolo ti devi allontanare per ottenere la medesima inquadratura ed aumentando la distanza aumenta la PDC.


Smile
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FAUSTO
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MessaggioInviato: Dom 18 Giu, 2006 12:44 pm    Oggetto: Re: La prospettiva : PDC, DX, FF, ritratti e pupazzi Rispondi con citazione

Roberto Carta ha scritto:
it1foggy ha scritto:
Profondità Di Campo (PDC)

Un eventuale 18mm montato su DX ci darà un equivalenza angolare di un 28mm, ma con la profondità di campo tipica del 18mm. Non credo dispiacerà più di tanto a qualcuno.

Siete sicuri di questo ? secondo me non è così...
Mandrillo



A parità di distanza di ripresa la PDC è identica quale che sia il formato del supporto sensibile, a parità di campo inquadrato, la PDC aumenta sui formati piccoli, ma la cosa non dipende dall'ottica dipende dal fatto che con il formato più piccolo ti devi allontanare per ottenere la medesima inquadratura ed aumentando la distanza aumenta la PDC.


Smile


In conclusione: considerando un 50 f1.4 montato su un APS-c, a parità di distanza dal soggetto, la PDC è maggiore, minore o uguale allo stesso obiettivo montato su una FF?

Grazie.

Fausto

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PietroF
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MessaggioInviato: Dom 18 Giu, 2006 12:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Uguale.... la pdc è influenzata dalla distanza dal soggetto a fuoco, dalla lunghezza focale (effettiva, NON equivalente), e dall'apertura del diaframma. Il formato del sensore o della pellicola non può influire fisicamente in alcun modo.

Diverso il discorso se si parla di focale equivalente.

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Granato
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 3:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

bel 3d....

avevo aperto di recente una discussione su questo tema in tecnica fotografica...

ma ora ho le idee molto chiare..... Wink


l'unica cosa che volevo approfondire è il circolo di confusione.....

ho capito che il circolo di confusione è tutto ciò che è venuto sfocato al di fuori della pdc, ma perchè si parla di circolo e diametro??

come è messo questo circolo?? non riesco ad immaginarlo...
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Roberto Carta
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Iscritto: 20 Gen 2006
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 4:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Hai presente come escono i raggi luminosi dalla lente? i raggi provenienti da punti diversi dell'ottica convergono in un punto ricreando il punto che li ha generati, questa convergenza crea un cono di raggi che può essere sezionato a diverse altezze, prima o dopo il punto di convergenza (dopo il punto di convergenza il cono si riforma al contario) se il piano che intercetta il cono (la pellicola o sensore, insomma il piano focale) coincide esattamente con il punto di convergenza avrai un punto con la dimensione minima possibile e pertanto avrai la migliore messa a fuoco possibile, se invece il piano è spostato, la proiezione del cono sul piano focale sarà un circolo tanto più grande quanto più ti allontani dal piano focale, questo in pratica è il circolo di confusione, il fatto che il nostro occhio percepisca come puntiformi anche circoli abbastanza piccoli ci consente di vedere a fuoco anche quello che non lo è realmente, creando quella che viene definita PDC, per lo stesso motivo risulta facilmente comprensibile perchè chiudendo il diaframma la PDC aumenti, in quanto i coni che si creano sono più stretti e consento di essere "tagliati" a distanze maggiori dal piano focale ... Wink



Spero di essere stato chiaro, purtroppo la capacità sintesi non è una mia dote ... Rolling Eyes
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Granato
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Iscritto: 15 Giu 2006
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 9:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Roberto Carta ha scritto:
Hai presente come escono i raggi luminosi dalla lente? i raggi provenienti da punti diversi dell'ottica convergono in un punto ricreando il punto che li ha generati, questa convergenza crea un cono di raggi che può essere sezionato a diverse altezze, prima o dopo il punto di convergenza (dopo il punto di convergenza il cono si riforma al contario) se il piano che intercetta il cono (la pellicola o sensore, insomma il piano focale) coincide esattamente con il punto di convergenza avrai un punto con la dimensione minima possibile e pertanto avrai la migliore messa a fuoco possibile, se invece il piano è spostato, la proiezione del cono sul piano focale sarà un circolo tanto più grande quanto più ti allontani dal piano focale, questo in pratica è il circolo di confusione, il fatto che il nostro occhio percepisca come puntiformi anche circoli abbastanza piccoli ci consente di vedere a fuoco anche quello che non lo è realmente, creando quella che viene definita PDC, per lo stesso motivo risulta facilmente comprensibile perchè chiudendo il diaframma la PDC aumenti, in quanto i coni che si creano sono più stretti e consento di essere "tagliati" a distanze maggiori dal piano focale ... Wink



Spero di essere stato chiaro, purtroppo la capacità sintesi non è una mia dote ... Rolling Eyes



oddio.... Very Happy ho capito un pò, ma non ho capito dove si trovano i due apici dei due coni......ovvero come sono posizionati nello spazio di preciso.... Triste
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Granato
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 11:31 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

e poi ho trovato questa cosa Surprised

"Un luogo comune da sfatare è che la profondità di campo si estenda per due terzi dietro il piano di messa a fuoco e per un terzo davanti ad esso. In realtà questo non avviene quasi mai: se la distanza di ripresa è piccola, la profondità di campo tende ad essere simmetrica rispetto al piano di messa a fuoco, mentre se la distanza di ripresa è grande, essa si estende dietro il soggetto per ben più di due terzi."
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marklevi
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 11:43 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

metto alcune immagini...

comparazione sfocato, 5d con 50 (50 eq) e 20d con 35 (50 eq) entrambi a f/1.4
notare l'enorme vantaggio della prima combinazione:




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marklevi
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Iscritto: 12 Apr 2005
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 11:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

stessa inquadratura, diversa prospettiva: 35 e 100 su 5d:




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Granato
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 11:51 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

marklevi, da ora in poi ti chiamerò orsacchio Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
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marklevi
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MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2007 11:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ed io tettona Very Happy
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