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Dialogo

 
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Autore Messaggio
Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Lun 11 Mgg, 2020 11:57 pm    Oggetto: Dialogo Rispondi con citazione

Carlo
Guarda questa foto di questa famosa fotografa. Ecco, certe volte, soprattutto di fronte a certe cose di dubbio gusto e scarsa tecnica come questa, mi chiedo sulla base di quali criteri un fotografo venga definito grande o storicamente rilevante. Non saranno per caso i galleristi e i critici a decidere arbitrariamente di gonfiare in modo del tutto artificiale il lavoro di questo o quello, al solo scopo di promuovere e sostenere il commercio delle loro opere e farci così un sacco di soldi? Dai, dì la verità: se, per esempio, questa foto (che personalmente fatico a chiamare foto) tu l’avessi vista qui, pubblicata da qualcuno di noi, come l’ avresti commentata?

Giacomo
Se l’avessi vista pubblicata qui, penso che mi sarebbe stato più difficile darti una risposta utile. Quindi, parliamo proprio di questa foto così come me la mostri. Dunque, prima di commentarla vorrei sapere quando è stata scattata per capire cosa facevano i fotografi suoi contemporanei in quel periodo. Cercherei di capire se si stava dedicando alle medesime tematiche degli altri allo stesso modo o in maniera diversa e personale. Oppure se si stava dedicando a qualcosa di nuovo, ad una visione diversa della fotografia, anticipatrice nel merito e nel metodo. Perché una foto non è qualcosa di astratto, di a sé stante, ma viene da qualcuno che l'ha fatta e che ha un pensiero, ha un’idea, uno stile; che vive o è vissuto in un determinato posto e in una certa epoca e da tutto questo è o è stato influenzato. È alla luce di questo che occorre guardare per potersi esprimere. Quanto al mercato, al denaro, non essere ingenuo: l'arte ha sempre avuto un prezzo, è sempre stata ceduta in cambio di soldi e più l‘artista era bravo e più il committente era disposto a sborsare.

Carlo
Ma, così tu non giudichi la foto: giudichi il fotografo! Non mi dici se la foto ti piace o no e per quale motivo. Prima vai a vedere di chi è e poi ti esprimi. Ma una foto non dovrebbe, invece, essere bella o brutta a prescindere dal fatto che il fotografo sia Tizio o Caio, che sia famoso o sconosciuto? Se uno scatto è orribile, non è orribile a prescindere da chi lo ha scattato? Mi pare che tu non ti voglia esporre …

Giacomo
No, non è che non mi voglia esporre e poi bello o brutto sono concetti scivolosi e inadeguati. Un fotografo, come un artista, va valutato alla luce della storia. Più che bello o brutto, egli potrà essere considerato importante o meno importante. E questo sulla base non già di un canone estetico vigente, ma dell’ insieme dei giudizi che la comunità artistica, nella quale rientrano musei, gallerie, critici, pubblico, ecc. avrà dato della sua opera nel tempo. Sarà considerato importante alla luce di quanto sarà stato geniale, anticipatore, visionario, capace di mostrare ciò che ancora ai più non era visibile e magari essere stato capace di generare nuovi canoni che prima non esistevano e che tu, ora, oggi, magari ritieni fondamentali e ti ci basi per giudicare l‘opera di un altro che viene dopo lui e che non sai se a sua volta sta anticipando qualcosa che domani sarà magari un nuovo canone (e che qualcuno come te pretenderà di usare come base di giudizio ecc. ecc. …).

Carlo
Evidentemente, io e te usiamo metri diversi. Io giudico un opera per il suo valore e non per il suo autore. Tu fai l’ opposto. Io cerco di pensare con la mia testa, senza farmi influenzare dalla baronia dell’arte e della critica (quella che pretende di dirmi cosa è bello e cosa non lo è). Io credo che se seguiamo le loro direttive, cioè quelle di quelli che la sanno lunga (secondo loro) l'unica cosa che otteniamo è atrofizzare il nostro gusto personale, la nostra capacità di giudicare indipendentemente, correndo dritti verso l’omologazione. Mondrian fu sicuramente geniale, ma io continuo a preferire Caravaggio o quel matto di Van Gogh, così come preferisco lo stile liberty al quello razionalista. Gusti, opinioni.

Giacomo
Valore, dici? Gusti, opinioni? L’ opinione personale, intesa come immagini che essa sia, non esiste e nemmeno tu ce l’hai. Pensare con la propria testa come immagini di riuscire ad essere capace di fare non è possibile e nemmeno tu lo fai. Fare l’ una e l‘altra cosa scevri di ogni condizionamento è un’ ingenua illusione. È facile rendersene conto. Perdonami il brutale esempio: noi non uccidiamo il prossimo perché ci è stato insegnato, nella famiglia e nella società, che ciò è sbagliato sempre e comunque, non perché non uccidere sia un valore assoluto (per gli Ebrei questo comandamento compare nelle tavole della legge che Dio dà a Mosè sul Monte Sinai e Mosè non è certo il primo uomo comparso sulla terra; quindi, prima?) Qualsiasi nostro pensiero facciamo che riguardi un vicenda di uccisione non potrà mai prescindere da questo e per questo motivo l’ “opinione personale”, quella “pensata con la propria testa” sarà sempre condizionata dal fatto che abbiamo imparato che non si uccide. Ma se anziché oggi fossimo vissuti in altre epoche, in altri luoghi, in altre società (prima di Mosè?) avremmo potuto avere in merito un diverso atteggiamento a causa di un diverso insegnamento.

Ritornando a noi, la storia ha una importanza fondamentale per inquadrare e comprendere le cose. È fatta di date, di fatti intorno ai quali si è consolidata una certa interpretazione comune e maggioritaria. Date e fatti sgombrano il campo da tante opinioni personali (mi riferisco a quelle nate nell’ ignoranza di date e di fatti) e, allo stesso tempo, sono la base da cui si può cominciare a formarsi davvero una opinione personale. Che dell‘arte ci sia sempre stato un mercato e che questo mercato sia sempre stato importante per l’arte è un fatto e non un’ opinione. Che la comunità artistica, fatta di musei, gallerie, critici, pubblico, ecc. giudichi nel tempo e nella storia il valore di un fotografo e che la prova del tempo e della storia faccia pian piano pulizia dell‘inutile, del marginale e dei furbi è un fatto e non un’opinione. Sono il tempo e la storia a dare torto o ragione. Sono il tempo e la storia a riconoscere il valore. Tu, solo nei tuoi pensieri, racchiuso in questo prigioniero modo di immaginare cosa vale e cosa no, non puoi riuscire ad avere contezza reale del valore.

Alla luce di questo, per tornare alla foto di cui mi hai chiesto, è un fatto che prima di allora, prima di questa fotografa queste foto non si facessero; che fossero impensabili. E (cosa fondamentale per determinare il valore) è un fatto che questo modo di fare fotografia non finì con lei, ma che altri dopo di lei nel decennio successivo si espressero con lo stesso modo, coltivarono le stesse tematiche, facendo di lei un precursore e delle sue fotografie, viste oggi per noi e viste allora per chi lo capì, un qualcosa dal valore profetico.

Carlo
Uhm … come si dice dalle mie parti: troppo sale guasta il piatto. In altre parole: troppa filosofia. Per me, se una foto è brutta è brutta e non vedo proprio come possa avere un valore. Tanto più quando si tratta di scatti che chiunque potrebbe fare, dato che non richiedono chissà quali doti da fotografo …

Giacomo
Come ti ho detto, bello e brutto sono concetti scivolosi e inadeguati. Le fotografie come ogni altra forma espressiva usano un linguaggio che possiamo definire come l’insieme delle scelte formali attraverso le quali si costruisce l’ immagine. Lo scopo di un’immagine è comunicare un contenuto, un messaggio. Se voglio manifestare la mia rabbia posso farlo urlando improperi. Secondo la nostra concezione della convivenza sociale, urlare non è “bello”. Tuttavia, non v’è dubbio che sia funzionale ad esprimere la rabbia. Non è l’unico modo, non è l’unica scelta di linguaggio possibile, ma è certo una scelta valida. Che facciamo: diciamo che urlare non ha valore perché non è “bello”? Non esistono foto il cui linguaggio sia bello o brutto e che questo sia legato a vale o non vale come tu sostanzialmente suggerisci. Esiste ciò che è funzionale e raggiunge lo scopo e ciò che, invece, non lo è. Il valore si può iniziare a misurarlo da qui, anche se poi ci sono tanti altri aspetti che concorrono a determinarlo, oltre alla scelta di un linguaggio espressivo funzionale, coerente con lo scopo, che non possono certo essere ignorati.

Quanto al fatto che certi scatti li possa fare chiunque perché non richiedono chissà quali doti fotografiche, mi viene in mente un libro sull’arte moderna che si intitola “Lo potevo fare anch’io”. Ma, soprattutto, mi conferma che tu, come tanti, anteponi istintivamente il giudizio tecnico sul manufatto: se il manufatto appare tecnicamente semplice, banale, allora salta fuori che “lo potevo fare anch’io”, dimenticando completamente, però, il periodo, il contesto, il vissuto dell' autore e il valore di quella cosa che si chiama idea; che occorre avere e che fa tanto la differenza, perché sono tutti bravi a fare le cose dopo, mentre pensarle prima di altri non è da tutti.

Carlo
Mah … onestamente, devo dire che non mi hai convinto.

Giacomo
Be’ … onestamente, devo dire che non intendevo farlo.

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Sax
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MessaggioInviato: Mar 12 Mgg, 2020 9:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

in tutte le epoche l'èlite marchia le sorti di chi propone.
l'importante è proporre!

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MessaggioInviato: Gio 14 Mgg, 2020 12:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io sto con Giacomo... Very Happy
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Gio 14 Mgg, 2020 5:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Be’ ti piace vincere facile Cool

Un aspetto interessante della questione è sintetizzato nella frase: “tu non giudichi la foto: giudichi il fotografo!”. Nella dialettica che anima le discussioni nel/nei forum è difficile porre al centro questo aspetto, senza rischiare che vadano a finire, direttamente o per interposto modus fotografandi, in un giudizio sulla persona.

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AleZan
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MessaggioInviato: Lun 18 Mgg, 2020 1:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Vero. Bisognerebbe porre l'accento sul fatto che è "l'opera" ad essere "figlia del suo tempo", non solo il fotografo.
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Sax
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MessaggioInviato: Lun 18 Mgg, 2020 10:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

avete ragione nel sostenere che è l'opera che desta interesse, ma altrettanto interesse si deve vedere nel fotografo. se non c'è interesse nel uomo-fotografo non c'è futuro interesse per nessuno dei due.
con ciò penso sia giusto così. talento e basta, non basta!!!
un opera ammirata nei tempi nasconde ben più di quel che s'ammira!
oh, a modo mio la vedo così

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