L'usato che non ti aspetti

[nerofumo]

Molti anni fa, quando il bianco non appariva ancora tra i miei capelli, mi ritrovai a mettere un annuncio di vendita su di un giornale “Secondamano”. A quei tempi non esisteva internet e neppure gli smartphone, solo qualche fortunello si trascinava dietro dei mattoni di telefonia mobile che oggi chiameremmo citofonini. Esisteva l’inserzione gratuita o a pagamento con la descrizione dell’articolo e il numero di telefono di casa, con la solita raccomandazione, chiamare ore serali. Fu una sera infatti, verso le 21 che ricevetti una telefonata di qualcuno interessato al mio articolo in vendita. Si trattava di un obiettivo Tamron 17 mm f3,5 con adapter nikon, un qualcosa che se confrontato con gli obbiettivi moderni appare come un vero e proprio dinosauro. A quei tempi invece era considerato un bel vetro, alternativa economica ma non troppo agli originali nikon.
Dall’altra parte con un filo di voce qualcuno mi chiese il prezzo e senza batter ciglio mi pregò di vederci verso le 23 per l’acquisto dell’oggetto, una richiesta insolita, perché proprio la stessa sera ? Non si poteva fare domani ? Non volle darmi ulteriori spiegazioni, solo un indirizzo in centro, vicino un notissimo bar. Visto che mi si presentava l’occasione di monetizzare e dal momento che era pure una bella serata di primavera accettai e all’ora pattuita mi feci trovare sul luogo dell’appuntamento. Aspettai 20 minuti in più, tanto che pensai che qualcuno mi avesse giocato un tiro mancino ma mi sbagliavo, il traffico serale di una Torino luccicante lo aveva imbottigliato ma finalmente eccola li, una bella Fiat Ritmo verde night che iniziò a lampeggiarmi. Ci mise un po' a scendere dalla macchina ma ce la fece alla fine, si ce la fece a scendere ondulando e con una borsa appesa alla vita con tante lucine che lampeggiavano. Aveva un sorriso smagliante nel vedermi, ci salutammo cortesemente, si chiamava Sandro e dopo i soliti convenevoli ci sedemmo al tavolino del bar a bere qualcosa per meglio concludere l’affare. Mi sembrava tutto così strano, un uomo sulla quarantina che stava in piedi per miracolo in giro per la città a mezzanotte per acquistare un obbiettivo usato. Più mi guardava e più la sua felicità aumentava come quella di un bambino e quando gli misi sul tavolo quel pezzo da lui tanto desiderato a momenti gli scappavano le lacrime dalla gioia. Mai visto uno più contento. Non mi chiese neanche uno sconto, mi pagò e fece scivolare l’ottica nel suo borsello, accanto all’autoradio estraibile. Parlammo molto di me e poco di lui, non riuscii a trattenermi dal chiederglielo il perché di tanta fretta e lui, un attimo prima di lasciare quel bar mi disse che gli restavano solo pochi mesi di vita e che ogni giorno sarebbe stato guadagnato, ogni ora trovata. Mi resi conto di aver davanti a me un uomo al capolinea che aveva imparato a misurare il tempo in una maniera a me ignota, un unità di misura che dilatava, stirava le fibre temporali per condensare in pochi attimi una generosa manciata di anni, quell’uomo stava concentrando in pochi mesi tutta la vita che non gli era più concesso di vivere. …..Sai non mi serve poi tanto quest’obbiettivo, mi disse, ma siccome prima o poi avrei voluto comprarlo ho pensato che questo era il momento giusto anche se forse mi mancherà il tempo per usarlo. Mi salutò affettuosamente, avrebbe anche voluto pagare il conto, mi strinse entrambi le mani e mi abbracciò e così come era venuto se ne andò. Rimasi li, in piedi sotto il portico, con le mie 300mila lire in tasca e una vita davanti. Non vidi mai più Sandro ma questa storia mi tornò tanto spesso in mente finchè un giorno decisi di ricomprarmi quell’obbiettivo dalla bancarella di un polacco, era identico al mio, forse era proprio il mio, forse era proprio quello di Sandro.

[BIANCOENERO]

Ho avuto pochissimo tempo in questi mesi preso da tantissimo lavoro: di ufficio, lavori in casa dovuti al 110%, lavori di stravolgimento totale nel box di mio figlio, tanti e tanti lavori di rifacimento totale dell'appartamento che finalmente mia figlia ha comprato per il suo futuro e quello del suo compagno di vita.
Premesso questo, la tua storia è molto commovente, solo in queste occasioni capiamo quanto è importante anche una sola ora di vita.
Ho percepito ESATTAMENTE questa condizione quando abbiamo salutato recentemente il nostro amico fotografo MAX, di cui ho avuto l'onore ma soprattutto la fortuna di conoscerlo 3 giorni prima della sua dipartita.
Sapevo del suo tempo limitato, dovevano essere 2 o 3 mesi in tutto, ma questo percorso si è accorciato a qualche settimana.
Sono momenti che non dimenticheremo mai, vero?

Grazie per il tuo bellissimo racconto e scusa per l'enorme ritardo a questo tuo post, ma fortunatamente il mio tempo è stato dedicato soprattutto alla mia famiglia, tempo che ha una sua valenza forse doppia, tripla...dedicare tutto il proprio tempo per i figli nella speranza che un giorno mi ricorderanno anche per l'aiuto che gli ho dato.

[imopen]

Torno nel forum dopo tanti anni. E scopro come nerofumo (che saluto, nei tempi andati comperai anche una lente da lui e me lo ricordo così cortese) mi ha raccontato una tristissima e bellissima storia che è valsa una giornata.

[Goldencharlie]

Grazie per aver condiviso questo tuo prezioso ricordo! Hai raccontato benissimo quella sera di tanti anni fa e alla fine della lettura avevo gli occhi lucidi! Sono questi i tesori della vita!!!