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sui tagli significativi operati sugli scatti originali

 
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Lun 18 Mgg, 2020 2:45 pm    Oggetto: sui tagli significativi operati sugli scatti originali Rispondi con citazione

Questo tread nasce come prosecuzione, per chi fosse interessato all'argomento, di quanto è già stato già stato scritto qui e nel tread ad esso collegato (il cui rispettivo link lo trovate all' interno della discussione e che suggerisco seguire a partire da lì per comprendere il senso completo di tutto)
La discussione è iniziata in riferimento alla Street Photography ed alla sua filosofia, ragionando sui tagli "significativi". Ma, volendo, può naturalmente essere estesa ad altri ambiti fotografici.

Ritornando alla street, ecco altri due esempi fotografici che ho preso a prestito dalla galleria di un "tagliatore seriale" che mi è sempre piaciuto come "risultati finali", quindi tralasciando ogni discorso di coerenza con una certa filosofia, e che ringrazio Smile. Si vede bene come, partendo da una foto tutto sommato abbastanza debole, si possa arrivare ad una decisamente più efficace, posizionando il quadro dove frutta meglio allo scopo, scegliendo tra tutto ciò che si è ripreso (il taglio lo ha fatto l' autore, quindi, non v'è dubbio che abbia ritenuto vincente la mossa rispetto a ciò che aveva in mente di fare, altrimenti non lo avrebbe fatto). Qui c' è tutta la discussione su queste foto che risale al 2012



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Laki85
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MessaggioInviato: Lun 18 Mgg, 2020 7:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sinceramente? La prima sa tanto di ritaglio selettivo e fa perdere totalmente l'ambientazione e il "focus". L'originale, per quanto poco centrata nel soggetto, mossa e sporca, ha senso di esistere se collocata in un reportage. Preso da sé lo scatto è debole, con o senza ritaglio.
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Mar 19 Mgg, 2020 1:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Quando una foto da sé dice poco e non lo si vuole dire troppo esplicitamente, tante volte si dice che starebbe bene in un reportage. La verità è che con o senza gambe altrui, se è debole è debole. Però il discorso (sta bene in reportage) funziona obiettivamente un po’ di più in foto come questa, perché l'eventuale reportage riprende situazioni in cui c’è il momento significativo e quello, diciamo, panoramico, di contesto generale, quello che serve a raccontare più sulle generali dove si era, cosa stava accadendo, ecc. Le seconde senza le prime dicono poco, ma insieme sono utili. Riunendo tutto in buon ordine, sembra di poter scorrere come una specie di filmino dell' evento. Però, va detto che il modo di guardare il reportage che usiamo qui, con le foto l' una dopo l’altra come fosse uno storyboard, non è il solo modo. E', però, l’unico in cui è possibile nobilitare qualche foto deboluccia.

Detto questo, e sorvolando sulle impressioni personali che chiaramente sono tutte legittime, il punto è che nell‘originale c’è solo una cosa veramente degna di nota e che la può distinguere da altre che avrebbe potuto scattare un po’ prima e un po’ dopo da lì: quella ragazza mossa, con quell’ espressione particolare che guarda fuori campo. Il Nostro l’ha visto bene (non so se prima o dopo, ma penso dopo) e infatti ha tagliato in modo da rendere portante questo unico aspetto rilevante del suo scatto originale. Ma portante in una nuova foto: è questo che a me interessa. Che tu la ritenga meno interessante o no, vale più o meno come il fatto che a me piace. Ma che siano due foto diverse, non c’ è dubbio. Che lo siano a partire dalla medesima altrettanto. Che quella nuova derivata si regga sul taglio che porta al limite il volto e lo sguardo fuori campo della ragazza (con la complicità di quella alle sue spalle) invece pure. E questo basta per il discorso che faccio io che, se fai caso anche a quello che ho scritto di là, non si spinge al giudizio sul risultato, valido o non valido. Insomma, potremmo fare altri dieci tagli di questa foto senza perdere di vista il punto.

Se vogliamo aggiungere un di più sul giudizio, ma non vorrei per questo apparire polemico, il giudizio, per me, diventa importante solo quando si decide come deve essere fatta una certa fotografia. Se decidiamo che si fa così o cosà il giudizio deve essere conseguente a così o cosà.

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Laki85
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MessaggioInviato: Mar 19 Mgg, 2020 2:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ogni giudizio è soggettivo, ci mancherebbe altro.
Nessuna regola imprescindibile o codificata Wink

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PieroF
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MessaggioInviato: Sab 23 Mgg, 2020 12:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un bel mosso creativo Very Happy
A parte ciò, da quando ho solo l'85mm anche io faccio spesso crop estremi (e per fortuna la sua risolvenza mi è di supporto), però per i miei gusti personali un crop ha senso solo se dentro l'area selezionata c'è una foto uscita bene. Non ho mai compreso il genere: "foto a caso per strada senza badare al flusso di persone e poi croppo nuovamente senza badare al flusso di persone". Sarà un'arte, forse troppo lontana.
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Gio 28 Mgg, 2020 9:35 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Eh ... Tu sei croppatore patologico, a quanto posso vedere almeno in una parte della tua gallery Smile

Una volta, un fotografo bravino, sai di quelli di cui si conservano le foto a futura memoria degli eventi e del saper fare e pensare, disse che se uno scatto non è buono è perché non ci si è avvicinati abbastanza. Siccome s'interessava molto di guerre, forse questo pensiero va letto anche alla luce di ciò. Però, non c'è dubbio che una foto a campi lunghi ha una funzione diversa da una ravvicinata. E non c'è dubbio pure che, prima di tutto per via della lontananza, ma poi per il tipo di prospettiva che hai nei campi lunghi su ciascun soggetto che vi compare, il crop fatto su di essa per ottenere uno scatto "ravvicinato" spesso lascia a desiderare e coinvolge poco lo spettatore. Lo stesso si può dire dei risultati dell'applicazione di focali lunghe con le quali si possono certamente ottenere scatti coinvolgenti, ma questo solo se non vengono usati con la razio di chi non sa avvicinarsi.

Questo discorso è più generale rispetto a quello da cui è partito questo tread. Però, può dare una risposta a te, penso, riguardo un commento che hai ricevuto sotto una tua recente foto che fa parte di una serie di scatti simili.

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PieroF
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MessaggioInviato: Gio 28 Mgg, 2020 12:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Vero, grazie. Effettivamente la risposta più esaustiva mi è arrivata grazie a questo messaggio, pur se in un altro thread Smile
Croppando si può imitare l'angolo d'azione di altre focali ma non la prospettiva, purtroppo.

Ma invece mi incuriosiva l'esempio di partenza, ho visto che conosci molta cultura fotografica, quali sono le motivazioni che spingono a fare scatti di questo tipo? L'autore ha fatto davvero scelte consapevoli in fase di scatto? Ha voluto ottenere un mosso di proposito? La persona rivolta verso l'obiettivo mi sembra che abbia un coinvolgimento tipico di chi è infastidito dall'esser fotografato senza permesso. Come si collocherebbe una foto di questo tipo? Qual è l'elemento che agli occhi di uno fotograficamente colto porta a distinguerlo da uno scatto fatto tirando fuori l'attrezzatura alla svelta?
Ciao
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Mario Zacchi
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MessaggioInviato: Ven 29 Mgg, 2020 5:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

L’autore è come il colpevole di un delitto: è l’unico che sicuramente conosce tutta la verità sull’accaduto. Quindi, per essere sicuri, dovremmo chiedergli cosa ha pensato e fatto in quel momento. Diversamente possiamo solo fare supposizioni. Supposizioni che possono essere più o meno fondate in relazione a quanto più o meno conosciamo lui e il suo modo di operare. Sottolineo lui e non solo il modo perché il modo è influenzato dalla personalità.

Di Huncke, per quanto mi è stato possibile vedere qui e il poco che ho visto altrove, oltre a qualche scambio di idee sul forum, potrei dire che mi pare essere stato spesso orientato alla ricerca di scatti non convenzionali, senza con questo voler esprimere un giudizio sulla qualità del lavoro. Al massimo un giudizio, positivo per me, sull’idea di cercare un proprio spazio fotografico, collocato "oltre le buone maniere”, area in cui, invece, si cade facilmente.

Riguardo questa foto, penso che non sia l’unica che ha scattato durante questo accadimento perché mi pare improbabile che possa essere stato là tutto il tempo e aver scattato solo una foto. Però, è vero che non sappiamo né se passasse semplicemente di là per caso (quindi solo un occasionale testimone) né se appartenesse al gruppo di persone (quindi un protagonista). Comunque sia, non ne ha pubblicato una serie completa e non mi pare di averne trovate altre separate in galleria. Il titolo della foto è Dove andiamo – L’incipit è: dall'assemblea del collettivo di macao, dopo essere stati sgomberati dalla torre Galfa... sguardi e passioni

Dove andiamo può essere una domanda che si è posta come logica conseguenza dello sgombero chi ne è rimasto coinvolto e, quindi, essere stato semplicemente un titolo letterale della documentazione che lui ne ha fatto (da testimone o da protagonista). Ma può anche avere avuto, nei suoi pensieri, un risvolto filosofico (magari anche legato alla situazione oppure che la situazione può avergli suggerito) da simboleggiare con un’immagine fotografica emblematica, soprattutto se volessimo leggere questo titolo alla luce di Sguardi e Passioni, sostantivi probabilmente associati direttamente alla situazione, ma che hanno anche un potenziale nell’immaginario, dove si possono legare bene al dove andiamo filosofico.

Se l’idea di cercare un proprio spazio fotografico non convenzionale fosse associato ad una personalità incline alla speculazione, al ragionamento, all’indagine, ecc. questo potrebbe avvalorare l’ipotesi che Huncke giochi volentieri su più piani di significato, dando luogo ad una fotografia, diciamo così, impegnata. Ciò, detto senza dimenticare che le intenzioni sono una cosa, i risultati (di queste intenzioni) un’altra e che noi stiamo facendo supposizioni.

Quanto consapevoli potrebbero essere le scelte fatte se tutto il ragionamento fosse fondato e cioè se avessimo di fronte una persona che ha una visione così meditata dell’atto fotografico? Giusta domanda. Ma per azzardare una risposta bisognerebbe prima considerare quanto la sua tecnica fosse sufficientemente sviluppata per “star dietro alle idee". Cioè: posto che avesse in mente quel risultato, aveva sufficiente tecnica per perseguirlo? Se sì, possiamo pensare che le scelte siano state consapevoli; altrimenti dobbiamo mettere in conto che ci sia stato un maggior(*) margine di fortuna. O, addirittura, che tutta l’interpretazione suggestiva sia nata dopo, una volta visionata la foto e individuato un soggetto forte da far emergere forza.

(*) Ho scritto “maggior” perché un po’ di fortuna, in questo genere di fotografia, ci vuole sempre, anche se sei un manico.

Come distinguere una foto fatta un po’ casualmente?
Se una persona ti propone una sola foto e di lei e della sua produzione non hai altre informazioni, è difficile farsi un’opinione abbastanza completa sia della foto che del fotografo. Mi pare che sia stato Bresson a dire che chiunque può scattare alcune buone foto.
Penso che questa frase sia una buona risposta.

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AleZan
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MessaggioInviato: Sab 30 Mgg, 2020 9:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

È una foto di reportage, quindi non "staged".
Considerando questo non le si può fare una colpa ne di una inquadratura non perfetta, ne di un mosso involontario.

Non è nemmeno una foto street. Se perdi una foto street perché stai sistemando tutto a puntino, poco male: persa una street se ne fa un’altra.
Se su un reportage perdi una foto importante perché stavi regolando la macchina, allora potevi anche “rimanere a letto”.

Credo che il fotografo abbia regolato i parametri di scatto in modo da poter ragionevolmente affrontare la situazione. Ad esempio può aver scelto un certo diaframma per avere una certa profondità di campo nella consapevolezza che un movimento improvviso sarebbe risultato un po’ mosso.

È una scelta corretta perché in una situazione di reportage il primo obiettivo è quello di portare a casa la foto significativa. Se è imperfetta, poco male.
Il taglio a posteriori rientra in queste considerazioni.

Probabilmente la grande maggioranza delle “100 più belle foto di reportage di tutti i tempi” ha qualche minimo difetto tecnico.

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Alessandro - www.alessandrozanini.it


Ultima modifica effettuata da AleZan il Sab 30 Mgg, 2020 12:49 pm, modificato 1 volta in totale
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vittorione
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MessaggioInviato: Sab 30 Mgg, 2020 11:34 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Per agganciarmi alla discussione intanto metto sul piatto un altro "precedente" sul medesimo argomento:

la foto proposta e poi l'inquadratura originaria da cui è stata tratta.

V.

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Nessuna "Verità", solo opinioni personali, al massimo spunti di riflessione.
Vittorio
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PieroF
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MessaggioInviato: Sab 30 Mgg, 2020 6:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sempre da profano in materia trovo curioso il piccione non clonato a bordo frame. Ho notato molta cura in 3 lati su 4, e poi un taglio così netto e così facile da rimediare (considerando che la postproduzione era considerata lecita dall'autrice della foto).
Non dico ovviamente sbagliato, ma curioso. Al punto che quel lato lo trovavo più curato nella foto originale.

Provo a fare una cosa che al 100% non piacerà, soprattutto dopo aver letto tanta difesa nei riguardi del piccione. Ma... cambia molto? Coppia più vicina al terzo, angolo in basso a destra chiuso con la linea di forza… e... donna al lato che sta semplicemente lì per "attirare l'attenzione" e riempire uno spazio vuoto

Smile



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