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OBA

 
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pamar
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MessaggioInviato: Lun 11 Nov, 2019 4:48 pm    Oggetto: OBA Rispondi con citazione

OBA……questi affari misteriosi…..che sono poi gli sbiancanti ottici, ossia una “sostanza” aggiunta ai fogli di carta per stampa inkjet allo scopo di renderla bianca. Si perché una carta, per bianca che sia, non lo è mai al 100% indipendentemente dal processo di lavorazione o dai costituenti (cotone, cellulosa ecc.) ma presenta sempre e comunque una colorazione che si avvicina al bianco ma non lo è al 100%. allora vengono aggiunti gli sbiancanti ottici che rendono il bianco più bianco. Sembrerebbe tutto perfetto, ma ci sono anche i contro. infatti “sembrerebbe” che questi OBA hanno degli effetti collaterali, ossia la tendenza a degradarsi con il passare del tempo, dando come conseguenza l’ingiallimento del supporto e perdita della fedeltà originale dei colori. in rete si leggono 1000 e più opinioni riguardo a questi benedetti OBA, ma io ci vedo una scarsa uniformità di convinzioni ed una palese assenza di dati quantitativi. Le domande alle quali non ho trovato risposta certa sono molteplici. Partendo dal presupposto che gli OBA siano deleteri per l’archiviabilità (pure questo punto basilare non è certo al 100%) mi domando: dopo quanti anni si inizia a vedere qualcosa? Le conseguenze sono ben evidenti o solo marginali? dopo quanto (se succede)la stampa è rovinata? Dopo 150 anni? Dopo 15? La quantità di OBA presenti ha un suo peso? Si perché alcuni supporti hanno bassa quantità di OBA e tale dato viene messo in evidenza (marketing o dato fondamentale?).
Insomma io chiedo se ne sapete qualcosa perché le carte fine art in fibra ecc. e senza OBA hanno un costo di molto superiore alla media….a dire il vero ci sono pure carte fine art in fibra con OBA dichiaratamente presenti che hanno un costo mostruoso……insomma non si riesce a capire un cavolo. Tendenzialmente i supporti Cotton Rag o in alfa cellulosa hanno costi di anche più del doppio rispetto agli equivalenti RC, vuoi per la maggiore “bellezza” della superficie, vuoi per la completa archiviabilità (cosa non valida per gli RC)….ma poi vedi supporti fine art che contengono OBA. E allora, se è vero che contengono OBA ed è vero che sono deleteri dove è questa completa archiviabilità? Perché sarà pur vero che tali supporti sono esteticamente migliori ma mi scappa la voglia di spendere 4 euro per un foglio perlato se posso spenderne 1,5 per un perlato RC. Per cosa poi? per una differenza estetica che per me non è fondamentale data la sua entità a fronte di un’archiviabilità non garantità…e poi, sinceramente, chi piangerà per la perdita delle mie stampe fra 50 anni? (anche fra 10 se vogliamo dirla tutta…).

Marco


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Marco
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_Alex_
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MessaggioInviato: Lun 11 Nov, 2019 8:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

In rete si trova sempre di tutto e di piu', ma prove serie se ne trovano poche.

Fra virgolette, questo tipo di confronti mi ricordano molto da vicino quelli che impazzano tra audiofili (valvole o fet, cavi con bassissimo contenuto di rame, contatti dorati, supporti puntiformi per i lettori cd come si usavano per i vinili, ampli esoterici, condensatori carta/olio ecc...), musicisti, specie chitarristi (e' meglio questa o quella distorsione, il Metal Zone fa schifo, i delay analogici avevano tutto un altro sound, il Metal Zone fa schifo, le chitarre vintage suonano meglio, il Metal Zone fa schifo...), i dibattiti eterni fra i fotografi sulla grana, sui test mtf degli obiettivi, ho anche un collega radioamatore che testimonia che tali confronti sono comuni anche tra loro (non ho voluto indagare sui temi per decenza).

Nella stragrande maggioranza dei casi ad una spesa doppia o tripla corrisponde un aumento reale di qualita' che non supera 1/5 (voglio essere generoso) e che non si giustifica in nessun modo che per qualche impalpabile caratteristica che 'rapisce' l'acquirente.

A mio modo di vedere, se non esponiamo al Moma o in altre gallerie d'arte davvero importanti, un buon 70% di questi discorsi (sono ancora buono) sono aria fritta.

Tutte le mie foto che qualcuno vorra' guardare fra 10 o piu' anni non sono state stampate da me: sono foto di cerimonie per le quali non mi sono fatto pagare, le ho fornite in Jpg ed ho trattenuto i Raw e se le sono stampate da soli.
Se non saranno intelleggibili non sara' un problema mio.

Posto che la carta che sceglierai sia ragionevolmente buona, la stragrande maggioranza delle persone non riuscira' a distinguere la differenza tra quelle stampe e quelle fatte con carte particolarissime e costosissime, inoltre, se non dovessero campare piu' di 30anni, il bello del digitale e' che si possono ristampare con la stessa qualita' della prima volta.

Se, invece, si tratta di stampe che devi vendere perche' ci campi, allora mi preoccuperei di fare qualche test, o mi informerei adeguatamente da stampatori professionisti di un certo livello.

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pamar
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MessaggioInviato: Mar 12 Nov, 2019 4:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao Alex e grazie per l’intervento. Convengo con quanto dici circa i confronti fra diverse apparecchiature ed accessori basati su miti, dati esoterici e sensazioni ma completamente privi di dati quantitativi e misurabili. Si sfocia spesso nell’ambito del “secondo me” ma non vi è traccia di un dato misurabile e riproducibile.
Per quanto riguarda gli effetti degli OBA però, permettimi, siamo su un piano diverso. Non si tratta di un paragone fra due supporti per ricercare quale sia migliore, tipo la frase “per una foto paesaggistica è migliore un supporto perlato o uno baritato semiglossy?”, dove ciascuno può dire la sua opinione e nessuno ha ragione perché in fondo è una questione di gusti estetici e non fattori misurabili. La presenza/assenza di OBA non implica solamente un estetismo diverso e una resa che, fondamentalmente, si basa su pareri personali diversi da persona a persona. In questo caso si parla di capacità di conservabilità ottimale nel tempo di una stampa; dato che, a rigor di logica, non è frutto di pareri o gusti personali, ma di un elemento (che dovrebbe essere) misurabile e quantificabile. Io personalmente non ho mai preso seriamente pareri riguardo la “tridimensionalità” della resa fotografica di un obiettivo…..perché si tratta di un elemento fondato su sensazioni di ciascuno e come tali non univoche o misurabili. Stessa cosa per verità assolute riguardo la pienezza e spazialità del suono di un amp a valvole rispetto a quelli digitali….e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Gli OBA, come dicevo, sono un elemento la cui presenza o meno ha (o dovrebbe avere) un effetto fisico sul supporto e non semplicemente estetico. quindi dovrebbe essere detta cosi’: ci sono OBA per il 10%, allora la stampa rimarrà immutata per 20 anni; ci sono al 2%, allora immutata per 45 anni; non ci sono, allora immutata per 100 anni. Sfortunatamente, anche se si tratta di un dato teoricamente quantitativo, non si trovano in giro dati univoci ed esaustivi, ma solo affermazioni varie non supportate da prove.
E vero quanto dici che con il digitale si puo’ ristampare e, per rispetto verso il cliente, garantire piena archiviabilità è appannaggio solo delle opere vendute. Tuttavia ho chiesto se qualcuno avesse in proposito dati certi perché mi pare veramente strano che non ci sia in giro chiarezza su un fattore, in alcuni ambiti, di importanza elevata.

Marco

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_Alex_
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MessaggioInviato: Mar 12 Nov, 2019 5:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Al di là del post a metà strada tra il serio e l'ironico che ho scritto sopra, io penso che anche nel caso degli OBA finiremo a discutere di cose che non potremo mai conoscere a fondo e che, al nostro livello, importano davvero poco.

Le carte da stampa che sono giunte fino a noi dai tempi che furono sono qualitativamente inferiori a quelle che vendono oggi, ciononostante, conservate con cura, hanno resistito alla prova del tempo.

Se i produttori hanno messo in commercio carte destinate al fine art sia in versione contenente OBA che in versione totalmente priva i possibili motivi, a mio parere, sono soltanto due:
- hanno trovato una formulazione chimica tale per cui l'effetto reale, dai loro test di invecchiamento artificiale, è così insignificante che la stampa resiste adeguatamente in entrambi i casi
- non ci hanno capito nulla nemmeno loro, ma ne approfittano per sfruttare le guerre ideologiche su internet conservando l'opportunità di dire, se in futuro una delle due fazioni dovesse prevalere: io vendevo anche l'altro tipo, perché non l'hai comprato?

Ti dirò di più: nella mia testa è prevalente il sospetto che i produttori che pubblicano sempre tutto e che hanno davvero gli impianti per fare test approfonditi (Kodak e Fuji) rientrano nel primo caso, tutti gli altri nel secondo.

Pensa che una marca di amplificatori valvolari (non ricordo quale) ha speso dei soldi per fare ricerca su una leggenda metropolitana che diceva che le resistenze ad impasto di carbone, come le facevano fino all'inizio degli anni '80, introducevano armoniche di secondo ordine nel suono.
Il risultato (che hanno pubblicato) è stato che questo è vero quando lavorano a tensioni molto alte (superiori a 200V circa), mentre in qualsiasi condizione introducono un sacco di fruscio. Inoltre venivano usate perché esistevano solo quelle, non per scelta timbrica e quelle meno precise venivano rigettate.
Nella stessa relazione venivano citati gli autocostruttori che usano tali resistenze nei pedalini effetti home made, per ottenere un suono vintage, che NON ottengono le armoniche desiderate, ma sono premiati con un meraviglioso rumore di fondo; tuttavia, se chiedi al produttore di farti l'ampli con quelle resistenze basta che paghi, lui te lo fa, avvisandoti che stai facendo un'idiozia.

Per tutto questo ti ripeto, compra della buona carta senza farti seghe mentali, non servono.

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pamar
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MessaggioInviato: Mer 13 Nov, 2019 12:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma sei un appassionato di musica e strumenti per la sua riproduzione vero? conosci dettagli e storie che non sono per nulla comuni.
Circa il discorso degli OBA; non sono il tipo da farmi seghe mentali, te lo assicuro (e questa affermazione potrebbe anche infastidirmi  ). Semplicemente è qualche annetto che mi dedico alla stampa inkjet e sono perfettamente consapevole dei costi che comporta. Da quelli per la calibrazione a quelli per l’hardware a soprattutto quelli per i consumabili (carta ed inchiostri). Nel tempo ho provato qualcosa a livello di supporti; una goccia nel mare delle offerte ad oggi disponibili per le carte inkjet. impossibile provare tutti i tipi di tutte la marche. Quanto trovo molto bello per la stampa inkjet è la possibilità di scelta fra supporti di innumerevoli tipologie diverse; cosa non possibile con la stampa argentica (o RC o baritata e stop). Tra le altre cose non regge il paragone fra durata delle stampe chimiche a inkjet e non è vero che le stampe chimiche erano su carta qualitativamente inferiore a quella odierna; almeno non per tutte: a fronte di fotografie stampate su carta RC (non la migliore) vi erano carte in fibra baritate e le moderne carte inkjet ricalcano appunto quelle. Vi sono fotografie vecchie perfettamente conservate a fianco di altre (le RC colore) irrimediabilmente sbiadite dopo poche decine di anni. Chi non ha a casa foto a colori vecchie magari di “solo” 30 anni coi colori ormai virati/sbiaditi ? Vi sono a fianco fotografie in B&N su supporti baritati ancora ottime dopo 100 anni. Quello che forse differenzia le inkjet moderne dalle vecchie argentiche è una palese “delicatezza” della superficie, in specifico per le fine art in fibra, laddove le RC inkjet sono molto piu’ resistenti. Comunque, senza dilungarmi troppo su altre questioni, dicevo che la stampa inkjet ha un suo costo e per tale motivo vorrei una maggiore chiarezza su quanto compro e quanto spendo. So bene che le mie stampe anche se non dureranno anni non hanno nessuna conseguenza. So bene quale è il livello che mi contraddistingue. Quanto contesto è la frase “al nostro livello conta davvero poco”. Ma cosa significa? Non è una questione di livello oppure una questione estetica. Se la domanda fosse: “vale la pena spendere il triplo per avere un risultato un tan tino migliore” sarebbe corretto affermare cxhe questo dipende dal fine della stampa (vendita, livello, prestigio…), ma qui’ si parla di bontà fisica del supporto, di sua durata. Se stampo una foto dei figli, parenti o amici non lo faccio per un guadagno, non c’entra il rispetto per il cliente o il livello. io voglio che (se spendo una certa cifra) dopo anni le stampe non siano rovinate. Ripeto non si tratta di livello del lavoro o vendite o quant’altro. Non si tratta di questioni soggettive ed estetiche ma di conservabilità. E tu mi dirai che i file si possono ristampare. E io rispondo che nulla e nessuno mi garantirà la reperibilità, la usabilità di quei file. Io ho foto dei miei nonni e di quando ero neonato. Vorrei semplicemente che l’odierno mi dia delle risposte certe. E non sono seghe mentali queste ma il desiderio di conoscere cosa uso, quanto vale rispetto alla spesa e la consapevolezza di non spendere il triplo per non avere in piu’ un bel niente.

Marco

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MessaggioInviato: Mer 13 Nov, 2019 3:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Negli anni ho avuto diversi pallini, compreso quello della musica, mettiamola così Very Happy

Purtroppo le domande che poni, al momento, non hanno ancora risposta, per una ragione molto semplice: non sono passati 30 anni da quando hanno cominciato a stampare le fotografie con tecnologia inkjet, quindi possiamo solo cercare di simulare un invecchiamento, ma con risultati che possono avvicinarsi, ma hanno la stessa probabilità di cannare completamente.

Tanto per fare un esempio, i cd li garantivano per oltre un secolo, ma quelli masterizzati (anche con costose apparecchiature) non superano i 10 anni.

Tutto quello che puoi trovare, al di là delle opinioni, è una serie di dati basati su simulazioni, ma nessuna risposta certa.

Ieri sera, cercando di vederci meglio anche io, ho trovato un sito di un fotografo che parlava di questi OBA e che diceva che lui questi problemi non se li faceva: quando aveva in testa un lavoro per il quale gli piaceva una carta che li conteneva la usava e basta.
Aveva anche scritto che l'unica importante conseguenza dello scorrere del tempo per queste carte è una diminuzione della brillantezza, ma non un degrado chimico/fisico della stampa.

In altre parole, questi azzurranti perdono efficacia ma non danneggiano il supporto.
I tempi ragionevolmente predicibili sono circa 7 anni per la diminuzione dell'effetto azzurrante (con conseguente apparenza più calda dei colori), mentre ho letto dai datasheet Ilford delle loro carte fine-art una durata stabile garantita di soli 3 anni (e parliamo pure di stampa chimica, non inkjet).

Diciamo che la pretesa di far durare la stampa 30 anni è abbastanza irrealistica.

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