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Ritratto: guida pratica per autostoppisti

 
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ocio
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MessaggioInviato: Mer 10 Gen, 2007 11:49 pm    Oggetto: Ritratto: guida pratica per autostoppisti Rispondi con citazione

RITRATTO IN LUCE AMBIENTE

Il ritratto rappresenta uno dei generi fotografici a cui, con buona facilità, il fotografo provetto si avvicina per primo. La facile reperibilità dei soggetti, ne fa il primo campo di battaglia quasi per tutti. Questo non significa che il ‘Ritratto’ sia un genere facile, anzi. La sua diffusione lo fa apparire un genere inflazionato, ma il vero ritratto fotografico richiede molta attenzione, preparazione, sensibilità.
Ciò che in realtà un neo-fotografo ottiene con facilità, non è precisamente un ritratto ma una foto ricordo.
Questa guida al ‘Ritratto per autostoppisti’ non ha certo l’ambizione di riassumere secoli di storia del ritratto o volumi di trattati di fotografia del settore.
Lo spirito di queste poche righe è quello di fornire dei rudimenti a quei nuovi fotografi che desiderano provare questo genere, iniziando da subito a ritrarre soggetti in modo più fotografico.
Queste basi hanno la presunzione di trasformare una foto ricordo, in un ritratto.
Poche basi, ben assimilate, sono le fondamenta per la crescita.

I 4 punti cardinali
Per iniziare, lavoreremo su 4 fondamentali punti cardinali del ritratto. Dalla miscela di queste quattro coordinate, scaturirà la nostra foto.
Più i 4 punti saranno approfonditi, sviluppati, assorbiti… più il nostro ritratto avrà la ‘R’ maiuscola.
I punti sono cardinali proprio perché la debolezza di uno dei 4 può incrinare il valore ‘fotografico’ dell’immagine.
Eccoli dunque:
- Soggetto
- Obiettivo (lunghezza focale)
- Punto di ripresa
- Luce (illuminazione)


Soggetto
Possiamo avere la macchina più bella del mondo, essere i fotografi più bravi, ma senza un soggetto in sintonia, c’è poco da fare.
Il nostro soggetto dovrà essere a suo agio e rilassato. Starà alla nostra capacità, alla nostra simpatia riuscire in questa impresa.
Meglio quindi iniziare con parenti e amici. La spontaneità sarà più semplice da ottenere.
Ritrarre il soggetto nel suo ambiente, tra le sue cose, gli conferirà una certa fiducia, una certa tranquillità e conseguente rilassatezza.
Se il fotografo è agitato, traspare e si avverte con facilità. Spesso il soggetto non trova la giusta armonia perché avverte inconsciamente la nostra agitazione, il nostro imbarazzo. In questi casi facciamo passare del tempo, cerchiamo di scherzare, di trovare battute, sdrammatizziamo il clima.
Non assumiamo incarichi, progetti di cui non abbiamo un’idea ben chiara delle eventuali difficoltà. Possiamo mentire a tutti, inventare storie, ma non potremmo mai mentire a noi stessi davanti al nostro soggetto da ritrarre, la brutta figura potrebbe essere dietro l’angolo.
Noi dobbiamo mantenerci limpidi per poter vedere l’anima del ritratto.
Con scioltezza facciamo qualche battuta, scherziamoci su, nel frattempo che lo mettiamo in posa o lo facciamo accomodare. Se non abbiamo confidenza, spieghiamo le pose da fare o che vorremmo fare, ma non tocchiamo il soggetto. L’essere toccati può dare fastidio a molte persone, può indisporre nei nostri confronti.
Un trucco che uso spesso per rompere il ghiaccio, oltre alle battutine, è quello di fingere di dover fare parecchi scatti di prova per mettere a posto le cose, tipo: ‘… mettiti pure come vuoi, ecco magari spostati qui che c’è più luce… ecco, si, porta pazienza ti faccio delle foto per mettermi a posto, cioè scatto per cose mie, non ti sto fotografando…è che devo provare se l’obiettivo può andare bene …’ e tra tante scuse e vari blah, blah continuo a scattare le vere foto. Il soggetto sarà spontaneo, privo di posa e non si ricorderà di chiedervi da quando lo state fotografando seriamente. Si abituerà allo scatto e seguirà con tranquillità le vostre indicazioni.

Obiettivo (sua lunghezza focale)
Il ritratto può essere ambientato o isolato.
Questa definizione porta con sé una classificazione abbastanza orientativa.
Le ottiche grandangolari, abbracciano un ampio angolo di campo e sono adatte ad inserire il soggetto in un paesaggio, in un contesto che può essere una stanza, una strada, un giardino, una piazza.
I teleobiettivi invece isolano il soggetto dal contesto e normalmente, contestualmente, si utilizzano per isolare una parte del corpo che inquadra il volto. Potrà essere un mezzo busto, un primo piano, un ritratto degli occhi, un profilo del viso. Difficilmente utilizzeremo un teleobiettivo per ritrarre la persona a figura intera, ma può capitare in presenza di particolari paesaggi da utilizzare come fondale naturale.
Se usiamo un grandangolo, dobbiamo stare attenti a non avvicinarci troppo al soggetto per non introdurre la deformazione prospettica dei suoi tratti fisionomici. Eseguire un primo piano con una lente come il 28mm, porterà il volto ad avere un naso grande, a patata, con il resto del viso che si allontana dietro. Questa caratteristica può essere utilizzata per foto umoristiche.
I teleobiettivi più usati nella ritrattistica, sono i medio-tele che vanno da 85 a 135mm. Queste focali sono le più sfruttate dai grandi fotografi, da sempre le migliori per isolare il soggetto e mantenere uno sfondo gradevole, sfocato, sfumato, come se fosse un fondale naturale. I lunghi-tele invece possono comunque essere validi, ma va tenuto conto del loro effetto di ‘schiacciamento dei piani’. Questo fenomeno può modificare i tratti fisionomici del soggetto con un effetto opposto a quello dei grandangoli, ovvero: compressione.
‘Estremizzando il concetto’ si può dire che: i grandangoli allontanano il soggetto dallo sfondo ed aumentano le distanze dei caratteri fisici; i teleobiettivi incollano il soggetto allo sfondo e schiacciano invece i caratteri del volto.
Una volta appresa, profondamente, la conoscenza e l’utilizzo di ottiche opposte come per esempio il 28mm ed il 90mm, si può sconfinare in modo creativo verso altre soluzioni dettate dall’estro e dalla ricerca personale.
Nel mezzo, tra grandangolari e teleobiettivi, c’è la categoria dei ‘normali’. Sulle reflex 35mm, questi obiettivi, sono rappresentati dai vari 50-55mm. La caratteristica fondamentale che li distingue è questa: l’obiettivo normale conferisce un’immagine dalla prospettiva assolutamente realistica, identica a quella percepita dall’occhio umano. Gli oggetti, lo sfondo, tutto quello che ruota intorno al nostro soggetto, comprese le sue proporzioni, saranno immortalati come se visti dal nostro occhio. I ‘normali’ si usano spesso per ritratti dove si vuole mantenere inalterata la prospettiva dell’ambiente e i caratteri fisionomici del soggetto.
Una peculiarità dei 50ini è la loro luminosità elevata che si attesta, minimo, a partire da f 1.8.
Un’apetura così ampia può essere sfruttata per condizioni di luce scarsa, oppure per realizzare un particolare sfocato.

Punto di ripresa
Il punto di ripresa è, tra i punti cardinali, quello adibito a caratterizzare il volto.
Il volto assumerà diverse valenze emotive a seconda se ripreso di profilo, di fronte, di tre quarti, dall’alto, dal basso, ecc.
Saranno la nostra sensibilità, la nostra particolare attitudine, il nostro occhio (la nostra esperienza) ad individuare nel volto che abbiamo davanti i pregi e i difetti. Dovremo avere notevole spirito di osservazione e capire come muoverci.
Non sempre i risultati sono così prevedibili come sembra. Col tempo migliora la nostra capacità di saper prevedere il risultato finale. Soprattutto all’inizio, l’idea di scattare molte foto, è un buon consiglio. Così come, una volta visti i risultati, ripetere una nuova sessione di foto. Ciò migliorerà la nostra assimilazione dei tratti del volto ed anche la posa dello stesso soggetto. Costui imparerà a vedersi e a migliorarsi, prenderà confidenza con le proprie espressioni riflesse dalla foto, capirà le migliori posture. Altrettanto dovremmo fare noi nei suoi confronti. Ovviamente questo è un consiglio che mi sento di dare a chi affronta il ‘ritratto’ per la prima volta.
Analogamente agli altri generi di fotografia, anche nel ritratto vale la pena di girare attorno al soggetto osservandolo nel mirino della fotocamera per verificare come cambiano, si modificano, le nostre impressioni.
In linea generale possiamo dire che inquadrando il soggetto dall’alto, questo risulterà come schiacciato verso terra mentre inquadrandolo dal basso, risulterà più imponente e slanciato.
Se il soggetto è un bambino, conviene sempre porsi con la fotocamera, alla stessa altezza degli occhi. Questo, tra l’altro, lo farà sentire più a suo agio e quindi più spontaneo a dialogare con noi.
I bambini sono sempre divertenti da fotografare, se dovessero sembrare tesi, preoccupati, sarà sufficiente sorridere, fingere di cadere o fare qualche faccia spostando di colpo la fotocamera e mostrarvi idioti… vedersi di colpo spuntare la vostra faccia buffa mentre li stavate per fotografare, gli spezzerà la tensione con una risata. Fate solo attenzione a … non spaventarli.
Tornando al punto di ripresa, il miglior punto, è sempre quello che vede porre l’obiettivo in asse, parallelo al suolo, con gli occhi del soggetto. Tutte le varianti creative sono poi pronte per essere applicate, ma all’inizio sforziamoci di essere formali in questo senso.

Luce
L’elemento che dipingerà il nostro ritratto.
Arrivare fin qui soddisfacendo i precedenti punti cardinali ed accorgersi di non avere una luce adatta… significa perdere tutto.
La scelta della luce migliore per un determinato soggetto, ne valorizza il ritratto fotografico.
La regola vuole che per soggetti femminili e bambini, la miglior luce sia quella diffusa.
Si preferisce invece una luce direzionata, più dura, contrastata quella da dedicare ai ritratti maschili. Sono regole orientative che possono tranquillamente essere modificate, ma questo richiede una sensibilità che l’inesperto ancora non possiede.

Luce diffusa
Personalmente, la mia preferita. Si può usare con tutti i soggetti con ottimi successi. Consiglio vivamente, soprattutto all’inizio dell’esperienza, di mettersi in questa condizione. La luce diffusa non crea ombre marcate sul viso, modella, disegna il viso così come esso appare con ombre delicate e naturali. Ricordate che le ombre decise creano spesso inestetismi.
La luce diffusa è la luce del cielo nuvolo o dell’ombra del sole. Contrariamente a quello che si può pensare, realizzare ritratti alla luce del sole, significa mettersi nelle peggiori condizioni di luce. In pieno solo si creano inestetismi dovuti alle ombre e frequentemente il soggetto strizza gli occhi o ci appare visibilmente infastidito dalla forte luce.
Una delle più belle luci diffuse, naturali, è quella all’ombra di un muro, possibilmente bianco, in una giornata di sole. La luce arriverà da ogni dove ed il volto non solo sarà privo di ombre, ma darà la sensazione di essere ‘luminoso’ di suo.
In questo esempio, la bimba è sotto un ombrellone e sul volto riceve la luce riflessa dalla sabbia

In quest'altro esempio il cielo è leggermente velato e siamo all'ombra di un muro. La luce si può ritenere gradevolmente diffusa. Le ombre sono morbide.

Nelle stesse condizioni di luce. Qui si percepisce maggiormente la luce del cielo solo moderatamente velato in leggera schiarita. Le ombre sono ancora gradevoli, espressive, leggermente più accentuate.


Luce direzionata

Questa tecnica di luce è completamente opposta a quella ‘diffusa’. Come dice la parola stessa ‘direzionata’ significa che la luce proviene da un'unica direzione con un’intensità maggiore, di tanto o di poco, rispetto a quella che avvolge il soggetto. Per intenderci, il soggetto può essere al buio ed illuminato dal sole che entra da una finestra.
La luce direzionata, per garantire buoni risultati, dovrà creare un angolo di 45° con la nostra fotocamera. Questa angolazione modella bene il soggetto, creando delle ombre facilmente percepibili come ‘naturali’. Più la luce è forte e più le ombre, come conseguenza, saranno dure. Starà al nostro gradimento scegliere o meno di lasciarle o addolcirle.
Se non si hanno particolari fini, normalmente è preferibile rischiararle per dare ulteriore ‘tridimensionalità’ al soggetto. Si può fare ciò ponendo a 45/60°, dal lato opposto a quello della luce direzionata, un pannello riflettente, un pannello di polistirolo o un telo bianco sorretto da un assistente. Questo ‘rifletterà’ verso il soggetto la luce direzionata con un’ intensità parecchio inferiore e alleggerirà la durezza delle ombre.
La luce direzionata è facilmente riproducibile con l’utilizzo di flash o lampade da studio. Le combinazioni geometriche e gli stili proponibili come combinazione di illuminazione, sono molteplici. Trattando qui la sola luce ambiente, rimando alla fotografia da studio gli ulteriori approfondimenti.

Controluce

In questa condizione, la fonte di luce è alle spalle del soggetto. Questa può essere il sole, ma anche una superficie d’acqua che lo rispecchia o un flash in studio.
Il controluce è un’illuminazione che se ben sfruttata, offre particolari atmosfere. Il soggetto è stagliato dallo sfondo e pone in risalto il suo profilo, il riflesso tra i capelli, la silhouette.
Nel controluce bisogna prestare particolare attenzione all’esposizione. Il volto e il corpo del soggetto saranno completamente in ombra mentre la luce forte sarà dietro o meglio ‘contro’ alla nostra fotocamera. La fotocamera sarà ingannata nell’esposizione ed il rischio è di avere un ritratto completamente buio. Se questo è lo scopo, cioè ottenere una silhouette, bene, altrimenti occorrerà prendere l’esposizione sul viso del soggetto. Per fare ciò si può disporre l’esposimetro in modalità spot e puntarlo sul soggetto; oppure ci si può avvicinare totalmente al soggetto, memorizzare la valutazione e tornare in posizione di scatto. Come conseguenza potremmo avere il nostro soggetto esposto correttamente, ma lo sfondo completamente ‘abbagliato’ dalla luce. Se è questo l’effetto cercato, bene, altrimenti dobbiamo usare una soluzione alternativa.
Nella maggior parte delle situazioni in cui si vuole sfruttare il controluce per il ritratto, se non si ha a disposizione un pannello riflettente, viene usato il flash nella funzione di schiarita. Tecnica più comunemente nota come fill-in. Possiamo tranquillamente usare il flash incorporato, ovviamente è una questione di potenza/distanza dal soggetto da rischiarare. In questa piccola guida all’uso del flash, potrete trovare maggiori informazioni flash e compatte
Usare il flash anche in luce diurna è un uso comune a molti fotografi che non fanno certo parte di una banda di fuori di testa. Il flash di giorno serve proprio a togliere ombre antiestetiche e soprattutto a dare una nota di luminosità agli occhi. A volte è sufficiente quel piccolo bagliore, quel piccolo scintillio riflesso nell’occhio per rendere lo sguardo più vivo e partecipe.

.................................. fine I parte (argomento in costruzione) ................................


Ultima modifica effettuata da ocio il Sab 13 Gen, 2007 1:47 pm, modificato 3 volte in totale
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Pietro Bianchi
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MessaggioInviato: Sab 13 Gen, 2007 12:52 pm    Oggetto: Re: Ritratto: guida pratica per autostoppisti Rispondi con citazione

Carlo Lagrutta ha scritto:
RITRATTO IN LUCE AMBIENTE

La luce diffusa non crea ombre sul viso, modella, disegna il viso così come esso appare. Ricordate che le ombre creano sempre inestetismi.


Scusa ma non resisto, poi se vuoi lo tolgo, però se la dico al papà del mio capo, arzillo 70enne che alla mia età giocava col vetro, mi pianta un sinistro che mi fa fa fare due capriole

_________________

Dicono di lui:"Io molte minchiate le vedo nelle gallerie di chi ha scritto, roba da vomito, immaginette di poco valore, non certo fotografia, forse nemmeno va bene stare su questo sito, ci vorrebbe "image4u" per lo squallore, queste immaginette avranno una durata misera, anche per il suo creatore, niente rimarra' perche' niente era." "tra l'altro non nego che tanti che fanno delle emerite porcherie [...] sono quelli che hanno imparato a paciuccare le loro foto insignificanti, a metterci su un po di effetti con PS e le presentano come capolavori incredibili"
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MessaggioInviato: Sab 13 Gen, 2007 1:12 pm    Oggetto: Re: Ritratto: guida pratica per autostoppisti Rispondi con citazione

Pietralia ha scritto:

Scusa ma non resisto, poi se vuoi lo tolgo, però se la dico al papà del mio capo, arzillo 70enne che alla mia età giocava col vetro, mi pianta un sinistro che mi fa fa fare due capriole

No va bene Smile aprendo alla discussione in effetti si migliora, ma non ho mica capito ... non sei d'accordo? ... va beh, tu non dirglielo Wink
V edrò di migliorare la frase, presa in senso stretto può essere male interpretata, grazie.
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Pietro Bianchi
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MessaggioInviato: Sab 13 Gen, 2007 8:42 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ti riporto due impressioni personali: l'illuminazione a gabbia di luce (tipo il bambino sotto l'ombrellone) è un tipo di illuminazione estremamente semplice e poco significativa, e inoltre ha il non piccolo problema di fare assomigliare a una mongolfiera il soggetto: tutto ok se è un pupo pacioccoso, tragedia se è una signora un pò sovrappeso.
Quella a 45° morbida con schiarita è la classica illuminazione da ritrattista non troppo esperto proprio perchè non crea ombre che devono essere gestite con malizia: non che io sia capace di farlo, tutt'altro, però non è corretto dire che le ombre sono da evitare perchè creano inestetismi o perchè non sono gradevoli, è assolutamente scorretto. Le ombre servono e sono indispensabili per comporre un messaggio completo e compiuto, altrimenti tutti con mega bank a 45° e siamo tutti ritrattisti. Magari.
Personalmente la luce dura trovo dia una carica espressiva estremamente più forte di quella morbida che tende ad omologare e ad impastare. Sfoglia Vogue US e dai un occhio alle foto, vedrai che la luce morbida viene spesso usata per ritratti ravvicinati di modelle iper inceronate in cui esse stesse devono perdere importanza e comunicatività a favore dell'oggetto pubblicizzato (gioielli o profumi) oppure per mostrare abiti in foto di studio. In caso in cui invece ci sia un messaggio ulteriore o una certa ricercatezza di comunicazione ti imbatti in flashate che spettinano letteralmente le modelle, con ombre decise e cattive che rafforzano l'immagine e sottolineano con maestria la composizione.

Molti fotografi per quieto vivere o incapacità hanno due bank sempre saldati e grazie ad essi e ai risultati comunque ottimi si credono maestri del ritratto, ma non è così. In questo senso consiglio per chi ha i soldi di farsi qualche workshop di fotografi attivi a livello europeo o internazionale, valgono ciascuno un anno di prove.

_________________

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MessaggioInviato: Dom 14 Gen, 2007 11:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Pietralia ha scritto:

Quella a 45° morbida con schiarita è la classica illuminazione da ritrattista non troppo esperto proprio perchè non crea ombre che devono essere gestite con malizia

Non vorrei che sfuggisse il senso di questa guida per 'autostoppisti' quelli che devono chiedere un passaggio. Fotografi alle primissime armi nel ritratto che anzichè scattare una foto e chiedere ad altri cosa ne pensano, dal momento che loro stessi non lo sanno, provano a predisporre una certa situazione per capirla sul piano pratico.
Non ho la presunzine di insegnare l'arte moderna del ritratto, della foto fashion, da rivista ... ma solo qualche semplice regoletta per iniziare Smile
Crescendo, si potranno stravolgere e perfezionare nuove frontiere ...
Pietralia ha scritto:
non è corretto dire che le ombre sono da evitare perchè creano inestetismi o perchè non sono gradevoli, è assolutamente scorretto. Le ombre servono e sono indispensabili per comporre un messaggio completo e compiuto, altrimenti tutti con mega bank a 45° e siamo tutti ritrattisti.

Credo che all'inizio sia un buon consiglio da dare Smile Consigliare di evitare le ombre forti, agevolerà la crescita nel comprendere. Una base da cui partire per capire. La capacità di gestire le ombre e quindi la luce, verrà in un secondo tempo, con l'esperienza e l'esigenza di esprimere ritratti sempre più sofisticati e meno noiosi.
Mettersi in condizioni 'tranquille' per una luce da ritratto, all'inizio serve e come. Sono molte le cose da gestire per un 'autostoppista' alle prime armi. Solo i più esperti vedono più in là, ma l'insegnamento parte sempre da condizioni e situazioni base, semplici.
Pietralia ha scritto:
... consiglio per chi ha i soldi di farsi qualche workshop di fotografi attivi a livello europeo o internazionale, valgono ciascuno un anno di prove.

... ma non andateci con l'autostop! Very Happy Al figlio del mio amico che mi ha chiesto di insegnargli a fare qualche ritratto alle sue amiche... dirò di lasciar perdere e di iscriversi ad un workshop, ma non uno di un bravo fotografo qualsiasi, gli dirò di stare attento perchè deve essere tra i più attivi a livello almeno europeo se non internazionale ... Mandrillo ... scusate l'ironia, ma non ho resistito Very Happy ovviamente scherzo ... Il suggerimento di Pietralia è riferito a chi è convinto di essere bravo con due bank a 45° ...
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Pietro Bianchi
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MessaggioInviato: Dom 14 Gen, 2007 12:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

certo certo tutto vero quello che dici, quello che intendevo è che la porrei più su un piano "usate prima la luce morbida per imparare che è più semplice e perdona tanti errori, poi quando sarete esperti proverete anche quella dura che spesso è più caratterizzante ed espressiva, magari se ne avete la possibilità seguendo qualche workshop di fotografi bravi" e non "in ritratto si usa solo la luce morbida perchè quella dura fa vomitare e crea ombre che sono orrende, e le ombre sono comunque da evitare", il che è profondamente errato.

Dicevo fotografi attivi a livello internazionale perchè un workshop con loro costa un 20% o 30% in più di quelli "generici", ma vale dieci volte tanto anche per chi non è ritrattista di professione: è un mito che per seguirli si debba essere navigati pro, basta essere appassionati di fotografia e aver usato qualche volta uno studio fotografico per fare un salto di qualità inimmaginabile. Ovviamente costano ma non tutti non se li possono permettere, perciò...

Grazie per la pacatezza di toni Ok!

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MessaggioInviato: Dom 14 Gen, 2007 1:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

...

Ultima modifica effettuata da ocio il Dom 14 Gen, 2007 1:49 pm, modificato 6 volte in totale
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MessaggioInviato: Dom 14 Gen, 2007 1:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Sottolineo solo che delle ombre ho parlato anche in questo modo

Luce direzionata
... Più la luce è forte e più le ombre, come conseguenza, saranno dure. Starà al nostro gradimento scegliere o meno di lasciarle o addolcirle.
Se non si hanno particolari fini, normalmente è preferibile rischiararle per dare ulteriore ‘tridimensionalità’ al soggetto.
Questo per chiarire che la luce 'diffusa' è un tipo di luce che prevede ombre morbide o assenti, era in questi termini che mi sono espresso, poi i gusti personali e la crescita fanno il resto.

Per evitare equivoci, sottolineo anche
Ocio ha scritto:
RITRATTO IN LUCE AMBIENTE...
Luce direzionata
... Trattando qui la sola luce ambiente, rimando alla fotografia da studio gli ulteriori approfondimenti.

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hamham
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MessaggioInviato: Sab 20 Ott, 2007 10:11 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ho linkato questa discussione come "memo" in "ritratto": grazie! Smile
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mike1964
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MessaggioInviato: Lun 27 Dic, 2010 9:07 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Spostata nella nuova sezione "Ritratto, Studio, Fashion & Glamour: la tecnica e le idee"

Smile

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