Vendere la foto o il fotografo?

[Deva]

Salve a tutti, non so se si è già parlato di questo fenomeno (ho dato una rapida spulciata sui topic passati, e non ho trovato nulla) che mi ha colpito, anche se mi rendo conto che probabilmente è un materia di Capitan Obvius, la scoperta dell’acqua calda.

Il busillis è stata una frase di Robert Plant intervistato rapidamente da Fazio qualche sera fa, dove raccontava di come quando aveva iniziato lui i musicisti erano qualcosa di lontano e mitologico, mentre ora sono pressocchè prodotti (e di fatti ha ammesso di essere pure lui lì a fare una “marchetta”, sì, ha detto proprio così ed è anche per questo che lo amo follemente) qualche giorno dopo ero a fare dei giri sui blog e i fotografi che seguo, a spulciare commenti, novità e ovviamente a cercare consigli e dritte su come sfondare nell’impossibile mondo dell’immagine.

Ho letto e straletto, mi sono informata sui loro consigli di marketing, sull’uso saggio che sanno fare dei nuovi media, e in questo li ammiro moltissimo. Io ho dovuto staccare Facebook, mi fa paura, a stento sono arrivata a twitter. Non ho nemmeno nulla da dire a nessuno, e quindi non sono mai riuscita a tenere aperto un blog più del tempo di scegliere un template.

Tutti, ma tutti (e fanno bene) sottolineano il bisogno di darsi completamente alla fotografia, di darsi anima e corpo per inseguire questa ossessione se se ne vuole fare un lavoro, dei calci in culo e ovviamente dell’importanza del marketing.

Ovviamente il mondo non ha bisogno di nuovi fotografi il mercato è saturo quindi in qualche modo devo rendere il mio lavoro più accattivante. Il mio lavoro, più accattivante. E allora perché ho come la sensazione che invece che inseguire la fotografia si insegui il fotografo? Si sapeva forse se a Salgado piacevano le ciambelle o meno? Era davvero così importante? E’ davvero così importante per chi lavora nell’immagine avere un immagine composta anche da oltre che alle proprio foto? E poi penso agli scrittori blogger ormai opinionisti ovunque, ai musicisti immagine, e mi rendo conto che è endemico…e che nonostante io sia della nuova generazione appartengo ad un epoca morta e finita intorno al 1975, quando non ero nemmeno nella testa dei miei genitori.

Quand’è che abbiamo iniziato a venderci piuttosto che a vendere?

[Nash]

[palmerino]

La bravura del fotografo è (saper) vendere la sua immagine, il suo stile.
Mi sembra alquanto semplice e per nulla complicato.
Ovvio, saprà vendere anche le sue fotografie...è una diretta conseguenza.

Ma darsi tutto e per tutto alla fotografia diventa esagerato (solo) per me: dovremo dare tutto alla nostra vita ovvero vivere attimo dopo attimo, semmai.

Il fotografo è un mestiere: non confondiamoci con l' Arte che devono giudicare altri...ma non vedo cosa ci possa interessare, a meno che non si voglia ambire a lasciare il segno ai posteri.
Serve a noi questo?
Personale: io continuo a pensare che ci facciamo troppi problemi esistenziali non vivendo pienamente la vita.
L' unica possibilità che possiamo veramente fare.
Lasciare le mie fotografie ai posteri non mi interessa: tanto, prima o poi sarò costretto a salutare tutti.
Il più tardi possibile, eh!

[rogia80]

Personalmente penso che a volte sapersi vendere è più importante di quello che si vende...

Esperienza personale:
Ero nello studio di un collega, entrano due futuri sposi per dare un occhiata ad album, foto video.... dopo 5 minuti, mentre gli sposi erano intenti a guardare, entra un signore anziano dicendo al fotorgafo che aveva un dvd pieno di foto da stampare.
Per tutta risposta il mio collega gli risponde:"Provi dal commerciante più avanti, qui si parla solo di FOTOGRAFIA"...

inutile dire che lui le foto amatoriali li stampava e li stampa ancora ma....
se l'è tirata un po con gli sposi.

[mike1964]

[TestaPazza]

in effetti, lo stesso concetto lo puoi dire diversamente

"Qui non stampiamo foto, chieda a tizio"

[mike1964]

è la prima volta che utilizzo la parola "scemo" in otto anni di onorata vita internettara...

No, a me quelli che se la tirano nel modo che hai descritto tu stanno -davvero- sulle scatole...

[AleZan]

Se tu vuoi vivere di fotografia, cioè vendere fotografie, devi considerare le tue foto come un "prodotto".

Un "prodotto" sta nel mercato, cioè soffre la concorrenza di mille prodotti di qualità molto simile (il mondo è pieno di fotografi "abbastanza/piuttosto bravi").

Un "prodotto" si vende se c'è una domanda: ad esempio se sei l'unica ad avere le foto di un certo evento notiziabile, le vendi di sicuro.

Un "prodotto" si vende se lo si fa conoscere, cioè lo si pubblicizza, e se lo si rende disponibile, cioè lo si commercializza.

Un "prodotto" è però sostenuto dal suo "brand": se oggi la Mercedes esce con un nuovo modello, probabilmente susciterà molto più interesse nel pubblico rispetto al lancio internazionale della prima automobile costruita da me....

Il nome del fotografo è un brand. E si promuove con tutti i meccanismi del brand: riconoscimenti pubblici, premi, qualità del lavoro, ma anche purtroppo presenzialismo, apparenza, fumo negli occhi, conoscenze...
E qui arriviamo alla questione che tu ponevi.

Se invece per te la fotografia è una tua ricerca personale, allora puoi sfuggire alla logica del "prodotto".
Puoi aspettare di sentirti pronta e poi mostrare quello che fai a persone che pensi lo possano apprezzare e pensi che ti possano essere utili a finalizzare quello che fai.
Ma devi aver trovato una tua via originale (non "nuova", è sufficiente originale).
E nel frattempo devi avere un'altra fonte di reddito...

[rogia80]

[TestaPazza]

[rogia80]

[Anonimo.]