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photo4u.it -> Tutorial
Oggetto: Interventi su luce e colore Rispondi con citazione
Autore: redazione4u :: Inviato: Mer 25 Feb, 2009 9:05 pm
4.1. Livelli

Tecnica base

L’uso dello strumento Livelli (Ctrl-L) per la correzione del contrasto e della gamma tonale dell’immagine è una delle tecniche più semplici e al tempo stesso più efficaci per migliorare sostanzialmente l’aspetto insoddisfacente di una foto. Si può dire che questo sia il primo passaggio prima di proseguire con tecniche più avanzate.

Diamo un’occhiata all’immagine dell’esempio (fig.1 qui sotto): ci appare abbastanza piatta e priva di contrasto. Il suo istogramma ci spiega immediatamente perché: l’intera gamma tonale è ristretta al centro del grafico.



In pratica non ci sono né tonalità scure profonde, né chiare brillanti. Tradotto sull’istogramma RGB vediamo che in questo specifico caso nessun pixel dell’immagine ha valori compresi tra 0 e 40 (circa), e tra 190 (circa) e 255.
Vediamo ora come fare per sfruttare completamente la gamma tonale a nostra disposizione, migliorando l’aspetto di questa foto.

Trasciniamo il piccolo segnalino triangolare nero sul lato sinistro della base dell’istogramma spostandolo verso destra fino raggiungere l’estremità del grafico, facciamo la stessa cosa a destra con il segnalino bianco, spostandolo verso sinistra (vedi fig. 2 qui sotto).



In questo modo stiamo dicendo a Photoshop di porre il valore 0 (nero assoluto) dove ora si trova il valore 37 e di assegnare il valore 255 (bianco pieno) dove ora c’è il valore 193 (sono indicati nelle caselle superiori).
Il risultato è un ricalcolo del valore RGB di tutti i pixel, che ora si disporranno sull’intera scala di valori da 0 a 255, “stirando” l’istogramma lungo tutto il range a disposizione.
Muovendo il segnalino grigio centrale, agiamo sul “gamma”, e modifichiamo a piacimento il contrasto generale fino ad ottenere il risultato che ci soddisfa. Confermiamo con OK.
L’immagine è chiaramente migliorata (vedi fig. 3 seguente).



Riaprendo nuovamente la finestra Livelli notiamo il nuovo istogramma. Ora nell’immagine ci sono sia pixel con valore 0 (nero), sia pixel con valore 255 (bianco): la gamma tonale disponibile è completa.

Nella zona inferiore della finestra Livelli ci sono gli “Output Levels”. Essi permettono di limitare il range di valori RGB in uscita. In pratica spostando verso il centro i due segnalini possiamo ridurre il contrasto generale dell’immagine.

Approfondimenti

Regolare i livelli usando il tasto ALT
Un’avvertenza nell’uso di Livelli: se i due segnalini triangolari (nero e bianco) vengono trascinati all’interno del tracciato dell’istogramma, Photoshop sistemerà i valori estremi della gamma (0 e 255) tagliando alcune tonalità scure ed alcune chiare (in rosso nella fig. 4 a lato). Questo si traduce nella perdita dei dettagli nelle ombre “tappate” e nei bianchi “bruciati”. Può essere un effetto ricercato oppure un errore da evitare, vediamo come. Cominciamo trascinare il segnalino nero dal bordo sinistro verso destra tenendo premuto il tasto ALT. L’immagine diviene completamente bianca. Spostiamo il segnalino verso destra lentamente, ad un certo punto parti dell’immagine cominceranno ad apparire: sono le parti che verranno tagliate dal nostro eccesso di correzione. In questo caso saranno ombre “tappate”. Dobbiamo quindi posizionare il segnalino nero nel punto più a destra possibile dove ancora tutta l’immagine appare bianca.
Con il segnalino bianco faremo la stessa operazione. Spostandolo verso sinistra tenendo premuto ALT, l’immagine sarà prima tutta nera. Collochiamo il segnalino bianco nel punto più a sinistra possibile dove ancora tutta l’immagine appare nera.
Il segnalino centrale grigio non viene influenzato da ALT.
Usando questa modalità le aree critiche sono mostrate attraverso colori che rappresentano quali dei tre canali RGB verranno tagliati. Photoshop usa una propria tabella di colori come schema per indicare il problema: questo magari sarà tema di un futuro approfondimento.

8 bit o 16 bit?
Come è noto i colori nell’immagine digitale possono essere rappresentati secondo diverse “profondità”, espresse in bit per canale. Le più comuni sono: 8 bit per canale (8 R + 8 G + 8 B = 24 bit = 16,8 milioni di colori), oppure 16 bit per canale (16 R + 16 G + 16 B = 48 bit = 281,5 miliardi di colori).
Tra chi fa editing si discute dell’utilità di elaborare luce e colore delle immagini lavorando su file a 16 bit/canale e non sui più comuni 8 bit/canale. Vediamo il perché, dopo aver ricordato che nel menu “Image > Mode” di PS è possibile cambiare la profondità colore dell’immagine.
Nella correzione dei livelli che abbiamo appena applicato con la tecnica base, abbiamo visto come un istogramma troppo ristretto venga “stirato” fino a coprire l’intera gamma di valori disponibile.
Questo “stiramento” può provocare nell’immagine un effetto simile alla “posterizzazione”, cioè un certo valore RGB viene “spalmato” e finisce per essere utilizzato per rappresentare diverse tonalità simili adiacenti, creando appunto un effetto indesiderato. L’effetto può essere quasi nullo oppure piuttosto sgradevole se le correzioni sono notevoli.
Questo “stiramento” lo si nota anche nell’istogramma dell’immagine appena corretta sui livelli (fig. 5): in modo approssimato quella forma a pettine rappresenta la difficoltà, con i valori presenti nel ristretto istogramma originario, a coprire il nuovo range di valori più esteso. I “denti bianchi” del pettine sono valori mancanti.
Ma quanti valori abbiamo a disposizione? Un’immagine a 8 bit/canale dispone di 256 possibili valori per ognuno dei tre colori RGB (2^8=256), mentre un’immagine a 16bit/canale dispone di 65.536 valori diversi sempre per ognuno dei tre canali Rosso, Verde e Blu (2^16=65.536).

Per questa ragione un’immagine a 16 bit/canale consente a Photoshop una maggiore libertà nel ricalcolo dei valori RGB durante la correzione dei livelli e quindi permette di limitare i “denti bianchi”. Ecco nella fig. 6 a lato l’istogramma della stessa immagine, a cui è stata apportata la stessa correzione ma lavorando a 16 bit/canale. La differenza nell’omogeneità del grafico è evidente.
I “detrattori” del lavoro a 16 bit sostengono: a) che la concreta differenza di risultato è minima nella maggioranza dei casi; b) le immagini a 16 bit occupano esattamente il doppio di spazio sull’Hard Disk, il doppio di RAM durante l’elaborazione e quindi rallentano il lavoro; c) alcuni filtri e plug-in non funzionano lavorando a 16 bit; d) non esiste alcun dispositivo nemmeno lontanamente in grado di visualizzare i miliardi di colori rappresentabili a 16 bit.
Resta pur vero che si può limitare il trattamento a 16 bit alle fasi dell’elaborazione che comportano la correzione dei valori RGB, quindi essenzialmente agli interventi su luce e colore, riducendo l’immagine a 8 bit per tutti gli altri usi.
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