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Commenti da pamar
Commenti alle foto che gli utenti sottomettono alla critica
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Commenti
Tramonto al lago
Tramonto al lago di pulchrum commento di pamar

Naturale? Innaturale? Personalmente non mi interessa. Se la interpreto come forma espressiva e non come fotografia solo documentaristica, trovo una tavolozza intrigante. Per me ottima.

Marco
Ombra Infedele
Ombra Infedele di gfalco commento di pamar

Semplice “catturare” scenari d’effetto in luoghi stupendi e degni di nota. Meno in luoghi comuni e banali. Ma il mondo è pieno di episodi e cose degne di nota e di attenzione, diceva un saggio. Vero; e ancora più vero se riferito alla fotografia. Il trucco, in tali frangenti, consiste nella capacità di vedere il dettaglio. Particolari accattivanti che si perdono nell’insieme di un luogo. Non è semplice. Non è banale. Richiede la capacità di estrapolare un dettaglio ed isolarlo da un insieme. Less is more. Focalizzare un dettaglio e capacità di escludere quanto non serve. Questa immagine ne è un esempio lampante. Complimenti.

Marco
St
St di littlefà commento di pamar

littlefà ha scritto:

Marco ora mi hai proprio incuriosita ..potrebbe essere come nuvole e onde sembrano convergere verso il promontorio lontano? A me personalmente quello piace, anche se che ciò che mi lascia sempre stregata sono i disegni sul bagnasciuga..
Grazie ancora Ciao


Mi riferivo al rama piantato nella sabbia. Punto concreto e di primo impatto visivo che, come una catapulta, apre la scena ed il suo divenire nello spazio.

Marco
Tramonto prealpino
Tramonto prealpino di pulchrum commento di pamar

C'è poco da dire. Con me sfondi una porta aperta. A me queste scene di prospettiva aerea piacciono da matti. complimenti.

Marco
S.t.
S.t. di Ettore Perazzetta commento di pamar

Un paesaggio lacustre o marino. Una distesa d’acqua e delle alture costiere sullo sfondo. E poi una vela bianca che riempie la scena. Inoltre delle increspature dell’acqua in primo piano. C’è tutto direi. La scena ha elementi in ogni piano. Molti fotografi avrebbero (giustamente) pensato così, e così avrebbero scattato; ed avrebbero ottenuto un bello scatto. L’autore di questa fotografia no. Egli ha reso protagonista della scena un pezzo di legno. L’ha disposto proprio a ridosso del primissimo piano. Inevitabile e preponderante. E non basta, il legno è anche il solo elemento a fuoco perfetto. Risulta quindi inevitabile. Impossibile non sbatterci contro con lo sguardo. E levati, verrebbe da dire. E invece no; a mio avviso esso è il dettaglio che rende lo scatto particolare, non comune e sui generis. La collocazione è connotato vincente, così come la sua forma. Laterale, non va a coprire la scena alle sue spalle, che sì, è sfocata, ma di uno sfocato capace di renderla bene interpretabile. E poi il ramo tronco a destra traccia una linea che punta verso l’angolo del fotogramma, passando per la barca a vela. Direi un’ottima disposizione che traccia una linea di forza lungo tutto il fotogramma. Che altro? Direi che basta e avanza. Complimenti.

Marco
St
St di littlefà commento di pamar

Certo, bellissima scena, tnte accattivanti. Però, per me, un elemento diviene artefice del successo estetico di questo paesaggio. Una sorta di catapulta che crea profondità e che butta per mano lo sguardo nella bellezza della scena. Indovinate a cosa mi riferisco…

Marco
Dune
Dune di Bruno Tortarolo commento di pamar

Vedendo questo scatto, come prima cosa, ho pesato che l’autore avesse chiesto, ed ottenuto, con sue doti soprannaturali, che gli elementi del cielo e della terra si mettessero in posa….a parte le battute: deve essere riconosciuta al fotografo una grande capacità di cogliere e disporre gli elementi della scena. Pochi elementi la cui disposizione costruisce un insieme armonico e bilanciato. Pochi elementi che, completano perfettamente la composizione. Non si sente la mancanza di nulla. Due strisce di muratura di colore diverso, il blu del cielo ed una nuvoletta. Una manciata di tinte. La fotografia è completa.

Marco
...
... di gattapilar commento di pamar

Anni fa, lessi una recensione di un critico fotografico, che conteneva una valutazione degna di nota e che mi è rimasta impressa. Egli inquadrava le fotografie in belle, meno belle e brutte, ma sosteneva che, al di là della bellezza puramente estetica, ciò che rendeva uno scatto di impatto e capace di smuovere l’interesse e di rimanere impresso, di distinguersi dal mucchio, era il contenere un elemento non lineare. Un elemento di mistero e di libera interpretazione. Un elemento capace di fare pensare il fruitore e di fargli generare varie congetture. Questo, proposto da Marisa, ne è un esempio eclatante. Lo scatto, oltre ad essere ben fatto e proposto, contiene in sé un elemento di non perfetta interpretabilità. Un alone di mistero circa la sua essenza e concretezza. Direi una fotografia che racchiude sia la piacevolezza estetica, che un elemento di mistero legato alla sua interpretazione e traduzione. A mio avviso notevole. Molto notevole. Uno scatto che mi fa dire: “vorrei averlo pensato io”. Complimentissimi.

Marco
la croce
la croce di doby1958 commento di pamar

Vero soggetto è lo sguardo dell'uomo in primo piano. Fulcro ed elemento principe di questa bella immagine. In fondo la croce é solo un comprimario. Efficace e buonissima.

Marco
st
st di -Max- commento di pamar

ciao Max, ogni tanto passo, ho postato qualcosa e lascio qualche commento. Felice anche io di leggerti.
Dopo avere letto le tue parole aggiungo qualcosa….ho capito il tuo perché, e penso che mi si siano schiarite le impressioni iniziali. Mi permetto di aggiungere una valutazione…senza la pretesa di giudicare il tuo intento. Dico solamente quanto mi “arriva” di quello che era il tuo proposito. Come ho detto prima la foto mi lasciava indeciso. Dopo le tue parole ho capito il perché. Parli di acqua intorno alla roccia, giochi d’acqua e mulinelli. Ebbene a mio giudizio, il vero ed unico soggetto principale è la roccia. L’acqua con i suoi movimenti passa nettamente in secondo piano. Insomma, non ci ravviso presenza dei giochi d’acqua a discapito della presenza preponderante della roccia. Una buona idea ma non altrettanto la realizzazione…..hei è solo una mia personale valutazione, senza offesa. Bella ritrovarti.

Marco
st
st di -Max- commento di pamar

Ciao Max,

butto due considerazioni al volo. Non riesco a decidere se si tratta di un’immagine sopra alle righe o un qualcosa di non fantastico. Senza dubbio sono sicuro che non si tratta di una fotografia fatta a caso. La scelta della maf, l’uso del bianco e nero e l’inquadratura lo testimoniano. E’ il risultato finale che mi lascia una certa indecisione.

Marco
...
... di gattapilar commento di pamar

Sono poche le immagini che mi colpiscono. Ci sono in giro innumerevoli belle immagini, piacevoli esteticamente, con soggetti accattivanti. Poche riescono a colpire nel segno ed hanno un quid in più. Questa è una di quelle. Fra le altre cose si tratta di un dittico. Formato affascinante e capace di “dire” molto. Ma c’è il rovescio della medaglia, in un dittico si corre il rischio di abbinare due immagini, anche stupende, ma incapaci di formare un duo che apporti un di più rispetto alle due singole immagini.
Questo dittico è composto da due fotografie che si completano e rafforzano l’una con l’altra. Io personalmente ci vedo una doppia lettura. Quella che “arriva subiti” è incentrata sull’urlo della bambina e la conseguente rottura dello schermo di vetro. Azione e conseguente reazione. La seconda sensazione che mi è arrivata (anzi, a dire il vero mi è arrivata prima…) è una sorta di conseguenza fra immagine della bimba furiosa ed oggetto in frantumi…quasi fosse lei stessa ad andare in pezzi come conseguenza della sua ira….una sorta di frattura di sé stessa e della sua anima (sono forse un poco folle in questo ragionamento ?....). Rabbia che ha come conseguenza non la semplice rottura di un oggetto esterno, ma una sorta di ferita verso il proprio io. Ira conseguenza di……qui’ sta il bello. Ognuno è capace di credere e formulare pensieri e congetture a lui affini.

Marco
Ombre
Ombre di Luigip commento di pamar

Ciao,

dico cosa ne penso. Due valutazioni in contrasto.
Le foto prese singolarmente sono veramente buone e ottimamente realizzate. 10 e lode.
Le foto, a mio avviso non costituiscono un portfolio, nel senso che non formano un insieme. Ognuna è un ottimo scatto a sé, ma ognuna non è affine alle altre. Situazioni diverse, contesti diversi. In alcune presenza di ombre ed in altre solo controluce.
Concludendo, come detto, ottime singolarmente ma non ha motivo di essere raggrupparle in un unico lavoro.

Marco
The room
The room di MC82 commento di pamar

Un lavoro circa il quale non è semplice esprimere un giudizio sensato, senza scadere in valutazioni banali.
Si tratta, fuori da alcun dubbio, di un qualcosa legato indissolubilmente ad una progettualità. Progettualità e ricerca concettuale, che ha spinto l’autore a sviluppare e finalizzare il lavoro fotografico in un certo modo. Progettualità e ricerca concettuale che non può essere assimilata da chi si approccia al portfolio, con una visione veloce, visto che ha richiesto all’autore un certo tempo per l’ideazione, pianificazione, sviluppo e finalizzazione. Insomma, non si tratta certamente di un portfolio affine ad un lavoro paesaggistico o illustrativo e descrittivo di una vicenda.
Proverei comunque a dire una manciata di cose, prima dal lato solo estetico/grafico. Poi circa l’aspetto concettuale e del contenuto (per quanto possa addentrarmici). Una premessa (se vuoi banale): penso che il come (grafica/estetismo) ed il cosa (cosa vuole esprimere, dire, provocare, trasmettere) un portfolio fotografico siano indissolubilmente legati. Insomma: l’uno serve a rendere efficace l’altro.
Dal lato grafico, giudicando le fotografie senza tenere presente l’aspetto concettuale, sono un gruppo di fotografie molto molto affini l’una con l’altra. Non sussiste il minimo dubbio che siano un insieme coeso. L’uso del B&N, combinato con una evidente granulosità ed indefinitezza, si accomuna ad una quasi completa assenza di elementi definiti, figure complete e dettagli netti. Ignorando lo statement per alcuni scatti si fatica a percepire immediatamente cosa sia il soggetto. In altri invece ci sono dei dettagli abastanza “presenti” ed esplicativi della situazione. Forse, non ne sono convinto, lo stacco formale fra questi due estremi è un poco troppo netto. Ma sono inezie rispetto all’omogeneità dell’insieme.
Una successiva valutazione, dopo la lettura dello statement, rende ancora maggiormente fruibile ed interpretabile il lavoro. La scelta dell’impostazione grafica è del tutto funzionale e coerente con il concettualismo del lavoro. L’apparente non interpretabilità si rivela essere amalgama fisica che si traduce in connubio mentale fra i corpi. Insomma, a mio avviso non ci sono discrepanze od ostacoli allo svolgersi del lavoro. Le mie, come detto, sono solo valutazioni frammentarie su un qualcosa di complesso. Tuttavia, per quanto mi è possibile, non posso che esprimere un giudizio positivo.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, ho visto l'altro lavoro, oserei definirlo zuccherino, nel senso che si mostra decisamente piacevole allo sguardo, è retorico, è retinico, ricerca l'equilibrio formale e lo condisce con delle cromie eccitanti, però francamente mi sembra molto più superficiale rispetto a questo, qui sviluppi un discorso in silenzio e in profondità, senza orpelli. Quel lavoro non mi fa meditare, non mi fa scendere verso il non senso del Reale, questo è più filosofico, quello è più appariscente. 99 persone su 100 preferiranno sicuramente quello, ma a me sembra solo una bellezza di facciata, quasi simulacrale. Chiaramente tutto ciò ai miei occhi (che non sono gli occhi della verità).

a presto


Grazie per il passaggio.
Capisco cosa intendi. Da parte mia posso dire che invece, quel lavoro, ha alla base un lavoro molto più impegnativo rispetto a questo. Ma non devo ora spiegarlo a parole. Conta quanto riesce a comunicare.
Sottolineo soltanto una parola che hai usato nel commentarlo. Il termine retorico non riesco ad accettarlo. Comunque mi fanno sempre piacere le valutazioni motivate.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Carissimo, ho riletto il mio commento e mi sento di precisare che il fatto di "rimanere soli" nel percorso di ricerca astratta non ha un senso negativo, anzi per me è un grande e valoroso atto di coraggio da parte dell'artista. Le tue immagini rimangono visivamente identificabili e concrete, hai ragione, l'astrazione non prevale sul piano visivo ma su quello semantico, su questo livello io le trovo molto astratte poiché sanciscono in maniera convinta un superamento dell'universo simbolico/immaginario. Quando parliamo di superamento del simbolico dobbiamo essere consapevoli che stiamo oltrepassando anche la rete relazionale, quella tra artista e pubblico, per questo al di là del simbolico l'artista rimane solo. Questa "solitudine" è chiaramente proporzionale al livello di astrazione raggiunto.

mia opinione ovviamete
un caro saluto


Ciao,
Rimanere soli….non ho preso questa affermazione come negativa; per niente. Né in ambito astratto che concreto. Forse potrebbe intimorire qualcuno che, specie al giorno d’oggi (ma anche nel passato è sempre stato cosi’, in fondo), cerca l’approvazione e la comprensione incondizionata. Interessante la tua distinzione fra ambito visivo e semantico. Ti dirò il vero: il mio è stato un approccio basato (quasi) totalmente sul piano visuale ed estetico. Non ho mai pensato a connotati diversi. In soldoni ho voluto semplicemente sottolineare caratteristiche ed aspetti che comunemente passano in secondo piano di fronte a tali oggetti faunistici.
Un mio lavoro del 2019, sempre con la flora come soggetto, forse lascia trasparire maggiormente quanto hai sopra affermato. Nato come lavoro grafico si è poi trasformato in altro. Se ne avrai occasione e voglia lo puoi trovare qui:
https://www.photo4u.it/viewcomment.php?pic_id=773132

Grazie per la tua analisi non banale.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, piacere di scriverti.

in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.

a presto


Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

MC82 ha scritto:
Ciao, piacere di scriverti.

in questa serie l'atto di avvicinamento fotografico diventa anche un esercizio di allontanamento quando le venature delle foglie diventano percorsi visti dall'alto, le immagini oscillanno tra naturalismo concreto ed astrazione, rimane un equo bilanciamento tra questi due poli senza che l'uno prevalga sull'altro. Non so se mi piace la serie, ma non ha importanza, l'astrazione in genere è anche e soprattutto questo: ovvero la rottura della rete relazionale per andare ad esplorare l'al di là del simbolico, col rischio di intraprendere quindi un percorso in cui si rimane soli.

a presto


Ciao, grazie per il commento. Bella la definizione circa l’avvicinamento visivo che si traduce in allontanamento dalla concretezza. Parli di percorso che ha in sé il rischio di rimanere soli. Certamente vi è un fondo di verità in quanto sostieni. Da parte mia il dubbio non mi ha mai sfiorato. Questo sulla base del perché ho ideato questo lavoro. Non ho mai pensato che l’aspetto astratto soverchiasse la piena identificabilità dell’oggetto ritratto. Il volere adottare una ripresa ravvicinata e la rinuncia al colore è stato fatto al fine di sottolineare forme e texture, non comunemente considerate, senza lo smarrimento dell’identità dell’oggetto protagonista. Certamente vi è una dose di “slittamento” dalla concretezza, ma a mio avviso non tale da fare prevalere l’astrazione….o almeno tale era il mio intento. Ma sai, spesso gli intenti dell’autore non si traducono in concordanza completa con le impressiono suscitate dal fruitore.

Marco
The House of the Farmer
The House of the Farmer di gattapilar commento di pamar

Ti dico la verità Marisa. Mi trovo in difficoltà nell’esprimere un giudizio a questo portfolio.
Solitamente, nel giudicare un lavoro fotografico, sono solito incentrarmi sul come sono realizzate le fotografie, come si amalgamano o meno e come è il loro susseguirsi. In questo caso invece vedo un’ elencazione dell’opera dell’artista britannico che ha creato l’installazione. Risulta una specie di catalogo. Intendiamoci, molto ben fatto, ma nulla più. Risulta allora un lavoro che sottolinea la bravura e bellezza dell’opera, mentre non vi è (o io non vedo per mia pecca) uno spunto riguardante il lavoro fotografico.

Marco
Veins in BN
Veins in BN di pamar commento di pamar

Grazie mille .

Fra le altre cose il lavoro é proseguito. In piu' mi ö venuta l'idea di ri-strutturarlo in forma di dittico. Il primo tassello le macro che vedete qui, il secondo tassello del dittico....sorpresa. Quando lo finiro' (con i miei ritmi una decina di meso o piu') ve lo mostrero'.

Marco
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