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Squalo dagli occhi verdi di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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La sorpresa è stata tanta ma la felicità ancor di più, perché consapevole dell'eccezionalità dell'incontro visto che, come ha detto chi ha commentato sopra, questo essere vive a quote ben più importanti.
Grazie a tutti per i vostri lusinghieri commenti.
Un saluto
Alessandro |
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Squalo dagli occhi verdi di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Qualche giorno fa il mare mi ha fatto un grandissimo regalo.
La visibilità "da lago" mi stava spingendo a interrompere l'immersione ma poi, aggirando una asperità rocciosa intorno agli 80m, eccolo sospeso a pochi cm dal fondo limaccioso che mi osserva per niente spaventato.
Oxynotus centrina (Linnaeus, 1758) |
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Ghost di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Grazie per gli apprezzamenti. Ho usato queste impostazioni (tempo lungo, diaframma chiuso e sincro su seconda tendina) per ottenere questo effetto, infatti la foto è "mossa" di proposito. Lo scatto non è stato realizzato con un'ottica macro bensì con un fish-eye quindi i problemi di diffrazione sono l'ultimo dei miei pensieri.
Un saluto
Alessandro |
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The great beauty di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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II secolo a.C. questa si ipotizza sia la datazione del relitto scoperto nel 2011, davanti la costa catanese. Il luogo del ritrovamento è sito ad una profondità compresa tra i 65 e 80m quindi per poterlo visitare si deve essere in possesso dei brevetti relativi che abilitino a queste quote. Negli anni scorsi ho avuto la fortuna di collaborare con l'unico diving autorizzato alle visite guidate presso questo sito. La logistica e la profondità elevata, fanno si che le visite siano obbligatoriamente regolamentate. Inoltre, sempre grazie alla Soprintendenza del Mare ho partecipato attivamente al recupero di una grande anfora che ora si trova al museo di Palermo ed è allo studio da parte degli esperti per capirne la composizione, cosa contenesse e la provenienza. Il relitto riguarda una grande nave ch eprobabilmente a seguito di condizioni meteo marine avverse affondò. Durante l'affondamento la nave si capovolse, così come tutti i manufatti e questo non ha permesso al materiale ligneo della nave di resistere agli agenti marini, visto che è rimasto esposto. Accanto ai manufatti si vedono delle ancore di piombo, dei tubi e delle tegole. Le anfore di varie forme sono divenute un rigoglioso substrato per animali sessili e non. Quasi ogni anfora è un nascondiglio per tanti animali marini, come scorfani, gronghi e murene. Quando si è laggiù è come tornare indietro nel tempo e tutto si ferma.......
L'ultima foto mi immortala accanto alla grande anfora recuperata con l'autorizzazione della Soprintendenza del Mare. |
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Wreck Valfiorita di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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Grazie a tutti.
Rispondo a Nerofumo: la nave di cui parli esiste e l'ho anche visitata prima che venisse interdetta e sigillata, con una enorme colata di cemento nelle stive, dopo che si resero conto che l'esplosivo usato negli eclatanti e terribili attentati dinamitardi ai danni di alcuni magistrati, fosse di origine militare. La nave è la Laura C. appunto considerata la s.Barbara della mafia. |
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Wreck Valfiorita di alecacciafotosub commento di alecacciafotosub |
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8 Luglio 1943: la nave Valfiorita, lunga 144,5 metri e stazza di 6200 tonnellate, carica di un importante carico bellico, parte alle 21.00 da Messina verso Palermo.
Nonostante non fosse stato possibile reperire le bombole di CO2 del sistema antincendio, il comandante della "Valfiorita", T.V. Giuseppe Strafforello, fu costretto a salpare.
Poco dopo essere uscita dal porto di Messina, sotto la scorta della torpediniera "Ardimentoso", alle 22.45 la "Valfiorita" venne centrata da due dei quattro siluri lanciati dal sommergibile britannico Ultor che la attendeva poco al largo.
Delle enormi fiamme si svilupparono senza poter esser domate, proprio per il disservizio del sistema antincendio, ed apparve subito chiaro che la nave non potesse salvarsi, pertanto il comandante ordinò l'abbandono della nave.
Ferita a morte, colò a picco alle 12 circa del 9 luglio 1943 davanti alla località Mortelle (ME), portando con se tutto il suo carico e purtroppo alcuni dei componenti dell'equipaggio.
Nelle foto in sequenza:
1) Mitragliatrice binata anti aerea, staccatasi dal ponte superiore e poggiata sul fondo a 65m
2)) Stive di carico con materiale bellico di vario genere tra cui le canne di balistite
3) Mezzi di trasporto Guzzi Trialce
4) Ingresso sala macchine completamente ostruito dalle lamiere contorte |
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