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Racconti fotografici - Altri mondi di Stefano Batazzi


Altri mondi di Stefano Batazzi
Lettura fotografica di Bruno Tortarolo e Anna Marogna

(cliccare sul titolo per accedere alle foto su photo4u)




















E’ più l’assenza o la presenza che fa da filo conduttore a questo ‘’rosario’’ d’immagini?

E il riferimento non è casuale perché come i grani di quello raffigurato si snodano con una loro continuità ma spezzata, dolorosamente, pur lasciando tracce della loro identità.

Appare straordinario come un certo tipo di ‘’arte’’ entri prepotentemente in questo percorso, un elemento salvifico, sicuramente terapeutico che mani incerte comandate da menti altrettanto insicure hanno espresso in modo compiuto traducendo sulla materia le proprie fantasie, spesso infantili di adulti bambini, altre di una ‘’follia’’ buttata con violenza su di una tela o una tavola, sulla materia ora apparentemente informe…una vestigia pompeiana, ora plasticamente modellata in modo da ricordare una iconografia antica ed elementare ma nella quale era profusa una fede tenace e pura, non solo esercizio manuale ma esercizio spirituale.

Dove non è la materia sono gli strumenti di quell’arte, dietro le note di semplici accordi in maggiore sembra di veder marciare, come in una saga disneyana, quell’esercito di pennarelli a cercare i loro terreni di battaglia.

E’ più l’assenza o la presenza?

La capanna vuota, certamente un’assenza nella perfetta simbologia dell’amore universale ma l’amore è ovunque ed è presente, presenza, ovunque…anche in un fiore o in un sole o in un orsacchiotto certamente molto amato.

















Quella sera fu organizzata una cena dall’aria informale, persone che s’incontravano, alcune per la prima volta, un desiderio di Edilio che amava la compagnia in quelle sere fredde come sanno esserlo solo le fredde sere dell’inverno piemontese.

Arrivarono alla spicciolata con le loro auto davanti alla scalinata che portava all’ingresso, il primo fu Vittorio accompagnato da Umberto poi arrivò Rodolfo con l’inseparabile Ines, buoni ultimi Abdel e Diana che come è noto non amavano correre.

Il salone dove era stato allestito il tavolo da pranzo seppur enorme era assai confortevole, un calore insospettabile capace di sciogliere ogni indugio a spogliarsi dei pesanti abiti proveniva da direzioni misteriose.

Edilio sedeva a capotavola e dall’altro lato era Vittorio che tutti ridendo chiamavano con l’appellativo di Maestà, davvero divertente, Abdel spesso si lanciava in declamazioni dall’idioma mediorientale mentre Rodolfo non nascondeva un certo fastidio incomprensibile ai più.

I bambini al seguito delle coppie si lanciavano in scorribande su e giù per le scale spesso rimproverati da Rosa e Maria Adelaide o da Margherita.

La sera lasciò il posto alla notte e quella riunione non sembrava avere fine, le ore passavano scandite dal grosso orologio alla parete…quattro…cinque…sei…fuori dalle finestre un barlume di luce faceva capolino tra gli alberi…sette…e come d’incanto ma in modo angosciante tutto all’interno sembrava sfumare in un silenzio via via più pesante e rumoroso, il fuoco si spense, i muri sembravano ripiegarsi su se stessi, i parati macabre maschere irridenti e quelle figure ilari perdevano consistenza…maestà…maestà…principi…notabili…ufficiali…si toccavano impalpabili…abbracciavano il nulla…si salutavano, addio Vittorio!

Prego, Vittorio Emanuele, sono o non sono un Re!

Rimasero le pareti scrostate come ormai da anni, gli stucchi sbrecciati, i ferri rugginosi e i rampicanti secchi sulla facciata.

Ogni tanto, in inverno, con il favore delle tenebre, Villa Minetta si popola di vecchi ospiti e di chi ospite non è mai stato, aspetta semplicemente, sa che qualcuno la ama e tornerà.















La linea orizzontale ci spinge a cercare la materia del racconto di questo luogo, quella verticale, invece, verso il suo spirito.

Ed allora, nell'abbandono e nelle luci che filtrano tra i lunghissimi corridoi di questo che fu il manicomio di Racconigi, si riescono a percepire le presenze dei malati, la loro vita, le loro storie di sofferenza e le voci delle corsie.

Cercando e concentrandosi tra gli spazi non è lo sguardo del fotografo che cattura una scena e la vede, bensì lo sguardo di chi sta in un posto per 'guardare di più'.

Per citare Basilico, misuratore di spazi per eccellenza, e la sua ‘urbex’ ante litteram, questo lavoro ci porta " ...il desiderio di dominare lo spazio misurandolo, di vederlo come un insieme ma anche in ogni suo dettaglio e chiedendosi ogni volta: cosa succede qui dove prima c'era qualcos'altro?”

Solo la fotografia può indirizzare un occhio soggettivo, scientifico ed emozionale al contempo come in questo reportage che niente lascia al caso colmando ogni aspetto anche quello storico, il rigore tecnico di questo lavoro, che assurge ad una dignità di portfolio, ne sottolinea il valore non solo formale
.

















Questo splendido lavoro soddisfa pienamente il concetto di portfolio che si discosta da una semplice raccolta per le sue caratteristiche di ‘’viaggio’’ all’interno di un argomento, trattamento monocromatico e il formato costante ne sanciscono il valore assoluto sotto questo aspetto.

Si entra dal luogo deputato all’ingresso fisico in un ambiente di lavoro, la timbratura del cartellino, e dopo l’esplorazione (oltre al resto splendido esempio di urbex) vi si esce come risucchiati da un vortice ed ‘’espulsi’’ da un cono di luce che evoca immagini cinematografiche in perfetto stile Stargate.

Si viaggia come sospesi nel tempo, qui non è una bellezza ad essere tradita ma ad esserlo è lo stato sociale in tutte le sue implicazioni e complicazioni, un ospedale abbandonato è una ferita insanabile nel complesso tessuto civile.

Il tempo rimane padrone nel passare di stanza in stanza, segni pesanti, a volte più lievi, ma tutte realtà corrotte e maggiormente corruttibili da questo ‘’signore’’, e tutte queste realtà che, rifacendomi alla filosofia Aristoteliana, sono e non sono contemporaneamente, esse si trovano necessariamente nel tempo e c’è un tempo che supera il loro essere.

Il tempo contiene tutto ciò, le cose che erano e altre che attendono di essere nella loro ineluttabile corsa ma tutto questo è contenuto in ‘’un’’ tempo senza eccezioni e se le contiene entrambe le conterrà nelle due forme del passato e del futuro.

E’ come vivere due dimensioni contemporaneamente, Stefano congela in una frazione di secondo questo ‘’tempo’’ ma ci regala una vista che si dilata infinitamente, si allarga a macchia d’olio dentro e intorno alle cose raccontandoci il suo ‘’tempo’’ fatto di passato, presente e futuro..





By Bruno Tortarolo e Anna Marogna

A cura della Redazione photo4u.it
Autore: batstef - Inviato: Mer 12 Dic, 2018 11:31 pm
Anna, Bruno non finirò mai di ringraziarvi per aver tradotto splendidamente in prosa le emozioni che ho cercato di raccontare in queste serie. Ero certo che avreste fatto un lavoro bellissimo ma non immaginavo a questo livello. Semplicemente emozionante...
Sono onorato di poter vantare una collaborazione di tale livello Smile
Autore: teresa zanetti - Inviato: Gio 13 Dic, 2018 3:29 pm
Immagini e parole fusi insieme, a diventar un tutto nuovo e unico, che ha molto a che fare con i libri di fiabe.
Non è facile trovare il giusto equilibrio, riuscire a fare in modo che le due anime si accompagnino, senza sovrastarsi.
Ma voi tre ci siete riusciti.

Bravissimi.
Un gran bel regalo di Natale per tutto P4U!
Buon tutto
TereZ
Autore: Antonio Mercadante - Inviato: Dom 16 Dic, 2018 8:44 pm
Rivedere i tuoi lavori così ben incorniciati dalle parole é un vero piacere oltre che un prezioso spunto di studio. Complimenti sinceri a tutti e tre per contenuto e sostanza.
Autore: jus - Inviato: Sab 22 Dic, 2018 3:58 pm
Che bello...
Complimenti a tutti e tre. Siete bravissimi.
Ciao.
Autore: batstef - Inviato: Mar 25 Dic, 2018 9:30 am
Ringrazio chi è passato, chi ha lasciato un pensiero ed approfitto per augurare a tutti un sereno Natale Smile
Autore: Anna Marogna - Inviato: Lun 31 Dic, 2018 4:08 pm
Tere, Antonio , Giuseppe è un grande piacere aver letto le vostre parole. GRAZIE! I bravissimi sono Stefano innanzi tutto per le foto magnifiche e Bruno per saper scrivere così bene ed aver avuto l'idea di proporre la recensione con una sorpresa a Ste , ma non avete idea che gioia sia stata aver contribuito a questo lavoro, un onore oltre che uno stimolo a scrivere.
Stefano aspettavo fine anno per Augurarti sempre nuovi bei progetti , hai materiale d'eccellenza per tanti libri , bravissimo sempre e persona di grande 'stoffa' Smile
Grazie alla redazione, Giovanni e Tere infaticabili e disponibili sempre !
Buon Anno quindi a te per nuove scoperte fotografiche e a tutti di serenità
Ciao ,Anna
Autore: Bruno Tortarolo - Inviato: Mar 01 Gen, 2019 10:28 am
Quando Stefano ci contattò non fu così immediato rispondere sì, tuttavia non ci volle neppure molto per accettare.
La richiesta era dettagliata nelle sue caratteristiche, poca tecnica quasi nulla, molta emozione e visione introspettiva; sommando un po' d'italiano, di storia e di fantasia scaturì questo lavoro e la gioia maggiore fu riceverne una copia, un dono che conservo gelosamente in attesa d'incontrare di persona l'autore affinchè possa apporre la sua firma, l'appuntamento è per la prossima estate.
Nel commento a ''La Bellezza Tradita'' si fa riferimento a persone misteriose ma realmente esistite e tutte furono ospiti in epoche diverse della villa di proprietà di quell'Edilio di cognome Raggio, ricchissimo possidente e politico dell'800.
Vittorio Emanuele è certamente il fu Re d'Italia, Umberto va da sè...e Rodolfo il fu Graziani, Maresciallo d'Italia, le signore relative consorti e figliolanza.
Abdel più noto come Dodi e Diana sono storia recente e furono possibili acquirenti della villa poi le cose andarono diversamente
Dunque anche una curiosa ricerca storica oltre che emozionale, gli altri lavori di sicuro impatto, bello interessante calarsi nella visione di Stefano con un'altra angolazione libera da fuoco e diaframmi.
Oltre che un piacere è stato un ottimo esercizio, ringrazio ancora Stefano per l'opportunità e Anna con la quale ho condiviso questi commenti e che giustamente rimangono senza firma specifica, ognuno ha contribuito a modo suo.
Buon anno a tutti compatibilmente con i propri affanni e preoccupazioni.
Bruno

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