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di Antonino Di Leo
Mer 04 Apr, 2018 4:56 am
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Barbossa
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr, 2018 10:56 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Antonino, ora mi è più chiaro il tuo punto di vista.
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Tropico
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr, 2018 12:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Barbossa ha scritto:
Grazie Antonino, ora mi è più chiaro il tuo punto di vista.

Pure a me e di questo sono grato ad Antonino, alcune cose le sapevo peraltro anche se manca un ultimo tassello cioè sapere cosa intendi per differenza tra fare e prendere e tra comporre e strutturare, se un giorno mi vorrai illuminare te ne sarò ulteriormente grato.
Wink
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Antonino Di Leo
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Messaggi: 4185
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr, 2018 5:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Tropico
Citazione:
... cosa intendi per differenza tra fare e prendere e tra comporre e strutturare


La differenza tra fare e prendere serve, secondo me, a capire come approcciarsi nei confronti di una scena. Bisogna leggere queste correzioni in termini di concetto e non di espressione. Cerco di spiegarmi. Il padre di questa filosofia (prendere), o almeno colui da cui l'ho appresa, è Ando Gilardi. Per farla breve le fotografie, se vogliamo, esistono già, tutto ciò che ci circonda è disegnato (graphis) dalla luce (phos). Partendo da questo "presupposto" la fotografia, intesa in questo caso come immagine impressa, è di fatto realizzata dal mezzo e a noi cosa resta allora... il solo grande merito di averla vista e prelevata dal suo luogo, e come? Decidendo noi cosa meriti di entrare nel frame, il famoso lavoro di sottrazione. La struttura, di cui era maestro S. Shore, è parte integrante di questo processo perché decidiamo anche il come debba essere raffigurata la scena che già esiste. È logico quindi che nemmeno la componiamo, non aggiungiamo noi i pezzi come in pittura in cui si va a riempire una tela vuota, bensì la strutturiamo, lei è lì, noi ci siamo dentro, ci giriamo intorno ma lei è sempre lì ferma, la tela insomma è già piena.

Spero di non essere apparso troppo come il professore di turno che non lo sono di certo. Ho solo cercato di rispondere nel modo migliore e, magari, dare degli input positivi, o insinuare dubbi su certezze di qualcuno.

Grazie ragazzi e buona continuazione.
Ciao

_________________
Antonino
"Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate." - Diane Arbus Visita www.antoninodileo.it
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Tropico
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Messaggi: 4530

MessaggioInviato: Sab 07 Apr, 2018 10:41 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Antonino Di Leo ha scritto:
Tropico
La differenza tra fare e prendere serve, secondo me, a capire come approcciarsi nei confronti di una scena. Bisogna leggere queste correzioni in termini di concetto e non di espressione. Cerco di spiegarmi. Il padre di questa filosofia (prendere), o almeno colui da cui l'ho appresa, è Ando Gilardi. Per farla breve le fotografie, se vogliamo, esistono già, tutto ciò che ci circonda è disegnato (graphis) dalla luce (phos). Partendo da questo "presupposto" la fotografia, intesa in questo caso come immagine impressa, è di fatto realizzata dal mezzo e a noi cosa resta allora... il solo grande merito di averla vista e prelevata dal suo luogo, e come? Decidendo noi cosa meriti di entrare nel frame, il famoso lavoro di sottrazione. La struttura, di cui era maestro S. Shore, è parte integrante di questo processo perché decidiamo anche il come debba essere raffigurata la scena che già esiste. È logico quindi che nemmeno la componiamo, non aggiungiamo noi i pezzi come in pittura in cui si va a riempire una tela vuota, bensì la strutturiamo, lei è lì, noi ci siamo dentro, ci giriamo intorno ma lei è sempre lì ferma, la tela insomma è già piena.

Spero di non essere apparso troppo come il professore di turno che non lo sono di certo. Ho solo cercato di rispondere nel modo migliore e, magari, dare degli input positivi, o insinuare dubbi su certezze di qualcuno.

Grazie ragazzi e buona continuazione.
Ciao

Dunque da una parte ti ringrazio tantissimo perchè finalmente hai risposto a cose che peraltro penso interessino a molti.
Dall'altra però la spiegazione non mi convince o meglio mi sembrano sottigliezze le differenze a cui accenni quando la sostanza è la stessa sia per gli amanti del tuo genere che per gli altri. Chiunque decide infatti la scena da prelevare, non credo proprio l'abbia inventata Shore sta cosa, cambia il come che non è però secondario anzi è lì la differenza. Wink
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Antonino Di Leo
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MessaggioInviato: Sab 07 Apr, 2018 11:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ma in verità non ho detto che lo strutturare la scena l'abbia "inventato" Shore ma solo che ne era un maestro ma, ovviamente, al pari di tanti altri autori già citati. Ho preso ad esempio lui solo perché ne parla chiaramente nel suo bellissimo "Lezione di Fotografia - la natura delle fotografie" nel "piano descrittivo".
Il come è il mettere in ordine a ciò che ci circonda tramite appunto alla struttura, data dal punto di ripresa, la scelta del momento dello scatto, l'inquadratura, la scelta del piano di messa a fuoco.

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Barbossa
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MessaggioInviato: Dom 08 Apr, 2018 9:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Che poi era quello che diceva Michelangelo.
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opisso
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MessaggioInviato: Lun 09 Apr, 2018 7:47 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Antonino Di Leo ha scritto:
Tropico
La differenza tra fare e prendere serve, secondo me, a capire come approcciarsi nei confronti di una scena. Bisogna leggere queste correzioni in termini di concetto e non di espressione.


Per come la interpreto io. Non si sta componendo creando qualcosa. Ma appunto si preleva qualcosa per mostrarla all'osservatore. Il prelievo viene strutturato in modo da incoraggiare una lettura "analitica". Per questo in un certo senso sono tutte foto di paesaggio e per questo, dicevo malamente prima, forse la "soluzione" non ce l'ha nemmeno l'autore. Nel senso che più che creare direttamente qualcosa indica una "scena strutturata" all'osservatore. Poi ovvio che pur mantenendosi "formalmente neutra" la foto veicola un messaggio più o meno autoriale. Nei new topographics, semplificando, il "fil rouge" era l'intervento dell'uomo nella che andava a intaccare la "wilderness" americana. Per cui l'accostamento a Shore vale fino a un certo punto.

Certo, si può cadere nel manierismo dello "strutturando per strutturare". Ma questo avviene anche nel più popolare genere del paesaggio naturalistico dove spesso l'aggancio al reale è solo un pretesto nella creazione di un'immagine "estetizzante" e rielaborata. Non posso esserne certo, ma dubito che Antonino usi il timbro clone andando a perdere l'aggancio al referente che preleva.

Scusate lo sproloquio. Non so neanche quanto realmente in sintonia col pensiero di Antonino...
Passo e chiudo Ciao

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Antonino Di Leo
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MessaggioInviato: Lun 09 Apr, 2018 11:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Opisso
Citazione:
Non so neanche quanto realmente in sintonia col pensiero di Antonino...

Direi che il tuo pensiero non fa una piega per quanto mi riguarda, piuttosto grazie per quanto hai scritto/detto. Ok!

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Antonino
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