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Lo sguardo di John Berger 02/03/17 Milano

Lo sguardo di John Berger 02/03/17 Milano


"Può succedere che un libro, a differenza dei suoi autori, ringiovanisca con il passare degli anni. Ho idea che sia successo a Il settimo uomo." John Berger

A Forma Meravigli un piccolo omaggio editoriale dedicato a John Berger con quaranta riproduzioni tratte dal suo libro Il Settimo uomo, una narrazione di immagini e parole sull’esperienza dei lavoratori migranti in Europa.

info utili

Giovedì 2 marzo, ore 18.30
Lo sguardo di John Berger.
Intervengono Maria Nadotti e Gianluigi Colin.
Omaggio all’autore in occasione della pubblicazione de Il settimo uomo

L'evento e' all'interno dell'omaggio editoriale dedicato a J.Berger da Forma

Dal 23 febbraio al 26 marzo 2017 a Forma Meravigli un piccolo omaggio editoriale dedicato a John Berger con quaranta riproduzioni tratte dal suo libro Il Settimo uomo.

Può succedere che un libro, a differenza dei suoi autori, ringiovanisca con il passare degli anni. Ho idea che sia successo a Il settimo uomo.

Con queste parole John Berger apriva la prefazione alla nuova e riveduta edizione del libro pubblicato negli anni Settanta con il fotografo e amico Jean Mohr. Il settimo uomo non solo raccontava il movimento migratorio in Europa e le conseguenze sociali, economiche e di costume di quegli anni, ma con la sua impaginazione così particolare, curata nei minimi dettagli dagli stessi autori, di fatto rivoluzionò il modo di intendere l’editoria fotografica.

Come continua Berger, “Il settimo uomo vuole mostrare come, nel corso degli anni Sessanta del secolo scorso, l’economia delle nazioni ricche d’Europa fosse diventata dipendente dalla manodopera di varie nazioni più povere”.

Il mostrare cui si riferisce Berger è fatto di immagini; quelle che, in anni di lavoro, di libri, di film, di trasmissioni televisive, lui ci ha insegnato a guardare, a interrogarci sempre sulla loro realtà e la loro rappresentazione. “A un certo punto, avevamo pensato di girare un film ma (forse per fortuna) non riuscimmo a raccogliere il denaro necessario. Perciò stabilimmo di fare un libro di istanti (registrati attraverso immagini o parole) organizzandoli in capitoli simili a sequenze cinematografiche”.

La novità de Il settimo uomo è dunque proprio questa: l’argomento è svolto in una serie di capitoli che, come sequenze, si susseguono in altrettanti frame cinematografici, dove ogni doppia pagina presenta una nuova inquadratura, una nuova combinazione visiva, una possibilità inaspettata di senso nata, appunto, dal dialogo incessante tra la parola e la fotografia.

Alla fine, come dice lo stesso Berger, il libro non diventa più un trattato di sociologia “ma piuttosto un piccolo libro di storie, una sequenza di istanti vissuti. Proprio come quelli che si trovano in un album di fotografie di famiglia”.

Dunque, questo particolare libro, a metà tra un pamphlet sociologico o economico, un manifesto politico e un album di famiglia, ci mostra separazioni, incontri, riconciliazioni, drammi, matrimoni, ritorni, felicità e disperazioni. Ma senza nessun tipo di semplificazione e nessun intento consolatorio.

Proprio per questo, a tanti anni di distanza, il libro continua a essere un album vivo.

“Oggi – conclude Berger – il libro viene ripubblicato e troverà nuovi lettori. Tra loro ci saranno nuovi migranti che all’epoca della sua prima edizione non erano ancora nati. Per loro sarà facile vedere che cosa è cambiato e che cosa non è cambiato. E riconosceranno l’eroismo, il rispetto di sé e la disperazione dei protagonisti, che sarebbero potuti essere i loro genitori. Riconoscerli, li aiuterà a farsi forza nei momenti di panico, e, in altri momenti, accrescerà il loro indomabile coraggio”.



Lo sguardo di John Berger 02/03/17 Milano




Fonti:

Forma per la Fotografia su FB
Pagina Facebook Contrasto
FormaFoto.it

posting.php?mode=reply&t=674006&sid=6bd98cd0d375b91c79e53514d0494542

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