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photo4u.it - Libri
Martin Parr (Val Wilmas)
Titolo: Martin Parr

Autore: Val Wilmas
Italiano, dimensioni 29x25 cm
Edizioni: “contrasto”
441 foto a colori e 156 bianco e nero;
Costo: € 39,95

Curata dalla scrittrice di mostre fotografiche Val Williams ed edita da Contrasto su licenza di Phaidon,la grande monografia ci presenta uno spaccato esaustivo dell'opera fotografica di questo grande artista inglese, membro dell’Agenzia Magnum Photos dal 1994, diventato figura di riferimento nel panorama dell’Arte contemporanea per i suoi studi approfonditi sulle peculiarità della cultura di massa e del consumismo in tutto il mondo. Nato nel 1952, Parr è cresciuto ad Epsom, nel Surrey, in un periodo in cui la fotografia inglese era profondamente apatica. C’erano Donovan e Bailey, i fotografi di moda più quotati del tempo che riflettevano l’energia dei Beatles e la vita di Carnaby Street ma il giovane e curioso Parr, studente di fotografia al Manchester Polytechnic, si dimostrava ben più attratto dalla vita reale che dagli scintillii glamour. Grazie a qualche conoscenza e a un trampolino di lancio chiamato “Creative Camera” viene a conoscere le opere degli autori d’oltreoceano. Oltre a questi un’altra fonte d’ispirazione è stato Tony Ray-Jones, un maestro nel riflettere la quotidianità “normale” talora esilarante di americani e britannici. Il suo lungo soggiorno a New York lo porta a contatto con le innovazioni artistiche ed è la svolta nel suo modo di considerare la fotografia. Le nuove figure emergenti sono sostenute da quel brillante Szarkowski, direttore della sezione fotografica del MoMA di New York, che nel 1967 organizza una mostra dal titolo “New Documents” con le opere di Diane Arbus, Lee Friedlander e Garry Winogrand, tre esordienti a cui sarà associato per il resto della sua carriera. Il loro intento non era quello di combattere le ingiustizie e cambiare il mondo promuovendo ideali nobili, ma quello di “documentare la realtà” per meglio conoscerla, nelle strade, negli spazi privati, anche e soprattutto nella mediocrità, nell’abitudine banale. In maniera analoga Parr diventa un grande osservatore del Sociale. Il suo atteggiamento è critico ma affettuoso, impietoso ma non cinico. Affascinato dai costumi e dalle abitudini medie della curiosa razza degli esseri umani, Parr ne studia con sensibilità e tenerezza indulgente la natura patetica, osservandone il comportamento, i tic, le debolezze, le ossessioni, fino a costruire un quadro popolare veritiero, molto ironico e pungente.


“Bad Weather” - Dublino 1981

Particolare attenzione egli rivolge all’evoluzione degli usi delle classe lavoratrice e al profondo cambiamento causato dagli effetti della globalizzazione selvaggia: una rivoluzione nel gusto e nei costumi di portata mondiale. Il cibo prima di tutto, a cui Parr dedica moltissimi scatti, osannando intrugli vomitevoli, obesi voraci e disgustosi, porcherie ipercaloriche.


“The Last Resort” - New Brighton 1983-86

Parr ama fotografare la gente che mangia. Durante tutta la sua carriera di fotografo, Parr è sempre tornato a ritrarre i suoi connazionali nell’atto di mangiare in pubblico, creando una commedia delle buone maniere, dell’apparenza sociale. Dal cibo mangiato in piedi con le mani alle feste, al fast food consumato camminando, dalla coppia anziana con lo sguardo perso nel vuoto in un vetusto tea-shop, alle ragazzine urlanti in una rivendita di patatine fritte di New Brighton. Ha percepito e sfruttato il disagio degli inglesi nei confronti del cibo non meno di quello che provano di fronte ai viaggi, al tempo libero e al prossimo. La critica mossa più comunemente alle sue foto realizzate negli ultimi trent’anni è che Parr dà prova di un certo senso di superiorità nei confronti di quelle fotografie, le ridicolizza, si prende gioco della loro volgarità. La verità psicologica è ben diversa. Parr si diverte a raffigurare quella vernacolarità tutta speciale, quella “britannicità” che colloca il suo Paese lontano dagli altri paesi europei. Parr fotografa l’imbarazzo dei suoi connazionali nei confronti di se stessi , il loro desiderio ardente di mangiare in privato e di fare del mangiare un accompagnamento ad altre attività, anziché un fine a sé (la Gran Bretagna è probabilmente l’unico paese europeo dove molte famiglie non possiedono un tavolo da pranzo). Il pubblico critico di Parr è sempre stato in evidente contraddizione: scorge nelle sue foto qualcosa che lo delizia e li terrorizza al tempo stesso, e cioè quella gente apparentemente normale, dalle dita unte che mangia in macchina leggendo un tabloid, che grida, litiga, fa le smorfie e che è lontanissima dalla vera cultura europea. Parr ha mostrato, con tocco delicato e violento insieme, che i suoi connazionali “sono i più affascinanti fra tutti i barbari culturali”. In modo ambiguo ha reso visibile il timore che gli inglesi hanno di se stessi, il loro intimo desiderio di essere qualsiasi cosa, meno che inglesi. I suoi occhi sono curiosi e generosi. Le sue geniali inquadrature, ricche di tagli e amanti del flash anche in pieno sole, ritraggono con condiscendenza il grande circo del vivere quotidiano fatto di ritrovi pubblici, negozi, supermercati, fast-food e generoso di ridicole abitudini, manie eccentriche, sciocche compulsioni.


Ipermercato Auchan, Calais, Francia 1988 da “One day trip”

Un’ esistenza mediocre, all’insegna della sopravvivenza, avente come protagonisti i tipi medi, quelli che si accontentano, di andare in vacanza e che sognano, manco a dirlo, i sogni di tutti. Un’esistenza sottotono che per quanto irrazionale, ha un cuore grande. Un omaggio generoso all’ordinario delle masse trionfanti.


Ocean Dome, Giappone, da “Small World” 1987-94

Il comportamento ossessivo di Parr inizia nel periodo della sua adolescenza forse complice il forzato birdwatching a cui lo sottoponevano settimanalmente i suoi genitori.


Il Club ornitologico del Surrey, 1972

o forse il trainspotting , attività che lo portava da solo a girare per tutto il giorno a Londra, a bordo di autobus per scovare nuove e sconosciute locomotive a vapore, per classificarle e numerarle. Parr è senza ombra di dubbio un collezionista patologico : di cartoline, souvenir , carte da parati, libri fotografici e molti altri oggetti stravaganti. Le sue collezioni sono ampie, metodiche, ossessive, compulsive. Tutte rispecchiano in vari modi l’evoluzione della sua opera fotografica: l’intenso interesse verso il banale, unito alla comprensione della rapidità con cui il banale può diventare assurdo, e quindi degno di nota tramite l’atto di rappresentarlo. Parr è stato ed è affascinato dall’idea della “noia” o di quella che lui vive come “noia” : una passeggiata senza meta per il labirinto di Hampton Court; un cartolina degli anni sessanta che raffigura un’autostrada ; marito e moglie con lo sguardo fisso nel vuoto perché non hanno niente da dirsi.


Sul traghetto Helsinki, Stoccolma 1991, da “Bored Couples”

La sua visione di questa emozione umana, una delle più complesse e opache, riassume forse tutto ciò che vi è di forte e al tempo stesso debole nella sua opera fotografica. La fotografia di Parr si basa sulla nostra disponibilità a giudicare in base ad impressioni superficiali, ad abitare un mondo visivo in cui le cose sono quel che sembrano, anzi quel che potrebbero essere. Parr non fa che osservare, assimila tutti i dettagli, va in giro per luoghi dove nessuno lo conosce. E’ un collezionista di volti, di gesti e di indiscrezioni sociali. Le sue fotografie sono essenzialmente il riflesso di un’intensa curiosità. Sopra ogni altra cosa la fotografia di Parr è fatta di stravaganza visiva: è una raccolta abbondante ma attentamente mirata di dispositivi estetici usati non soltanto per fare affermazioni sulla vita sociale o sotto lineare prese di posizione culturali, ma fini a se stessi, per celebrare l’opacità della fotografia in quanto immagine fissa bidimensionale, artificiale, che funge da specchio incorniciato al nostro modo di vivere.


Da “Common Sense” 1995-99

Sebbene a prima vista osservi il banale e l’ordinario all’interno della grande massa della società, Parr riesce a trovare lo straordinario nel normale, lo scorge attraverso un gesto o un movimento del corpo, attraverso una fulminea interazione fra esseri umani. Concentra la sua attenzione sulle stranezze umane, su personaggi e atteggiamenti stereotipati : il turista carico di guide e attrezzature fotografiche oppure la signora di mezz’età con il rossetto troppo chiaro o un po’ sbavato che si china in avanti per un bacio ad un conoscente.


Da “The cost of Living” 1986-89

Senza la eccentrica visione di Parr, le sue strategie, l’energia inventiva, il panorama della fotografia inglese sarebbe incompleto. Un fotografo rivoluzionario che è riuscito ad operare su di una diversa lunghezza d’onda, a combattere la noia visuale. Un acuto osservatore che riesce a mescolarsi fra le gente come un camaleonte, uno streepher curioso e avido delle vita quotidiana.


Letto per voi da surgeon.

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