Tante volte prima di un viaggio, noi fotografi proiettiamo un’immagine nella nostra mente. E’ la fotografia che vorremmo scattare con le caratteristiche con il quale il nostro immaginario dipinge il luogo. Ti faccio un esempio. Vado in Norvegia a Luglio, sono entusiasta perché non vedo l’ora di catturare qualche bella aurora boreale. So che l’aurora è un fenomeno tipico dei paesi nordici ed associo questa caratteristica alla fotografia che vorrei scattare. Purtroppo le probabilità che io ritragga l’aurora boreale durante questo viaggio sono quasi pari allo zero. Infatti, se mi fossi documentato sulle caratteristiche climatiche della Norvegia avrei appreso che il periodo dell’anno da me scelto è il meno indicato per osservare il fenomeno. Durante il mese di Luglio il sole è presente per quasi 24h nell’estremo Nord della Norvegia e l’aurora boreale è visibile solo di notte. Come vedi le conoscenze basilari sul luogo sono fondamentali e nella fotografia di paesaggio è importante prevedere il “prevedibile”, per cui: incidenza della luce, maree (nel caso si volesse ritrarre un paesaggio marino), orografia , orari di alba e tramonto. Mentre il fattore imprevedibilità è semplicemente ciò rende unico questo genere fotografico rispetto ad altri.
Considero costanza e pazienza tra i “talenti” che un fotografo paesaggista deve necessariamente avere. É proprio attraverso queste caratteristiche che si riescono a catturare situazioni importanti. Chiaramente il cattivo tempo o un possibile scatto mal gestito possono portare un pizzico di frustrazione, ma ritengo che questo stato emotivo debba essere relegato a brevi momenti. Tra l’altro attraverso queste situazioni è sempre possibile evolvere la propria passione. Ad esempio in caso di maltempo si può sempre approfondire lo studio del luogo ed attraverso un eventuale errore tecnico si possono limare le proprie conoscenze.
4) Come ti prepari prima di una uscita fotografica?
Innanzitutto scelgo il luogo basandomi sul periodo dell’anno, le caratteristiche del paesaggio e l’incidenza della luce. Se si tratta di un paesaggio marino controllo anche le maree. L’abbigliamento diventa un altro fattore non di poco conto, in special modo se si vive in una terra umida come quella Scozzese. Cerco di non dimenticare mai i miei stivaloni da pescatore e tutto ciò d’impermeabile che ho a disposizione. E’ importante inoltre controllare lo stato della propria attrezzatura e ricordarsi di pulire i vari filtri ed obbiettivi (questo per evitare spiacevoli situazioni osservando poi gli scatti sul monitor di casa...). Ed infine, dopo aver pensato a tutto ciò parto con una buona e sana dose di entusiasmo.
5) La foto di paesaggio è spesso vista come dominio assoluto degli obiettivi ultra grandangolari, ma tra le tue foto se ne trovano spesso di atipiche, alla ricerca di particolari o di prospettive inusuali. Quanto è importante non cadere nei cliché tipici che imperversano soprattutto sul web negli ultimi anni e cosa rende uno scatto davvero degno di nota dal tuo punto di vista?
Definire una fotografia di paesaggio “originale” al giorno d’oggi è piuttosto arduo. Onestamente non ritengo sia comunque questo il punto e non credo sia nemmeno una questione di focale, ma piuttosto di approccio. Si vedono spesso immagini di un determinato luogo, fotografato con la stessa focale, stessa tecnica, medesimo periodo dell’anno e della giornata. Capisco che per alcuni sia importante ricevere il “bravo/bravissimo” sul forum di fiducia o ancora il complimento dal vicino di casa, ma queste “foto-copie” possono essere comprensibili quando ci si trova agli stadi iniziali della propria passione, mentre una volta raggiunta una certa maturità tecnica/artistica si può e si dovrebbe osare di più, imboccando senza particolari timori un percorso più personale. Ecco, un’immagine è dal mio umile punto di vista degna di nota nel momento in cui attraverso essa si evince la ricerca dell’autore.
6) So che se non sei soddisfatto della luce preferisci non scattare affatto. La trovo una scelta saggia, perché quasi tutti cercano di salvare qualche scatto anche dove non c’è nulla da recuperare. Il moderno fotografo digitale è colto da raptus esibizionistico e pur di esporsi in qualche modo propone anche scatti che farebbe bene a tenere nell’hard disk. Questo fa male secondo te alla fotografia e tu come vivi questo aspetto?
Non credo possa essere un male per la fotografia, ma piuttosto per il fotografo, poiché in base a dove si esporrà, potrebbe “rischiare” di essere lodato, sebbene lo scatto proposto fosse oggettivamente da cestinare. Personalmente fotografo quando percepisco delle situazioni importanti. Questo non significa automaticamente che sarà un’immagine degna di nota ed infatti, spesso giudicando la foto in tempi diversi mi accorgo che le emozioni del momento avevano stravolto il mio giudizio su di essa. L’autocritica diviene fondamentale in questi casi.
7) Molte volte quando si giudica questo tipo di foto si è influenzati dalla bellezza del paesaggio. Quanto è merito del fotografo che lo va a scovare, quanto è merito della natura e qual è la tua posizione al riguardo?
Non vorrei sembrare banale, ma entrambi i fattori sono importanti. Tutte le fotografie sono frutto di un paesaggio da cui trarre ispirazione e da un individuo il quale attraverso un mix di tecnica/istinto/visione ne proietta la sua interpretazione. Un paesaggio o un particolare soggetto che a me dice mille parole a te potrebbe apparire privo d’interesse e viceversa.
8) Quanto ritieni importante il momento dello scatto e che peso dai invece alla post produzione?
Il momento dello scatto è assolutamente fondamentale se parliamo di fotografia. La post produzione è un passaggio obbligatorio ed è atto ad ottimizzare l’immagine. E’ importante anch’essa, purché non la si usi a mo di “salvagente”, volendo tramutare uno scatto non riuscito in una bella foto. Penso che dalle mie parole si intuisca il fatto che non approvi l’utilizzo massiccio dei software di fotoritocco. Punti di vista.
9) Trovi interessante il confronto che si può avere in forum come P4U? I forum sono una sorta di piccola scuola di fotografia o più un luogo dove mettersi in mostra?
Il confronto su un forum come P4U è spesso molto interessante ed è stato di grande utilità per me. In generale considero comunque i forum un luogo di condivisione all’interno del quale è possibile apprendere e nello stesso tempo mostrare i propri lavori. Tuttavia periodicamente sento il bisogno di staccare la spina dall’ambiente forumistico.
10) Cosa consiglieresti a chi si avvicina alla fotografia di paesaggio?
Provo a mettere in fila una serie di considerazioni:
- Il paesaggio va vissuto, osservato, conosciuto e goduto sino ad esserne parte integrante noi stessi. L’essenza della fotografia paesaggista è proprio quella di porci dinanzi a situazioni e luoghi con occhi “diversi”, da come abitudinalmente li avremmo osservati. Per me è quasi un’esperienza mistica.
- Spesso nascono e s’infiammano discussioni infinite sull’attrezzatura fotografica (“la fotocamera da biliardi di pixel”). Va benissimo, ma non dimentichiamoci che il parco ottico più importante che abbiamo a disposizione, sono i nostri occhi.
- Concludo riprendendo il primo punto. Guardatevi bene intorno, perché non c’è bisogno a tutti i costi di prendere un aereo per trarre ispirazione da un paesaggio. Spesso le migliori fotografie sono fatte “dietro” casa, quando appunto il paesaggio può essere vissuto, osservato, conosciuto e goduto.
11) Salutandoti e ringraziandoti per l’intervista ti lasciamo un ultimo spazio per qualche considerazione personale.
Ne approfitto semplicemente per ringraziarvi dello spazio dedicatomi.