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photo4u.it - Libri
Immagini e Parole (Henri Cartier-Bresson)
Titolo: Immagini e Parole
Autore: Henri Cartier-Bresson
Edizione Contrasto, Collezione DIXIT, 2003.
160 pagine, 40 foto bicromatiche;
In lingua Italiana, br. 21x24
Prezzo: ~ 28 Euro


E’ molto difficile parlare di Henri Cartier-Bresson perché tutto o quasi è stato già detto nell’universo delle sue fotografie. Quegli scatti sono come delle finestre aperte sul tempo, come il finestrino di un treno espresso in corsa attraverso il tempo. Da ciascuna delle istantanee rappresentate si sprigiona un grande potere di penetrazione. La straordinaria capacità di Cartier-Bresson di cogliere in una sola fotografia la sintesi di una particolare condizione umana o di un particolare avvenimento, ha del prodigioso.
E’ sufficientemente istruttivo a tale riguardo, ascoltare i forbiti commenti dei visitatori alle mostre delle fotografie di Henri Cartier- Bresson per rendersene conto: le sue immagini si possono leggere nel più profondo silenzio ma possono ugualmente suscitare, riflessioni, atteggiamenti,apprezzamenti, interrogativi. Il libro “Immagini e Parole” fornisce l’occasione ad una serie di personalità importanti , molto differenti tra loro (fotografi, pittori, poeti, giornalisti, filosofi, da tutte le parti del mondo) , di scegliere ognuno una specifica fotografia del grande Maestro e dire , in poche righe, con parole personali , ciò che questa evoca e cosa suscita nell’immaginario dell’individuo e nella sua intimità. Queste parole intime e profonde nascono spontanee per descrivere i piccoli dettagli umani, che diventano così una sorta di leitmotiv. In questo è la particolarità e la bellezza dell’opera. Le immagini diventano frammenti rivelatori di piccole storie, di sceneggiature fantasiose. L’occasione è nata per festeggiare l’ottantesimo compleanno di Henri Cartier Bresson: era stata allestita una esposizione dove apparivano un insieme scelto di immagini con allegati dei testi scritti, in una mostra al Palais de Tokyo di Parigi che ha avuto enorme successo ed ha fatto poi il giro del mondo, arrivando anche in Italia, a Milano e Bologna. Così si sono ritrovati, appesi uno accanto all’altro, i nostri Mario Giacomelli e Ferdinando Scianna, il pittore e storico d’arte israeliano Avigdor Arikha, Jean Leymarie conservatore di Museo; pittori che la fotografia non lascia indifferenti come: Pierre Alechinsky, lo scrittore e pittore spagnolo Eduardo Arroyo, il pittore cileno RobertoMatta, o scrittori come Leonardo Sciascia e Alessandro Baricco, Claude Roy, Erik Orsenna, Pierre Gascar, Arthur Miller, AntonioTabucchi ed altri ; grandi filosofi come Jean Baudrillard noto sociologo francese, Paul Virilio urbanista e acuto filosofo francese, e molti altri ancora. Per essere quel che sono, cioè alcune tra le immagini più note al mondo, più diffuse, più conosciute, le fotografie di Henri Cartier-Bresson non sfuggono ad una regola: la tentazione per uno scrittore ma anche per un pittore, un musicista, un giornalista oppure solo un semplice ed intimo amico, di dire perché questa stessa immagine possa essere toccante, vibrante per l’anima, in una parola “significativa”, non importa quale sia il grado di vicinanza o di conoscenza diretta. Così, è stato deciso di celebrare ancora una volta l’eccezionale qualità dell’opera del grande Maestro , ed è nata l’idea di accompagnare accanto a 48 sue fotografie dei brevi testi scritti proponendo un certo numero di autori, scelti evidentemente per la loro affinità con Henri, affinità supposte o reali, di notare liberamente ciò che poteva evocare un paesaggio in Toscana, una scena di strada a New York, un momento di storia della Cina, un viso più o meno celebre, dei bambini che giocano in strada. Direi che l’opera c’è riuscita in pieno. La qualità e varietà dei testi scritti, la gamma delle reazioni raccolte, l’insieme delle emozioni e suggestioni, arricchisce e rinnova la percezione di queste immagini immortali che fanno parte del patrimonio culturale internazionale. I commenti pubblicati travalicano l’apprezzamento da commentatori specialisti, di acuti critici d’arte, la precisione da storici o l’analisi da eruditi. Queste poche righe non sono state scritte per testimoniare una fascia di compiacenza ma una profonda complicità con il grande Maestro. Per parafrasare la famosa definizione che Henri Cartier-Bresson ha dato della fotografia, sono un altro modo di mettere sulla stessa linea di mira, la mente, gli occhi e il cuore.

Il volume è stato concepito e realizzato da Robert Delpire con la collaborazione di altri autori.

Di seguito un paio di stralci dal libro:

Si vede la madre.
Anche se il quadro pende, lei sta dritta. Lei è sempre stata imponente. Viva anche dopo la morte. Ora si vede che non è lei ad avere fretta. Si intravede la testa e la gonna di chi trasporta il ritratto. Una bambina,lo sguardo inquieto è attirato da quel che c’è dall’altra parte.
Né quando il ritratto era al muro-di fronte al letto dove suo nonno moriva dimagrendo smpre più, né quando è poi morto- e bisognava guardarlo- né il funerale né la famiglia che piangeva né il trasloco-da una casa all’altra. I bambini aiutavano. Si è tolto il ritratto. Il muro, dietro, era pallido. La nonna si dice che era severa. E’ lei che ha dovuto portarla. Cammina rapida, è pesante.
Lei,lei non ha conosciuto che suo nonno.
E adesso dove sono?
Affretta il passo.
Se mettono il quadro vicino al mio letto, non riuscirò a dormire…
Amo quelli che portano le immagini dei volti.
A partire da Veronica, che mostrava il viso di Gesù sul suo fazzoletto: la prima fotografia al nitrato di sudore e di lacrime.
Agnes Varda


Niente di più significante, storicamente parlando, della banalità della strada. Questa offre un insieme di elementi spesso infimi e che,attraverso i luoghi o i passanti, riescono a rendere perfettamente il clima dell’epoca e a comunicare l’animo che si vive. Qui le fasce a scacchi, dipinte lungo le carrozzerie delle automobili, rimandano al prestigio ancora attribuito durante gli “Anni Venti” all’automobile che con questo ornamento ricorda una limousine. Ma ben presto tutto si confonde già nel traffico di Berlino da cui due autisti di Taxi, portati dal fotografo verso il primo piano dell’epoca, sfuggono per qualche istante. E’ inverno. Questi due personaggi dicono, a loro solamente, dell’inflazione galoppante, della disoccupazione enorme, dell’agitazione politica, l’uno -quello grosso- il berretto sull’orecchio, la sua aria scanzonata, il famoso berliner Witz (l’equivalente dell’umorismo dei Faubourgs di Parigi); l’altro, freddoloso, abbottonato fino al collo, con una tristezza quasi astiosa. Dietro di loro, il mondo intero è grigio, a malapena punteggiato da quel poco di luce che i vetri delle automobili afferrano e le piccole scacchiere dipinte sulle carrozzerie rimandano. Siamo nel 1932: la Germania sta entrando nel nazismo. Eco Jean che ride e Jean che piange, senza che si possa prestare con sicurezza ai due uomini i sentimenti che il loro aspetto sembra esprimere. Incontrata ad un angolo della strada, è la doppia faccia di Giano che il popolo tedesco non cessa di offrire, lungo tutta la storia.
Pierre Gascar


Letto per voi da surgeon.

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