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Le fotografie digitali in bianco e nero sono finte

 
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Crunchy
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Iscritto: 31 Ott 2015
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MessaggioInviato: Dom 02 Apr, 2017 9:55 pm    Oggetto: Le fotografie digitali in bianco e nero sono finte Rispondi con citazione

Personalmente non sono d'accordo però ogni parere è degno di essere preso in esame.

Fonte : https://robertocotroneo.me/2017/02/24/biancoenero/

Il web ama le foto in bianco e nero. Su Instagram è un moltiplicarsi di profili dove si pubblicano soltanto fotografie in bianco e nero. E sono profili molto seguiti e molto amati. In realtà la fotografia in bianco e nero appartiene a un mondo che non esiste più. Il mondo degli scatti analogici, della pellicola, dei sali d’argento che a contatto con lo sviluppo, con gli acidi della camera oscura, mostrano immagini che potremmo definire di tipo simbolico. Il giallo dei capelli biondi diventa un bianco perlaceo, l’azzurro degli occhi un grigio molto chiaro, il verde del prato inglese si fa invece grigio un po’ più scuro, la pelle può essere bianco latte o nero antracite. Tutti noi non ci stupiamo. Sappiamo che il bianco e nero deve fare a meno dei colori, e che la gamma di sfumature va dal bianco più acceso al nero più intenso, con tutti gli intervalli di grigio possibile. Fu una convenzione allora e resta una convenzione oggi: ci siamo abituati con il tempo, nessuno si stupisce ed è entrata nel nostro dna, fa parte del nostro sapere più ancestrale.

È bello il bianco e nero. Ma è figlio di un limite chimico, esiste perché un tempo non esisteva la possibilità di restituire i colori del mondo per come erano. E l’unico modo per ritrarre le cose era attribuire tonalità che non c’erano in natura. Nessuno si chiederebbe di fronte a uno scatto in bianco e nero: ma perché il mare all’alba è quasi bianco e il cielo prima di un temporale è di un grigio intenso? Tutti sappiamo che funziona in quel modo. La fotografia a colori non ha cancellato il bianco e nero, anzi lo ha reso, in una prima fase, più ricercato, più sofisticato, più artistico. Chi sceglieva il bianco e nero decideva di percorrere territori meno convenzionali e meno banali. Inoltre il colore, all’inizio non era così preciso.

Poi è nato il digitale ed è accaduto qualcosa di curioso. Gli scatti digitali sono a colori, e non sono legati a emulsioni delle pellicole. E per fare il bianco e nero ci sono voluti migliaia di programmatori che negli anni hanno studiato un metodo per simulare attraverso algoritmi complessi l’effetto delle pellicole in bianco e nero. Ma con risultalti controversi e molto complessi.

Era giusto simulare qualcosa che un tempo esisteva in natura e con la fine delle pellicole non poteva più esistere? Probabilmente no, al punto che proprio con la fotografia digitale il bianco e nero da software è diventato un giochetto un po’ banale buono per i dilettanti. Mentre i grandi fotografi che volevano continuare utilizzare il bianco e nero non hanno abbandonato le vecchie macchine a pellicola. Per cui quel bianco e nero digitale sempre più diffuso è semplicemente un gioco, e solo chi utilizza la vera camera oscura può vantarsi di realizzare un lavoro artistico e autentico.

Ma questo è il destino del digitale, che imita quello che esisteva in anni lontani, e soprattutto è il destino del nostro tempo che ha bisogno di ricordare il passato in una chiave inattuale, perché ha difficolta a rivisitare quello che è esistito in una forma nuova e stimolante.

Non è semplice uscire da questa contraddizione. La metafora del bianco e nero in fotografia si allarga e abbraccia tutto il nostro vivere quotidiano. Dove quel che è stato è rivisto, ricordato e raccontato non come punto di partenza per il futuro, non come risorsa, ma come amarcord: come una malinconia continua e probabilmente sterile prodotta con mezzi moderni. La fiction sulla celebre e amata trasmissione della Rai “Studio Uno”, oppure il Festival di Sanremo con i suoi omaggi al tempo che è stato, non sono soltanto un modo per rivolgersi a un pubblico più anziano. Sono un software, ma questa volta ideologico, che porta a illudersi. L’illusione che nelle nostre vite potremo sempre avere a disposizione un rullino e una camera oscura, quando invece è solo una finzione di qualcosa di veramente finito. Anche se ci piace tanto.
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Gegio
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Iscritto: 05 Ott 2014
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MessaggioInviato: Lun 01 Mgg, 2017 9:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Lo scopo della tua fotografia è rappresentare la realtà così com'è, col massimo dettaglio e rapidità operativa? scatta in digitale, a colori, compattina o medio formato che sia

Per tutti gli altri scopi usa il mezzo a te più congeniale per dire quello che vuoi dire, che sia una scelta "di tendenza" oppure no.

_________________
Aperto a incontri fotografici a Sondrio e provincia
Metto a disposizione camera oscura amatoriale e chimici (sviluppo e stampa), fino 6x9, in cambio di una birra e due chiacchiere
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schyter
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Messaggi: 1314
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MessaggioInviato: Mar 02 Mgg, 2017 7:06 pm    Oggetto: Re: Le fotografie digitali in bianco e nero sono finte Rispondi con citazione

Crunchy ha scritto:
... In realtà la fotografia in bianco e nero appartiene a un mondo che non esiste più. ...


La pellicola è viva e vegeta e lotta insieme a noi (analogici)... anzi, gode di ottima salute! Very Happy
E' il solo appunto che muovo all'interessante articolo linkato. La cosa che + mi infastidisce, quando giro per strada, è sentirmi continuamente ripetere dal curioso di turno che ... "Ma io pensavo non esistesse più la pellicola!"" ""Ma si trova ancora??""

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Consultare le regole della composizione prima di scattare una fotografia è come consultare la legge di gravità prima di fare una passeggiata.
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kwlit
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Messaggi: 181

MessaggioInviato: Gio 24 Ago, 2017 9:12 am    Oggetto: Re: Le fotografie digitali in bianco e nero sono finte Rispondi con citazione

Non sono d'accordo nemmeno io, l'autore si sta facendo solo delle pippe mentali. Il bn digitale è bellissimo e permette interventi che un tempo erano lunghi, difficili e dal risultato incerto. Interventi che partivano dallo sviluppo del negativo fino al momento della stampa in camera oscura. Le variabili erano tantissime ed era difficile, specialmente per chi non stampava tutti i giorni, tenerle sotto controllo. Qui ci si fissa sul mezzo e si perde di vista il fine. La foto in bn è affascinante perché lascia alla fantasia uno spazio che il colore non consente. Alcune foto devono essere fatte a colori, tipo la riproduzione di dipinti, ma per il resto la scelta è personale. Io sono anziano, ho attraversato tutte le mode fotografiche dalla fine degli anni '60 ad oggi. Ricordo i fotografi "impegnati" che si scagliavano contro i paesaggisti con le loro foto di pecore al tramonto. Solo le pecore rimasero tranquille...sapevano che alla fine avrebbero vinto loro. Ancora oggi mi capita di discutere con qualche coetaneo che rimpiange i bei tempi andati che, more solito, non sono mai esistiti. Quel che rimpiangono è la complessità del procedimento che li faceva sentire parte di una elite e la loro giovinezza. Il digitale, pur colle sue degenerazioni di discutibile gusto, è stata l'amnistia generale: tutti possono fotografare senza sbagliare tecnicamente. La macchina si è dimostrata ampiamente più abile del fotografo. Poi restano la scelta dell'inquadratura, il momento, la disposizione dei soggetti, l'illuminazione...e qui casca l'asino. Allego una foto trovata per caso su facebook: è una delle più belle che io abbia mai visto, l'autore è tale Antonio Di laurenzio, toccato in quel momento dalla grazia. Credo che rappresenti il momento del salvataggio di un bambino ad Ischia. E' importante il colore o il bn ? Sarà interessante avere le informazioni tecniche ? Ritengo che sia una foto degna di figurare tra quelle leggendarie della Magnum...


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